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Capitolo 26. Meg's pov

Il giorno seguente la nonna di Andrews si era svegliata di buon'ora e aveva preparato una tipica colazione inglese. Oro per i miei occhi!
Il piatto che ci presentò era composto da due uova strapazzate, due fette di bacon tagliato a strisce, salsicce di diversa carne e sapore, pomodori e funghi grigliati. Come se non bastasse tutta questa roba, al centro del tavolo vi erano numerosi toast con sopra spalmato del burro, vari tipi di marmellata, latte, caffè, cereali, tè inglese e succo d'arancia. Chissà quante persone dovevano sedersi a quel tavolo, data la moltitudine di pietanze!? Inutile sottolineare che eravamo semplicemente noi tre.

<< Cara non sapevo cosa fosse di tuo gradimento, quindi ho deciso di mettere in tavola un po' di tutto>>

<< No, signora non si preoccupi, anzi è sin troppa roba! >>

<< Ma sai piccola americana, da noi la colazione è il pasto più importante della giornata, per questo è così completo>> aggiunse Andy accompagnando la sua frase con una fragorosa risata.

Inutile spiegarvi che mangiai ogni singola cosa. Dovevo assolutamente curarmi dalla mia ossessione per il cibo! Era tutto così buono ed inoltre, io non ero solita rifiutare i pasti. Giuro che avrei fatto una foto se ne avessi avuto l'occasione, tanto era invitante quello scenario. Purtroppo, mi ero accorta di aver dimenticato il mio telefono a casa dell'inglesino. Chissà se Josh mi aveva cercata, dopotutto, mancavo da quella "prigione" da quasi due giorni.
Non appena finimmo la full English breakfast caricammo la macchina di un vassoio di muffin e brownie preparati durante la mattinata da granny.

Il viaggio di ritorno non fu molto lungo. Dopo quell'infinità di giri che avevamo fatto, avevo perso il senso dell'orientamento.
Ci mettemmo all'incirca "X" minuti ed io, da camionista che ero stata definita, una volta arrivata afferrai le chiavi di casa e corsi davanti alla porta. Esigenze fisiologiche richiedevano la mia attenzione!
Prima di entrare però, fui afferrata per il bacino da Andrews, che mi ammonii di entrare in casa non prima di essermi tolta gli anfibi fangosi. Avevo notato che anche dalla nonna si era tolto le scarpe e le aveva lasciate davanti alla porta d'ingresso, quindi per educazione lo avevo fatto anche io. Pensavo fosse una abitudine di granny, per questo non gli avevo dato peso più del necessario. Invece, era solo sua! Semplici pippe mentali!
Dopo averlo assecondato e fatto ciò per cui ero corsa dinanzi all'ingresso, mi gettai, con la mia più candida delicatezza, sul divano. I programmi che trasmettevano in Inghilterra erano diversi da quelli che potevo guardare dal mio televisore statunitense, proprio per questo non avevo intenzione di trascorrere un'altra serata dinanzi ad esso.
Decidemmo di andare a cenare in un pub non molto lontano dal centro e di proseguire la serata in un locale abbastanza vivace e frequentato dai giovani. Ammetto che il panino fu davvero squisito, per non parlare della birra artigianale del posto. Qualcosa di unico!
Il locale, esattamente come mi aspettavo, era tutto buio, ragione per cui, ad oggi ancora non riesco a farvi una descrizione accurata (semmai un giorno farò ritorno lì, prometto di scattare qualche foto). Posso però dirvi che l'atmosfera che si respirava era simile a quella immortalata nel videoclip di Ed Sheeran in Galway girl. Piastrelle color pietra poste su tutto il pavimento, un dj posizionato in fondo alla sala, la quale aveva pareti di legno e luci che si alternavano tra il blu e il giallo su una base di color arancione. Mi piaceva e mi ci sarei potuta abituare.
D'un tratto ecco risuonare in quell'enorme stanza, le prime note di una canzone familiare.

"Let's make the most of every moment tonight, I don't know who's gonna kiss you when I'm gone...I know it'll kill me when it's over".

Chiamatelo destino, chiamatelo caso fortuito, ma quella canzone, abbinata agli occhi di quel magnifico ragazzo che stringeva i miei fianchi, mi spinsero a fare qualcosa che mai avrei immaginato di fare, almeno fino a quel momento...Inaspettatamente, lo baciai!
In un primo momento i suoi occhi si spalancarono per l'incertezza del mio gesto, ma subito dopo, la sua lingua iniziò ad intrecciarsi con la mia. Entrambe iniziarono una danza seguendo il ritmo del nostro cuore e, posso assicurarvi, che erano davvero accelerati.
Ricordo dolcemente che aveva uno strano sapore! Era la prima volta che l'alito di un ragazzo mi ricordava le amarene e questa novità mi piaceva molto. Quella sensazione di benessere mi appagava. Le sue labbra erano così morbide e il tocco delle sue mani sul mio collo, non facevano altro che fomentare il mio spirito. Ogni volta che Andy, aveva cercato di baciarmi, più per dispetto che per vera passione, il mio cuore aveva iniziato a battere più forte. Questa volta era diverso. A volerlo con tutte le sue forze era stato il mio cervello. Era lui che ordinava al mio corpo di cercare un nuovo fuoco da cui attrarre calore.

<< Che...ti è preso? >> mi chiese ancora ansimando, dopo quel lunghissimo bacio.

<< Sai, si può dire che la canzone mi abbia alquanto ispirato>>.

Il suo sorriso, i suoi occhi, i suoi lunghi capelli arruffati, tutto di lui mi piaceva. Avevo forse trovato la persona che sarebbe stata in grado di ricongiungere i cocci del mio cuore, ormai infranto sin troppe volte? Chi poteva dirlo...
La mia mente non ebbe il tempo necessario per rispondere a quella domanda, perché un forte baccano proveniente dall'esterno aveva attirato la nostra attenzione. Ironia della sorte? No...semplicemente la "storia" della mia vita.
Una moltitudine di persone si era riunita intorno a due ragazzi, intenti a picchiarsi. Uno di loro aveva preso il sopravvento sull'altro, il quale giaceva immobile a terra, sommerso di sangue. All'improvviso sentii urlare uno spettatore "colpisci quell'americano, fagli vedere la forza della colonia madre". I miei occhi si sbarrarono e il mio cuore mancò di un battito. Non avevo bisogno di conferme, sapevo che si trattava di Josh. Andrews, nel guardarmi, capì subito cosa avevo appena intuito e si proiettò su quell'energumeno che tratteneva il mio amico. Io, repentinamente, mi gettai su Josh, che aveva perso i sensi a causa dei numerosi colpi ricevuti sulla testa.
Di nuovo?!
Non poteva essere morto, il mio cuore sapeva che sarebbe andato tutto per il meglio.

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