Cap 13
"-Siamo qui, per rendere il nostro saluto a due splendide persone, che hanno amato e onorato la propria famiglia, come solamente due bravi genitori potessero fare.
Il Signor King e sua Signora, sono venuti a mancare, in un modo orribile, una tragedia che non sarebbe dovuta accadere.
Una disgrazia, in un giorno tanto bello, finito in tragedia, per una fuga di gas.
Ma non siamo qui, per prolungarci in questo no.
Siamo qui, per rendere l'estremo saluto a due persone che sono state un forte pilastro per la città, conosciuti da molti, e rispettati e anche temuti da altri.
Figlioli, siamo addolorati per la vostra perdita, ma sappiate che non se ne sono andati completamente no..
Veglieranno sempre su di voi, in modo costante e amorevole.
In questo momento può sembrare che il dolore sia insopportabile ma..
Sappiate, che a tutto ce una fine anche nell'immenso dolore della perdita.
Preghiamo per il Signor e la Signora King, prima di salutarli definitivamente.-"
Selene
La voce del prete, mi stava rimbombando dentro la mia testa, ancora e ancora, come una sorte di loop mentale.
Spostai lo sguardo verso la vetrata che dava su un cielo coperto di stelle, in una notte piena di dolore.
Eravamo rientrati da l'ospedale verso le due di notte, non chiudendo minimamente occhio, mentre Gabriel non si era fermato un solo minuto, in modo da organizzare il funerale dei suoi genitori, il prima possibile, per dare loro la pace che meritavano.
Le parole del prete mi rimbombavano nella mia testa, mentre ancora non credevo che in un giorno tanto bello e pieno di gioia si era trasformato in una tragedia.
Erano morte parecchie persone, come i nostri genitori.
Sentivo un dolore sordo dentro di me, mentre posavo dolcemente la mano sul mio ventre dove stava crescendo il frutto del nostro amore, che avevo rischiato di perdere.
Alla fine, inconsapevole, mi stavo sposando con mio figlio/a nel mio ventre, peccato che quando l'avrei dovuto scoprire qualche giorno più avanti, doveva essere un momento di pura gioia, invece l'avevo scoperto nel momento peggiore della nostra vita.
Ero felice da una parte e distrutta dall'altra.
Come ci si poteva sentire in entrambi modi?
Come poteva essere possibile?
Ma era così che mi sentivo.
Sospirai tirandomi su, non mi ero nemmeno resa conto di essermi sdraiata sul letto, contemplando la vetrata, persa nella mia testa, ricordando ogni attimo, fino a quella mattina.
Non potevo crederci, in un attimo ci era stato strappato via tutto.
Come poteva dire il prete, che il dolore sarebbe sparito?
Come?
Parlava facile lui, un dolore simile non potrà mai sparire potrà attenuarsi nel tempo, impari a conviverci, ma non sparirà mai.
Odiavo ogni singola parola che aveva detto in quel momento, mentre rimanevo di fianco a mio marito, completamente freddo e rigido nella sua posa, solamente per non mostrare debolezza hai suoi uomini e probabilmente a chi aveva causato tutto questo, per non mostrarsi debole.
Ma lui stava soffrendo.
Dentro era distrutto, in un attimo aveva perso le persone più importanti della sua vita.
Sospirai, passandomi nervosamente le mani sul viso tirandomi su, avvicinandomi alla vetrata.
Non sapevo quando sarebbe rientrato, era completamente concentrato su tutto, e come sistemare il casino al Paradise mentre aspettava le notizie sul colpevole.
Lo sapevo perché lo faceva, perché, se si sarebbe fermato, avrebbe pensato.
E se avrebbe pensato a tutto ciò che era successo sarebbe risultato reale hai suoi occhi e sarebbe esploso.
Sentivo gli occhi pungermi di nuovo per le lacrime, che non riuscivo a smettere di versare, colarmi lentamente lungo il mio viso, mentre continuavo a fissare fuori.
Il dolore era così forte, che sembrava che mi stesse squarciando in due.
Mi passai nervosamente le mani su gli occhi per asciugare le lacrime, senza fine che stavo buttando da l'attimo che l'avevo saputo, mentre cercavo di controllare il mio respiro, che si stava andando ad agitare sempre di più.
Presi a camminare per la stanza, lanciando uno sguardo su l'orologio che segnavano le tre di notte passate, mentre cercavo di ispirare ed espirare lentamente.
Ero preoccupata per Gabriel.
Mi morsi nervosamente il labbro inferiore, mentre presi a passeggiare per l'enorme camera da letto, che era diventata nostra già tre anni prima.
Persa nei miei pensieri, sentii all'improvviso dei rumori forti, dei tonfi, come se qualcosa si stesse scaraventando con furia per terra.
Corsi fuori dalla camera, scendendo di corsa le scale, trovando alcuni uomini di mio marito fuori dal suo ufficio, mentre lanciavo uno sguardo verso la porta chiusa, dove sentivo quei forti rumori, che non avevano fine.
Feci segno loro di andarsene, mentre mi guardavano preoccupati, accennandogli un piccolo sorriso rassicurante, eseguendo infine il mio ordine, mentre aspettavo loro che sparissero dalla mia visuale, mentre presi ad aprire lentamente la porta del suo ufficio, trovando quasi tutto distrutto.
Mi morsi nervosamente il labbro, stando attenta a dove mettevo i piedi nudi, mentre richiudevo la porta silenziosamente alle mie spalle, trovando mio marito, con la testa fra le mani, seduto per terra, vicino alla parete del camino acceso.
-Vattene.-
Lo sentii dire con voce fredda, mentre rimaneva in quella posizione, cercando d'intimidirmi, usando quel tono che usava spesso con i suoi uomini, ma senza riuscirci.
Lo so perché lo stava facendo, non voleva farsi vedere da nessuno così, tanto meno da me.
Perché lui era l'uomo e non poteva permettersi di farsi vedere debole di fronte alla sua donna.
Concetto stupido, perché anche gli uomini provavano sentimenti.
Anche uomini come lui, soffrivano.
Mi avvicinai a lui, quasi in punta di piedi, mentre mi inginocchiavo di fronte a lui, separando le sue gambe forti, in modo da potermi mettere in mezzo in ginocchio, sentendolo sospirare pesantemente, mentre poggiava la testa contro la parete in legno, con gli occhi chiusi.
Catturai dolcemente il suo viso forte e sicuro, tra le mie mani, mentre lo osservavo nella sua totale compostezza e forte dominanza, quanto fosse distrutto.
-Amore..-
-Ti prego Selene, va via.-
Lo sentii dire, con un voce meno dura di prima, ma con suono di comando.
-No..-
-Così testarda..-
-Apri gli occhi Gabriel, guardarmi.-
Lo sentii sospirare, mentre apriva gli occhi per me, trovando quello sguardo fiero così distrutto.
-Non sei solo amore..-
-Sto bene, vai a letto Sel.-
-No.-
-HO DETTO VAI A LETTO!-
Lo so perché lo stava facendo, ma non ce l'avrebbe fatta.
Aveva bisogno di me.
-Non me ne vado amore.-
-MALEDIZIONE!
NON VOGLIO CHE TU MI VEDA COSì, COSì..-
-Debole? Distrutto?-
-VATTENE!-
Disse urlandomi contro, mentre afferrava le mie mani, spostandosele dal viso, in modo brusco ma sempre così attento con me, nel non farmi male.
-No, che ti piaccia o no, io non me ne vado.
Io resto qui, e resterò sempre qui con te, non sei solo Gabriel.-
Vidi il suo sguardo freddo e addolorato incastrarsi nel mio, mentre mi sentii afferrare con forza per i fianchi, attirandomi verso di lui, in una presa salda ma delicata allo stesso tempo, facendomi scontrare contro il suo petto duro e forte, mentre appoggiava la sua fronte sulla mia spalla, lasciando andare un grosso sospiro.
-Li ho persi..-
Continua
Cuoricini grazie immensamente di cuore💓 per tutti i bellissimi commenti, le stelline, la messa nell'elenco lettura e le visualizzazioni🤗💛😘.
Ci becchiamo nei prossimi giorni, per un altro capitolo😘.
Buona serata vi adoro meraviglie
💛💛💛💛💛
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro