Capitolo 40
Lorenzo
È passato un mese da quando mi sono trasferito, Margherita mi manca tanto, e so che anche io le manco. Abbiamo fatto qualche videochiamata su Skype e si vedeva che non era più la stessa, era più magra, aveva il volto pallido, e si capiva che faceva finta di sorridere. Cos'ho combinato? L'ho rovinata.
Non doveva succedere, quella ragazza la amo, quella ragazza è tutta la mia vita.
Molte ragazze qui ci provano con me, ma ormai il mio cuore appartiene solo a lei, a Margherita.
Ho iniziato a fumare, fumare canne, devo dire che un po' alleviano la mancanza, il senso di colpa e la solitudine che c'è dentro di me.
La voglio chiamare.
Prendo il cellulare e digito il suo numero sul display.
Dopo il terzo squillo risponde.
<Pronto?> ha la voce tremante, come se avesse appena finito di piangere.
<Pronto amore, sono Lorenzo, come stai?>
<Tutto bene grazie, tu?> mente.
<Tutto bene.> mento anche io.
dopo qualche secondo di silenzio riattacca il discorso.
<Mi manchi.>
<Anche tu. È per questo che stavi piangendo?> domando.
<Anche, sai, oggi a scuola mi hanno picchiata e continuano a prendermi per il culo, mi dicono che sono solo un illusa, che te ne sei trovata una migliore di me, e che devo smetterla di pensare che un giorno tornerai da me.> l'ha detto velocemente e piangendo.
Non so cosa pensare.
L'hanno picchiata?
Chi?
Chi è sto figlio di puttana?
<Amore, non dargli retta, io amo solo te, soltanto te.> cerco di sembrare più calmo possibile, ma no, proprio per niente.
Margherita sta ancora piangendo.
<Ciao Lorenzo, devo andare.>
<Ciao tesoro, chiamami quando puoi.>
<Va bene, ciao.> riattacca.
Chissà quando ci sentiremo.
Margherita
Ho appena finito di parlare con Lorenzo, mi manca, questo sì, ma ho trovato un modo per sentire di meno la sua mancanza, e la solitudine che c'è dentro di me.
La lametta.
So perfettamente che non è una cosa giusta, ma mi fa sentire meglio, è come se tutto il dolore che ho dentro uscisse.
Però ora non voglio, devo resistere.
Mi metto gli auricolari nelle orecchie e esco a farmi una passeggiata.
Ho messo la canzone 'ho fatto quello che ho potuto' di mostro.
Mi fa stare meglio.
Settimana prossima è il mio compleanno e sinceramente non ho voglia di festeggiare, 17 anni, che numero di merda, che numero sfortunato.
La mia vita fa schifo senza di lui.
Ma cosa ci posso fare?
Non è colpa sua, nemmeno colpa mia.
Ma non lo so, magari posso andarlo a trovare qualche volta, il 17 marzo fa 19 anni, ora è il 7 gennaio, e il 14 è il mio compleanno, quindi magari posso partire e andare da lui.
Non mi manderebbero mai.
In Olanda non mi manderebbero proprio per un cazzo.
È troppo poco tempo.
Nemmeno Alessandro mi accompagnerebbe.
Fratello di merda.
Devo parlare con Luna.
Da quando Lorenzo è partito lei mi è sempre stata vicino.
Magari lei partirebbe con me, andiamo col treno. Sarebbe fantastico.
Prendo il cellulare, blocco la canzone, stacco gli auricolari, digito di numero di luna e la chiamo.
Risponde dopo il primi due squilli.
<Pronto Marghe, dimmi.>
<Luna, dobbiamo partire insieme.>
...
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