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Edoardo - Precipitando dalla bocca dell'inferno - Capitolo 23

Nave reale, sistema di Bogano

Gli sembrava di cadere dalla bocca dell'inferno, la gola gli ardeva alla ricerca di acqua.

Il caldo era insopportabile, aveva l'impressione di bruciare, un peso soffocante e caldissimo gli opprimeva il corpo.

Aveva dolore ovunque, era come se mille lame gli stessero attraversando il corpo, in una terribile agonia.

Sentiva il sudore colare lungo la schiena, condensato in gocce.

Non era solo, lo sentiva, non vi era solo Padmé al suo fianco, ma c'erano anche Violet e Sebastian, sapeva che erano lì.

Eppure, non riusciva a vedere niente, dalle palpebre filtrava poca luce.

Di colpo si ritrovò al capezzale di Padmé morente.

In lui c'è del buono, io lo so che c'è, lo sento. Non abbandonarlo, Dedo, ti prego, il mio sposo esiste ancora. Ti prego...

La voce di lei si faceva sempre più debole, mentre il dolore di Edoardo si faceva sempre più forte.

Se non sei con me, sei mio nemico.

Questa era la voce di Anakin.

-ANAKIN - Edoardo lo vedeva davanti a sé allontanarsi sempre di più, per quanto si sforzasse di correre non riusciva mai a raggiungerlo.

La scena cambiò di nuovo, ma Edoardo non comprese subito dove si trovasse, vedeva due figure oscure stagliarsi davanti a lui, uno era l'imperatore, l'altro era Vader.

Dov'è Padmé? Sta bene?

Sembra che nella tua ira tu l'abbia uccisa...

Io non posso averla uccisa! Era viva lo sentivo.

-NOOOO! - Edoardo ci mise un po' a capire che l'urlo proveniva da lui.

Spalancò gli occhi e vide il rosseggiare delle luci della cabina, il cuore gli accelerò nel petto, si strappò la coperta di dosso e si sollevò, mentre dentro di sé pensava :

Il fuoco! Sto bruciando!

Violet accorse subito, l'afferrò per le braccia e gli disse:

-Edo, calmo! Sono Violet! -

Il ragazzo però pareva non sentirla, lottò brevemente, il corpo bagnato di sudore che si raffreddava.

Prese un respiro profondo, rendendosi conto di essere ancora nella sua cabina sulla nave reale, il riverbero era quello delle luci.

Sebastian arrivò in quel momento, sembrava esausto e forse lo era.

Era tutta colpa sua, un singhiozzo uscì dalle labbra strette di Edoardo, mentre il senso di colpa cominciava a salire lungo il suo stomaco.

Notò il catino ricolmo di acqua dove vi erano adagiate alcune pezze bagnate, evidentemente avevano cercato di fargli abbassare la febbre.

Quanto era stato stupido?

Tanto.

A volte dimenticava che non era in salute, la sua malattia era subdola, quando meno te l'aspettavi ricompariva, facendoti soffrire come un cane e lui doveva farci i conti prima o poi.

Lui stava giocando con la malattia, pensando di essere superiore, invece era lui ad essere alla mercé del bruciasnague.

In un attimo si ritrovò a piangere, e non per colpa del bruciasnague, no perché si sentiva male come non succedeva da tempo.

-Edo - fu l'unica cosa che disse Violet sedendosi sul letto di fianco a lui.

-Scusate, non avrei dovuto scherzare con la malattia, ma la verità è che voglio vivere questa vita al massimo perché non ho tutto il tempo che avranno gli altri. Non voglio essere un peso per voi - dichiarò Edoardo, per una volta mostrando quanto si sentisse fragile.

Non si era mai sentito così male, sia fisicamente che mentalmente.

-Dovresti rispettarti di più, Edo, adesso cerca di riprenderti, tieni questo - Sebastian gli passò una tazza di legno con dentro un liquido color dell'oro.

-Questo ti aiuterà a riprenderti -

Edoardo bevve e questo gli fu utile per dare sollievo alla gola irritata.

-Grazie - fu l'unica cosa che disse Edoardo.

Un bip che indicava l'uscita dall'iperspazio fece in modo che Sebastian tornasse in cabina di pilotaggio, lasciando Violet a vegliare su Edoardo.

Il giovane Naberrie pareva scosso e la ragazza era certa che ciò non fosse dovuto soltanto alla febbre alta che lo aveva colpito.

-Mentre deliravi urlavi i nomi di Anakin e Padmé, ma anche altri due nomi, Luke e Leia. Sembravi spaventato - Violet non aveva tolto la mano dalla schiena di Edoardo.

Il ragazzo non voleva dire niente, ma non poteva mentire a Violet, sia lei che Sebastian avevano sentito quei nomi.

-Luke e Leia sono i figli di Padmé, ed è per proteggere loro che io mi sto consumando come una candela - omise ovviamente il dettaglio che il padre dei bambini fosse Vader, non voleva sconvolgere ancora di più Violet, quando fosse stato pronto avrebbe rivelato tutto, ma non in quel momento.

-Stiamo arrivando a Bogano - dichiarò Sebastian dal comlink.

-C'è la fai ad alzarti? - domandò la giovane.

Ho solo avuto la febbre, non sono ancora immobile! Avrebbe voluto rispondere Edoardo, ma si rese conto che sarebbe stata una risposta fin troppo scortese da dire.

Dopotutto Violet e Sebastian si erano presi cura di lui e forse era il momento di rispettarsi e ricambiare il gesto in qualche modo.

-Sí, tranquilla, tu inizia ad andare, io adesso arrivo - sorrise Edoardo, anche se si domandava se le gambe lo avrebbero sostenuto.

Forse intuendo quello che passava per la testa del ragazzo, Violet decise che non si sarebbe mossa di lì.

-Coraggio, vediamo se le tue gambe ti tengono in piedi, non so perché ma temo che la febbre ti abbia indebolito più di quanto voglia far credere - dichiarò la ragazza ed Edoardo non poteva certamente darle torto.

Violet lo sostenne e lo condusse fino alla cabina di pilotaggio.

-Come stai, Edo? - domandò Sebastian facendo un sorriso, quando vide l'amico in piedi, appoggiato a Violet, ma comunque sulle sue gambe.

-Meglio, anche se ho ancora i postumi della febbre - rispose Edoardo.

Sebastian accennò ancora un sorriso, mentre il giovane Naberrie osservava il pianeta che era comparso davanti a loro.

-Non conosco questo pianeta - dichiarò Edoardo.

-Perché non compare su nessuna mappa interstellare. L'impero non sa della sua esistenza, soltanto io e Cere ne conosciamo le coordinate e io le ho scoperte leggendo degli appunti che avevo trovato in un angolo dimenticato degli archivi Jedi, quando ancora l'ordine esisteva - fu la risposta di Sebastian.

Edoardo prese nota mentalmente di chiedere a Sebastian chi fosse Cere.

-Legatevi, si scende -

Il giovane Naberrie sorrise, era pronto per una nuova avventura.

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