Capitolo 6. Josh's Pov
Erano le nove di sera. Mi annoiavo da morire. Per i miei gusti, avevo trascorso fin troppo tempo in quel carcere. Ogni serata era accompagnata dalla solita routine. Mi impegnavo nel mio nuovo sport: fare zapping tra quegli stupidi programmi. Ammetto che ero molto bravo, quasi, avrei potuto vincere qualche premio. A parte quello, davvero non sapevo cos'altro fare. Avevo persino finito di leggere il libro che mi aveva regalato Meg, durante una delle sue visite. Quello di sicuro lo avrei custodito come un tesoro. Non avrei mai pensato che dopo "averla fatta fuggire" senza un perché, sarebbe ritornata a farmi visita. Grazie a Dio, qualche volta, la fortuna sembra sorridere anche a me.
Uffa, se lei fosse stata lì con me, di sicuro avremmo iniziato a prenderci in giro come sempre. Avrei potuto vedere quelle sue piccole labbra imbronciate e quella minuscola rughetta che si forma in mezzo alla fronte, ogni volta che si incazza. Quanto l'adoravo!
D'un tratto la vetrata della mia stanza si aprì, aiutato anche da una leggera spinta. Eccola! Il mio desiderio si era avverato. Potevo vederla entrare nella mia camera con in mano un enorme cartone della pizza. Il suo volto era tutto rosso. Si poteva capire benissimo che aveva corso per non farsi scoprire. Aveva anche un piccolo borsone, di cui ignoravo il contenuto. Era una pazza, come si poteva non amar...non volerle bene.
Dopo aver tirato le tendine per nasconderci dagli infermieri che passavano in continuazione davanti alla mia stanza, si gettò con la sua "grazia" sul divano. Aveva bisogno di riprendere fiato. Si vedeva che era una tipa poco atletica. Ed io questo, come facevo a saperlo?
<Quanta grazia>
<< Sta' zitto e tieni questo cartone in mano. Ho capito che sei stato tre mesi in coma, ma potresti benissimo aiutare una povera fanciulla in difficoltà! >>
Era proprio bella e quando si alzò per avvicinarsi a me, il mio cuore perse il controllo.
<< Se avessi visto realmente una fanciulla in pericolo, mi sarei subito alzato. Peccato che vedo solo una nana scorbutica! >>
Ecco la sua piccola ruga, comparire sulla fronte corrugata. Era persino divertente vedere come si incazzava facilmente, ogni volta che parlavo. Di tutta risposta alla mia frase, mi arrivò in faccia una delle sue converse. Forse era una delle pochissime persone, capace di togliersele, in un paio di secondi.
Quando la minacciai di gettargliela dalla finestra, si calmò e si sedette sul bordo del letto, invitandomi a farle spazio in modo che potesse distendersi anche lei. Come avrei mai potuto rifiutare questa sua richiesta, se il corpo la desiderava fin dal momento in cui i miei occhi, erano nuovamente rientrati in contatto con i suoi, dopo tre lunghi mesi di astinenza.
< Stasera guarderemo un film > disse aprendo il borsone e tirando fuori il suo pc, tutto disegnato.
Alzai un sopracciglio per mostrare la mia incertezza per i suoi strani comportamenti, ma in realtà adoravo il fatto di avere compagnia.
Per mia grande gioia e sorpresa, quella sera scelse solo una semplice commedia. Ed era persino divertente.
Un povero padre preoccupato per le scelte bizzarre delle figlie. Avevano scelto un partner musulmano, uno ateo e uno ebreo. La quarta figlia invece, li aveva accontentati sul credo, ma non sul colore della pelle.
Ammetto che era alquanto divertente. Grazie a lei il mio morale si era risollevato. Si dice bene che le piccole cose sono quelle più vere e restano incise in ognuno di noi. Ogni cosa che faceva quella ragazza era stampato nel mio cuore. Potevo avere persino flash su altre situazioni trascorse con lei. Purtroppo, continuavano ad essere solamente isolati e confusi.
Quando il film terminò, mi accorsi che si era addormentata. Era così soffice la sua guancia che l'avrei accarezzata per tutta la vita. Ma cosa significava veramente questo termine?
Vita. Condizione propria della materia vivente che la distingue dalla materia inanimata.
La mia, quanto sarebbe durata? Rose mi aveva detto che c'erano probabilità che sarei morto oppure avrei avuto complicazioni. Forse aveva ragione. Non avrei dovuto coinvolgere altre persone, oltre alla mia famiglia. Dovevo, quindi, reprimere quei sentimenti che affioravano ogni volta che la mia pelle entrava in contatto con la sua? Sfortunatamente, sì.
<Bubble, devi andare > Purtroppo. In quel momento avrei tanto voluto dirle di restare con me.
Lo faceva sempre. Ogni volta che guardavamo un film, finiva per addormentarsi. Che buffa che era. Era lei a sceglierli, eppure, non riusciva a resistere a Morfeo.
All'improvviso la porta si spalancò, senza darle nemmeno il tempo di alzarsi dal letto.
<< Ancora tu? Che ci fai qui a quest'ora? >> Quella rompipalle di Rose era arrivata a sputare veleno su l'unica cosa bella che mi fosse capitata.
<<Lo vuoi capire che è inutile la tua presenza qui>> Solo questo sapeva fare. Era sempre stata così perfida. Chiunque mi si avvicinasse e provasse una qualsiasi forma di affetto nei miei confronti, veniva attaccato da lei.
<< Vado via solo perché ho sonno! Non perché tu continui a rompermi le palle ogni volta che metto piede in questo posto. Acida di merda! Ciao Josh, ci vediamo quando ti dimettono! >>
Che caratterino? Era riuscita ad azzittire persino la vipera che abbandonò la mia stanza, in silenzio, rivolgendomi solo uno sguardo di rammarico.
Per fortuna mancavano solamente altri tre giorni e poi sarei stato libero. Mi avrebbero finalmente lasciato tornare a casa.
"I primi raggi del sole, entrano nella mi stanza. Mi sento accaldato, eppure, l'estate ci ha lasciato da un bel po'. Sento dei rumori provenire dall'esterno, ma non capisco chi possa essere. Poi ricordo all'improvviso che la sera prima erano rimaste a dormire le ragazze. Infilo una maglietta per controllare se sia tutto ok, ma appena esco fuori, vedo lei. La ragazza che piano piano sta attirando la mia attenzione, era lì, appoggiata alle ringhiere del terrazzo. Era baciata dai raggi del sole e i suoi capelli sembravano piccoli fili dorati. Probabilmente, nell'uscire, avevo fatto rumore, perché decise di concedermi il suo sguardo. Sicuramente rimaniamo in quella posizione per un bel po' finchè non decido di avvicinarmi a lei. Anche solo il suo odore, appaga ogni mio tormento. Avrei potuto trascorrere con lei il resto della mia vita, eppure non era da tanto che la conoscevo. Forse era questa l'imprinting. Sapevo di essere legato a questa ragazza, da quando l'avevo fatta cadere al parco.
Oggi il suo sguardo è più sereno e questo fa sentire bene anche me. Non riuscivo a vedere quei piccoli bottoni grigio-azzurri persi nel vuoto. Ero desideroso di averli solo puntati su di me.
D'un tratto entriamo dentro. Ci divertiamo, persino, a preparare insieme la colazione. Nel frattempo riempio un recipiente d'acqua con l'intento di svegliare Roby. Ci eravamo alleati per fare uno scherzo alle altre due dormiglione. Questo mi dava la conferma che eravamo perfetti anche come coppia strategica.
Adesso vedo tutto nero...che succede?
Cazzo! Un altro sogno. Da quando avevo perso la memoria, avevo dei ritorni al passato sotto forma di sogni. Chissà cosa la mia mente voleva farmi ricordare. Il mio cuore batteva sempre più forte. Avrei tanto voluto dire tutto a Meg, spiegarle che il mio cuore si ricordava di lei, anche se la mia mente non riusciva a recuperare le immagini del nostro passato insieme. Sfortunatamente, la paura di perderla per sempre, si era insinuata nella mia anima, impedendomi qualsiasi gesto.
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