Take me a pictures. 3
"Cosa c'è di più fugace dell'espressione che passa su un viso?"
(Henri Cartier-Bresson)
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<<Mhh~>> la suoneria del cellulare continuava a rimbombarmi nelle orecchie. Mi svegliai, senza la minima voglia. Guardai il mittente, era Aileen.
<<Venus, ho bisogno di te. Ti prego.>> disse velocemente.
<<Buongiorno anche a te.>> la mia voce era ancora impastata dal sonno, e a malapena riuscii a formulare una risposta.
<<Quell'idiota della modella, mi ha appena chiamata dicendomi che non verrà. Vorrei ucciderla!>> dovetti prontamente allontanare il cellulare dall'orecchio.
E poi, di cosa stava parlando?
<<Ehi, ehi. Rallenta. Non ti seguo.>> fece un profondo respiro.
<<Sto partecipando ad uno stage, e tra due giorni dovrò portare un lavoro che mi è stato affibbiato. E la ragazza che avrei dovuto fotografare, mi ha appena detto di non poter esserci.>> terminò, quasi senza fiato.
<<Ed io a cosa ti servo?>> chiesi ovvia.
<<Dovrai farmi da modella. Per favore~>> mi implorò sperando in un mio consenso.
<<Io? Modella? Davvero divertente.>> la schernii.
Non mi entusiasmava particolarmente l'idea di essere circondata da obbiettivi, tutti puntati su di me. Non riuscivo a non sentirmi a disagio.
<<Stasera mangeremo una pizza.>> stava cercando di convincermi, perché non sfruttare l'occasione?
<<Osa di più.>> feci una piccola risata.
<Okay, ti comprerò anche un libro.>>
<<Mmh, devo pensarci...>>
<<Per favore, ho bisogno di te.>> continuò ad implorarmi.
Ma l'avrei aiutata in ogni caso. Inoltre, avevo guadagnato una pizza e un libro, niente male.
<<Okay okay, ma solo perché mi fai pietà.>>
<<TI ADORO. Passo a prenderti alle 16.>> mi rispose, al settimo cielo.
—
Entrai, ma non mi aspettavo di trovare lì il David. Mi stava fissando, proprio come qualche giorno prima. Il suo sguardo, credevo che di lì a poco mi avrebbe bruciato la pelle.
Guardava i miei occhi coperti solo da un filo di mascara. le labbra lucide. il collo nudo. i fianchi coperti dalla maglia. le gambe strette nei jeans.
Mi sentivo violata dai suoi occhi, come se riuscissero a vedere più di quanto io mostrassi.
Camminavo verso di lui. Resi la mia postura più decisa, volendo sembrare più sicura di me, più impenetrabile.
Eppure non ottenni nulla, il suo sguardo era lo stesso, ugualmente rigido.
<<Venus, ti presento Kyros. Kyros, lei è Venus...>> disse ovvia.
Milioni di attimi mi attraversarono la mente, mi parve quasi di averli dinanzi a me, quasi come se li stessi rivivendo.
Era Kyros. Una delle ragioni che aveva reso così triste il mio trasferimento.
Come avrei potuto dimenticarmene?
Mi porse la mano. Era così grande. Ricordavo le sue mani, piccole e sottili in contrasto con il resto del corpo robusto.
Già, il suo corpo. Erano così diverso, al punto che non ero riuscita a riconoscerlo.
Ora era il perfetto adone, quello che non passa mai inosservato. Da piccolo odiava essere guardato. Cercava sempre di restare nell'ombra, lontano da tutti.
Strinsi la sua mano nella mia.
Eppure i suoi occhi erano gli stessi. Più li guardavo e più tornavo indietro. Forse erano l'unica cosa che non era cambiata in lui.
<<...siamo nello stesso corso.>> continuò Aileen.
In quel trio, ero la più piccola. Gli altri due erano coetanei. Erano già al secondo anno del college, mentre io avrei dovuto iniziare a frequentarlo quello stesso anno.
Kyros si allontanò tornando dov'era prima. Intento a sistemare le luci e le varie attrezzature.
Aileen mi diede alcuni vestiti, dicendomi di cambiarmi. Così faci. Indossai una camicia bianca, davvero troppo larga per me, e sotto un pantaloncino di jeans adornato da alcuni strappi.
Mi accomodai su uno sgabello nero posto dinanzi al muro completamente bianco.
E poi? Cos'avrei dovuto fare?
<<Cominciamo dal volto?>> chiese Aileen, voltandosi verso Kyros che aveva appena preso posto dietro la macchina fotografica. <<Si, direi di sì.>> la sua voce.
Rimasi a fissarlo, senza far caso alla mia impertinenza. L'avevo quasi dimenticata.
<<Venus, prova a prenderti il viso tra le mani.>> obbedii, e feci come mi aveva detto. Il primo flash mi colpì il volto.
<<Ora girati di profilo, e sposta i capelli dal collo.>> continuai a fare ciò che mi veniva detto. Ma quasi assente.
Sentivo gli occhi di Kyros su di me. E le sensazioni di poco prima si ripeterono.
<<Porta una mano sulla guancia...>> Aileen continuava, ed io eseguivo, senza mai distogliere lo sguardo dall'obbiettivo.
<<Porta le gambe al petto, poggia la testa sulle ginocchia..>> il flash mi colpì ancora.
<<Okay, credo bastino.>> disse Kyros alzando lo sguardo su di me. <<Venus, prendi.>> mi passò una sigaretta, ed io l'accesi.
<<Porta solo una gamba al petto...>> fissai l'obiettivo con intensità.
<<Continua a muoverti.>> la voce roca di Kyros mi colpì. Non era più rigido. Così feci come mi aveva detto.
<<Ehi, ho un'idea.>> esordì Aileen. <<Kyros, perché non ti unisci a lei?> disse quasi entusiasmata all'idea.
<<Non credo sia il caso...>> provò a controbattere Kyros, ma inutilmente. Ad Aileen non piace non esser ascoltata.
<<Venus, indossa questo e dà la camicia a lui.>> Mi passò il mio giubbotto di pelle. Mi richiusi nello stanzino e mi cambiai. Dopo che anche Kyros si fosse cambiato prendemmo posto su una poltrona in pelle nera.
Aileen si posizionò dietro la fotocamera.
<<Venus, guarda me. Kyros, guarda Venus.>> per l'ennesima volta obbedii. Con la coda dell'occhio lo vidi poggiare la schiena e i gomiti sul bracciolo della poltrona.
Era una cavolo di visione. Per questo distolsi lo sguardo.
<<Kyros, posizionati dietro di lei e avvolgi il braccio intorno al suo collo.>> sentivo il suo fiato sul collo.
Una forza superiore, qualcosa che non riuscii a controllare mi obbligò a voltarmi verso di lui.
I nostri sguardi si incrociano.
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