Capitolo 6
Giovanni pov
Di comune accordo decidemmo di non dire nulla a mia mamma, per non crearle un dispiacere ed evitare di metterla in agitazione. Un paio di settimane dopo la salute di mia mamma peggiorò drasticamente, e dopo quattro giorni di atroci sofferenze morì. Fu un grande colpo per me, ne fui distrutto. Non volevo credere che la persona che mi era stata accanto in tutti i momenti della mia vita, che era con me quando persi mio padre e quando trovai l’amore. Non ci volevo credere, non volevo rassegnarmi alla sua morte. Smisi di andare in fabbrica, per fortuna Andrea riusciva a mantenerci entrambi; ma io avevo soltanto bisogno di lui, e della sua presenza vicino a me. Ma ciò non era possibile.
Andrea pov
Dopo la morte della madre di Giovanni io cercai di mantenere la promessa che le avevo fatto quando eravamo arrivati a Napoli. Per questo lavoravo, lavoravo davvero tanto per riuscire a dargli ciò che secondo me meritava. Avrei davvero tanto voluto passare del tempo con lui, perché volevo stargli vicino in questo momento difficile per lui, ma non potevo. Un giorno però mi venne in mente che lasciando lo spaccio adesso che eravamo solo in due e senza più la madre di Giovanni da curare saremmo potuti andare benissimo avanti, e io sarei potuto stare vicino a Giovanni, consolandolo. Così decisi che l’indomani sarebbe stato il mio ultimo giorno da spacciatore. Il giorno dopo andai poco prima dell’inizio del mio abituale “turno”, proprio per dire ad Edoardo che volevo lasciare il lavoro. Ma lo vidi girato di schiena, con un sacco grosso tra le braccia, davanti a un barile pieno di una sostanza che non seppi decifrare, di fronte a un uomo che non riconobbi. A un segnale dell’uomo davanti a lui Edoardo estrasse il contenuto del sacco da quest’ultimo, e con orrore scoprii che era un bambino sui sette anni, che sembrava privo di vita. Vidi Edoardo immergere il corpo del piccino con attenzione nel barile di metallo, preoccupandosi di non toccare il liquido; eseguita questa operazione i due si allontanarono come se niente fosse successo, ed io prontamente mi nascosi; non mi videro, e passarono oltre, mentre io, una volta che fui certo che fossero andati via mi avvicinai al bidone, timoroso di guardare all’interno di esso. Quando ci guardai dentro la decisione di voler lasciare cosa nostra crebbe decisamente, poiché vi vidi un bambino, o meglio quel che ne rimaneva, che si stava lentamente sciogliendo in quello che dedussi essere acido. Non volevo più lavorare per qualcuno che era capace di tanto, ma temetti che quella sarebbe stata la fine che avrei fatto io oppure ancora peggio Giovanni se li avessi mollati. Decisi che ne avrei parlato con lui quando sarei tornato a casa.
~spazio autrice~
Capitolo lunghetto e molto importante. Uno o due capitoli e questa storia finirà. Giusto per avvertirvi.
Ele
Ps. Di nuovo, scusate per non aver pubblicato ieri. Sono senza speranza 🙇♀️
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