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Vader - Richieste - Capitolo 12

Mausoleo di Padmé Amidala, Theed, Naboo

Aveva sentito la sua presenza da quando era giunto in vista di Naboo, Sebastian era giovane, ma non così stupido da farsi scoprire, eppure eccolo lì, di fronte a lui, privo di armi.

-Finalmente ci rincontriamo, Padawan.

-Maestro... - la voce di Sebastian tremò appena mentre si appoggiava allo stipite della porta d'ingresso del mausoleo.

-Sono passati molti anni - dichiarò il Sith.

Sebastian annuì meccanicamente, anche se la rabbia e la paura gli stringevano lo stomaco e temeva che Vader se ne accorgesse.

Sebastian non era come Edoardo, capacissimo di nascondere le proprie emozioni a chiunque, probabilmente anche ad un signore dei Sith come Vader.

-Ancora non ti ho perdonato per quello che hai fatto, ma soprattutto perché mi hai lasciato vivere? Avresti dovuto uccidermi, mi avresti fatto un favore! - Sebastian non sapeva dove avesse raccolto le energie per poter dire quelle cose.

Vader, a quel punto si voltò verso il ragazzo, ma non si avvicinò, si limitò a far scorrere la mano sul sarcofago di Padmé Amidala, sfiorando il volto di pietra della statua della senatrice che ricopriva il sarcofago.

Un modo per rendere enterna l'immagine di quella donna che tanto aveva fatto per la galassia e che mai doveva essere dimenticata, e quel gesto non passò certamente inosservato agli occhi di Sebastian.

-Non merito il perdono di nessuno, posso dire che non dovrei nemmeno essere qui, dovrei esserci io in questo sarcofago, non lei. E tu, mio testardo allievo, meritavi un mentore migliore di quanto non sia stato. Ho fallito con Ahsoka e ho fallito con te. - dichiarò il Sith.

Notò il viso di Sebastian contorcersi in una smorfia, che Vader non seppe comprendere.

-Sei diventato ciò che avevi giurato di distruggere - affermò Sebastian con tono di accusa.

Vader staccò la mano dal viso di Padmé e puntò il suo sguardo in quello del ragazzo.

Sebastian era giovane, era normale che avesse delle reazioni esagerate, ma Vader sapeva cosa volesse dire sentirsi traditi e il ragazzo si era sentito tradito dal suo maestro.

-Avrei preferito morire piuttosto che vedere ciò che ho visto! -

-E pensi che l'oblio sia la soluzione?

La domanda ebbe il potere di far tentennare ancora di più il ragazzo.

Forse Sebastian si aspettava una risposta rabbiosa, ma Vader non ci riusciva proprio vista la presenza di Padmé.

Anche se non era presente fisicamente, il fatto di essere lì, nel suo mausoleo aveva uno strano effetto su Vader.

-No, però non posso sopportare quello che è successo. Rispondi solo ad una domanda, maestro, perché? In nome di cosa hai fatto tutto ciò? Voglio solo sapere questo, poi potrai anche uccidermi -

Il respiratore di Vader fece un suono strano, come se stesse sospirando.

-Come Jedi dubito che capiresti il motivo per cui mi sono ridotto in questo stato. Volevo salvare una persona e pensavo che il lato oscuro potesse essere la soluzione, ma non è stato così, anzi è servito solo a rendermi un mostro e non mi ha certamente aiutato a fare la cosa giusta - Vader scosse la testa senza smettere di osservare Sebastian.

Gli sembrò di vedere le rotelle del cervello di Sebastian roteare vorticosamente per rimettere insieme i pezzi del puzzle.

-Ma tanto non vedrò l'alba di domani, no? Puoi comunque raccontarmela questa storia, avanti sono curioso. - dichiarò il giovane.

-Perché dovrei ucciderti?

-Perché sono uno Jedi.

Vader sospirò di nuovo.

-Non lo farò, perché ho bisogno che tu faccia una cosa per me e sei l'unico di cui posso fidarmi - iniziò a dire il Sith.

-Cosa vuoi che faccia? - la voce di Sebastian aveva assunto un tono piuttosto sospettoso.

-Devi proteggere Edoardo, ad ogni costo e prima che tu mi chieda come faccio a conoscerlo è perché lui era il cugino di Padmé, la mia defunta moglie - le ultime parole sfuggirono alle labbra di Vader più velocemente di quanto lui stesso volesse.

-Tua moglie? Eri sposato? Quando è successo? - volle sapere Sebastian stupito.

Era vietato ai Jedi instaurare legami così forti, come poteva essere un matrimonio.

-Era vietato dal codice...

Vader si lasciò andare ad una risata amara, tanto che persino Iside, che fino a quel momento era rimasta appollaiata sopra ad uno dei travi che correvano lungo il soffitto, sobbalzò.

-C'erano tante cose di quel codice che sarebbe stato meglio cambiare, una di queste era la regola sugli attaccamenti. Perché come puoi impedire a qualcuno di amare? - la domanda del Sith rimase sospesa nell'aria, senza che Sebastian trovasse una risposta.

-Quindi è per questo che tu sei qui, lei era molto importante per te - affermò Sebastian guardando la statua di Padmé.

Il ragazzo pensò che era impossibile non innamorarsi di lei, anche da morta era così bella.

-Lei meritava di vivere, nostro figlio meritava di vivere, io DOVEVO morire! Io che sono la causa di...questo - la voce del Sith si era fatta rabbiosa mentre indicava il sarcofago.

Quanto dolore c'era in quelle parole?

Tanto.

Forse troppo per un Signore Oscuro dei Sith.

-Il destino si è messo in mezzo troppe volte, ho fatto un errore dietro l'altro, convinto che questo l'avrebbe salvata! Invece no! Il lato oscuro mi ha dato il potere, ma mi ha strappato dalle braccia la persona che amavo più della vita! - Vader cadde di nuovo in ginocchio di fronte a quel sarcofago, mentre Sebastian sentiva il dolore del Sith volteggiare intorno a lui, impregnare l'aria come una cappa soffocante, il dolore di un uomo che aveva perso tutto, gli parve di vedere le spalle del Sith scosse da un singhiozzo, come se stesse piangendo.

-Non era solo la donna più bella che camminasse per la galassia no, lei era molto di più di tutto questo, per me lei era una moglie, un'amica, una confidente, una madre, un'amante e tutto ciò che desideravo. Se avessi ascoltato lei invece che Palpatine...

Ancora una volta a Sebastian parve che Vader stesse piangendo sotto la maschera.

Il Sith stava mostrando il suo lato più fragile ad un suo nemico.

Una volta uscito di lì, Sebastian avrebbe potuto raccontare il segreto di Vader, ma il ragazzo sapeva che non l'avrebbe fatto.

Non sarebbe stato molto diverso dall'imperatore, perché in quel momento, Sebastian parve vedere la verità, o forse era Vader che gli permetteva di vedere uno squarcio di verità.

-Avevo giurato di proteggerla da ogni cosa, non avevo pensato che la prima persona dalla quale avrei dovuto difenderla sarei stato proprio io -

Vader non guardava Sebastian, ma ne avvertiva la presenza, il ragazzo non si era mosso da dov'era, si era limitato ad ascoltare, forse ancora più sconvolto di quando era entrato.

-Maestro...- il ragazzo non riuscì a dire altro, tanto era rimasto sconvolto da quello che Vader gli aveva raccontato, che ora non sapeva veramente cosa fare.

-So cosa pensi, Seppa, che voglia ingannarti, ma ti assicuro che non è così. Non parlerei di lei altrimenti -

"Seppa" soltanto il suo maestro lo chiamava così.

Stava dicendo la verità.

-Proteggerò Edoardo, lo prometto maestro.

-Grazie, e tranquillo nessuno saprà niente di quanto ci siamo detti e nessuno oserà farti del male.

Sebastian annuì, ma nessuno dei due si accorse che Padmé Amidala li stava osservando e sorrideva.

Angolo Autrice : E il tanto atteso, da quei quattro gatti che leggono questa storia, incontro tra Sebastian e Vader è avvenuto, cosa, ne pensate? Spero vi sia piaciuto e che la Forza sia sempre con noi :)

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