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21.

CRIS

Alzarsi alle sei di mattina non è affatto facile, specialmente dopo la serata movimentata di ieri sera. Oggi né io né Cloe riuscivamo a tenere gli occhi aperti e a colazione i nostri genitori si sono subito insospettiti, chissà cosa avranno pensato.

Appena Josh è venuto a fare colazione, non ho potuto non pensare a ciò che stava per succedere ieri... non so se lo volevo, o se maledicermi per ciò che stavo per fare.

Il pulmino che mio padre ha prenotato è arrivato proprio quando stavamo uscendo di casa con i bagagli, così siamo riusciti a non perdere tempo e a partire subito. Si sta molto larghi qui dentro, malgrado io, Cloe e Josh siamo negli ultimi posti del furgoncino.

<<Cloe, mi passi il tuo cellulare?>> Le sussurro; Josh ha deciso di mettersi in mezzo, tanto per complicarmi ancora di più la vita: dice che i finestrini sono troppo freddi e che non riesce a dormire.

<<Me lo scarichi tutto!>>

<<Dai ti prego, solo un capitolo, uno solo.>> La supplico.

Di nascosto mi porge il telefono e molto goffamente mi metto a scrivere il prossimo capitolo della storia. Decido di togliermi gli stivaletti per stare più comoda, anche se ho un freddo bestiale; se solo non avessi avuto la mia valigia così lontana, avrei preso un paio di calzettoni pesanti, magari quelli di mio padre. Metto i piedi sopra al sedile e mi accuccio sulle mie stesse gambe, alitando aria calda per cercare di scaldarmi un pochino.

Josh sta dormendo beatamente, quindi non mi scomodo neanche ad urlare a mio padre di mettere aria calda; questo ragazzo sta già passando un brutto periodo e in più questa notte non è andata a suo vantaggio. Decido di starmene in silenzio e di finire di scrivere il capitolo. Miele mugula da dietro il portabagagli e sarei intenta a prendero, se solo Josh non mi si fosse accucciato sulle mie gambe.

<<Sei fredda>>, sussurra.

<<Che cosa?>>

Sospira e se ne sta ancora con gli occhi chiusi << la tua pelle è gelida.>> Dice.

Il suo braccio è appoggiato sopra alla mia caviglia, dove c'è lo stacco tra calzino e leggins.

<<Hai freddo?>> Mi chiede aprendo in due fessure i suoi occhioni stanchi.

<<Un po', ma non voglio svegliare nessuno>>, ammetto, notando che non solo Cloe, ma anche le mamme stanno dormendo. Josh mi prende i piedi e se li porta sopra al cavallo dei pantaloni, iniziando a massaggiarmeli velocemente, come per scaldarmeli.

<<Grazie mille>>, sussurro <<va molto meglio!>>

Lui sorride e chiude di nuovo gli occhi. <<Quanto manca?>>

<<Non lo so, ma non è passato molto tempo da quando siamo partiti, dobbiamo ancora imboccare l'autostrada.>>

Dopo minuti interminabili di silenzio, Josh si sposta, facendo aderire le mie cosce al meglio con le sue.

<<Vieni qui dai.>> Mi incita, allargando le braccia. Dubito un po', ma poi decido di agganciare il mio braccio nella sua vita e riscaldarmi con il calore che emana il suo corpo.

<<Hai più sentito Luca? Mi dispiace tanto che non è venuto con noi.>> Ammetto. <<No, non lo sento più da ieri; ma anche senza di lui possiamo tranquillamente divertirci.>> Borbotta la fine della frase.

<<E' successo qualcosa tra di voi?>>

<<Assolutamente niente. Che cosa sarebbe dovuto accadere?>>

<<Non lo so, ogni volta che parlo di lui o svii il discorso oppure rispondi con freddezza>>, confesso, stringendo il suo corpo al mio.

JOSH

Ha ragione e lo ammetto. Ma il fatto è che ogni volta che parla di lui, mi fa sentire un bruciore allo stomaco, come se avessi appena inghiottito un pezzo di patata tirata fuori dal forno. Non riesco a trattenermi, certe volte è più forte di me e non posso smascherare la mia invidia nei confronti del mio migliore amico, che a differenza mia c'è sempre stato accanto a Cristina, fin da quando lei era piccola: sono cresciuti insieme, riso, giocato, svagato e sicuramente Luca non si porta sulle spalle il rimorso di anni persi a farle del male.

Odio ammetterlo ma mi sento una merda. Certe volte non so più neanche chi sono, non so più neanche se sono stato veramente io a dire ai genitori di Cris della sua fuga a Milano. No, non posso essere stato io, me ne sarei reso conto.

Rigoni.

Un altro ostacolo che mi porto appresso.

Non sono così tanto sicuro di poterlo convincere, ieri l'ho vista la sua faccia, l'ho vista la sua reazione alla mia espulsione; era deluso, deluso di me, credeva che gli avrei dato retta, che avrei mantenuto i controllo...

Come se il destino fosse dalla parte mia e di Cris, alla radio parte la canzone 'Perfect' e sento la presa di Cris stringersi sulla mia pancia. Istintiamente le accarezzo il braccio, dandole di tanto in tanto qualche bacio sulla testa.

La sua presa si fa sempre più leggera e la sua testa più pesante; i nostri respiri sbattono squilibrati e sporgendomi di poco, noto che i suoi occhi sono chiusi e Cris si è addormentata sulle dolci e candide parole della sua canzone preferita. Sulla nostra canzone.

E' così bella che il pensiero di averla qui e di non poterle fare niente mi manda in bestia. Spero solo che il viaggio duri poco, perché per quanto amo averla vicino, mi odio per quello che provo e non riesco a soffocare. Inizio ad accarezzarle i capelli e batto la testa sullo schienale del sedile. Miele non la smette un attimo di mugugnare, ma per fortuna gli unici che riescono a sentire il suo pianto siamo io, Cloe e Cris, che dormono.

Porco quello, quest'anno avevo progettato di fare tremila scherzi di Halloween, invece mi ritrovo qui, rinchiuso in un pulmino che soffoca e racchiude la mia mania di svago.



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BUONGIORNO STELLINE INIZIAMO OGGI CON GLI AGGIORNAMENTI. FATEMI SAPERE TUTTO CIò CHE PENSATE, SCAMBIAMOCI UN Pò DI OPINIONI CHE FANNO SEMPRE BENE.

BUONA LETTURA.

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