Capitolo 47
È mattino e il mio polso mi fa sempre più male.
È diventato molto più gonfio di ieri sera, ed è tutto viola.
Lorenzo mi ha portato la colazione a letto, e mi ha addirittura imboccato, perché secondo lui sono una bambina, la sua bambina, e si deve prendere cura di me.
Eh, quanto lo amo.
<Dai amore, andiamo all'ospedale per vedere se bisogna ingessarlo, ma penso proprio di sì.> cerca di sembrare calmo, ma riesco a percepire l'agitazione nella sua voce.
Durante il viaggio cantiamo le canzoni di Vasco Rossi, oppure mette le sue canzoni Hardcore.
Dopo mezz'ora finalmente siamo davanti all'ospedale, entriamo e raccontiamo l'accaduto al medico con cui avevamo preso un appuntamenti.
Ovviamente non gli ho detto che Francesco mi ha sbattuto contro il muro, ho semplicemente detto che sono caduta.
In verità ha detto tutto Lorenzo, non voleva farmi parlare, è come se fosse lui quello col braccio rotto.
Però se devo essere sincera adoro le sue attenzioni, dovrei rompermi il braccio più spesso.
Andiamo a fare le lastre, come previsto c'è una frattura, quindi dovrò portare il gesso per quanta giorni.
Salutiamo il dottore porgendogli la mano e ringraziandolo.
<E adesso?> mi chiede d'un tratto Lorenzo.
<Adesso cosa?> risposo perplessa.
<Come farai a farmi le seghe?> è serio, ma nonostante tutto scoppio in una risata.
Ma da dove gli vengono certe idee?
<Te le fai da solo, oppure c'è l'altra mano.> gli sorrido facendogli l'occhiolino.
Inizia a ridere anche lui, e facciamo tutto il viaggio parlando di questo argomento.
Appena varco la soglia di casa mia, arriva mia madre e inizia a farmi domande sul mio polso.
La mia risposta è sempre la stessa:
"Sto bene mamma"
Le voglio molto bene, ma così è insopportabile!
<Andiamo a farci una passeggiata?> chiedo a Lorenzo che annuisce.
<Va beh mamma, sto bene, se vedi Alessandro digli che non è successo nulla di grave, intanto noi andiamo in centro a fare una passeggiata.> sorriso alla donna della mia vita.
<Va bene tesoro, divertitevi.> ricambia il sorriso.
***
Siamo in centro, e così bello passeggiare mano nella mano con la persona che ti illumina le giornate.
Da un senso di protezione.
Un senso di "io ci sono, e tu lo sai."
<Posso farti una domanda?>
<Dimmi tutto Marghe.> è calmo, come se sapesse già cosa sto per chiedergli.
<Cosa ci trovi di bello in me? Nel senso, non sono una ragazza magrissima, con dei capelli mozzafiato, che si sa truccare benissimo, con un sedere che parla, sono come dire... Brutta, in confronto alle altre ragazze.> dico abbassando lo sguardo.
Si gira verso di me e mi tira su il mento tra l'indice e il pollice.
<Non importa se tu non ti vedo bella, se non pensi di essere come le ragazze nelle riviste. Tu sei così, e sei perfetta cosi come sei, ogni difetto, ogni pregio... E poi diciamoci la verità, è meglio vedere una che si mangia una fetta di torta al cioccolato, che una che si fa complessi per un bicchiere d'acqua. Margherita, tu non hai nulla di cui vergognarti. Io mi ritengo il ragazzo più fortunato al mondo per stare con una come te.> sta sorridendo, e ha gli occhi carichi di desiderio.
Senza aggiungere altro lo bacio.
Lo bacio davanti a tutti, ma non mi interessa, qui le uniche persone importanti siamo io e lui.
Il mondo non è nulla quando sto in sua compagnia.
Quando lo bacio tutti i miei problemi se ne vanno.
Non lo cambierei mai con nessuno.
Non so come spiegare il modo in cui mi fa sentire.
Mi fa stare bene, e questo già vuol dire tanto.
<Promettimi che inizierai ad accettarti per quello che sei.> mi dice sulla mia bocca.
<te lo prometto.> risposi sicura di me.
Mi riprese la mano e continuammo a passeggiare.
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