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Capitolo 32

Chiamo mia mamma e le dico che prendo una pizza, e di non preoccuparsi, ma penso che ormai ci abbia rinunciato. Una figlia come me non è facile da gestire.
<Come la vuoi la pizza?> mi chiede Lorenzo.
Eh sì, è ancora qui, con me.
<Patatine?> dico, anche se mi esce più che altro una domanda.
<Vada per le patatine, arrivo subito.> dice e poi va in pizzeria.
Ha detto che non vuole farsela portare qui perché nessuno deve sapere il nostro posto segreto.
Sembra molto affezionato, ma non mi sembra il caso di lasciarmi qui.
Va beh, cerco in tutti i modi di nascondere i tagli, si lo so che non dovrei farle ste cose ma stavo troppo male, la rottura con Francesco è stata tragica e non avevo un'amica o un amico con cui sfogarmi.
Dopo dieci minuti arriva Lorenzo con una pizza enorme in mano, sa proprio come conquistarmi.
Finiamo la pizza, e Lorenzo viene subito vicino a me, mi prende il braccio, ma lo schiaccia troppo forte e mi esce un 'Ahia' subito si preoccupa è tira su la manica della felpa.
<E questi?> ha gli occhi lucidi.
<No niente, tranquillo.> dico tirandomi giù la manica.
Lui la rialza e inizia a baciarmi ogni singolo taglio.
<Scusami se non c'ero quando avevi bisogno.> dice praticamente piangendo.
<No, Shhh, non è colpa tua, vieni qui.> dico e subito dopo lo abbraccio fortissimo.
È un ragazzo molto dolce, non voglio che sia triste per colpa mia.
<È tutto okay.> dico infine.
Mi dà un bacio veloce sulla guancia e riaccende un'altra sigaretta.
<Andiamo?> chiedo. Sinceramente mi sono rotta un po' le palle a stare qui.
<Va bene, dove vuoi andare?>
<Mhh, facciamo una passeggiata su?>
<Andiamo.> mi prende per mano.
Andiamo su, dove praticamente non c'è mai nessuno, dove puoi vedere tutto, ma dove nessuno può vedere te, un po' come gli ultimi banchi a scuola.
Questo posto si chiama 'postocastello' perché qua tanto tempo fa c'era un castello, e allora c'è rimasto il nome.
<Vorrei urlare, vorrei urlare le parole 'Margherita ti amo'.> non mi sta guardando, sta guardando dritto di fronte a lui.
<Perché dovresti gridarlo se non è così?>
<E chi te lo dice? Io ti amo, ti amo tanto.> risponde facendo un sorriso.
Non so cosa dire.
<E tu? Tu mi ami?> mi chiede guardandomi negli occhi. È improvvisamente serio.
Non lo so.
Lo amo?
No? Si?
Quanto?
<Quando sarà il momento giusto te lo dirò.> rispondo semplicemente.
<Aspetterò.> dice sorridendomi.

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