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Capitolo 27. Josh's pov

Eccomi di nuovo sommerso dalle tenebre. Ormai, questo posto stava diventando quasi una seconda casa, per me. Forse, questa volta, mi ci sarei dovuto soffermare per un periodo indeterminato. dopotutto, era diventato l'unico posto dopo nn ero costretto a fingermi qualcuno che non sono.
Dopo averla vista baciare un ragazzo che non ero io, ho potuto sentire il cuore infrangersi in mille pezzi. Probabilmente, anche lei si sarà sentita così nei miei confronti, una moltitudine di volte, negli ultimi mesi.

Ieri sera, inaspettatamente, ho fatto uno strano sogno. Era da molte settimane che non avevo flash back, ma questa volta, ne avevo intuito il motivo. Ero disperato, perché Meg mancava ormai da un paio di giorni e non riuscivo a trovarla da nessuna parte.Cazzo, stavolta l'avevo di sicuro persa per sempre. Così, verso le cinque del mattino, avevo provato a chiudere gli occhi e, proprio in quel frangente, eccomi rivelata l'illuminazione.

"Ero chiuso nella mia stanza dopo essere tornato dalla festa di San Valentino. Ero nervoso, ma cosa dico? Incazzato da morire. Finalmente avevo confessato ogni minimo dettaglio della mia vita a quella ragazza e lei, cosa aveva fatto? Mi aveva piantato in asso, sotto le prime gocce d'acqua che avrebbero lasciato posto ad un furioso temporale.
D'un tratto, sentii il campanello interrompere i miei chiassosi pensieri. Chi poteva essere alle due di notte? Mi auguravo solo che non fosse uno scherzo, perché non avevo l'umore giusto per affrontarli. Aprii la porta e...eccola comparire davanti ai miei occhi. Zuppa d'acqua e con la solita ruga in mezzo alla fronte. Cazzo! Non potevo abbracciarla come avrei voluto fare, mi aveva ferito, non si meritava la mia compassione.
Dopo averla invitata più volte a spiegarmi cosa cazzo era venuta a fare nel mio appartamento, eccola spiazzarmi nuovamente...Adesso ricordavo tutto! Il sapore delle sue labbra; il brivido provocatomi dal tocco delle sue braccia; il suo calore; il suo amore...e, purtroppo, anche il giorno dell'incidente. Vedevo ripercorrere ogni attimo della mia vita, ma prima di abbandonarmi completamente a quei ricordi, purtroppo, riuscii a sentire il dolore delle lacrime della mia dolce Meg, posarsi sul mio braccio".

«Si sta svegliando, vi lascio soli...sono fuori se ha bisogno di me!» quel ragazzo sembrava tenerci veramente a lei e, questo mi uccideva.

«Va bene! Ehi, ti sei svegliato finalmente...» la sua voce era tremante, come ogni volta, negli ultimi mesi.

«Sembrerebbe che ce l'abbia fatta anche questa volta. Sono proprio fortunato, non trovi?»

«Smettila! Non dovresti scherzare su queste cose...» Cazzo! Anche questa volta ero riuscito a farla preoccupare. Purtroppo, sembravo essere bravo solo a farla piangere.

«Scusami...non volevo...» No, che non era mia intenzione.

Volevo amarla con tutto me stesso. Non sopportavo più la distanza che si era creata tra di noi, ormai, era arrivato il momento di confessarle tutto...era giunto il momento di riprenderla. Infatti, proprio nel momento esatto in cui accennò di proferire parola, riuscii ad azzittirla. Avevo bisogno di aprirle il mio cuore e questa volta, dovevo farlo nel migliore dei modi.

«Senti, Meg! Adesso devo dirti una cosa e vorrei che tu non mi interrompessi. Potresti provarci?» Non rispose, accennò solo ad un sì, con il capo. «Ho provato a guardare il mondo attraverso occhi che non sono i miei e ho quasi rischiato di perderti per sempre. Ho provato a ricominciare e a guardarmi intorno, ma sinceramente non ci ho visto niente di speciale, perché la mia mente ed il mio cuore, erano già occupati. Così ho provato a convivere con te, ho cercato di inseguirti, di lasciarmi andare, perché attraverso i tuoi occhi vedo un me completamente diverso, quasi migliore. E questo mi piace. Cazzo e se mi piace! Con te non ho bisogno di fingere, posso essere me stesso e questo...questo mi fa sentire invincibile. Quindi perdonami se per tutto questo tempo sono fuggito! Io ho voluto te, sempre: la prima volta che ti ho visto; la sera che ti ho raccontato il mio passato; il giorno in cui ho trovato la tua lettera; oggi e per sempre. Sei l'unica che mi faccia stare in pace con il mondo, che mi faccia sorridere...sei tu la mia anima...Lo so' che ti ho fatta soffrire e anche tanto, però ti chiedo di ricominciare una nuova vita con me, lontano da tutto ciò che ci ha ferito in passato, anche se gran parte delle volte sono stato io la causa, ma lasciamo perdere per un attimo...lontano da quelle persone che hanno fatto di tutto per ostacolarci sia singolarmente che come coppia. Andiamo via da Chicago. Troviamoci un lavoro in una nuova città. Lontano, persino, dalla nostra infanzia, alquanto infelice; dalle nostre famiglie... Sarò io la tua famiglia e tu sarai la mia» Eccola, immobile, priva di espressione. «Ti prego dimmi qualcosa, adesso...»

Lei continuava a fissarmi, rimanendo impassibile nella sua posizione. Non sapevo se fosse più scioccata per quello che avevo detto o perché avevo appena ammesso di ricordare ogni singola cosa. Vallo a capire! Fatto sta che aveva deciso di non proferire parola. L'ansia iniziava a divorarmi. Quei pochi secondi, per me, potevano essere paragonate a delle ore. D'un tratto, decise di interrompere quel silenzio con una piccola e dolce risata.

«Hai presente il film Jerry Maguire, quello con Tom Cruise, dove lui fa un discorso strappalacrime davanti alle amiche della moglie per poterla riconquistare e lei se ne esce semplicemente con "sta zitto, mi avevi convinto già al ciao". Beh, io ho sempre desiderato poterlo dire, quindi...risparmiati tanta preoccupazione inutile. Aspettavo questo giorno da mesi, quindi sì, facciamolo. Solo io e te.»

Cazzo e quanto amavo quella ragazza!
Non potevo credere alle mie orecchie, mi aveva perdonato, nonostante tutto quello che fosse successo, in tutto questo tempo. Finalmente, il mio cammino mi aveva portato a raggiungere il prossimo step, ovvero il Paradiso, sotto la guida della mia "Beatrice".
Subito, mi si gettò al collo e mi abbracciò. Era giunto il momento in cui potevo assaporare quel calore così familiare che mi era mancato fino a farmi perdere la strada.
Guardarla negli occhi per tutto questo tempo e vedere costantemente il mio riflesso nella sua anima, mi dava di nuovo quella speranza di ricominciare.

«Grazie». Una parola e sei lettere, prima di poter baciare quelle candide labbra infuocate.

Sapevo benissimo che c'erano ancora numerose questioni da risolvere, tra cui, Andrews; il complotto che avevo scoperto di Marianne e Rosemary; eventuali miei peggioramenti...ma una cosa era certa!  Avevamo ritrovato quella felicità che c'era stata negata da sempre. Stavamo per iniziare un nuovo capitolo nella nostra vita, intitolato "NOI".

•••••••••••••••••••••••FINE••••••••••••••••••••••

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