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Capitolo 38

Ho deciso di rimettermi a dormire, anche perché sono molto stanca.
Dopo qualche ora mi risveglio e vedo due bellissimi occhi azzurri che mi fissano.
<Ciao Lollo.> sussurro con la voce rauca.
<Ehi.> sembra molto triste.
<È successo qualcosa?> chiedo preoccupata.
<Beh si, devo partire...> è triste.
<Per andare dove?> sono triste anche io, ma non posso darglielo a vedere, perché sennò si sentirebbe ancora più triste.
<Devo andare ad Amsterdam, mi devo, beh, trasferire. Però ti prometto che ti verrò a trovare appena posso. Non lo sapevo, te lo giuro, dobbiamo trasferirci per quel cazzone di mio padre, per il suo lavoro di merda. Cazzo Margherita, io non voglio lasciarti.> dice piangendo.
Nemmeno io voglio lasciarlo, ma non è una scelta sua.
Poi mi ha detto che tornerà?
Ma tornerà davvero?
<Ehi, ehi, non piangere, io sarò sempre con te. nel tuo cuore. Non ti lascerò mai.> ed è vero, non lo lascerò mai. Ormai lui fa parte di me.
<Tieni.> dice porgendomi una felpa.
<È mia, ma te la regalo. Vorrei che la tenessi tu, e ogni volta che hai bisogno di me, o che ti manco, indossala. Ti prego.> sta per iniziare a piangere di nuovo.
<Sarà fatto.> dico facendo finta di sorridere.
Mi bacia sulla bocca. Un bacio dolce, ma allo stesso tempo amaro. Un bacio d'amore, un bacio di tristezza, un bacio al gusto 'non ti lascio'
Mi stacco da lui, <Quando parti?> chiedo.
<Dopo domani, alle 05:00 del mattino.> risponde abbassando lo sguardo.
<Okay, allora domani passeremo una lunga giornata insieme, nel nostro posto segreto, okay?> accenno un sorriso.
<Va bene, a domani.> ricambia il sorriso e se ne va.
Dopo mezz'ora viene Alessandro tutto felice e mi dice, <Dai sorellina, alzati e torniamo a casa.> è euforico.
Io no.
Sto male.
Sono a pezzi.
Sono distrutta.
<Menomale.> faccio un sorriso finto.
Viene la dottoressa che mi toglie la flebo e mi chiede se sto un po' meglio. Annuisco e io e Alessandro ce ne andiamo.
<Tesoro mio, menomale stai bene.> mia madre viene da me abbracciandomi fortissimo.
Vorrei che ci fosse anche mio padre, ma ormai non lo vedo da tanto.
<Vado in camera mia.> dico.
Corro nella mia stanza, prendo il cellulare, gli auricolari ed inizio ad ascoltarmi "Supereroi Falliti" di LowLow e Mostro.
E mi addormento così.
Con gli auricolari nelle orecchie.
Le lacrime agli occhi.
È un ragazzo nella mente.

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