20) It's our fault!
JAMES'POV
-Mhhh...- mugugnai, infastidito da quel leggero contatto. Voltai il capo dall'altro lato e cercai di allontanarmi per sprofondare di nuovo tra le braccia di Morfeo, ma una seconda volta avvertii qualcosa poggiarsi sulle mie labbra in un tocco mellifluo e breve.
Storsi il naso irritato e colsi una lieve e distante risata cristallina allietare il mio risveglio e cullarmi come una carezza delicata. Il mio cervello sembrò accendersi autonomamente e rivissi velocemente tutte le mie avventure delle ultime ventiquattro ore. Si susseguirono nella mia testa svariate immagini dei nostri corpi intrecciati, della mia bocca vagante sulla sua pelle, delle sue unghie che si conficcavano nella mia schiena, dei nostri respiri smorzati, della bolla di eccitazione nella quale ci eravamo rinchiusi, delle mie braccia che si erano poggiate sulla sua schiena, racchiudendola in una morsa sicura. Cercai di azionare anche i sensi percettivi e mi accorsi di un peso sul fianco sinistro. Spalancai di scatto gli occhi.
-Buongiorno!- mi salutò la mia ragazza, non nascondendo un sorrisetto soddisfatto. Notai che aveva un braccio e parte del busto adagiati al mio petto, una mano abbandonata sulla mia guancia e le gambe intrecciate alle mie. Il contatto diretto tra i nostri corpi mi fece intuire che fossimo entrambi ancora completamente nudi. Anche di prima mattina con i capelli tutti scompigliati, gli occhi mezzi insonnoliti ed i muscoli intorpiditi Sabrina era bellissima.
-Devo dire che questo è veramente un bel risveglio, ma non mi aspetterebbe il bacio del buongiorno?- chiesi retoricamente con voce roca ed insonnolita, reprimendo l'istinto di sbadigliare e faticando per tenere gli occhi aperti. Le circondai la vita e presi ad accarezzarle la schiena verticalmente, agognando quello scontro tra labbra che già mi mancava terribilmente. Lei schiuse la bocca e la adagiò sul mio torace, accarezzandolo con il palmo lentamente, arrivando fino al mio collo. Mi abbandonai al suo tocco, socchiudendo gli occhi sopraffatto dalle sue attenzioni.
-Ah, si?!- domandò fingendosi pensierosa: accostò una mano al mento e aggrottò la fronte.
-Certo, è un diritto!-
-Allora farai meglio a chiamare tua madre per il fantomatico bacio!- continuò stando al gioco, scrollando le spalle e riprendendo a carezzarmi, sta volta con più intraprendenza. Si spostò maggiormente sul mio corpo per approfondire le sue lusinghe fino al mio ombelico.
-Sabrina, stai giocando col fuoco, potresti bruciarti.- dichiarai risoluto, avvicinandomi a lei per congiungere le nostre lingue, vinto dal desiderio irrefrenabile.
-So dominarlo e non mi brucerò. – esclamò sensuale, avvicinandosi al mio viso. Capovolsi le posizioni, ritrovandomi a cavalcioni su di lei e la baciai impaziente. Le presi delicatamente i polsi e li portai sulla sua testa. Si staccò in affanno e mi guardò eloquentemente. Compresi i suoi pensieri senza che lei li tramutasse in parole e mollai le sue mani, per contornarle il viso. Mi concentrai sulla sua clavicola, per poi giocare con la sua femminilità. Aveva un seno proporzionato per la sua statura, con leggere smagliature che avevano segnato il suo passaggio da ragazzina a donna. Tutte le sue imperfezioni erano, per me, i particolari magnifici del suo corpo che la rendevano unica. La sentii fremere e contorcersi verso di me.
***
-Vado un secondo in bagno!- le bisbigliai all'orecchio stando sdraiato vicino a lei, dopo aver fatto l'amore per la seconda volta. Eravamo ancora ansimanti e respiravamo a fatica.
-Vengo con te!- enunciò sicura. Io mi voltai per osservarla, stranito da tanta malizia e sicurezza. Data la mia espressione dubbiosa, lei continuò sorridendo con leggero imbarazzo e stringendosi nelle spalle. –Dobbiamo andare a lavoro. In due la doccia si fa prima, così risparmiamo tempo!-
-Oh, certo. Per risparmiare tempo...- sogghignai divertito e sfrontato, non che la sua idea mi dispiacesse, anzi....
Andammo nel box doccia, dove io aprii l'acqua regolandola per non far bruciare o gelare Brina. Ci lavammo l'un l'altro. Mi beai della sua ilarità, quando, insaponandola, le toccavo qualche punto in cui soffriva il solletico. Lei mi sfiorò il petto, il torace, la pancia, i muscoli delle braccia e, inaspettatamente, mi strinse leggermente tra le sue dita le natiche. Avrebbe mai smesso di sorprendermi questa ragazza? Io penso di no!
Dopo la doccia ci asciugammo velocemente, ci vestimmo e facemmo colazione. Uscimmo di casa e accompagnai Sabrina al Ryan's New York.
SABRINA'S POV
Le ore al locale trascorsero velocemente. Verso le tre del pomeriggio arrivarono i fratelli Harrison. Ryan era molto contento. Aveva preso in simpatia Kevin, James e, soprattutto, Amber. Più di qualche volta li avevo scoperti ridere insieme e fiancheggiarsi.
Quando finii il turno decidemmo di andare a casa di James. Lexy e Kev non si unirono a noi, avendo già programmato un'uscita; mentre Alice, Andrew e Amber ci seguirono a ruota.
Passammo prima da casa mia e mi fiondai in bagno. Mi feci una doccia nel minor tempo possibile. Mi legai un asciugamano al seno, mi spazzolai i capelli, dove applicai successivamente un olio per districare più velocemente i nodi, e gli asciugai con il phon. Corsi in camera per vestirmi, ma trovai James comodamente sdraiato sul mio letto.
-Non capisci proprio che devi restare in sala, eh?- domandai fintamente indignata. Lui alzò un angolo della bocca in un'espressione sfrontata e mi venne incontro.
-Mi annoiavo a sentire i discorsi senza senso delle nostre sorelle, così ho pensato che avresti avuto bisogno di aiuto.- spiegò, gravando le mani sui miei fianchi e avvicinandomi, pericolosamente, a lui. I nostri nasi si sfioravano. Il mio sguardo vacillò, come il mio autocontrollo e tutto il mio corpo.
-Aiuto? Per cosa?- chiesi, riacquistando un po' di contegno ed alzando il mento in una smorfia altezzosa.
-Per allacciare in reggiseno, o cose di questo tipo...Volevo aiutarti a vestirti, anche se preferisco il contrario.- mormorò ad un centimetro dalla mia pelle. Sentii la punta della sua lingua stuzzicarmi il collo e non potei evitare ad un sospiro estasiato di scappare dalle mie labbra.
-James, faremo tardi.- lo ripresi poco convinta, iniziando a sbottonargli i primi bottoni dalla camicia e scoprendo la sua pelle marmorea.
-Corriamo il rischio...-
Mi baciò intensamente e mi sfilò l'asciugamano, gettandolo ai nostri piedi. Arpionò i miei glutei e... la porta della mia camera si aprì bruscamente.
-Insomma quanto ci metti a...oh, scusate non volevo interrompervi!- affermò mia sorella rossa in viso e si portò le mani davanti alla bocca.
-Tempismo perfetto!- disse sarcasticamente James, sbuffando ed affondando la testa sulla mia spalla esasperato.
-Fate pure con calma!- asserì Alice, annuendo e chiudendo la porta velocemente.
-Riprendiamo da dove siamo stati interrotti?- chiese speranzoso il mio ragazzo, avvicinandosi e voltandomi con appena due dita la testa nella sua direzione.
-No, James! Se iniziamo non finiremo più! Sei insaziabile.- lo bloccai, alzando gli occhi al cielo e premendo le mie mani sulle sue spalle.
-Va bene!- ammise sconfitto.
***
Arrivammo a casa di James, trovando già fuori Andrew.
-Ragazzi, dove eravate finiti?- domandò, dopo averci salutato e indicando contrariato l'ora che il suo orologio da polso segnava.
-Colpa nostra!- confermò James, alzando le mie e le sue mani in segno di resa e liquidando la questione con un cenno della testa.
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