Il giorno in cui un nuovo sole mi svegliò.
Strizzò gli occhi, mordendosi il labbro inferiore con forza intanto che cercava di mandare un veloce messaggio al cervello, a impedirgli che continuasse tutto ciò, mentre la sua mano, senza dargli conto, imperversava, soprattutto le dita; a formicolare sopra quella protuberanza che, come ogni mattina, si era fatta viva. Ma perché doveva pensare proprio a Marco in un momento del genere?, protestò, lamentandosi furiosamente con il cervello mentre l'arto prese ad agire con più foga in quel lavoro piacevole e che lo lasciò con maggiori sospiri, alternati a mugugni. Si era svegliato con quella cavolo di erezione mattutina, e se non fosse che il suo primo pensiero fosse caduto su Marco non si sarebbe ritrovato con le gambe piegate lateralmente, con le ginocchia all'infuori, e divaricate sul materasso, scoperto dalle coperte e con il boxer a giacere su una delle sue caviglie mentre muoveva e sfregava con forza il suo arnese, duro, caldo e sudato come lo era lui in quel momento nell'immaginarsi quel suo biondo ragazzo, con quei muscoli tonici e forti, stringerlo e giacere con lui nella sua stanza. Al solo ripensarci sentiva di stare per venire, e, per come stava muovendo l'arto, dall'euforia dell'idea di avere quegli occhi azzurri addosso mentre lo baciava; quell'atto era in procinto di compiersi. Cavolo, era così terribilmente sexy, Marco, il suo Marco... Se solo fosse stato davvero suo e...
-Mhm!- avvampò maggiormente, strizzando le palpebre e portando l'altra mano a solleticare i propri capezzoli roventi, sbuffando veloce insieme al petto che si muoveva assiduamente, con sempre più ardore e smania. La cosa peggiore era che non ricordava nulla della sera passata, se non, appunto, il volto di Marco, forse lo aveva incontrato e salutato, però... Cavolo! Voleva ricordare, ma forse aveva esagerato con l'alcool e...- Ahm...Marco!- gemette con piacere nell'immaginarselo senza niente proprio come si ritrovava lui in quel momento, boccheggiando aria con avidità intanto che sentì tutto il liquido premere per poi venire in un attimo, finendo a terra e sulla sua pelle mentre si rilassò, abbassando le spalle e socchiudendo gli occhi con un altro sospiro, diventando solo ancora più rosso mentre scivolò con le dita fino all'inguine, superandolo per poi iniziare a premere contro l'ano con un dito, spostando il capo su un lato, stando ben riparato contro il cuscino e penetrando lentamente, ma senza andare troppo in fondo, massaggiandolo con fare sbrigativo e pacato. Cavolo, se solo ci fosse stato Marco per davvero, magari...
Schiudendo gli occhi tra i nuovi mugugni lasciò scorrere lo sguardo, pacatamente, contro il lenzuolo solo in quel momento: per la voglia ardente di cacciare via tutti quei sentimenti repressi verso il biondo, come ogni giorno, non aveva calcolato il resto, appena sveglio, e forse ora poteva scoprire qualche indizio su cosa aveva fatto ieri e su come era tornato a casa; dubitava in macchina, dato che era brillo. Rimosse piano la falange da dentro di sé, borbottando stanco e sbadigliando, comunque molto soddisfatto di tutto quel piacere mentre si voltò completamente su quello stesso lato, dove prima aveva rivolto la sua attenzione solo con il capo; stiracchiandosi assieme alla sua mano, ancora incriminata del suo liquido seminale mentre l'altra la lasciò accanto ai suoi addominali, riversa sul dorso del materasso e schiacciata dal proprio fianco intanto che aggrottò le sopracciglia, osservando attentamente un qualcosa di nuovo. Scuoté il capo, no, forse era solo il sonno, non poteva esserci qualcuno nel letto con lui, no, era impossibile; continuò a ripetersi, abbastanza calmo come se fosse certo che lo stesse interamente sognando, e con un lieve tono spensierato in viso per il piacere provato fino a poco fa. Eppure... Riaprendo nuovamente gli occhi dopo averli chiusi con forza, sperando di far scomparire quella visione, notò con insistenza una possente prominenza, velata dal lenzuolo e che era riversa verso di sé, di cui riusciva a vederne solo il petto... Era... il corpo mascolino di un ragazzo, non c'erano dubbi, concretizzò mentre iniziarono a sorgere in lui, i primi e vorticosi conflitti.
No...
No, no, no, sorrise forzatamente e ironicamente, era impossibile. Quasi stava per ridere, ma era davvero impossibile, tutto quello, sì, lo era, lo era. Lo era per forza! Tentò di convincersi, imponendoselo quasi prima che, le pupille scure, docilmente, risalirono sempre più in alto, fino a scorgere il cuscino di fianco, al lato destro del letto e che, a differenza sua, era vicino al muro come di consueto; senza domandarsi il perché lui fosse leggermente più giù, e ingoiando a stento un groppo di saliva, poté notare un biondo ragazzo, dalla capigliatura corta e ad ananas, un qualcosa di inconfondibile; che lo scrutava, in silenzio, forse stordito, respirando lentamente, e cercando, probabilmente, un filo logico in tutto quello a cui era stato indirettamente partecipe.
Beh, non c'era da meravigliarsene: erano entrambi nel suo letto, nella sua casa e Marco aveva, di certo sentito se non addirittura visto tutto quando fin dall'inizio, in quella stanza, illuminata dalle tapparelle semiaperte mentre lui era completamente nudo e con un vuoto totale di ciò che era accaduto ieri sera, e che lo aveva, quindi, portato in quella situazione. Marco era a casa sua, avvolto nel suo lenzuolo! Se lo avesse visto prima, se non si fosse masturbato, beh, allora sarebbe stata la persona più felice del mondo!
Ma non ora...
Sembrava spaesato, quasi quanto lui in quel momento, ma era ben evidente che fosse per motivi alquanto tragicamente diversi; Marco per lo spettacolo a cui aveva dovuto sottostare, in silenzio poi, cosa che non capiva, e lui invece per l'aver fatto una cosa simile in sua presenza! Non lo sapeva ma lo sentiva, percepiva le sue guance andare a fuoco come se stessero per esplodere, e non sapeva che fare, men che meno che dire! Era in una situazione orribile: non sapeva come c'era finito, ma voleva solo uscirne al momento. Marco lo stava ancora guardando! Non la smetteva proprio! Certo, anche lui stava facendo altrettanto, però...
Però almeno Marco non era nudo e sporco di liquido seminale, ecco... Anche se sarebbe stato sexy averlo in quel... No! Ace, no! Riprenditi! Dobbiamo cercare un modo per andarcene e scomparire dal pianeta!
-Ecco... Ace... Penso che...- iniziò a mormorare a stento, quasi a gattoni su dei cocci rotti di vetro, attirando così l'attenzione del moro che subito decise di procedere per conto suo, partendo a velocità massima senza riprendere fiato fino alla fine:
-Sì! Lo so! Dimentichiamo tutto! Prometto anche di non avvicinarmi più a te se, se ti farà stare più tranquillo, ma, ti prego, dimentica ogni singola cosa di questa cosa!-
Cavolo, cavolo, cavolo! Cosa aveva appena detto! E perché? Lui non voleva lasciare Marco! Amava guardarlo! Però, ormai, dopo tutto quello, era impossibile mantenere quell'amicizia a cui tanto teneva. Di certo, appena uscito dalla sua casa, il suo... Marco, si corresse, consapevole che ormai non poteva più pensarlo nemmeno come proprio dopo l'abominio a cui il biondo era stato costretto; avrebbe sempre cercato di evitare i suoi occhi, e anche un suo contatto... E... Cavolo, cavolo, cavolo e cavolo! No! Non poteva anche piangere! Non poteva mica rendere le cose più difficili, soprattutto a Marco che sembrava... Sembrava...
-Sei nudo!- esordì, scandalizzato e restando a bocca spalancata davanti alla vista di quel fisico perfetto e bramante di baci al solo sguardo, tentando di resistere dal guardare più sotto dell'ombelico mentre sentiva dei dolci e sensuali brividi attraversargli il corpo alla sola idea e alla esigente bramosia di doverlo fare. Non avrebbe mai pensato che il biondo si sarebbe tolto di botto la coperta, gettandola dietro di sé, per terra, ma forse non era consapevole che non avesse niente addosso, volendo di certo andarsene, eppure non sembrava in difficoltà, ed era ancora lì disteso, con lui, entrambi senza nulla dopo una notte di alcool... -Ahm... Non dirmi... Noi... Noi non abbiamo mica...-
-No, quello no.- esordì, ancora abbastanza calmo intanto che portò una mano a reggersi il volto, a pugno chiuso contro la guancia, con il gomito sopra il cuscino e un volto molto sereno, quasi felice, e forse lo era ma non voleva crederci, Ace, mentre abbassò gli occhi nell'elaborare la risposta:
-Ah... Bene...- farfugliò allora, iniziando a capire che fosse ormai l'unico nella stanza a essere spaesato e... -In che senso quello no? Perché, c'è altro? Che abbiamo fatto! No, okay, davvero, cosa? E perché sei ancora qui? Non vuoi andartene e dimenticarmi o denunciarmi, o... Non lo so cosa si fa in questi casi ma non riesco a stare calmo!- iniziò a comprendere che fosse ancora in una situazione di post eiaculazione, colmo di vergogna; e scattò seduto, pronto a correre ai ripari, possibilmente in bagno, ma la presa ferrea eppure senza essere violenta, di Marco sul suo polso, rallentò quell'idea, lasciando che si voltasse confuso per pochi attimi: ma cosa stava succedendo, in realtà? Perché Marco era così tranquillo?
-Io ieri ti ho detto che ti amo.-
Sbatté un paio di volte le palpebre, il moro, resistendo un attimo e cercando di assimilare, dando forza alle orecchie e a tutti i suoi sensi, sforzandoli per far sì che comprendessero per bene le parole del biondo, che, ancora a tenerlo con una mano, gli sorrideva entusiasta scaldandogli il cuore.
-Cosa?- si bloccò, aggrottando stranito le sopracciglia, respirando appieno e cercando di accertarsi cosa fosse accaduto in quel momento, ma il cervello aveva come smesso di funzionare, al contrario del suo cuore: stava battendo all'impazzata. Ma... Eh? Che cos'è che aveva detto? Aveva sentito bene?
-Ehm, puoi... Puoi ripetere, per favore?- farfugliò, procurando come reazione una risata che lo fece desistere, e crollò, abbassando le spalle: ecco, aveva capito male. Si era anche illuso, lui, diamine.
-È la stessa cosa che mi hai chiesto ieri sera, sai? E sì, posso ripeterlo tutte le volte che vuoi: io ti amo.-
-Asp... Quindi tu mi ami...! Marco... Marco ama me? Tu mi ami!- si affrettò, scaraventandosi su di lui, finendo con il crollare sopra al suo petto e reggendosi di poco, con le mani, sul cuscino accanto al suo volto per rimanere con il petto, di poco sollevato, mentre aveva costretto l'altro a distendersi nuovamente, e che lo osservò, dapprima confuso, prima di tornare a sorridere, annuendo. -Anche io ti amo!- si fece sentire, entusiasta fino a ridere, adagiandosi poi, con amore, con il volto contro la sua guancia.
-Che bello...- mugugnò, sfregandosi contro di lui e stringendosi nelle spalle quando lo sentì stringergli il busto con le mani, facendolo sospirare pacato. -E posso... Mhm. Tu non mi hai ancora detto cosa abbiamo fatto, però.- si alzò di poco, il giusto da guardarlo mentre lasciò gli arti sopra il suo pettorale, curioso.
-Eri ubriaco, e io non lo sapevo quando ho confessato i miei sentimenti... Dopo averlo compreso, mentre mi chiedevi se era vero ciò che ti avevo detto, chiedendomi di ripeterlo, ho pensato di accompagnarti a casa. Arrivati eri così felice, mi hai portato in camera e mi hai imposto di restare. Quando ho accettato però hai iniziato a spogliarti, e quando ho provato a fermarti tu hai iniziato a svestire me... Eh, non pensavo a una cosa del genere, ma alla fine sei crollato sul letto, e dato che non sembravi volere i vestiti ho lasciato perdere. Ho provato persino a rimetterti i boxer, ma neanche quelli hai voluto, scacciandoli a suon di calci. E niente, alla fine mi sono disteso accanto a te e... Mhm, diciamo che non siamo andati a fondo, solo i preliminari prima che ti addormentassi.-
-Pre... Preli cosa?- esordì forte, quasi come se fosse oltraggiato, ma soprattutto in imbarazzo per l'aver spogliato Marco contro la sua volontà mentre adagiò, in uno scatto frettoloso, la fronte contro il suo petto, sfregandola con forza negativamente. -Scusami! Scusami! Che poi, io non ricordo nulla di tutto ciò...- si lagnò con voce rauca, ovattata dalla pelle dell'altro, tiepida e tonica, facendolo ridacchiare e costringendo Ace a muovere la testa, a tempo del suo diaframma per quel gesto.
-Possiamo sempre rifare.- consigliò a quel punto, con Ace che arrossì nuovamente, sempre se non aveva mai smesso; tornando, in un colpo secco, a fissarlo, e che decise di, afferrando il lenzuolo ai piedi del biondo, tuffarsi in avanti per tornare al suo posto, e celarsi in esso con rigore.
-Scusa, pensavo volessi.- incitò allora in fretta, il biondo, avanzando e lasciando una mano sulla schiena dell'altro, spiegandosi che non dovessero per forza prima che lo sentisse bisbigliare:
-Ma... riguardo a prima... Tu... Tu hai visto tutto?- farfugliò, stringendosi ancora nello sperare che così si sarebbe nascosto di più, attendendo in quel breve silenzio che lo raggiunse, come se Marco stesse calcolando cosa decidere nel rispondere.
-Sì.- esordì alla fine, Marco, facendolo trasalire, ma di certo era una qualcosa che sapeva già. Lo sentì sospirare e subito sbucare fuori, mettendosi in ginocchio e coprendosi con quel tessuto, con un forte imbarazzo, dal volto in giù prima di avvicinarglisi, a passi lenti e sedendosi poi sui propri talloni.
-Mi dispiace molto, ti ho mancato di rispetto, forse, facendolo.-
-No.-
-Ah no?- esordì, sorpreso e guardandolo confuso, però Marco continuava a essere la persona più felice del mondo, in quel momento.
-No.- sorrise, mettendosi poi seduto e stiracchiandosi per bene le braccia al cielo.
-Oh...- farfugliò, annuendo, leggermente più sicuro prima di allungare una mano e stringergliela con dolcezza. -La proposta dei preliminari è ancora valida? Sai, non mi dispiacere... Ehi, ma... Ma hai...! Hai un'erezione anche tu!- notò sconcertato prima di comprendere l'idiozia appena detta, l'errore appena commesso! Era ovvio l'avesse, era una cosa fisiologica, e avrebbe potuto evitare di farglielo notare, come se non lo sapesse da sé! E poi, un'altra cosa di cui vergognarsi: lo aveva praticamente urlato!
-Beh, hai aiutato anche tu a mantenerla lì.- commentò, avvolgendo un braccio attorno al suo fianco per trascinarselo contro con gentilezza.
-Non dire così.- borbottò come infastidito, con le labbra contro la sua guancia anche se non gli dispiaceva alla fine, era bello sentirselo dire: era come se Marco gli stesse dicendo che si eccitava con lui allo stesso modo suo. Però, ora che ci pensava: non era un sogno. Tutto quello era palpabile ai suoi occhi e alle sue orecchie... Marco era davvero lì! Iniziava a sentire la stessa felicità del biondo, arrivargli dentro, come se glie la stesse trasmettendo, in un'esplosione di fiamme, la stessa che la faceva da padrone sul suo volto con fermezza.
-Che poi, non capisco perché non mi hai detto nulla, cioè, se mi facevi capire che eri al mio fianco avrei evitato di... di... masturbarmi...- farfugliò successivamente, ricordando amaramente quel volto stupefatto del biondo, che di certo non si aspettava un risveglio così dopo una dichiarazione, anche se, beh, era stata una mossa originale, se voleva metterla su un piano più positivo; pensò il moro affranto, ma irrigidendosi per come le dita di Marco andarono, veloci, verso la loro meta più in basso, percorrendo lentamente tutta la schiena.
-Io volevo, ma poi... Beh, diciamo che non ho più voluto, dopo.- ridacchiò, parlando chiaro ed esponendo la sua verità. -Il fatto è che vederti così preso a fare ciò, e poi i tuoi versi...- iniziò a sussurrare, nel suo orecchio mentre la poca barba sul bordo del mento solleticò la spalla del lentigginoso; usando un tono mellifluo intanto che le mani erano giunte a stringere i glutei del giovane, a cui spezzò il fiato, lasciandolo tra mille brividi che espose con il sospiro che ne seguì.
-Erano così eccitanti. Sentivo di non poterne fare a meno... E, beh, soprattutto quando hai detto il mio nome. All'inizio non me lo aspettavo, pensavo che mi avessi chiamato con la consapevolezza che fossi al tuo fianco, ma mi sembrava strano e infatti avevo ragione: se ti masturbi pensandomi non posso che esserne fiero.- continuò a sussurrare, dandogli un quadro della situazione dal suo punto di vista e ascoltando con gioia i nuovi gemiti che gli stava trasmettendo, questa volta per merito suo, fisico e non mentale.
Sentirlo parlare era una goduria anche se si limitava a spiegare soltanto, concretizzò invece, Ace, con l'imbarazzo di quell'accaduto che era scivolato completamente dal suo corpo, rimpiazzato dall'enfasi del momento e dai nuovi sospiri. Aveva capito la situazione, ed era un bene che Marco non lo denigrasse, anzi, sperava che gli raccontasse tutto ciò che era accaduto dopo quel "Ti amo." di ieri sera, ma solo dopo, ora, voleva godersi quel piacevole attimo, quel sentimento di calore che vorticava nel suo petto mentre i baci del biondo conquistavano la sua pelle. Sussultò un attimo, sorpreso e confuso nel vedere la sua metà, sperando di non esagerare nel definirla così dopo solo una notte che neanche ricordava; prendergli la mano, lasciandolo in allerta e con la bocca secca senza saperne il motivo, nello scrutare l'altro leccargli proprio quell'arto incriminato, ancora sporco, e che iniziò a ripulire dalle dita, facendolo accaldare solo di più. Come poteva eccitarlo con così poco non lo avrebbe mai compreso ma lo apprezzava mentre sforzò un sorriso, avvicinandoglisi nel volere assaggiare, questa volta lui qualcosa di buono che apparteneva al biondo, propendendo così verso quelle carnose e bagnate labbra, gustandole con passione, avvicinandosi sempre più al punto da trovarsi seduto sul suo addome.
Era un qualcosa di così sensazionale, e Marco continuava a stringerlo con una mano mentre l'altra teneva ancora la propria per il polso, tra i sospiri sempre più accaldati di entrambi, così come i loro corpi, sudati e palpitanti alla ricerca di qualcosa di più.
-Mhm!- mugugnò di enfasi dopo essersi staccato e aver sentito quelle labbra continuare, scivolando per il collo e poi soffermarsi dove, in un punto della gola, aveva iniziato a torturare giocosamente un lembo di pelle. Era così carino, così perfetto, e stava succedendo a lui, in quel momento, dopo mesi che si conoscevano! Era terribilmente eccitato, tanto da credere di avere nuovamente l'erezione, e infatti era così; una protuberanza che Marco si affrettò a toccare, da prima a rilento, a tentoni con le dita, sui lati come se volesse accertarsi che gli fosse concesso, e poi fino ad avvolgerlo nel palmo, solleticandolo sempre più ai bordi. -Ah, ah!- esordì con difficoltà, cercando di indietreggiare un attimo con il deretano, fino all'ombelico di Marco, anche per avere più spazio. Strizzando gli occhi e trattenendo il fiato si adagiò seduto, per qualche secondo, contro la pelle di inferno del biondo, sperando di riprendersi senza però riuscirci, e continuando invece a sentire pressanti emozioni. Stringendo i pugni contro il cuscino continuò a mugolare senza fine, provando al contempo di resistere mentre non fece a meno di muovere il proprio bacino, avanzando e retrocedendo con esso a tempo, volendo aiutare Marco, ma anche che quella splendida agonia aumentasse sempre più.
-Forse... Forse potremmo anche andare oltre i preliminari, cosa... cosa ne pensi?- farfugliò balbettando, stringendosi a una sua spalla con l'arto libero e abbassando gli occhi verso i suoi, con quella stupenda bocca a esaminare tutto il suo capezzolo, duro, succhiandolo tra i mille baci. E poi sentì, per risposta a quella domanda, le mani di Marco scivolare in fretta a stringere con più forza i suoi glutei, avvicinandolo e portandolo a chinarsi al centro della sua capigliatura con la propria, tra i gemiti di entrambi.
-Caspita... Sei, sei fantastico...- mormorò a stento, Ace, con le palpebre sempre più chiuse e provate da quelle dita, così come il suo fiato, sempre più accelerato e frenetico. Lo sentì ghignare contro la sua pelle, contro il suo capezzolo martoriato da quel dolce gioco di labbra, per poi risalire per poter riavere la sua bocca, facendola combaciare con la propria in un istante e nel momento stesso in cui capovolse la situazione; stringendo forte Ace si diede la spianta necessaria, finendo così per restare, adesso Marco, sopra, sotto un gemito più forte che venne assieme al proprio nome, dischiuso tra le loro labbra unite.
-Posso... Posso fare io?- mormorò spossato, sentendosi completamente sudato e al tempo stesso energico, con le mani che portò all'altezza delle spalle del biondo che non sembrò capire la richiesta, osservandolo a un palmo di naso di distanza. -Vorrei, sì, ecco... Farti un... Come posso dire senza essere volgare?- si dannò da solo, sprofondando maggiormente la testa nel cuscino; tra il rossore e l'imbarazzo ancora più possente, e con il volto divertito di Marco davanti a sé.
-Se non riesci a dirlo, fallo e basta.- esordì allora, volendo favoreggiarlo mentre si distese maggiormente su di lui, senza però appoggiarsi completamente, reggendosi con i gomiti accanto alle braccia distese sul letto del moro; guardandolo tentennare e guardarsi il petto come se fosse succube di un grande dilemma, e forse era così mentre lo sentiva sfregare le dita contro il lenzuolo dal nervoso. Riuscì solo a udire poi, Marco, un flebile: "Però, forse ti devi distendere.", detto senza troppa chiarezza e senza eccessive pretese, offuscato da mille borbottii, ma dato la vicinanza comprese appieno quella frase, e così lo accontentò, tornando nella posizione iniziale di quella mattina e limitandosi a restare voltato su un fianco, ad attendere qualsiasi cosa volesse proporgli, reggendo il capo con la mano nuovamente contro la guancia.
-Ohm, okay, grazie.- bisbigliò innocente, sospirando e chiudendo gli occhi, riprendendo fiato e coraggio prima di mettersi seduto con il busto, osservando i lineamenti rigidi e tonici del biondo, ripercorrendo i suoi muscoli, ogni linea di quegli addominali sudati fino a giungere, ingoiando con difficoltà un groppo di saliva, all'inguine, terribilmente eccitato quanto il suo in quel momento, con la differenza che fosse pulito dal proprio liquido seminale, a differenza sua. Trattenendo il fiato, avanzò cautamente, usufruendo delle ginocchia contro il materasso di quel letto, che, per fortuna, era matrimoniale: amava dormire avendo più spazio possibile; procedendo sempre più vicino alle gambe dell'altro, e forse Marco capì il suo intento perché decise di mettersi completamente disteso di schiena; o almeno sperava che fosse così, in modo da non doverlo spiegare o chiedere. Ma alla fine gli aveva dato il via libera, quindi...
Mugolando indeciso iniziò a salirgli sopra, premendo delicatamente i palmi delle mani contro il suo addome e portando una gamba dall'altra parte, mettendosi quindi a cavalcioni mentre si strinse nelle spalle per la difficoltà del momento, ma sentendo le dita di Marco scivolare lungo tutta la spina dorsale, con un brivido, scollò la testa per destarsi dall'ipnosi del piacere e si avvicinò, con gli arti e il volto, verso il membro eretto davanti a sé, così succoso per la sua bocca in quell'istante, prendendolo con ingordigia quasi e iniziando subito a leccarlo e a muoversi con la mandibola e a solleticarlo con le falangi, respirando a tratti e lasciando scorrere la lingua su tutta la punta sotto i languidi toni del suo Marco, senza accorgersi di aver portato le gambe nuovamente in ginocchio, così da ritrovarsi a gattoni, e sospirò, aumentando l'andatura con il sapore rovente della pelle del biondo in bocca e sui polpastrelli; inarcando però la schiena di scatto nel percepire qualcosa di troppo e umido arrivargli delicatamente dentro il suo deretano, facendogli strizzare gli occhi nel comprendere fosse una lingua; ma così d'improvviso insieme al tocco di dita contro il suo glande, e con un calore che si era diramato in tutto il suo corpo, cospargendolo di brividi estremi da farlo gemere con più forza e trattenersi, purtroppo, dal continuare quel piacere che stava trasmettendo al biondo, rallentando e lasciando la propria bocca ad affannare accanto all'erezione che stava curando fino a prima, sempre più pronta e prossima a far uscire il proprio seme, come ne dava la prova la punta imbiancata.
-M-Marco!- fremette, boccheggiando e strizzando le palpebre; stringendo i pugni e mugolando, cercando però al contempo di riprendersi, tornando ad afferrare, tremolante, l'organo di Marco ma venne fermato nuovamente; questa volta dalle braccia di quest'ultimo, che lo portarono a distendersi contro il suo petto. -Eh? C... Che c'è? N... non vuoi?-
-Sì, ma, pensavo di finire con un altro gesto, se me lo permetti.- affermò, con un ghigno e un bacio rubato contro la sua spalla.
-O...Okay.- farfugliò, sentendosi perfettamente comodo in quella posizione, circondato in quel modo dagli arti dell'altro, ma non durò a lungo nemmeno quello, perché venne rigirato, con sempre più delicatezza, contro il materasso, di schiena, e lo guardò poi alzargli le cosce dopo averlo coccolato, accarezzato in quel punto con le mani, giusto il tempo per mettersi comodo, con l'erezione a sfiorare la propria. -Oh...- esordì, iniziando a comprendere mentre, agendo d'istinto, andò a stritolare le lenzuola tra le dita, nello stesso istante in cui decise di legare i polpacci contro i fianchi del biondo che sorrise, come se quel gesto comportasse il via libera, e in effetti era così.
Mugolò sempre più forte, alzando il mento e portando indietro la testa, sentendo anche qualche lacrima scivolare via nel percepire la presenza ben prominente del membro eretto di Marco all'interno del suo corpo. Era... Era una sensazione sublime! E Marco continuava a penetrare, a muoversi a ritmo ed era un qualcosa che, tra i propri sibili, lo faceva impazzire. Irrigidendosi e alzando di poco il petto, Ace continuò a chiamarlo con forza per nome, agognante e con le palpebre chiuse prima che, le labbra spalancate e che cacciavano aria e vapore, venissero bloccate e sigillate, gentilmente, dal possessore di quella stupenda parola. Le percepì muoversi, dischiudendosi e spalancandosi a tempo delle sue, quasi dall'amalgamarsi per diventare un'unica cosa, sentendo Marco mordicchiarle poi e lasciare cadere dentro la lingua, che andò subito a scontrarsi con quella del lentigginoso sotto le carezze che gli cedeva l'altro sui fianchi, senza smettere di muoversi tra i suoi gemiti trattenuti e attenuati dalla morbidezza di quelle coccole e i movimenti all'interno del palato, frettolosi e contaminanti di saliva.
-T...i... Ti amo...- bisbigliò, a occhi socchiusi e il sapore tiepido e salato dell'altro addosso, che, sorridendo, scivolò sul suo corpo con un gioco di lingua, fermandosi al petto solo per poi risalire, andando così a stuzzicare il lobo del suo orecchio con i denti, affannandogli contro prima di rispondere.
-Ti amo anch'io, Ace.- esordì, e avrebbe potuto continuare a dirglielo all'infinito, proprio come stava facendo il moro tra i respiri difficoltosi di entrambi e gli scatti del corpo di Marco verso quella perfetta figura stremata riversa sul letto; in modo continuo e in ogni istante in cui lui si muoveva al suo interno, ormai in procinto di venire mentre afferrò il membro trepidante e rovente del suo ragazzo, sentendolo gemere con ancora più forza se possibile, esaltato al punto da portare indietro il capo, alzando il collo e la schiena come poté sotto i suoi snervanti e appaganti massaggi.
Sentendo poi la mano farsi umida e bagnata, segno che il ragazzo fosse venuto, gli afferrò entrambe le cosce velocemente, alzandolo di poco per una posa più comoda prima che iniziasse gli ultimi movimenti, sempre più veloci e continui, fino a quando non gemette insieme ad Ace con tono strozzato, esausto ma compiaciuto da quella sensazione di liberazione avuta dentro il corpo del giovane che tanto amava. Mai si era aspettato un risvolto del genere quando ieri sera, nel digli "Ti amo.", lo aveva accompagnato sotto i suoi commenti di entusiasmo che gli avevano scaldato il cuore. Quando poi era crollato dopo gli inizi di preliminari non aveva potuto fare a meno di riempirlo di baci sul volto prima di addormentarsi anche lui, e ora erano lì, a compiere la loro prima volta, loro due, insieme, e tra l'enfasi e i respiri di entrambi che si univano in quella stanza, accaldando i loro battiti, in quel momento così feroci mentre, dividendosi da Ace con cautela, lo raggiunse in fretta poco dopo, abbracciandolo e tenendolo contro di sé intanto che il lentigginoso, riprendendo l'ossigeno, facendolo circolare insieme al sangue, si voltò su un lato, andando a strusciare la propria fronte contro il suo petto con un sospiro esuberante e candido.
-Ti amo tanto, Marco.- farfugliò ancora, sbadigliando come pronto a crollare nuovamente nel mondo dei sogni da un momento all'altro.
-Ti amo.- mormorò in risposta lui, sorridendo alla sua dolcezza e tornando a lasciare impronte delle sue labbra contro il suo volto pacifico che si abbandonava alla stanchezza e alla serenità del momento, uno, il primo dei migliori della loro vita.
Fine.
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