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Capitolo 43

Corro subito in casa, non ci posso credere, Lorenzo è qui.
È appoggiato alla porta della cucina.
È sempre bellissimo.
Con quegli occhi azzurri luminosi, che stanno da dio con quei capelli castani scompigliati.
Appena chiudo la porta alle mie spalle, si gira e mi guarda.
Ci guardiamo per qualche secondo.
Fino a quando un sorriso spunta su entrambi i volti.
<Lorenzo.> dico.
<Margherita.> risponde.
Corro subito da lui abbracciandolo forte.
Gli salto in braccio, sento anche lui che mi stringe forte.
So bene che mia madre è qui e sta assistendo a questa scena, ma non mi interessa.
Il mio mondo è qui, e lo sto abbracciando.
Dopo un paio di minuti scendo da lui, mi ero arrampicata come un koala.
<Bene ragazzi, ora potete andare in camera tua così potete stare tranquilli e parlare.> dice mia madre facendo un mezzo sorriso.
È chiaro che è imbarazzata pure lei.
<Uhm.. Va bene.> prendo Lorenzo per un braccio e andiamo in camera mia.

LORENZO
Sono seduto sul letto della mia bellissima ragazza, continua a parlami, ma non la ascolto perché mi sono perso nei suoi occhi.
Ho ancora in mente lo sguardo che ci siamo fatti quando era vicino alla porta.
Le guance rosse, il sorriso.
Se mi chiedessero in quale momento della mia vita vorrei vivere per sempre, risponderei quello.
<Mi ascolti?> margherita mi distrae dai miei pensieri.
<No, perdonami, mi ero perso a guardarti.> ammetto.
Le si addolciscono gli occhi e mi viene a cavalcioni.
Inizia a baciarmi, non un bacio dolce, un bacio pieno di desiderio, beh, la desidero anche io, ma non posso qui.
Continuo a baciarla fino a quando finiamo una sopra l'altro.
<Mi sei mancato.> mi dice con le labbra sulle mie.
<Anche tu.> rispondo sulle sue labbra.
China la testa sul mio collo e inizia a succhiare forte, ci si è messa proprio d'impegno, perché ho un segno viola sul collo.
Cazzo me lo sento già duro.
Ribalto la situazione, ora è lei sotto.
Inizio a baciarla baciarla ovunque.
Sulla fronte, sulle labbra, sulla clavicola, sul collo, sotto l'orecchio, sul naso, ovunque.
Minchia ho una fottuta voglia di scoparla.
<Sai cosa vorrei fare?> gli chiedo con una voce piena di desiderio.
<Cosa?> risponde timida.
La mia bambina.
<Vorrei levarti questi jeans, questa maglia, e ammirarti in intimo, e poi chi lo sa, anche senza.> la voglio.
<È questo quello che vuoi?>
<Cazzo, si.>
<Bene.>
Si alza da sotto di me e inizia a leverai i pantaloni e la maglietta.
Cazzo quant' è perfetta.
Viene verso di me, e giuro che mi sento esplodere.
Però a un certo punto si ferma e va a chiudere la porta a chiave.
Poi torna da ma.
Si mette sopra le mie gambe e inizia a parlami.
<Allora? Va un po' meglio?>
<No.> rispondo.
<Ah no?>
Fa scorrere la mano lungo i miei jeans e sente il mio rigonfiamento.
<Beh... Non stai messo molto bene eh?> adoro quando fa la porca.
La prendo e inizio a levarle il reggiseno e prenderle il seno tra le mani, dopo di che le sfilo le mutandine e la ammiro in tutta la sua bellezza.
Faccio scorrere la mano  lungo la parte più sensibile del suo corpo e la sento gemere.
È tutta bagnata.
<Beh, nemmeno tu sei messa bene.> dico ridendo.
Lei ricambia il sorriso e mi sfila i jeans e i boxer, intanto io mi levo la maglietta e prendo un profilattico dalla tasca del jeans.
Affondo in lei, e inizia a gemere.
Spingo avanti e in dietro e sento che sto per venire.
Due spinte dopo e sento le sue gambe irrigidirsi, la sento venire.
<Vieni per me, piccola.>
Non risponde, fa solo dei gemiti.
È venuta, e subito dopo vengo anche io.
Esco da lei e mi sdraio alla sua destra.
<Ti amo.> sussurro sfinito.
<Ti amo.> risponde lei tra un fiatone e l'altro.

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