Capitolo 49
Ho paura.
Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato.
Sapevo che lui mi avrebbe abbandonata come hanno fatto tutti.
Lui è lì.
Di fronte a me che sta aspettando una risposta da parte mia.
Ma non riesco a dire nulla.
Come se avessi perso la voce.
Dopo qualche minuto e qualche lacrima gli rispondo.
<Va bene, ho capito. Quindi ora dovremmo dimenticarci e lasciare tutto alle spalle? Tutto quello che abbiamo passato insieme? Tutti i sorrisi? Tutti i segreti? Tutti i pianti nel nostro posto segreto? Tutte le volte che abbiamo fatto l'amore? Tutti i baci? Dobbiamo dimenticare tutto?> ho iniziato a piangere, e anche lui sembra dispiaciuto da una parte, ma dall'altra sembra che non gliene freghi un cazzo di me e di tutto quello che succederà dopo che prenderà quel fottuttisimo aereo.
<Non sto dicendo che dobbiamo dimenticare tutto. Potremo essere amici, se ti va.> è indifferente. Ma cosa gli ho fatto per meritarmi una cosa del genere?
<Ma amici di sta minchia! Lorenzo io ti amo. Non so più in che lingua dirtelo, non so perché tu mi stia trattando così. Pensavo che anche tu mi amassi, e che beh, non mi avresti mai lasciato. Ma posso capire. Vai dai tuoi genitori, ma perché provi tutta questa indifferenza nei miei confronti? È stato tutto un gioco per te?> cerco di parlare tra un singhiozzo e l'altro.
<Si.> risponde secco.
<Vattene via. Non voglio più vederti.> è tutto quello che riesco a dire sbattendolo fuori dalla mia camera.
LORENZO
Dovevo dire qualcosa per ferirla, per farla dimenticate per sempre di me.
Non è stato per niente un gioco.
Non avrei mai potuto.
La amo con tutto me stesso, ma mio padre è stato chiaro.
Non vogliono che io stia con lei.
Continuano a dire che non è la ragazza giusta per me, nonostante lei sia tutta la mia vita.
Sto andando in stazione con la mia valigia.
Aspetto sulla panchina visto che il treno per andare all'aeroporto farà un po' di ritardo.
Estraggo il cellulare dalla tasca dei miei jeans e come schermata di blocco c'è una nostra foto mentre ci baciamo nel nostro posto segreto.
Mi spunta un sorriso al ricordo, ma se ne va via subito pensando a quello che gli ho detto pochi minuti fa.
Non era mia intenzione ferirla così tanto, ma almeno sono sicuro che riuscirà a dimenticarsi di me, a differenza mia, che non ci riuscirò mai.
Il treno è arrivato e ora mi dirigo verso l'aeroporto.
Addio margherita, ti amo.
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