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Ricominciamo?

Erano ormai passati due mesi dall'ultima volta che si erano visti ma le loro vite erano come ferme ancora a quel giorno: Sofia era come spenta; i corsi all'università erano iniziati e Cristina cercava in tutti i modi di tenerla impegnata ma proprio non ci riusciva: Sofia avrebbe tanto voluto che Gonzalo la cercasse ma non lo aveva mai fatto. Sapeva che era la cosa giusta ed era contenta che lui avesse accettato la sua decisione ma nonostante questo non riusciva a rassegnarsi. Ogni sera prima di dormire, riviveva tutto quello che avevano creato e ancora le sembrava di sentire le  sue labbra su di lei, ma non c'erano. Gonzalo invece si era costruito una specie di corazza: agli altri sembrava sereno e si impegnava per far si che Clelia stesse bene. Avevano saputo che avrebbero avuto un bambino e lui metteva tutto il suo impegno per assicurargli la serenità meritata. Ma non era felice. La felicità era lontana e aveva il volto di Sofia. Aveva deciso di non cercarla e rispettare la sua volontà ma di continuo pensava al suo profumo e alla sensazione che provava quando la stringeva. Aveva persino cercato di vedere qualcosa di lei in Clelia ma non aveva trovato proprio nulla. Clelia dal canto suo era cambiata: sembrava sempre assente e non era felice di portare in grembo suo figlio. Sembrava quasi che fosse un peso che la relegava in una vita che non sentiva sua. E questo a Gonzalo faceva paura perché quella che stavano vivendo era una situazione seria e non potevano permettersi di far del male al loro bambino.

"Andiamo a vedere i mobili per la cameretta del bambino"

"No non mi va, vai da solo se vuoi"

"No dai vieni con me, hai bisogno di prendere aria"

"D'accordo vado a prepararmi"

POV SOFIA

"Ti devo pregare ancora per molto per uscire?"

"No Cris, per favore non mi va"

"Solo il tempo di un gelato e torniamo. Dai è una bella giornata"

"D'accordo andiamo ma io non prendo nulla"

"L'importante è che ti distrai un pò. Non puoi andare avanti così"

"Dai andiamo, non voglio sentire altre prediche"

Si chiusero la porta alle spalle e Sofia iniziò a camminare svogliatamente seguendo Cristina che la tirava oer un braccio. Sofia si guardava passivamente intorno e in poco tempo si ritrovò in centro. Si sedette su una panchina e aspettò che Cristina tornasse con il suo gelato. All'improvviso qualcosa catturò la sua attenzione e gli occhi le si riempirono di lacrime, ancora. Gonzalo e Clelia camminavano vicini, sorridendo e guardavano passeggini, culle, vestitini da neonati. Ormai la pancia di Clelia iniziava a vedersi e da lontano sembravano felici. Già sembravano ma in realtà non lo erano. Sofia fece di tutto per fermare le lacrime e voltò la faccia dall'altra parte rispetto a Gonzalo. Sembrava essere riuscita a contenersi ma quando una mano le si poggiò sulla spalla e sentì quel profumo inebriarle il naso, le lacrime ripresero a scendere copiose.

POV HIGUAIN

Stava camminando con Clelia cercando di tirarla su di morale. Guardare quei vestitini così piccoli gli riempiva il cuore e sperava che anche lei provasse lo stesso. Dopo essere usciti dal l'ennesimo negozio, lo sguardo di Gonzalo venne catturato da una figura di spalle: quella coda, quella ragazza, lui la conosceva, era lei. Istintivamente lasciò la mano di Clelia e si recò da lei poggiandole la mano sulla spalla mentre il suo cuore batteva forte; gli era mancata così tanto.

"Ciao"

Sofia si voltò e Gonzalo poté vedere nei suoi occhi sbarrati un mare di lacrime. Continuava ad essere bellissima ma sembrava stanca. Aveva delle leggere occhiaie e sembrava dimagrita.

Non gli rispose e Gonzalo decise di continuare.

"Come stai?"

"Sto" si decise a rispondere lei. "Tu?"

"Sto" rispose lui sorridendo timidamente.

"Clelia come sta?"

"Sta bene. Abbiamo sapito che avremo un bambino"

A quelle parole una nuova lacrima scavò il viso di Sofia e Gonzalo provò ad asciugarla come faceva un tempo ma lei fermò la sua mano prima che potesse toccarle il viso.

"Faccio da sola. Comunque Congratulazioni"

"Grazie".

"Bene io ora devo andare, scusami"

"Ciao"

Sofia corse via e appena trovata Cristina le si gettò tra le braccia piangendo.

"Scusami è colpa mia. Cercherò di evitare che vi incontriate ancora, parlerò con Dries"

"Grazie per esserci sempre"

"Ora andiamo. Ho preso un chilo di gelato al cioccolato e la serata è lunga".

Nei mesi successivi, Sofia sembrava stare un pò meglio; si impegnava molto all'università e quando usciva Cristina organizzava tutto in modo che non incontrasse Gonzalo. Erano ormai passati sei mesi e Sofia pensava che di li a poco Gonzalo sarebbe diventato papà. Lo immaginava così tenero con quel fagottino tra le braccia. Un giorno si era persino recata in un negozio per bambini e aveva comprato un carillon per il piccolo senza però mai trovare il coraggio di andare a trovare Clelia per darglielo. Quando Cristina le disse che il bambino era nato, Sofia sorrise teneramente.

"Come si chiama?"

"Riccardo"

"Sembra un nome da bambino forte"

"Già. Vuoi venire a vederlo"

"No non me la sento"

"Ti capisco. Però dovresti venire. Sembra che le cose con Clelia non vadano bene"

"Non serve la mia presenza. Lo farei stare peggio. Da un bacio al bambino da parte mia.

Cristina non sbagliava. Clelia non lo voleva quel bambino. Quando glielo avevano messo tra le braccia aveva chiesto subito che lo allontanassero. Quella creaturina era per lei come una gabbia e lei vokeva essere libera.

Higuain invece era felicissimo. Quel piccolo bambino con il suo buon profumo e quelle mani così piccole lo aveva conquistato. Sapeva però che non era lo stesso per Clelia e aveva paura che lei potesse fare qualcosa di cui poi pentirsi. Non li lasciava mai soli perché lei sembrava sempre assente quando lo teneva tra le braccia: non gli aveva mai fatto una carezza né aveva mai giocato con lui. Il suo sguardo era spento mentre un bambino avrebbe dovuto riempirti la vita. Una mattina il telefono di Sofia squillò. Era presto, prima delle 5 e ancora con gli occhi chiusi, rispose.

"Pronto?"

"Sofia ho bisogno di te"

"Cos'è successo?" Chiese Sofia spalancando gli occhi.

"Vieni ti prego" rispose Gonzalo e le sembrò di sentire un singhiozzo accompagnare le sue parole.

"Arrivo".

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