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8.

CRIS

Sono quasi le cinque e un quarto e io sono già pronta. Sto finendo di mettermi il profumo e legare i capelli.

Sono molto emozionata per questa partita: spero che la nostra squadra non si scoraggi e che dia il massimo su quel campo. Luca mi ha detto che si sono allenati notte e giorno e che per questo non ha potuto passare molto tempo con la sua ragazza.

Un po' sono contenta, perché non mi piace molto Doroti e poi il fatto che sta facendo soffrire la mia migliore amica non mi va giù. Ho provato a parlargli, ma per avvertirlo solo di stare attento, che forse non è la ragazza perfetta per lui, ma Luca se n'è fregato del mio discorso da mammina e ha continuato a vederla e uscirci.

Mi arriva un messaggino da Cloe con scritto che stanno partendo , così riempo la ciotola delle crocchette e quella dell'acqua a Miele e dopo avergli fatto un po' di coccole esco di casa.

<<Buonasera, grazie per il passaggio Beatrice.>> Ringrazio e mi metto affianco a Cloe. Si è fatta come ogni anno, due strisce gialle in faccia, dello stesso colore della nostra squadra.

<<O non devi ringraziarmi, è un piacere per me.>>

<<Sei pronto Josh?>> Gli chiede poi. Josh sospira e non risponde. La sento anch'io l'adrenalina che ha lui e solo Dio può immaginare quanto possa essere agitato. Penso e ripenso a ciò che posso fargli e dirgli per calmarlo.

<< Venite a casa a piedi, vabene?>> Chiede Bea.

Cloe annuisce e insieme ci dirigiamo a passo svelto verso Josh, che è già entrato nell'edificio.

<<Vado a prendere i posti, aspettami qui >>, dice Cloe, scomparendo dalla mia vista. In lontananza vedo Giulia e Francesco parlare: essendo il portiere ha una grande responsabilità e non deve mollare mai.

<<Ehi migliore amica, che ci fai sola soletta?>> Mi chiede Luca, che è appena uscito dallo spogliatoio.

<<Aspetto Cloe che è andata a prendere i posti...>>, spiego <<...sei agitato?>>

Sta muovendo frettolosamente le mani e se non fosse per i pantaloncini larghi della divisa, credo che vedrei le sue gambe tremare.

<<Abbastanza >>, ammette passandosi una mano tra i capelli.

<<Ehi stai tranquillo che non si arriva da nessuna parte con l'ansia che hai tu. Rilassati e pensa che dopo la partita ti gusterai una bella serata con Doroti >>, ridacchio prendendogli le mani. Lui si rilassa e sospira sollevato. Sorrido guardandolo negli occhi e abbracciandolo successivamente.

Josh sbatte la porta dello spogliatoio venendo fuori e facendo avanti e indietro nel corridoio.

<<E' agitato?>> Mi sussurra Luca. Annuisco, odio vederlo così.

<<Josh.>> Lo richiamo. Lui si ferma e alza la testa per guardarmi. <<Vieni con me>>, gli dico prendendolo per un braccio. Andiamo alla fine del corridoio e lui si siede su un muretto.

<<Devi stare calmo. Sei bravo, sei il capitano, la partita andrà bene e tu segnerai sicuro. Solo... rilassati, non raggiungerai nessun risultato se sei così teso >>, dico guardandolo negli occhi.

<<Perderemo sicuramente >>, borbotta abbassando di nuovo la testa. <<Solo se tu vuoi che accada...se parti con il presupposto che perderai, allora sarà ciò che succederà. E' questo il buon esempio che dai alla tua squadra?>>

Lui non risponde, rimane con lo sguardo fisso sul pavimento.

<<Josh, tu ami giocare a calcio. Appena prendi quella palla ti si riconosce tra gli altri giocatori, perché hai i piedi d'oro. Tuo padre sarebbe contento, gli piacerebbe vedere suo figlio così bravo e poi non penso che CR7 segnerebbe se ha l'ansia che lo divora. Credo molto in te e fin dagli anni scorsi non ho mai dubitato. Sono orgogliosa di avere un capitano inarrendevole nella nostra squadra, quindi fatti valere per ciò che sei e non per ciò che farai.>>

A questo punto alza la testa e ha lo sguardo fisso sui miei occhi. Mi metto dietro di lui, non sapendo più cosa fare e gli massaggio le spalle.

<<Andrà tutto bene, okay?>>

<<Grazie>>, lo sento dire. Mi giro verso di lui e lo abbraccio per trasmettergli calma. Lui affonda la testa sui miei capelli e mi stringe la schiena più vicina al suo corpo.

Appena ci stacchiamo gli sorrido e vado a vedere Cloe a che punto è con i posti. Ne doveva tenere tre e pasticciona com'è voglio accertarmi che non abbia fatto casini.

Do la buona fortuna a tutti e con Giulia mi dirigo sugli spalti, alla ricerca di Cloe. Le persone sono tantissime, accalcate nelle scale laterali, per decidere quale sia il posto migliore. I giocatori della nostra squadra iniziano ad entrare in campo, facendo dei palleggi con i piedi seguiti da dei passaggi. Sono divisi in vari gruppi: alcuni palleggiano, altri si riscaldano i muscoli e altri ancora fanno gli scatti.

Francesco è in porta e da quello che ha detto Giulia, è riuscita a sciogliergli la tensione. Il mister gli tira tantissime palle e alcune tutte di seguito e Francesco le para la maggior parte facendomi stare tranquilla. L'avevo sottovalutato troppo.

La squadra avversaria fa il suo ingresso e un boato si crea tra la folla. Alcuni iniziano a urlare dei 'BUU' altri ancora fanno il dito medio all'altra squadra e persone come me, Cloe e Giulia se ne stanno zitte a guardare i nostri giocatori, dalla terza fila della palestra.

Noto che Josh si sta guardando intorno, verso le varie persone sugli spalti e quando arriva con lo sguardo nella nostra direzione, sorride a sua sorella che in risposta gli fa il pollice all'insu, e poi mi guarda.

JOSH

Grazie al discorso di Cris, mi sono convinto del fatto che senza di me la squadra si sentirebbe persa e che non posso mollare ora.

Mi giro e mi rigiro per vedere tra le tremila persone, i volti familiari di mia sorella e Cris e quando li vedo mi rilasso ancor di più: mia sorella c'è sempre stata, è la mia spalla destra, e tutto il successo che mi ritrovo ora, lo devo a lei, che mi ha sempre sostenuto.

Poi guardo Cris, che muovendo su e giù la testa mi incita a non arrendermi. Lei è orgogliosa di me. E' orgogliosa di quello che faccio, del modo in cui lo faccio. Le sue parole erano tutto ciò che volevo sentirmi dire. Amo come quella ragazza riesce a capirmi al volo, amo la grazia e il modo in cui è riuscita a calmarmi e se non fosse che ora sono ancora un po' in ansia, sicuramente mi stupirei di tutto quello che sto pensando di lei.

La partita inizia, e la mia squadra prende la palla. Mi faccio strada tra gli avversari, avanzando verso la porta. Matteo, anche se molto impacciato mi passa la palla e correndo provo a mandarla in porta.

Sono l'orgoglio di Cris... di mia sorella... e forse anche di mio padre. Devo farcela.

CRIS

La partita sta procedendo al meglio. Ancora non ha segnato nessuno, ma per quello che vedo è nettamente nostra.

Cloe urla a squarciagola e certe volte si alza anche in piedi facendo girare le persone che ci stanno davanti.

Alla fine del primo tempo siamo ancora zero a zero, ma c'è molta tensione nell'aria. Il mister Rigoni raggruppa la squadra in un cerchio e gesticola indicando alcuni ragazzi.

<<Come stanno andando?>> Chiedo a Cloe che sicuramente se ne intende più di me.

<<Bè, per come non hanno portato molti assist a mio fratello se la cavano.>>

<<Dei cosa?>> Le chiede Giulia, confusa quanto me. Cloe ci guarda, ma poi ridacchia <<in pratica non gli passano la palla per fare goal. >>

Il gioco sta riniziando e quando finalmente Josh prende la palla e ha il via libera per fare goal io, Giulia e Cloe ci alziamo e urliamo in coro ' VAI JOSH'.

Josh arriva davanti alla porta, superando l'ultimo ragazzo che aveva avanti, poi prova a tirare. Il portiere si allunga ma non arriva all'angolo alto della porta, mandando la palla dentro.

Josh esulta correndo per tutto il campo e allargando le braccia per abbracciare tutti i suoi amici che contenti, gli montano sopra. Cloe per urlare e saltare è finita sopra alla ragazza davanti a lei, facendola lamentare e andare via.

JOSH

Vedere mia sorella felice mi ha riempito il cuore di gioia e a farlo esplodere è stato il meraviglioso viso della piccola Cris, che da qui riesco solo a vederle la bocca aperta e le braccia alzate.

E' ancora dura e non è ancora ora di abbassare la guardia. Grazie all'abilità di Francesco che ha parato tutte le pallonate che gli si sono presentate, siamo riusciti a portare a casa un sudato 1-0.

Appena finita la partita vado negli spogliatoi per cambiarmi velocemente e andare da mia sorella.

<<Grande Josh,>> si complimentano i miei amici battendomi il cinque. La porta si spalanca e dietro a Rigoni compaiono mia sorella, Cris e Giulia.

Cloe se ne sbatte di essere appena entrata in uno spogliatoio maschile e mi viene subito ad abbracciare, mentre Cris rimane sull'atrio della porta a braccia incrociate, imbarazzata di tutta questa situazione.

<<Ho ucciso una ragazza per esultare >>, confida Cloe facendomi ridacchiare. A costo di farsi vedere mia sorella è capace di entrare anche in campo, ma rotolando dalle tribune.

Guardo di nuovo Cris e decido di ringraziarla del suo incoraggiamento, sia di prima, che durante la partita. Mentre mi vede avvicinarmi sbarra gli occhi. Che bell'azzurro.

<<Ti volevo ringraziare, non ce l'avrei fatta senza il tuo incoraggiamento.>>

<<Il merito è tutto tuo, io ti ho solo dato una piccola spinta.>> Mi lancia un'occhiolino.

<<E' la tua ragazzetta Martino?>> Mi chiede Rigoni, spostando lo sguardo da Cris a me.

Vorrei urlargli contro, andargli addosso e urlare al mondo che a questa ragazza io la odio, ma sinceramente dalle mie labbra muore la voglia di dire 'sì, è la mia ragazza', solo per non far avvicinare nessuno a lei.

Ma che porco? Sarà l'entusiamo per il goal che mi sta dando di volta il cervello.

<<No, è una mia amica.>> Rispondo semplicemente. <<Aspettateci fuori, noi arriviamo >>, dico poi a mia sorella che essendo più contenta di me, ha avuto il coraggio di abbracciare il mister e Luca che ovviamente, l'ha stretta a se facendo accrescere la sua gioia.

Le ragazze scompaiono e io rimango a fissare il punto in cui fino a pochi secondi fa c'era la chioma bionda di Cristina Hemilton.

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