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Capitolo 10. Josh's Pov

Ancora non riuscivo a capire da dove mi era uscito di intervenire al suo posto. Eppure sapevo esattamente cosa rispondere. Il mio cervello si ricordava queste futili informazioni ed invece, aveva rimosso quelle rilevanti. Che situazione assurda! Mettiamoci poi, anche la probabilità di essere seppellito di lì a poco ed ecco che otteniamo la mia codardia nell'affrontare lo sguardo di Meg. Mi riusciva del tutto impossibile.
I suoi occhi erano così spenti e il suo piccolo corpo era diventato ancora più esile di quanto ricordassi. Sapevo che il merito era solo mio. La stavo distruggendo piano piano. Coglione!
Da quando mi aveva lasciato quella lettera sul comodino, avevo dovuto affrontare delle giornate che avrei preferito cancellare dalla mia mente.
Merda, non potevo essere io a decidere cosa ricordare e cosa eliminare del tutto? In quest'ultimo caso, avevo un elenco abbastanza folto che non mi sarebbe dispiaciuto resettare.

Tornando al mio umore, la prima settimana di solitudine, ero stato costretto ad elargire sorrisi finti a tutti quelli che mi si avvicinavano e più di tutti, a quella ragazza insistente e appiccicosa. Mi dispiace era più forte di me. Non tolleravo Ally da quando avevo visto il suo comportamento alla festa di Halloween e non riuscivo a capire come, mia sorella e la biondina, potessero essere sue amiche.
Mi chiedevo se si potesse essere più volgari di lei, se si potesse toccare, in quel modo, il fondo? Ricordo ancora quando l'ho trovata a limonare nel bagno della confraternita con un troglodita. Non voglio neanche sapere fino a che punto si sia spinta.
Beh, io proprio non la capivo.
La seconda e la terza settimana andarono ancora peggio della precedente. Le tenebre mi assalivano sempre di più. Ogni sera, ero trascinato a numerose feste da quella squilibrata. Non mi lasciava un attimo di respiro; diceva che lo faceva per aiutarmi, per vedermi sorridere come facevo un tempo. Ad oggi, credo che lo facesse solo per fare uno sgarro a Meg. Peccato per lei non poter ritornare ad essere felice. Ciò non era possibile senza la mia piccola rompiscatole. Pensandoci bene, ancora non capivo il motivo per cui, lei e Meg, non si parlassero più, l'unica cosa che mi auguravo era solo non essere il problema di tutto. Più che altro non volevo che soffrisse più di quanto non avesse già fatto.
La quarta ed ultima settimana, prima del nostro incontro di oggi, è stata devastante, o meglio, agognante.
Non riesco ancora a capacitarmi se sono vivo, oppure sia il mio corpo a trascinarmi avanti e indietro. Le giornate sembrano durare anni e non terminare facilmente. Il mio appartamento, senza la vivacità di Meg, sembrava persino essere vuoto. Anche il cibo aveva cambiato sapore.
Soffro, soffro tantissimo. Vorrei tanto mandare a puttane tutto e fuggire via con lei. Sì, con Meg. Oggi è davanti a me e nonostante sia la personificazione della tristezza, rimane sempre la donna più bella che io abbia mai visto.
Dovevo assolutamente fare qualcosa. Dovevo interrompere quel lungo silenzio che c'era tra noi. Non potevamo stare insieme? Beh, non mi andava di perdere anche quel briciolo di amicizia che ci legava.

<< Allora... Hai ricevuto anche tu la documentazione utile per l'Inghilterra? >>

<< Si...ho letto che la destinazione sarà Oxford...>>

Anche se si trattava solo di un sussurro, per me era come se mi avesse regalato chissà quali parole. Purtroppo, quello fu il massimo che riuscì a concedermi. Sembrava non essere ancora pronta ad affrontare una vera e propria conversazione, però ero determinato a raggiungere un livello minimo di dialogo, prima di intraprendere ore e ore di viaggio nel più totale silenzio.

<< Che master dovrai conseguire? A me è stato consigliato LLM "Master of Law"...>>

<< Mmm... Mi è stato offerto di conseguire un master in giornalismo internazionale. Speriamo solo di non fare brutta figura...>>

Come poteva non eccellere? Era perfetta anche nel suo modo di parlare. Stava per intraprendere il viaggio dei suoi sogni, peccato senza la compagnia di suo nonno.
Da quando Roby mi aveva raccontato la sua storia, avevo ricordato momenti frammentati di questi dialoghi, avvenuti tra me e Meg, in un passato non del tutto chiaro. Sapevo che per lei sarebbe stato difficile affrontare un master lungo molti mesi, da sola; per questo volevo farle capire che ad ogni modo, poteva contare su di me.
Nel dire queste cose, ad essere sincero, mi sento un po' patetico. Potrei evitarmi tutte queste pippe mentali se solo me ne fregassi delle conseguenze e iniziassi una nuova storia con lei. Eppure stavo diventando ciò che avevo sempre odiato. Un ragazzo molliccio che sa solo piangersi addosso.

<< Tranquilla, non dimenticare che ci sarei sempre io nel caso ne avessi bisogno. Si tratta pur sempre di trascorrere un anno in uno Stato che non è il nostro. A proposito, dato che la partenza è prevista tra un paio di settimane e tu...abiti abbastanza lontano da qui, cosa ne dici di venire a casa nostra? Non dico subito...ma, almeno possiamo svegliarci con calma e raggiungere l'aeroporto con tutta calma..! >>

Mi fissava come se fossi un mostro. Quelle pupille grigio-azzurre sembravano non mostrare un minimo di emozione e questo, purtroppo, non mi permetteva di capire cosa stesse pensando in quel momento. Per fortuna, Roby sembrò accorgersi della mia difficoltà ed intervenne in mio aiuto. Giusto in tempo, prima di un altro mio arresto cardiaco.

<< Si, Meg! Dopotutto chissà per quanto tempo non ci vedremo. Dai, dai.... >>

<< Ok, va bene! Però penso di venire gli ultimi giorni. Tra casa mia e... >> eccola voltassi verso di me <<... non so' quale sia il male peggiore >>

Aveva paragonato il nostro rapporto a quella pseudo famiglia che si ritrovava? Allora era davvero tutto finito. Lo avevo capito. Ero rimasto a rovinare ogni cosa.

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