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Cap 19

Gabriel

Ero al capanno, dove producevamo il nostro vino con incassi legali, e la nostra miglior droga e armi che c'erano in circolazione per tutta L'America e anche fuori.

Presi a tirare una boccata di fumo dalla mia sigaretta, mentre osservavo una parte dei miei uomini, lavorare nelle proprie mansioni come droga e armi, e gli altri ragazzi che lavoravano per me, erano operai onesti, che gestivano l'imbottigliamento del mio vino.

Avevo entrambi dei business, che rendevano molto bene.

Sia quelli legali che non.

Mi andai a versare qualcosa da bere, mentre vedevo alcuni dei miei ragazzi, riempire i borsoni per la spedizione diretta a Chicago e Seattle, di armi e droga.

Per i boss locali, che si erano sempre serviti da noi, già quando mio padre era al potere.

Erano ottimi alleati e clienti.

Aprii lo sportello del mobile, dove contenevano varie bottiglie di ottimo liquore, scegliendo dell'ottimo whisky, d'importazione dall'Irlanda.

Mentre afferravo un bicchiere, versando immediatamente due dita per me, e per il mio migliore amico, che stava entrando in quel momento nel capanno.

Richiusi la bottiglia, poggiandola sul mobile, mentre afferravo i bicchiere, passandogliene uno, mentre buttai giù un sorso, di quell'ottimo whisky, sentendo quell'aroma speziato e forte riscaldarmi la gola.

-Novità?-

-Forse fratello, li abbiamo finalmente trovati.

Josh e Jaxon, stanno controllando dei vecchi filmati, che si sono fatti consegnare dalla polizia, pagandoli profumatamente, per confrontare alcune testimonianze di quel giorno.

Alcune persone hanno visto qualcosa, ma ovviamente per paura, si sono tenuti la notizia per se.

Per questo ci abbiamo messo tutto questo tempo.

Ma Josh e Jaxon, hanno promesso loro, che non si sarebbe mai saputo in giro, chi avrebbe dato l'informazione di quella mattina.

Hanno descritto i due uomini molto bene, anche se non capivano cosa stavano facendo intorno al Paradise.

Pensavano che fossero degli uomini che facevano consegne per il matrimonio, invece stavano consegnando delle bombe, che hanno poi, sparso per tutto il giardino.

Alcuni agenti, pagati profumatamente, ci hanno dato dei video che riprende molte parti e zone bue, della città.

E dalla descrizione sembrano loro, ma devono accertarsene bene, prima di fare la loro mossa.-

-Ottimo.

Non attendo altro, che averli nelle mie mani e scoprire per chi cazzo lavorano quei fottuti bastardi.-

-Manca poco fratello, e otterrai la tua vendetta.-

-Non vedo l ora cazzo!

Li farò annegare nel loro stesso sangue.

E quello che ha commissionato, beh che Dio abbia pietà di lui, perché io non l'avrò.-

Dissi, buttando giù l'ultimo sorso nel mio bicchiere, per poi tirare una boccata dalla mia sigaretta ormai finita, spegnendola nel posacenere, mentre buttavo fuori il fumo nocivo, che andava a rilassare i miei muscoli tesi e furiosi da ormai due mesi circa.

Mossi il collo a destra e sinistra, facendo scrocchiare le mie ossa, mentre mi dirigevo fuori di li, seguito dal mio fidato braccio destro.

-Che hai intenzione di fare per la festa annuale al Paradise?-

-Quello che ho sempre fatto dalla sua apertura, terrò la festa annuale.

Quest'anno non sarà differente da gli anni precedenti Thom.

Le cose sono le stesse, e niente cambia.

Non mostrerò mai, nessun sintomo di debolezza, che qualcuno potrebbe provare a usare contro di me.

Si va avanti, si lavora come si è sempre fatto.

Un boss non si ferma mai, nemmeno dinnanzi al proprio dolore.-

Dissi con fermezza, mentre il mio sguardo non mostrava assolutamente niente, anche se mio fratello sapeva leggermi molto bene, come io sapevo leggere lui.

Lo vidi guardarmi dritto ne gli occhi, trovando il mio stesso riflesso, e con un tacito silenzio, ci eravamo capiti, dandomi la suo pieno appoggio e rispetto.

-Dovremmo organizzarci bene per la festa annuale, non sappiamo chi ce dietro a l'attentato al tuo matrimonio.-

-Non preoccuparti, scoprirò chi ci è dietro e mi preparerò bene a ogni evenienza, non mi farò fottere una seconda volta.

Non vedo l ora di mettere le mani su i fottuti bastardi che hanno ucciso i miei genitori per poi passare a colui che ha dato quel fottuto comando.

Lo renderò cibo per vermi, è una promessa.-

Dissi, con voce fredda e priva d'inflessione, mentre mi dirigevo alla mia auto, pronto a far rientro a casa.

La mia donna, era rientrata già da un'ora, uno dei miei uomini mi aveva mandato un messaggio che avevano riaccompagnato Rose e poi mia moglie, che si trovava finalmente al sicuro dentro casa.

Non potevo tenerla rilegata in casa, sarebbe impazzita.

Aveva bisogno di vivere la sua vita normalmente, anche se era sotto estrema sorveglianza.

Se davo retta al mio lato più oscuro e dominante di me, l'avrei tenuta segregata dentro casa H24, senza mai farle mettere piede fuori casa e non era possibile.

Non sarebbe stata vita questa.

Dovevo dar retta al mio buon senso, e sopprimere quella parte più oscura di me, che gridava di proteggerla a ogni costo, e da qualsiasi cosa, tenendola chiusa dentro casa.

Alzai una mano in segno di saluto a Thomas, mentre entravo dentro la mia Maserati nera, pronto a far rientro a casa, dalla mia splendida donna.


Venti minuti dopo, stavo entrando dentro il cancello dell'immensa villa, andando diretto dentro il sotterraneo del garage per parcheggiare.

Lanciai uno sguardo rapido intorno alla mia villa, trovando i miei uomini appostati come sentinelle, controllando ogni minimo movimento che poteva farli insospettire.

La sorveglianza era aumentata dopo quello che era successo al mio matrimonio, non volevo rischiare che qualche folle, anzi il folle che aveva organizzato tutto, potesse arrivare fin qui e mettere in pericolo mia moglie e mia figlia.

Non potevo permettere che ciò accadesse.

Quindi avevo raddoppiato la videosorveglianza, a ogni angolo del mio terreno, sia dentro che fuori, e su mia moglie.

Avevo raddoppiato anche la sorveglianza alla moglie di Thomas e sua figlia, non volevo che potessero arrivare a loro, per arrivare a me.

Non lo avrei mai permesso.

Spensi l'auto,  sfilandomi gli occhiali da sole, mentre aprivo lo sportello porta oggetti, riponendoli di dentro, per poi afferrare la pistola, richiudendo lo sportellino, uscendo poi fuori dalla mia auto, mettendo la pistola nel retro dei miei pantaloni, sotto la giacca di pelle, mentre richiudevo la portiera alle mie spalle.

Misi la chiave dell'auto al gancio, dove c'erano le altre dell'altra macchina, e mi diressi fuori di lì.

Vidi gli uomini, salutarmi con rispetto, mentre mi incamminavo lungo il giardino, dirigendomi verso la porta di casa.

Entrai dentro casa, vedendo alcune donne di servizio, salutarmi con segno di rispetto, mentre mi sfilavo la giacca di pelle appendendola a l'attacca panni li vicino, per poi incamminarmi verso la scala in marmo, dirigendomi al piano di sopra, per posare la pistola in camera da letto.

Non amavo indossarla dentro casa, non volevo che la mia donna si spaventasse, so che le armi la terrorizzavano come il resto della vita che conducevo, anche se non me l'aveva mai detto apertamente, forse anche perché era cresciuta in questo ambiente.

Anche se mio padre, non aveva mai indossato nessun arma dentro casa, eravamo ben protetti e al sicuro e non voleva che la mamma e Selene, vivessero in ansia in ogni momento, vedendoci sempre con qualche arma indosso.

Così avevo sempre fatto e avrei continuato a fare, anche se avevo parecchie armi, disposte in parecchi punti della casa.

Non ero stupido, ero molto scrupoloso e attento, amavo sempre avere tutto sotto controllo, ma evitavo di indossarle dentro casa a meno che non fosse stato strettamente necessario.

Entrai dentro la camera, andando verso il mio comodino, aprendo il cassetto riponendo la pistola e il portafoglio dentro di essa, per poi richiuderlo, mi sfilai la maglia di dosso, andandola a gettare nel porta biancheria in bagno, per poi rientrare in camera, pronto per tornare di sotto, a cercare il mio piccolo raggio di sole, che mi era fottutamente mancato come l'aria che respiro.

Era una cosa assurda l'effetto che aveva mia moglie su di me.

Era quasi irreale, ma era vero.

Il sentimento che provavo verso quella piccola creatura non si poteva esprimere a parole ma solo sentire, come il bisogno di dominarla costantemente in modo sessuale, vedendo quel corpicino abbandonarsi sensualmente a me, mentre il viso le si colorava di rosso per l'imbarazzo e l'eccitazione.

Quel bisogno costante di proteggerla e tenerla al sicuro.

Avevo un bisogno costante di avere il controllo su di lei, dovevo sempre sapere dove si trovasse e con chi.

Sennò sarei uscito di senno.

Avevo bisogno del controllo nella mia vita quotidiana fuori di qua, ma anche dentro queste mura.

Non potevo farne a meno.

Ero stato cresciuto, che dovevo sempre avere tutto sotto controllo, perfino chi avrei sposato e la famiglia che avrei costruito.

Selene, la mia piccola dannazione e salvezza, aveva un potere su di me, che mai nessuna prima di lei, lo aveva mai avuto.

Perché nessuna donna era  lei.

Ghignai divertito, del mio stesso pensiero, sapendo benissimo, che Selene, non avrebbe mai capito, il potere enorme che aveva nelle sue mani.

Per lei avrei raso al suolo la città.

La mia splendida donna, la colonna portante della mia vita dannata.

Se non avrei avuto lei, forse il potere che avevo, non avrebbe avuto lo stesso significato.

E se non avrei avuto lei, sicuramente la perdita dei miei genitori, mi avrebbe mandato completamente fuori di testa, smontando tutto ciò che avevo costruito e che mi era stato insegnato, affondando nel mio dolore e nella devastazione, e lì il nemico, avrebbe saputo che ero un debole da poter affossare.

Cosa che non sarebbe mai accaduta, gli insegnamenti di mio padre non sarebbero mai andati persi, anche grazie a lei, la mia splendida moglie.

Continua

Cuoricini come state?
Spero benissimo e che avete passato un bellissimo fine settimana💛🤗😘.

Grazie immensamente di cuore💓
per tutti i bellissimi commenti, le stelline, la messa nell'elenco lettura e le visualizzazioni💛😘.

Ci becchiamo nei prossimi giorni con un nuovo capitolo💛.

Buonanotte meraviglie🌙⭐️

Vi adoro
💛💛💛💛💛

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