ATTENZIONE QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE MOLTO MOLTO MOLTO FORTI E CRUENTE. SE SIETE SENSIBILI NON LEGGETE.

Andrea pov

Mi svegliai nel un cono di luce in una stanza altrimenti buia, legato mani e piedi a una sedia. Appena mi riabituai alla luce mi trovai davanti Edoardo e l'uomo che avevo visto con lui quel giorno; appena si accorsero che ero sveglio Edoardo mi disse: "Bene, bene, bene ... guarda un po' chi abbiamo qui ... il traditore! Adesso ti mostreremo cosa facciamo a chi ci tradisce!" A queste parole il cono di luce si spostò nel centro della stanza, e mi venne messo un bavaglio che soffocava completamente la mia voce e che mi impediva di emettere qualsiasi rumore. Vidi entrare due energumeni che trasportavano una sedia su cui era legata una persona, intrappolata in un sacco di iuta. Edoardo sollevò il sacco e io vidi Giovanni legato a una sedia simile alla mia. Iniziai a urlare e dimenarmi, ma non riuscii a emettere alcun suono. Vidi l'uomo sconosciuto prendere in coltello affilatissimo e iniziare a percorrere con la lama il contorno della benda che Giovanni portava sugli occhi, poi quello delle sue labbra e delle sue orecchie. Io stavo piangendo, mentre sentivo Giovanni urlare di dolore. Gli tagliarono via la maglietta e iniziarono a percorrere con il filo dello stesso coltello di prima i contorni dei capezzoli del ragazzo che amavo, per poi passare a quelli dei suoi addominali, mentre Giovanni urlava disperato il mio nome. Guardai Edoardo prendere una frusta, e colpire con essa tutto il corpo del mio fidanzato, mentre lui continuava a urlare. Osservai lo sconosciuto afferrare un bastone di legno e percuotere con una forza inaudita il suo corpo, mentre Edoardo continuava a frustarlo e Giovanni urlava chiedendo pietà. Chiusi gli occhi ormai completamente coperti di lacrime e un attimo dopo udii un rantolo di dolore e poi più nulla. Aprii nuovamente gli occhi e vidi Giovanni giacere senza vita con un coltello nella gola. Edoardo tagliò le corda che mi teneva legato alla sedia e lasciò la stanza con l'altro uomo, chiudendo la porta a chiave. Io però non prestai loro attenzione e, appena potei, mi lanciai sul corpo senza vita di Giovanni, urlando, piangendo e imprecando. Vidi il coltello con cui la vita di Giovanni era stata tranciata, e, senza pensarci due volte, me lo piantai nello stomaco per raggiungere quel fantastico ragazzo che con un semplice "ciao" mi aveva migliorato la vita, sperando di raggiungerlo e vedere ancora una volta il suo magnifico sorriso che illuminava la mia vita.

FINE   

Ebbene sì, questa storia finisce così. Non ci sarà nessun finale alternativo, e non temete, mi sto odiando anche io, in questo momento sto piangendo con voi. Ci vediamo alla prossima storia, non so quando.

Ele