Sebastian - Sulle tracce dei partigiani - Capitolo 31
Sentiero verso le terre Buie, Kashyyyk, Orlo Esterno
Liberarsi dell'ultimo assaltatore fu, per Sebastian, un po' problematico, ma alla fine ci riuscì facendo cadere il suddetto nel fiume sottostante.
-Stai bene, Edo? - domandò Sebastian quando gli amici lo raggiunsero.
-Sí, non preoccuparti - Edoardo accennò un sorriso, ma Sebastian ormai aveva imparato a capire Naberrie e si vedeva lontano un miglio che era stanco morto, anche se Edoardo non lo avrebbe mai ammesso.
La stanchezza si leggeva sul volto di Naberrie, ma Sebastian sapeva che Edoardo non avrebbe permesso che la missione si interrompesse per una cosuccia come la sua salute cagionevole.
-Dobbiamo spostarci da qui, siamo troppo scoperti, potrebbero trovarci - dichiarò Naberrie, riprendendo il ruolo del leader, sì un leader che non era nel pieno delle forze.
Violet aveva il braccio di Edoardo intorno alle spalle, era un modo per sostenerlo, visto che il ragazzo era visibilmente a pezzi.
-Infiliamoci in quella casa in rovina, saremo meno scoperti - affermò Cal indicando una capanna Wookie distrutta, probabilmente dall'impero.
-Questo doveva essere un villaggio - dichiarò Edoardo sedendosi vicino al pilastro che, un tempo teneva su il tetto di paglia che componeva la capanna.
Il villaggio, in teoria, si sviluppava in un'area molto grande intorno ad un albero molto grande che si trovava a strapiombo sul fiume, da cui si vedeva l'inizio di quelle che erano denominate "Terre Buie".
Vi erano poche case di cui era ancora possibile delienearne la struttura, per la maggior parte erano case semplici, di un solo piano, a pianta rotonda, fatte di legno e paglia.
In un angolo, non molto lontano da dove si trovava seduto Edoardo vi era quel che restava di un focolare.
-La loro vita doveva essere molto migliore rispetto a quella che stanno vivendo ora. Non augurerei la schiavitù nemmeno al mio peggior nemico - affermò Edoardo guardandosi intorno, voleva fare il sostenuto, Naberrie, ma tutti avevano capito che il ragazzo non stava bene.
Edoardo staccò dalla cintura la borraccia che si era portato dietro e bevve avidamente, come se non bevesse da tempo.
-Mi dispiace, ragazzi. Sto rovinando la missione sarei dovuto rimanere sulla Mantis. - dichiarò Edoardo quando ebbe finito di bere.
Iside era entrata nella capanna e ora stava facendo amicizia con BD, sembrava che i due avessero parecchio in comune nonostante BD non fosse una forma di vita organica, ma un droide.
Era bello vederli insieme, sembrava che stessero giocando.
-Non dire così, Edo, non sei un peso - affermò Cal.
-Per ora, ma temo che andando avanti diventerò sempre più un peso - Naberrie si sentiva veramente come la zavorra del gruppo, qualcuno che rallentava l'avanzamento della missione.
Non si sentiva così, da quando aveva visto Palpatine diventare imperatore, lì aveva provato lo stesso senso di impotenza e frustrazione.
-Forse dovrei tornare indietro - sospirò Edoardo.
-Non è una buona idea - intervenne Violet.
-Secondo me sì, così non vi rallenterò -
-Violet ha ragione, Edo, non è una buona idea. Tornando verso la Mantis potresti incorrere nelle truppe imperiali che pattugliano la zona, e saresti da solo, venendo con noi, ti possiamo aiutare in caso tu ti senta male - affermò Sebastian.
Non voleva assolutamente che Edoardo si sentisse un peso, anche perché l'ex senatore era un cecchino straordinario e stava dando prova di una immensa forza d'animo.
-Non possiamo abbandonarti - si limitò a dire Cal, lui conosceva Edoardo e Violet da poco, ma aveva capito che di loro si poteva fidare.
Edoardo accennò un sorriso, mentre BD si attaccava ad una delle zampe di Iside.
La fenice si sollevò in volo facendo il giro del perimetro della casa, con il piccolo droide che emetteva strilli acuti, come se si stesse divertendo tantissimo.
-Iside non mandare in tilt BD ci serve nel pieno delle sue funzioni - rise Edoardo.
La fenice fece un verso comprensibile solo ad Edoardo e mise giù il suo nuovo amico droide.
-Andiamo, non possiamo perdere altro tempo prezioso - dichiarò Naberrie alzandosi in piedi.
Il percorso non sarebbe stato semplice, anzi.
Le Terre Buie si chiamavano così perché gli alberi erano talmente alti da impedire al sole di raggiungere quei punti.
La flora e la fauna sarebbero state molto aggressive, anche perché se si era uno Wookie si poteva sopravvivere senza problemi, ma gli umani avrebbero faticato parecchio.
Gli animali erano molto più grossi sul pianeta foresta che in altri pianeti erano a "forma di Wookie", quindi più pericolosi.
-Non saremo gli unici ad avere dei problemi - affermò Edoardo mentre scendevano lungo le radici dell'albero su cui era costruita la casa dove avevano trovato rifugio.
-Intendi dire che anche gli imperiali ne avranno? - domandò Cal.
-Sí, sicuramente, la natura sa essere terribile con chi le manca di rispetto, e gli Stormtroopers non sono il genere di persone che rispettano ciò che incontrano. - spiegò Edoardo, guadagnandosi li sguardi dei suoi compagni.
-Cosa sai di questo pianeta?
-Poco, molto poco, troppo poco - fu la risposta di Naberrie.
Ad un certo punto, la radice su cui stavano camminando si tuffava nell'acqua del fiume.
-Ci facciamo un tuffo? - domandò Cal con un sorriso.
-Non è che abbiamo altra scelta - rise Violet la quale fu la prima a buttarsi nell'acqua.
La seguirono Sebastian, Cal ed Edoardo per ultimo.
Nuotarono per un po', guardando lo spettacolo che la natura del pianeta offriva, uno spettacolo meraviglioso, alberi talmente alti che avrebbero potuto gareggiare con i grattacieli di Coruscant.
-Sono alti come i palazzi della capitale - affermò Edoardo mentre uscivano dall' acqua e si inoltravano nella foresta.
Di colpo la luce solare divenne un miraggio.
L'aria divenne satura di umidità e il sudore iniziò ad appiccicare i vestiti alla pelle dei ragazzi, Iside voleva sopra le loro teste osservando tutto e non perdendo mai d'occhio i ragazzi.
-Tu facevi parte del senato, durante le guerre dei cloni? - domandò Cal dopo essere scampato ad una specie di pianta carnivora che aveva tentato di mangiarselo.
-Ero un'apprendista, come te e Sebastian, solo che non ero un Jedi e il mio maestro o meglio la mia maestra era Padmé Amidala - rispose Edoardo.
-Continuo a chiedermi se tutti i nostri sforzi, fatti durante le guerre dei cloni siano serviti a qualcosa - affermò Cal.
Edoardo sospirò prima di rispondere, mentre Violet si sporgeva interessata verso Naberrie.
-Penso che i nostri sforzi non siano serviti a nulla, sia noi che i Separatisti non eravamo altro che pedine nelle mani di Palpatine che ci ha usato per ottenere i suoi scopi. Ovvero il potere assoluto, sono ancora furioso sul fatto che non siamo riusciti a capirlo prima, la mia povera cugina si starà rivoltando nella tomba - affermò Edoardo.
-Non è colpa della senatrice Amidala - intervenne Violet.
-No, ma si rammaricava di aver appoggiato la candidatura di Palpatine a Cancelliere Supremo quando era regina. Non si è mai perdonata per quell'errore - spiegò Edoardo.
-Avrei voluto conoscerla, sembrava che il maestro Skywalker fosse affascinato da lei - affermò Cal ridendo.
-No, ti sbagli, amico mio, il maestro Skywalker non era solo affascinato da lei, lui pendeva direttamente dalle sue labbra. Ho sempre pensato che fossero amanti o qualcosa di simile. Lei lo guardava con una tale devozione - intervenne Sebastian ed Edoardo si stupì di quanto i ragazzi fossero andati vicini con le loro ipotesi alla verità.
Forse, un giorno, avrebbe raccontato loro la verità, ma non in quel momento, ora dovevano trovare Tarrful.
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