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18: Sinfonie nascoste (parte II)


    «Potrebbe essere in combutta con le macchine» azzardò MEEHA. «Lui ci dà quello di cui abbiamo bisogno e noi finiamo nei guai al posto suo.»

    «Non dire assurdità» sbottò lei.

    La situazione era sempre meno chiara. Se il Calcolatore Centrale era a conoscenza della Lingua Antica e non desiderava che tale sapere fosse divulgato, perché permettere agli Storici di accedere alla Biosfera? E poi, perché i Fondatori avevano edificato la Cupola proprio attorno alle rovine? Qual era stato il loro scopo? E YUNE? Che ruolo aveva in tutto ciò? SIRAH era sicura che la testa le stesse per scoppiare.

    Le parole del Glottologo le ricordarono all'improvviso l'altro motivo per cui era venuta lì. Frugò nella tasca dei pantaloni ed estrasse il proprio palmare. Il Glottologo la guardò, perplesso, mentre lei accendeva il dispositivo e selezionava l'archivio dei documenti salvati.

    «Devo passarti questi» gli spiegò a bassa voce. «Sono le informazioni che io e YUNE siamo riusciti a ottenere dalla banca dati del Calcolatore Centrale. Ah, e c'è anche un'altra registrazione in cui ripete quello che gli dicono le voci. Pensi davvero che si esporrebbe tanto solo per ingannarci? A quale scopo, poi?»

    MEEHA recuperò il proprio palmare e lo impostò per la ricezione degli elementi: «Sinceramente, non so più cosa pensare. Non c'è nulla di sensato in tutta questa storia. Solo il fatto che le macchine non siano ancora intervenute e non lo abbiano reso un nullafacente ha del sospetto. Forse il Calcolatore Centrale gli ha offerto una specie di immunità, in cambio della nostra testa. Pensaci: ne trarrebbe tutti i vantaggi del caso.»

    «YUNE odia le macchine» replicò SIRAH, riponendo il proprio dispositivo una volta che ebbe completato il trasferimento. «Inoltre, non sapeva nulla di me o di te quando ci siamo conosciuti: come avrebbe potuto prevedere che ci saremmo interessati alla Lingua Antica?»

    «Ti dimentichi di IAN» le ricordò MEEHA. «Prima che entrasse in coma, era il favorito come capo Archeologo della Biosfera.»

    «Non avrebbe mai tradito il suo migliore amico.»

    «Non puoi esserne certa.»

    SIRAH sbuffò: «Continuiamo a girarci intorno, ma la verità è che non sappiamo nulla di niente. Nemmeno noi siamo al di sopra di ogni sospetto. Avevo bisogno di un Glottologo e guarda caso sei spuntato fuori proprio nel momento opportuno. Dal tuo punto di vista, io potrei tranquillamente essere una spia delle macchine, mandata nel Distretto A per scovare chiunque scopra qualcosa sulla Lingua Antica.»

    MEEHA la scrutò: «Infatti.»

    Lei scosse la testa: «In questo modo, non faremmo altro che danneggiarci a vicenda. Non possiamo cominciare a sospettare l'uno dell'altro. C'è un segreto che i calcolatori non vogliono che scopriamo: questa è l'unica verità che conta, adesso. Dobbiamo riuscire a mettere insieme gli indizi che abbiamo: cos'hanno in comune la Lingua Antica, le rovine e le apparizioni fantasma?»

    Tra loro calò il silenzio. Attorno, il brusio del locale di ritrovo aveva soffocato i loro discorsi, rendendoli un sussurro in un mare di voci. Nessun androide di servizio sembrava prestare loro particolare attenzione, anche se SIRAH non avrebbe mai azzardato ad abbassare la guardia. Era incredibile come molte cose fossero cambiate, da quando era arrivata nel Distretto A. Da quando aveva conosciuto YUNE. Nella periferia, nessuno aveva paura delle macchine, non c'era uomo che le temesse o disprezzasse. Lì, nel centro della Cupola, era tutto diverso.

    Riflettere, si ammonì, doveva riflettere. La Lingua Antica: un idioma più vecchio dei Fondatori, ma che, secondo le recenti rivelazioni, sembrava essere molto in uso ai loro tempi. Le rovine: anche quelle, contemporanee all'era Pre-Flagello, ma erette con un materiale la cui conoscenza e il cui uso risalivano a tempi immemori. Le apparizioni... la luce di una soluzione si accese nella sua mente.

    La sua testa era ancora appoggiata alla spalla di MEEHA, quando la alzò.

    «L'età!» esclamò.

    MEEHA, che a sua volta aveva cercato di venire a capo di quel mistero, voltò la testa per guardarla: «L'età?» ripeté, senza capire.

    «Pensaci!» lo spronò. «La Lingua Antica, le rovine e le apparizioni: sembrano tutte essere senza tempo. Secondo le fonti ufficiali, i Monoliti della Biosfera sarebbero più antichi persino dell'era dei Fondatori, ma le analisi hanno rivelato che solo alcune lo erano, mentre la maggior parte era loro contemporanea. Lo stesso si può dire delle parole recentemente scoperte: altrimenti come si spiegano i documenti scritti con quell'idioma, che YUNE è riuscito a recuperare su mia richiesta?»

    Il Glottologo sembrava interessato alla sua teoria: «E le apparizioni?»

    «Tu hai visto una città sotterranea immensa» proseguì lei. «Ma le sue strutture non erano costruite con le moderne tecnologie dei Fondatori, vero?»

    Una scintilla di stupore comparve negli occhi di MEEHA: «Vero. Erano in marmo, almeno credo. Scompariva troppo in fretta per un'analisi approfondita, ma sembrava comunque molto antica.»

    SIRAH annuì: «L'immagine che ho visto io, la figura nella registrazione, era vestita con degli strani abiti. Non sembravano affatto vestiti di fattura moderna, non avevano nulla a che vedere con i tessuti sintetici che usiamo qui.»

    «Aspetta un momento» l'uomo sembrava essere giunto alla sua stessa consapevolezza. «Aspetta un momento» ripeté, passandosi una mano davanti alla bocca, innervosito ed euforico allo stesso tempo. «Quello che ho visto sembrava reale» puntualizzò. «Cioè, era impalpabile come un'allucinazione, ma, lo potrei giurare sulla sopravvivenza della Cupola, era reale. Quando appariva mi pareva di poter toccare le pareti dei palazzi, anche se solo per poche scansioni.»

    «Perché è reale» sussurrò SIRAH.

    «Cosa vuoi dire?» la incalzò MEEHA, guardandosi attorno per assicurarsi che nessun androide stesse origliando. «Che in qualche modo c'è un altro mondo, lì fuori?»

    «Non oserei azzardare un'ipotesi del genere» replicò lei in un sussurro. «Ma pensaci bene: e se le rovine non fossero così antiche come crediamo? E se in realtà, come lo erano per i Fondatori, fossero, in effetti, nostre contemporanee? E se la Lingua Antica non fosse mai morta? Se qualcuno, da qualche parte, in un posto che normalmente non dovremmo poter percepire, la usasse ancora? E se YUNE, in qualche modo, fosse in grado di sentirlo?»

    «Ti rendi conto dell'assurdità di questa ipotesi?» le chiese lui, concitato. «Riesci a capire quello che stai dicendo?»

    «Certo» le loro voci erano diventate talmente basse che riuscivano a malapena ad ascoltarsi a vicenda. «Ma se fosse vero? Se sul serio ci fosse un'altra civiltà, nascosta da qualche parte, al sicuro sotto la Cupola? Altre persone sfuggite al Flagello, MEEHA!»

    «Ma non ha senso» il Glottologo scosse la testa. «Perché non mostrarsi? E poi dovrebbero essere qui, insieme a noi, ma invisibili. Dovrebbero possedere una tecnologia tale da...»

    «Nascondere una intera città sotterranea agli occhi nostri e delle macchine» concluse lei.

    «Di più: tale da poterli rendere irrivelabili persino all'interno della Cupola. Persino all'interno di una abitazione come quella di YUNE, dove è apparsa la tua figura. Credi sia possibile?»

    «Perché no? Insomma, la Cupola è la prova delle avanzate conoscenze che avevano i Fondatori: cosa ci fa credere che non ci fossero persone con un sapere uguale o addirittura superiore? In fin dei conti, con la giusta tecnologia, non è difficile manipolare la rifrazione della luce e modulare le onde sonore, o roba del genere» la donna tacque quando vide passare un androide vicino a loro, ma riprese a mormorare subito dopo. «E se quella tecnologia stesse cominciando a manifestare dei malfunzionamenti, si spiegherebbe perché alcune persone, come me, te e YUNE, hanno iniziato a percepirli.»

    MEEHA era sempre più su di giri: «Credi ci siano altri testimoni?»

    «Ci scommetterei la mia attività di Storica» anche SIRAH si sentiva euforica: la sua teoria spiegava ogni cosa. «Solo che hanno troppa paura per dirlo a qualcuno. Tutti quelli che hanno visto delle apparizioni sono a rischio riabilitazione psichica, se non peggio. Il Calcolatore Centrale di sicuro deve sapere di tutto questo, altrimenti perché vorrebbe osteggiare le ricerche? Ma anche così, perché non vuole che si venga a sapere? Cosa ci sarebbe di sbagliato?»

    «Non lo so» sospirò MEEHA. «Però questa è l'unica teoria che fino ad adesso sia riuscita a dare un senso a molte delle cose che prima non ne avevano» poi impallidì. «Aspetta... se davvero c'è qualcun altro, sfugge al controllo sui patogeni.»

    «Già» confermò lei. «Potrebbe essere uno dei motivi per cui il Calcolatore Centrale non vuole che si venga a sapere della loro esistenza. Siamo tutti a rischio infezioni.»

    «Peggio» mormorò lui. «Se si dovesse venire a sapere, si scatenerebbe il panico. I recenti avvenimenti, poi, non aiutano affatto: il coma di IAN e il mio incidente hanno fatto molto scalpore. Le persone inizieranno a sospettare le une delle altre e... potrebbe essere la guerra civile, SIRAH.»

    La donna sentì la paura insinuarsi dentro di lei: «MEEHA...» sussurrò. «Come si fa a sfuggire da un'esplosione, quando si è rinchiusi in una stanza senza porte né finestre?»

    Il Glottologo si passò una mano davanti al volto: «Non si può: non c'è speranza di uscirne vivi.»


|| Il Nascondiglio dell'Autrice ||

Questo capitolo mi ha rinfrancata! :D

Finalmente qualcosa che abbia un senso xD

U.U Ora partiranno le rivelazioni.

Chi non vedeva l'ora alzi la mano *alza la mano*

Chi non voleva sapere abbassi la mano *non abbassa la mano*

Chi crede che questo giochino sia idiota alzi il dito medio.

Okay xD basta. Che ne dite?

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