Casella n. 25 - Ascoltare
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25 Dicembre.
Ascoltare. Lily era arrivata a casa Potter mano nella mano con James, un pizzico di agitazione che le intrecciava i capelli e il timore di un giudizio le alitava sul collo.
Incontrare Euphemia Potter era la cosa che più la innervosiva. La sera precedente Mary le aveva telefonato, chiedendole come si sentisse a incontrare la regina suprema dei tribunali e delle cause penali.
«Quella donna è... è... Lily dovresti ringraziare il solo fatto di poter respirare la sua stessa aria» Le aveva detto Mary, così entusiasta da far paura. «Andare a casa sua poi? Mangiare al suo stesso tavolo? Io ho perso una causa contro di lei - e lo sai che non perdo - e per poco non l'ho ringraziata per aver trascorso il suo tempo in quell'aula con la mia presenza»
Mary sapeva essere piuttosto eccessiva quando voleva, eppure non riusciva a mettere in dubbio il fatto che si fosse davvero sentita così.
Alla fine le aveva consigliato di ascoltare.
Euphemia era una donna tosta, forte, otteneva ciò che voleva e perciò quando, dopo poco il suo arrivo, aveva sperato di restare qualche minuto da sola con lei, ci era riuscita. Aveva commissionato James e Sirius - la cui conoscenza era stata così spontanea e naturale che Lily per poco non si domandò se non si fossero già incontrati - di apparecchiare la tavola e recuperare i calici di cristallo che conservavano in soffitta - era chiaramente una bugia.
«Non sarò la persona con il miglior tatto del mondo», le aveva detto mentre tagliava a fette sottili la carne del secondo. «È una qualità di mio marito piuttosto, e sono contenta che James l'abbia ereditata. Ma non è questo il punto. Lavoro come avvocato penalista da quasi quarant'anni, ho incontrato le personalità più diverse, riconosco un bugiardo dall'odore»
Lily aveva desiderato che una voragine le si aprisse sotto i piedi. Non doveva assolutamente andare così. Voleva difendersi, ma lasciò perdere quando Euphemia riprese a parlare.
«Il fatto che James non sappia dire le bugie è un ulteriore punto a mio favore», aggiunse disponendo la carne in una pirofila. «Quando Sirius si è fatto scappare della vostra presunta relazione, ho capito immediatamente che si trattava di una bugia» Disse, alzando poi lo sguardo su di lei. «Era capitata nel momento opportuno, un po' strano, non trovi?» Domandò retoricamente. «Con questo, però, non voglio insinuare che la situazione non sia mutata nel frattempo, perché vedo come vi guardate, le premure che lui ha per te e quelle che tu hai per lui. Questa mattina ha addirittura spolverato e controllato che ogni cosa fosse in ordine»
Lily si lasciò andare a un sorriso timido. Euphemia si era sciacquata le mani e poi aveva inclinato un po' la testa di lato, mentre la osservava con un'ombra di sorriso sulle labbra.
«Non so come sia nata la vostra amicizia - anche se riesco a immaginarlo -, ma sono contenta che abbia seguito un finale diverso» Disse ancora, passandole la pirofila da mettere a tavola. «James è felice, e lo sono anche io»
«La ringrazio, signora Potter» Aggiunse Lily prima di abbandonare la cucina. «Ci tengo davvero a James»
«Lo so, cara» Commentò. «E chiamami Mia, non c'è bisogno di tutte queste formalità in famiglia» Le aveva fatto anche l'occhiolino ed era tornata a occuparsi dei fornelli.
Il punto cruciale di quella giornata era stato senz'altro - dopo il terrificante, anche se non troppo, colloquio con la regina suprema - la conoscenza di zia Clarice e Caroline, cause scatenanti del panico più puro della vita di James.
James non le aveva permesso di allontanarsi, tenendola per mano e facendo in modo che lui fosse seduto tra Lily e Sirius - accanto a Lily c'era Remus, altro più uno con cui aveva facilmente legato -, e aveva cercato in tutti i modi di rendere chiara la loro relazione.
Clarice aveva inizialmente ignorato la sua presenza, attribuendola poi a Remus e Sirius, etichettandola come fidanzata di uno dei due. Solo dopo il pranzo il signor Potter aveva dichiarato quanto fosse contento della presenza della fidanzata di James, sperando che la cognata captasse quella scia di indizi lasciati lungo la strada.
Caroline era seduta accanto al padre, Lily pensò che cercasse di passare il tempo il più lontano possibile da sua madre e da James - il che fu una vera sorpresa, dal momento che credeva di incontrare la copia più giovane di Clarice.
Caroline aveva diciannove anni, un viso così giovane da risplendere nella stanza, indossava il silenzio e la riservatezza come un guscio, e difficilmente si dilungava nei discorsi se non interpellata. Indossava una gonnellina nera plissettata, gli anfibi con i lacci verdi, e un dolcevita dello stesso colore. Si tirava le maniche sulle mani, cercando in qualche modo di nascondersi dall'eccessivo entusiasmo ed esuberanza della madre.
Ma Caroline, come Lily immaginava, aveva dentro una voce bella forte e, all'ennesima insistenza di Clarice, non ebbe il timore di cacciarla e affilarla contro di lei.
«Hai per caso bevuto un po' troppo vino?» Domandò, quando Clarice aveva chiesto per la terza volta a Lily da quanto tempo fosse fidanzata con Remus.
«Scusami?» Sembrava oltraggiata. La tazza di tè che stava bevendo tremò appena sul piattino. Suo marito Alfred - silenzioso quasi quanto la figlia - si sporse in avanti, smettendo di ascoltare il fratello circa i nuovi acquisti del mercato calcistico.
«È la ragazza di James, mamma» Rispose Caroline, quasi stanca. «Te l'hanno ripetuto tre volte, si tengono per mano da quando siamo arrivati, James le gira intorno come se fosse il sole, sono schifosamente romantici - senza offesa» Si interruppe guardando i due.
«Nessun problema»
«E in più si guardano come se non esistesse altra forma di vita umana sulla faccia della terra», continuò Caroline, il viso leggermente rosso dal nervoso.
«Caro» La richiamò suo padre.
La ragazza guardò il papà e scosse la testa. «È inutile, non ascolta, fa finta di ignorare ciò che è lampante» Clarice guardava la figlia come se fosse impazzita. «Questa cosa che ti aspetti che un giorno io mi sposerò con James deve finire, mamma. Siamo cugini, c-u-g-i-n-i» Fece lo spelling piano, in modo che il messaggio venisse recepito.
Sirius trattenne una risata ed Euphemia lo cacciò dal salotto con un sorriso - era chiaro che anche lei si stesse trattenendo per sapere come sarebbe andata a finire -; James le stringeva leggermente la mano e si scambiava occhiate curiose con Remus.
«E non è il solo motivo per cui non prenderò mai in considerazione l'ipotesi, perché io non mi sposerò mai con nessun ragazzo» Dichiarò ferma Caroline. Diede uno sguardo allo zio e al padre e poi tornò a fissare Clarice. «Io sono lesbica, mamma. Sono fidanzata con Becca da due anni, e mi sono stancata di far finta che tu ignori la cosa solo perché non ti piace o non lo accetti» Si alzò e uscì in giardino sbattendo la porta sul retro.
Clarice si alzò qualche secondo dopo, poggiò la tazzina con il piattino su un tavolino lì vicino e, scusandosi, seguì la figlia in giardino.
Euphemia proibì con un solo sguardo - ora capiva perché Mary l'adorasse così tanto - al figlio e agli amici di avvicinarsi alla cucina e di origliare la conversazione privata tra madre e figlia.
James si arrese quasi subito, circondando le spalle di Lily con un braccio e lasciandole un bacio su una tempia. Mormorò qualcosa circa la fine di un tormento.
Caroline e Clarice poi ritornarono, entrarono con il viso un po' arrossato e un leggero alone nero sotto gli occhi, ma sembravano più serene. La mamma strinse la figlia più volte come a volerla rassicurare.
Sirius poi recuperò un vecchio gioco da tavolo dalla scatola in soffitta, Remus e James non si tirarono indietro, mentre Lily convinse Caroline a unirsi a loro, dichiarando di aver bisogno di un sostegno per sconfiggere tutti quei testosteroni.
Il clima divenne più morbido, soffice come una nuvola di zucchero filato, e il pomeriggio trascorse piacevolmente. Alla fine della serata lasciò casa Potter - con la promessa che sarebbe tornata presto - e James la riaccompagnò a casa.
Rimasero in macchina per qualche minuto, parlando della giornata trascorsa e del fatto che ormai James fosse definitivamente libero da quell'unione forzata che pendeva sulla sua testa.
«Senza di te non ce l'avrei fatta» Disse James accarezzando il viso di Lily con una mano.
Lei sorrise, mentre accettava lo stomaco agitarsi tanto forte quanto un'onda. «Effettivamente la mia presenza è stata una chiave di svolta non indifferente, mi dispiace solo che Caroline si sia sentita costretta a dirlo davanti a tutti, non è giusto»
«Io credo che stesse solo aspettando di raggiungere il limite, dubito le interessasse il modo e il luogo. D'altronde ora lo sappiamo tutti e sarà felice di vivere la sua vita come vuole» Rifletté James.
«Ho sempre dato per scontato l'ammissione di qualcosa», cominciò Lily girandosi meglio verso di lui. «Però in questi giorni mi sono resa conto di quante verità in realtà si celino sotto un sorriso o una calma apparente» James la osservava curioso e l'ascoltava con attenzione. «E la mia verità credo di averla detta nel tuo appartamento l'altro giorno, mentre cercavo di non saltarti addosso»
«Ho apprezzato il tentativo», commentò James con un sorriso. «Se avessi mollato tu, lo avrei sicuramente fatto anche io» Si sporse verso di lei e le lasciò un bacio sulle labbra. «Io voglio provarci, voglio davvero viverti giorno per giorno e comprarti la cioccolata calda, o venirti a prendere dopo il lavoro, o guardare qualsiasi film natalizio. Tu mi piaci Lily, davvero, e così tanto che potrei seriamente ritenerti colpevole della mia dipendenza da te» Seguì il profilo delle sue labbra con un polpastrello. «Alle volte vorrei tornare alla sera in cui ci siamo incontrati, solo per ricominciare tutto daccapo e innamorarmi di nuovo di te»
Lily gli accarezzò il viso con una mano. «Dove ti vedi tra un anno, James?»
«Esattamente dove sono ora. Con te»
S.A.❄️
Buon Natale🤍🎄
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