Capitolo 22. Josh's Pov
A: Scimmione, narcisista
Da: My contact
Non sono cazzi tuoi. Faccio quello che voglio. Ciao.
Come sarebbe a dire che non sono cazzi miei? La mia donna stava per dormire chissà dove e con chissà chi ed io dovevo rimanere calmo! Era inaccettabile questa situazione. Dovevo provvedere a fare, il prima possibile, le visite di accertamento che mi erano state consigliate in ospedale. Non potevo continuare a vivere con questo timore, con una codardia che non mi era mai appartenuta. Dopotutto, avevo buone probabilità di aver superato il trauma senza aver riportato conseguenze irreparabili. Inoltre, ad essere sincero, non avevo molta fiducia di quella donna che mi era capitata come sorella, dopo la mia adozione. Iniziavo a sospettare che persino sul suo lavoro, poteva avermi mentito. Per un lungo periodo, a casa, non si sono avute più sue notizie. I miei avevano solo sentito dire che aveva deciso di specializzarsi in Europa, ma non sapemmo mai il luogo preciso.
<< Ehi, cos'è quella faccia pensierosa? >>
Aveva ragione, stavo diventando paranoico. Pensare che tutto potesse essere frutto di un suo scherzo, mi ricordava che non eravamo più die bambini e che ormai, aveva imparato a tollerare la mia presenza in quella famiglia.
Intanto, la frivolezza di Marianne mi faceva riflettere su come fossi stato fortunato a trovare una ragazza speciale come Meg, ma anche di come fossi stupido nel lasciarla andare via da me.
<< Non è niente, sono solo molto stanco! Io vado via, le consegnerò la relazione tra una settimana >>
<< No Josh, non mi puoi lasciare da sola in un posto così caotico! Dopotutto, sono pur sempre una donna indifesa...>> Nel dire quella frase, si poteva evincere quel suo fare ammaliante che, ammetto, aveva un certo ascendente su di me. << ...Perché, almeno, non mi accompagni a casa? >>
Accompagnarla? Quello sì che sarebbe stato davvero pericoloso. Inoltre, mentre parlava, continuava ad accarezzarmi il braccio, suscitandomi un certo formicolio lungo la schiena. Di sicuro, Marianne era una bellissima donna che sapeva conquistare, non solo con il suo portamento ed il suo corpo, ma anche con la sua voce.
<< Va bene, dov'è che abita? >>
Il suo volto si illuminò alla mia risposta affermativa, mentre il mio inconscio cercava di mettermi in guardia da una possibile situazione di pericolo.
Stavo decisamente diventando paranoico!
Di cosa mi stavo preoccupando? Mi trovavo in compagnia di una donna matura che sapeva esattamente come far cadere le persone ai suoi piedi; eppure, c'era qualcosa, in lei, che non mi convinceva. Ormai, era troppo tardi per potersi tirare indietro. Avevo accettato di accompagnarla a casa e così avrei fatto.
Il tragitto non fu per niente facile da sostenere. Le sue mani scivolavano dal mio braccio alle mie gambe, suo sguardo era altalenante tra i miei occhi e le mie labbra, mentre la temperatura iniziava ad aumentare a dismisura.
<< Tesoro, tutto bene? Ti vedo abbastanza agitato, non farmi preoccupare...>>
Agitato? Forse quella non era la parola più appropriata per descrivere il mio stato d'animo. L'agitazione è una sensazione soggettiva di malessere, in conseguenza di uno stato di nervosismo o di ansia. La mia poteva essere meglio definita come una reazione, di cellule viventi, agli stimoli!
Oh povero me!
Naturalmente, questa situazione non mi aveva distolto dal pensiero che quell'incosciente di Meg, stava dormendo o chissà cos'altro stava facendo, a casa di quell'imbecille di un inglesino. Con lei era tutto diverso. Ogni brivido, ogni più piccola sensazione, era qualcosa di speciale. "Acceleramento del pensiero, grande distraibilità, insonnia, diminuzione della faticabilità, aumento dell'appetito e degli stimoli sessuali", ecco come un dizionario avrebbe definito il mio affetto morboso nei suoi confronti.
D'un tratto, la frenata improvvisa del taxista, mi distolse dai miei tormenti. Eravamo giunti dinanzi ad un palazzo decisamente lussuoso, con un grande ingresso, anticipato da ampli vasi cementati al suolo.
<< Josh, mi faresti il piacere di pagare tu, devo rispondere un attimo al telefono! >>
<< Va bene...>> Quella donna era imprevedibile. Non solo ero stato costretto ad accompagnarla, ma dovevo anche pagarle il viaggio. Incredibile! Inoltre, non riuscivo a capire il perché si fosse allontanata così tanto, solo per rispondere al telefono. Dopotutto, erano pochi mesi che ero residente in Inghilterra, non potevo certo conoscere tutti gli abitanti di questa terra?!
"Va' tutto come era stato previsto! Adesso sono impegnata...sì, con il giovane americano...Non dubitare mai delle mie capacità!"
Stava parlando di me? E con chi? Questo, al momento, non aveva importanza, dovevo solo allontanarmi il prima possibile da quella donna, prima che qualsiasi cosa avrebbe potuto compromettere il mio tirocinio all'estero.
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Salve a tutti! Come vi sembra la storia? Chiedo scusa se i capitoli di Josh sono più piccoli rispetto a quelli di Meg, ma c'è una logica dietro tutto questo e...prima o poi, giuro che capirete il perché!!!
Intanto vi saluto e spero di ricevere presto una vostra opinione ❤️
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