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Cigarettes. 2

"Un uomo non può liberarsi dal passato più facilmente di quanto possa farlo dal suo corpo."
(André Maurois)

La suoneria del mio cellulare mi riportò alla realtà. Perché? Perché continuava a cercarmi?
Decisi di rispondere, avrei messo le cose in chiaro una volta per tutte.

<<Pronto!>> il suo tono era grave, esattamente come lo ricordavo.

Sentii una stretta allo stomaco.

<<C-Credo che tu debba smetterla di cercarmi.>> il mio fu solo un sussurro, credetti non mi avesse sentito.

<<Venus, perché mi hai fatto aspettare così tanto per ricevere una risposta?>> mi parve più calmo, ma ugualmente deciso. Era lo stesso.

"Già, non cambierà" pensai.

<<Perché non m-meritavi una risposta. E non la meriti tutt'ora.>> la mia voce vibrò, sentivo freddo, ma sapevo non fosse per la temperatura esterna. La mia pelle era calda. Ma nel mio petto c'era solo il gelo.

<<Venus...>> socchiusi gli occhi a quel sussurro, ma mi diedi ugualmente forza. <<Ciao Hyunjae.>> la mia voce era ferma, decisa, non volevo una sua risposta.

<<Aspetta! Verrò a Manhattan e sistemeremo tutto. Buonanotte.>> non ebbi il tempo di proferire parola, che la chiamata terminò.

Sarebbe sul serio volato oltreoceano per "chiarire"? Sperai vivamente non lo facesse. Non volevo vederlo, non ero ancora pronta.

Mi accasciai lentamente a terra scivolando lungo il muro alle mie spalle. Una lacrima mi rigò la guancia.

In un nano secondo l'asciugai. Non dovevo piangere, avevo promesso a me stessa di essere più forte, e di lasciarmi il passato alle spalle.

Poggiai la testa sulle ginocchia, cominciai a fare dei lunghi sospiri.

<<È tutto okay?>> sussultai, e immediatamente alzai lo sguardo. Ero troppo assorta tra i miei pensieri per percepire una presenza dinanzi a me.

Era il David.

Ora che i lampioni lo illuminavano, mi soffermai su di lui.
I capelli neri erano folti e ricadevano leggermente sul viso.
Gli occhi erano di un color tendente al muschio. Il naso era all'insù.
E le labbra -Dio, che labbra- erano piene e leggermente a forma di cuore.
Aveva anche due cerchietti alle orecchie e uno sulla punta di quello destro.

Mi accorsi anche che indossava indumenti diversi. Una camicia nera leggermente aperta che gli fasciava il petto, e le braccia toniche, mostrando un piccolo accenno di tatuaggi al di sotto, e un paio di slim fit.

<<S-Si, tutto okay.>> risposi, non molto sicura. Lo vidi allungare il braccio e porgermi la mano. Così l'afferrai e mi tirai su.

<<Grazie.>> abbassai lo sguardo.

Mi sentivo quasi piccola al suo fianco, arrivavo più o meno alla sua spalla.

Cacciò una mano in tasca per poi estrarre un pacchetto di sigarette e un accendino. Ne portò una alle labbra e l'accese.

<<Vuoi?>> mi chiese porgendomi il pacchetto. Non era mio solito fumare, era raro che io lo facessi, ma in quel momento non avrei rifiutato.

Lo ringraziai e ne presi una, l'accesi e inspirai il fumo. Un sapore di tabacco e menta mi invase la bocca e la trachea.

Poggiai la testa al muro e continuai a fumarla.

Con la coda dell'occhio vidi il David fissarmi, così mi voltai verso di lui.

Guardò altrove. Inspirò per l'ultima volta la sigaretta e la schiacciò sotto la suola della scarpa.

Mi guardò per l'ultima volta e, senza proferire parola, salì sulla sella di quella che presupposi essere la sua moto e partì dopo aver infilato il casco.

Beh, ciao anche a te.

Finii anch'io la mia sigaretta e tornai all'interno. Riuscii facilmente a trovare Aileen, in quel momento intenta a parlare con un ragazzo.

<<Bentornata.>> mi salutò e presi posto al suo fianco.

<<Venus, lui è Dean. Dean, lei è Venus>> ci presentò Aileen. Il ragazzo allungò cortesemente la mano ed io la strinsi.

Aileen e Dean continuarono a parlare, cercando in diverse occasioni di conversare anche con me, ma la mia testa era altrove.

Dopo circa mezz'ora uscimmo dal locale, la serata era ormai giunta al termine.

<<Venus, c'è qualcosa che non va?>> mi chiese bloccandomi.

<<Hyun-jae...>> dissi solamente, non ero in vena di parlare, soprattutto di lui.

Il suo sguardo si velò leggermente di tristezza e mi accarezzò il braccio, cercando di confortarmi.

<<Se non vuoi parlarne, non preoccuparti.>> mi tranquillizzò.

<<È tutto okay, solo, mi ha detto che verrà a Manhattan.>> la vidi sgranare gli occhi.

La mia vista si abbagliò leggermente.
<<Okay, magari ne riparliamo domani a mente fredda.>> mi disse, forse non riuscendo a trovare una risposta alle mie parole. Annuii, e dopodiché, ci dirigemmo all'auto.

***
Eccomi tornataaaa!!🌻
Cosa ne pensate di questo capitolo?

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