Violet - Un giro per Vardos - Capitolo 5
Accademia imperiale di Vardos
Violet in cuor suo già sapeva. Sapeva che la situazione in cui si erano cacciati lei e Sebastian non era certamente delle migliori ed era certa che restare in Accademia avrebbe comportato un rischio ancora più alto.
Cominciava a chiedersi se le scelte che aveva fatto fossero giuste oppure se fossero solo frutto di un desiderio mal sopportato di protagonismo.
Purtroppo per lei, non possedeva le risposte che tanto agognava.
Lei, fin da piccola, si era vantata davanti agli amici di essere certa di tutto, di aver programmato ogni secondo della sua vita.
Poi era comparso Sebastian e poi Edoardo e tutto era stato scomposto, scombussolato, e si era ritrovata a fare i conti con una realtà più grande di lei, con la consapevolezza che vi erano persone che, ogni giorno, rischiavano la vita per cercare di liberare la galassia dal giogo di Palpatine.
Violet, prima di entrare in Accademia, quindi prima di avere davvero a che fare con l'impero, non si era mai davvero interessata alla politica o a combattere contro il tiranno, a lei importava solo che la lasciassero vivere tranquilla.
Anche i suoi genitori la pensavano così, tanto che suo padre non aveva mai approvato il fatto che la senatrice Mon Mothma si fosse apertamente schierata contro Palpatine mettendo a rischio l'intero sistema di Chandrila.
Non che Violet fosse cieca e non vedesse tutti i crimini che l'impero perpetrava, solamente decideva di chiudere gli occhi e fare finta di niente.
Questo almeno finché non aveva seguito suo padre in una missione diplomatica su Aldeeran e aveva incontrato Sebastian.
Quando aveva saputo la verità, ovvero che il suo innamorato fosse in realtà un Jedi, fu come se le fosse stato levato un velo dagli occhi.
Si era resa conto che non poteva continuare a fare finta di niente, non poteva fare come suo padre.
La galassia non sarebbe mai cambiata finché non si fosse fatto nulla.
Allora si era fatta insegnare i primi rudimenti di autodifesa, per poi decidere di iscriversi all'accademia per cercare di indebolire l'impero dall'interno.
Sebastian aveva deciso di seguirla nonostante per lui fosse molto rischioso.
E ora, la notizia che Benedict Kenneth altri non fosse che Edoardo Naberrie, rendeva tutto quello che avevano fatto insieme ancora più epico, anche se con una certa dose di paura che Edoardo cercava sempre di non far notare.
Violet si appoggiò a uno dei tanti corridoi ascettici del complesso dell'accademia osservando l'andirivieni di professori e studenti.
Lei non aveva corsi quel pomeriggio, avrebbe potuto passarlo andando in giro per la città, non sarebbe stato male dopodotutto.
Lei e i suoi amici non facevano altro che stare chiusi lì dentro tutto il tempo, non avrebbero dato troppo nell'occhio.
-Silva - la voce di uno dei professori la fece sobbalzare.
-Professor Pulier, mi dica - Violet si morse l'interno della guancia, sperando di non dare troppo nell'occhio.
Il professor Pulier era un uomo basso e tarchiato, famoso per la sua intransigenza.
-Cosa ci fai in giro? - domandò ancora l'uomo osservandola con aria severa.
In quel momento, infatti, Violet non indossava la classica divisa dell'accademia, ma un paio di pantaloni marroni, stivali corti, una maglia bianca a maniche lunghe con sopra un gilet di pelle marrone, al fianco portava una cintura da cui pendeva un blaster.
-Sto aspettando Kenneth ed Hamill abbiamo un permesso per la libera uscita - rispose Violet senza incertezze.
Era vero, giusto il giorno prima il protettore Gleb aveva dato loro un permesso di libera uscita come premio per l'impegno dimostrato e anche per aver ottenuto l'immenso onore di essere scelti dal Gran Moff Tarkin per una missione.
-Ah, ora capisco.
Se il professore avesse voluto dire altro, decise di tenerselo per sé perché non aprí bocca, si limitò a lanciare un' altra occhiata alla ragazza per poi andarsene.
-Incredibile, riesce sempre a mettere i brividi, nonostante sia un tappetto - la voce che aveva parlato era quella di Sebastian, comparso da chissà dove.
-Seb! Mi hai spaventata.
Lo Jedi ridacchiò appena affiancandola.
Esattamente come la ragazza anche Sebastian non indossava la divisa, ma un paio di pantaloni verdi, una giacca del medesimo colore, stivali alti e un blaster al fianco.
-Scusa, tesoro, non era mia intenzione- ridacchiò il giovane strizzando l'occhio alla fidanzata.
-Hai visto Benedict? Aveva detto che sarebbe venuto con noi.
Sebastian scosse la testa.
Nemmeno Violet aveva visto Edoardo quel giorno e nessuno sapeva davvero dove fosse.
-Andiamo nella sua stanza, magari è ancora lì.
Tecnicamente alle ragazze non era permesso entrare nel dormitorio maschile, ma, spesso e volentieri, venivano fatte eccezioni, come in quel caso.
Edoardo era seduto sul letto con in mano un carboncino, intento a disegnare qualcosa, ma i due ragazzi non riuscirono a vedere cosa, perché Edoardo aveva già fatto sparire tutto.
Violet non riuscì a non notare lo stile raffinato degli abiti del nubiano.
La lunga giacca verde acqua senza maniche gli arrivava a metà gamba, i pantaloni erano blu scuro e gli fasciavano le gambe atletiche, la maglia a maniche corte bianca dava un tocco ancora più chiaro a tutto il look del giovane.
A differenza di Violet e Sebastian non portava stivali, ma scarpe basse, perfette per correre.
Ai fianchi portava una cintura con l'immancabile blaster di Padmé Amidala.
Violet non aveva mai visto Edoardo in abiti civili, ma non poteva negare che il ragazzo avesse stile.
Non per niente Naboo era considerata la capitale dell'eleganza, e Violet avrebbe tanto voluto andarci almeno una volta.
Per quanto lei volesse essere considerata una donna forte, non poteva negare che le piacevano i bei vestiti, i trucchi e tutto quello che di solito piace ad una giovane della sua età.
Questo però non aveva mai avuto il coraggio di confessarlo nemmeno a Sebastian, poiché in Accademia non vi era spazio per le sciocchezze femminili.
Violet così reprimeva di continuo il suo istinto e di questo il suo fidanzato la rimproverava di continuo, in quanto Sebastian, era dell'idea che non si dovesse fermare l'istinto, poiché non sempre la ragione fa compiere le scelte giuste.
-Vieni con noi, Benedict? - domandò Sebastian sottolineando il nome con la voce.
Edoardo gli strizzò l'occhio annuendo.
Si alzò dal letto facendo frusciare la giacca.
-Andiamo.
****
Il complesso dell'accademia era una grande torre nera circondata da torri più basse unite da corridoi coperti, un posto veramente terrificante visto da fuori e anche da dentro se vi si entrava.
La capitale di Vardos si estendeva tutto intorno, un groviglio fatto di edifici strade e luci molto simile a Coruscant.
I tre ragazzi erano diretti in uno dei molti quartieri dello shopping, anche se, tutti e tre, sapevano di essere seguiti.
Infatti i cadetti venivano continuamente seguiti e spiati tramite i Comin-link che l'accademia forniva loro quando entravano a farne parte.
Per questo dovevano sempre stare attenti a cosa parlavano, Edoardo aveva imparato da tempo come ovviare a questo problema.
Ma ora Violet non voleva pensarci, ora erano solo tre amici in giro per negozi.
Angolo Autrice : nuovo capitolo :) spero vi piaccia :)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro