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23: Do grave (parte I)


    La sede dei pattugliatori era situata a due passi dal centro della Cupola. Era parte del complesso che circondava il Calcolatore Centrale, con il quale gli androidi creati per mantenere la sicurezza erano in diretto contatto. Era un edificio dall'aspetto semisferico, di piccole dimensioni. Ospitava solamente gli automi addetti agli interrogatori, mentre tutti gli altri erano per lo più sparsi per le vie dei vari Distretti.

    MEEHA ricordava di esserci stato solo una volta, da giovane: quando i suoi genitori erano stati accusati di molestie nei suoi confronti, aveva dovuto lasciare una dichiarazione in cui aveva descritto le violenze subite. Lo avevano anche sottoposto a una speciale visita medica per appurare l'entità dei danni fisici. Mai avrebbe pensato di ritornarci come accusato.

    I pattugliatori erano venuti a prenderlo alla sua abitazione. Erano almeno una decina, armati di neutralizzatori a impulsi. Così tante macchine, per un solo uomo: questo era ciò che aveva pensato quando se li era ritrovati davanti. Lo avevano costretto ad abbandonare la sua dimora e a salire su una capsula di trasporto speciale.

    Lo avevano scortato alla sede e rinchiuso nella stanza in cui si trovava. Era ampia e le pareti erano così bianche che la poca luce delle lampade, riflessa sui muri, riusciva a ferirgli gli occhi. Al centro della sala vi era una sola sedia ad antigravità, sulla quale lui si decise a sedersi solo dopo diverse pause di esitazione.

    Non aveva idea del perché si trovasse lì. Erano rare le volte in cui gli abitanti della Cupola venivano trattati come potenziali criminali, e ancor di meno erano le testimonianze di chi era riuscito a scampare a una condanna. Si diceva che i pattugliatori rinchiudevano i sospetti in una stanza bianca e spoglia, piena di luce, e li lasciavano soli con sé stessi per talmente tanto tempo che, quando finalmente l'automa di turno entrava nella camera, diventavano pronti a dire di tutto, pur di poterne uscire.

    MEEHA aveva sempre pensato che fossero fandonie un po' esagerate. Si sbagliava. Non avrebbe neanche saputo calcolare quanti scatti trascorse in quella stanza. Sapeva solamente che, più ci rimaneva, più si sentiva come un animale in gabbia, in trappola e senza vie di fuga, se non la piccola porta dalla quale era entrato e che era stata chiusa ermeticamente subito dopo.

    Il nervosismo e l'agitazione se lo stavano divorando vivo, quando finalmente quella stessa porta si aprì e un automa entrò nella camera.

    MEEHA si alzò subito in piedi: «Si può sapere che sta succedendo? Perché mi avete portato qui? Avete la minima idea di quanto io abbia dovuto aspettare? Esigo delle spiegazioni!» esplose.

    L'androide lo fissò. Il suo aspetto era uguale a quello di tutti gli altri aggeggi della sua fattura: alto almeno un metro e ottanta, capelli brizzolati, telecamere che simulavano dei meravigliosi occhi azzurri e carnagione perfetta.

    «La devo pregare di sedersi, signor MEEHA» gli disse con voce soave.

    Suo malgrado, il Glottologo ubbidì. Che altro avrebbe potuto fare? Non era nella posizione di pretendere nulla: lì dentro, lui era solo. Neanche la presenza di un automa riusciva ad alleviare l'ansia. Per forza: non erano altro che macchine. Era praticamente impossibile pensare a loro come una piacevole compagnia. Erano degli strumenti, cercava di convincersi, e gli strumenti danneggiavano il proprietario unicamente se venivano maneggiati in maniera errata.

    L'androide si piantò un attimo di fronte a lui: «Favorisca la mano destra, prego» gli chiese porgendogli la sinistra.

    L'uomo sospirò e ubbidì di nuovo.

    «Estrapolazione dati essenziali in corso.

    Estrapolazione completata.

    CID: A05-M14E00H31.

    Sesso: Maschio.

    Età: 32 gruppi primari.

    Identità: confermata.»

    «Perché sono qui?» chiese ancora, tentando di mantenere la calma, mentre ritraeva la mano.

    «Lei è qui per rispondere a un numero non prefissato di domande» gli rispose l'automa. «Conosce il signor YUNE, CID: A03-Y00U00N02?»

    «Sì» ammise MEEHA, squadrando l'androide.

    «Conosce la signora SIRAH, CID: A05-S03R19H00?»

    «Sì.»

    «Conosce il signor IAN, CID: A05-I00A00N00?»

    «Sì!» sbottò il Glottologo, spazientito. «Li conosco tutti e tre, qual è il punto?»

    L'androide non reagì al suo sfogo: «La prego di rispondere dualmente, con un sì o con un no. Potrà richiedere di aggiungere eventuali commenti al termine dell'interrogatorio» l'uomo sbuffò, mettendosi a braccia conserte. «È a conoscenza delle attività di questi individui?» proseguì la macchina.

    «Sì» ringhiò MEEHA a denti stretti.

    «Lei è a capo degli scavi archeologici della Biosfera: è esatto?»

    MEEHA ormai rispondeva per inerzia: «Sì...»

    «Lei è a conoscenza di eventuali violazioni, o ha Lei stesso deliberatamente infranto, in qualche modo, l'assioma numero 2 del Sistema, secondo il quale "a nessuno è concesso di entrare in contatto con agenti e/o ambienti estranei e/o non sterilizzati, a meno di uno speciale permesso del Calcolatore Centrale"?»

    «Sì... aspetta... cosa?» saltò sulla sedia. «Certo che no! Sono caduto e si è danneggiata la tuta isolante, se è dell'incidente della Biosfera in cui sono stato coinvolto, che si parla.»

    L'automa prese a camminargli attorno, un atteggiamento che, MEEHA lo capiva perfettamente, aveva l'unico scopo di innervosirlo ancora di più: «Le devo chiedere di nuovo di rispondere in termini duali, signor MEEHA. Ripeto la domanda: Lei è a conoscenza...»

    «No!» sbottò lui.

    «Di eventuali violazioni, o ha Lei stesso deliberatamente infranto, in qualche modo, l'assioma numero 2 del Sistema, secondo il quale "a nessuno è concesso di entrare in contatto con agenti e/o ambienti estranei e/o non sterilizzati, a meno di uno speciale permesso del Calcolatore Centrale"?» completò la macchina.

    Calò il silenzio. Il Glottologo non sapeva cosa pensare: perché si ritrovava a dover subire un simile trattamento? Che le macchine avessero scoperto quello che aveva visto nella Biosfera? No, impossibile: aveva coperto le sue tracce e nascosto per bene l'accesso alla grotta sotterranea. Solo chi sapeva dove si trovasse poteva accedervi... a meno di una situazione accidentale, come la sua. Anche se fosse stato, comunque, non era detto che quel qualcuno riuscisse a notare la comparsa e scomparsa della città fantasma.

    Allora, il motivo dell'interrogatorio era un altro?

    «No» ribadì, cercando di assumere un tono sicuro.

    «Quindi Lei nega di aver mai espresso pareri o manifestato comportamenti contrari a tale assioma: è esatto?» insistette l'androide.

    «Sì»

    «Lei non ha volutamente introdotto agenti estranei provenienti dalla Biosfera all'interno della Cupola: è esatto?»

    «Sì.»

    «Nella fattispecie, Lei non ha introdotto organismi di tipo vegetale all'interno della Cupola: è esatto?»

    Organismi vegetali?

    «Sì...» disse di nuovo, iniziando ad avvertire la stanchezza.

    L'androide continuava a girargli attorno: «Dunque Lei non ha fornito al signor YUNE organismi di tipo vegetale da custodire nella sua abitazione: è esatto?»

    «Che cosa?» MEEHA si sentì sprofondare nella sedia. «C'erano delle piante nell'abitazione di quel pazzo?»

    «Risponda in maniera duale, prego.»

    «No, no, ovvio che no! Cioè, sì: l'affermazione è esatta» replicò il Glottologo.

    «Né era a conoscenza della presenza di tali organismi all'interno dell'abitazione.»

    «Sì, esatto.»

    «Dunque nega qualsiasi volontà di esporsi al contagio batteriologico.»

    «Sì.»

    «Lei è a conoscenza della violazione della memoria del Calcolatore Centrale compiuta dal signor YUNE, su richiesta della signora SIRAH, con lo scopo di sottrarre documenti riservati?»

    MEEHA ebbe un tuffo al cuore. Non aveva certamente partecipato all'attività illegale dei due, ma, dal momento in cui SIRAH lo aveva informato e gli aveva consegnato i dati, lui era diventato un complice. Ma le macchine come erano riuscite a scoprirlo? Avevano tutti e tre prestato la massima attenzione alla riservatezza e, a giudicare da come si comportava, YUNE era uno dei migliori Programmatori in circolazione, così come lui era uno dei migliori Glottologi a disposizione del Distretto A. Forse stavano tirando a indovinare? Un elaboratore ne era capace?

    «No» mentì.


continua nella parte successiva...


|| Il Nascondiglio dell'Autrice ||

Povero MEEHA xD si ritrova nei casini

per colpa di qualcun altro...

forse.

XD

Siamo ormai quasi alla fine del primo libro!

Che ne dite? :D Troppe domande ancora?

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