Cap 1
🎀Cuoricini meravigliosi benvenuti a questa nuova avventura, spero vi piaccia!
Buona lettura, vi adoro💛!🎀
-Avete le informazioni?-
-Si, Signore.
Le ragazze sono nascoste poco distanti dal porto.
Le tiene in una vecchia fabbrica abbandonata.-
-Bene, allora siamo pronti per recuperarle, fai una soffiata alla polizia Josh.-
-Certamente Signore.-
-Nessuno viene nel territorio dei King e la fa franca.-
Jason King, era il capo mafia di New York.
Come da generazioni in generazioni lo era la sua famiglia.
Da circa vent'anni era passato in mano a lui, una volta che suo padre si era ritirato, per passargli il trono.
Una volta in pensione, si era lasciato completamente andare, non riusciva più ad andare avanti senza sua moglie, e si era ucciso.
Aveva perso sua moglie qualche anno prima e aveva tenuto duro per suo figlio.
Era riuscito a portare avanti il suo regno, fino a che non ritenesse che suo figlio fosse pronto, per passargli il trono.
Così da diventare capo mafia.
Aveva resisto per suo figlio, ma una volta ceduto il potere a Jason, c'era stato un declino, fino a che non mise fine alla sua vita.
L'assenza dell'amore della sua vita, lo aveva distrutto, mettendo fine a tutto.
Jason non lo aveva mai odiato, aveva compreso il dolore di suo padre.
Capiva che se fosse capitato qualcosa alla sua splendida moglie, ne sarebbe uscito devastato a sua volta.
Quindi vent'anni prima, aveva accolto il potere, facendolo suo di diritto, regnando con una splendida moglie al suo fianco, che gli aveva dato un meraviglioso figlio, che presto avrebbe preso il suo posto.
Avrebbe passato il trono molto prima di come aveva fatto suo padre con lui.
A ventunenni Gabriel, sarebbe divenuto il nuovo boss New York.
Anche se fosse era stato meglio così, aveva potuto godere di suo padre ancora qualche anno in più.
Prima di perderlo definitivamente come aveva perso sua madre.
Si dava spazio hai giovani e alle nuove idee, ma senza mai cambiare ciò che la famiglia King aveva sempre fatto, governando la città.
La vendita di donne.
Questo non era ammesso nel suo territorio.
E una viscida serpe, un dannato Rumeno del cazzo, aveva avuto il coraggio di sfidarlo nel suo territorio.
Kir Walsh.
Una dannata serpe, malata, che amava trovare donne appena maggiorenni e venderle a dei depravati proprio come lui.
Aveva avuto l'ardore, il coraggio di farlo nella sua fottutissima città e questo era inaccettabile.
Una volta preso, lo avrebbe distrutto.
In quel momento, si stava dirigendo fuori dalla sua immensa villa, in direzione della sua macchina, pronto per fare una bella sorpresina a l'uomo che presto sarebbe morto per mano sua.
Entrò dentro l'auto trovando già suo figlio pronto, di sedici anni, ma sembrava che ne mostrava molti di più, per come lo aveva cresciuto.
Gli uomini della famiglia King, crescevano molto prima di tanti altri ragazzi, proprio perché venivano addestrati, in giovanissima età.
A undici anni, iniziavano già l'addestramento, a dodici, gli imparavano a sparare.
A tredici anni, si entrava completamente nella "famiglia."
Compiendo un omicidio.
Prendevano una vittima designata e facevano compiere il grande passo al giovane ragazzo che stava per entrare in quel mondo, fatto di violenza, onore, potere e valori.
Per poi festeggiare in unico modo, diventando un uomo in tutto e per tutto.
Perché un uomo d'onore vergine, sarebbe sembrato ridicolo.
Una volta entrato in quel mondo e prestato il giuramento, fatto di onore, violenza, potere e valori, si perché avevano dei valori, di cui non toccare mai una donna contro la propria volontà, sennò ne avresti pagato il prezzo.
Mai, rapire delle donne e venderle, quello era punibile con la morte.
I King, non ammettevano ciò.
E anche se facevi parte della "famiglia" e avresti disonorato in quel modo, beh, avresti pagato con la tua stessa vita.
Le donne erano sacre proprio come i bambini nel loro mondo.
No che fossero brave persone.
No non lo erano affatto, ma avevano dei valori e dei limiti che non avrebbero mai superato.
-Papà, Josh ha appena fatto la soffiata.-
-Bene.
Vediamo di prendere quel fottuto pezzo di merda insieme hai suoi dannati uomini e levarlo di mezzo una volta per tutte.
Così per quando arriverà la polizia, potranno aiutare quelle povere ragazze.-
Disse, mentre controllava la sua pistola, mentre la macchina era partita in direzione del porto dove, avrebbero finalmente levato di mezzo quella feccia umana, che altri capi mafia di altri Stati, non erano riusciti a fare.
Beh, loro non avevano poi tutte queste preoccupazioni, se qualche donna scompariva nel loro territorio, ma i King, la pensavano diversamente.
Potevano sembrare dei deboli davanti a tanti, ma erano quelli che avevano più forza e onore di tutti.
In poco tempo, arrivarono in direzione del porto, azionandosi all'istante.
Scesero dalle macchine in modo silenzioso, mentre gli uomini dei King, erano già pronti a far fuoco.
Aggirarono in modo silenzioso e attento intorno alla fabbrica, mentre si sentivano rumori distinti di uomini ubriachi che ridevano e parlavano in modo sporco a quelle povere ragazze.
Gabriel King, si affaccio in modo silenzioso, notando attraverso una finestra con delle sbarre,
delle ragazze, appese a delle gabbie come fossero animali, mentre un senso di furia, si stava facendo largo dentro di se.
Vide alcuni di quegli uomini, mettere delle mani attraverso quelle sbarre di ferro, cercando di toccarle, mentre le ragazze tremanti, piangevano e invocavano aiuto.
Era una cosa orribile.
Le donne, erano esseri perfetti, delicati.
Andavano amate e onorate e non trattate come delle schiave sessuali.
Certo lui andava a puttane per divertimento, ma quelle donne erano donne che avevano scelto quella vita di lavorare nei locali notturni ed erano libere di andarsene quando volevano.
Non avrebbe mai costretto una donna, a giacere con lui.
Mai.
Era impensabile nel loro mondo una cosa del genere.
-Padre, ci sono due uomini a l'entrata, ma sono completamente ubriachi, sarà semplice farli fuori.-
-Bene.
Ragazzi, voglio cinque di voi, a l'entrata principale, così che potete prenderli se tentano la fuga.
E voi altri entrate con me dal retro, il resto li prenderemo di sorpresa.-
-Si, Signore.-
Presero a muoversi silenziosamente, verso l'entrata secondaria della fabbrica abbandonata quando..
-INTRUSI SIGNORE INTRUSI!
I KING SONO QUI!-
-DANNAZIONE!
CHE ASPETTATE!?
SPARATE CAZZO, SPARATEE!-
Gabriel
Vidi mio padre urlare l'ordine di far fuoco, mentre mi addentravo furtivamente dentro la fabbrica, cercando di non farmi vedere, mentre vedevo il capo mafia rumeno, sbraitare con i suoi uomini, di far fuoco, mentre Kir tentava di darsela a gambe.
Col cazzo!
Afferrai la pistola, puntandola contro l'essere immondo e sparai.
-BASTARDO! TI AMMAZZO!-
Lo sentii urlare, mentre prese a spararmi contro, cercando di ripararmi dietro a dei pali in ferro, mentre il fottuto pezzo di merda sparava a cazzo, infischiandosene delle donne appese a quelle gabbie.
-NON MI AVRETE MAI!
SOCCOMBERETE TUTTI PER MANO MIAAAAAA!!!!!!!-
Era completamente impazzito, mentre vedeva i suoi uomini cadere, completamente ubriachi per poter centrare bene la mira, mentre lui sparava e urlava come un pazzo.
-NESSUNO DERUBA GLI WALSH! NESSUNO CAZZO NESSUNO!-
Cercai di ripararmi il più a lungo possibile, mentre cercavo di trovare una buona mira senza essere colpito.
Mirai a una delle sue dannate gambe e sparai.
-AAAAAHHH BASTARDO FOTTUTO PEZZO DI MERDA TI AMMAZZO!-
Lo sentii imprecare mentre uscivo dal mio nascondigli, per andargli incontro, ma il pezzo di merda prese a sparare di nuovo, mentre cercavo di ripararmi in qualche modo, sentendo le urla delle povere ragazze terrorizzate per quello che stava succedendo.
Lo vidi alzarsi e correre via come un pazzo, mentre lasciava dietro di se una scia di sangue.
-STA SCAPPANDO, PRENDETELO!-
Urlai, verso gli uomini di mio padre, che stavano correndo fuori in direzione di Kir, mentre mi guardavo intorno, trovando una decina di uomini di Kir, stesi a terra completamente morti.
Misi la pistola nel retro dei miei pantaloni, mentre mi avvicinavo alle gabbie, che mio padre e alcuni dei suoi uomini stava aprendo per liberare quelle povere ragazze, quando sentii un strano pianto, provenire, dentro a una porticina di ferro, poco più in là di dove mi trovavo.
Mi avvicinai silenziosamente, mentre posavo la mano dietro la schiena, pronto a estrarre la pistola se fosse stata una trappola ed entrai.
Continua
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