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02: Litania uggiosa (parte I)

    Il mondo era cambiato, dall'avvento del Flagello. Gli archivi descrivevano un pianeta pieno di vita e di bellezza, dove gli esseri viventi trovavano tutto ciò di cui avevano bisogno. Era un luogo sconfinato, in cui una singola persona avrebbe potuto perdersi. Nulla a che vedere con la realtà: al di là della Cupola, la sofisticata struttura che proteggeva dall'esterno, nessuno sarebbe potuto sopravvivere.

    Non c'era più nulla di bello, laggiù. La terra si era inaridita, se non nelle zone alluvionate, dove però regnavano le malattie. Erano diventate talmente diffuse e pericolose, che la Cupola era stata progettata per non lasciar filtrare neanche un singolo batterio.

    All'interno, l'ambiente era mantenuto così sterile che gli abitanti dovevano sottoporsi regolarmente a infezioni controllate, per rafforzare le difese immunitarie. Nonostante il meccanismo artificioso, era certamente meglio che rischiare un'esposizione alle malattie più letali, che venivano da fuori. Era una precauzione necessaria ai fini della sopravvivenza della specie.

    Nessuno sapeva cosa avesse causato l'avvento del Flagello, ma negli archivi era riportato che la popolazione mondiale, dopo la catastrofe, si era ridotta di due terzi. Da dieci miliardi e più, erano diventati tre e mezzo.

    Era anche scritto che i sopravvissuti, coloro che erano noti come Fondatori, costruirono la Cupola, nella quale si rifugiarono per proteggersi dai mali del mondo. Divisero il territorio in sette Distretti, ognuno in grado di ospitare fino a cinquecento milioni di abitanti.

    Costruirono macchine e calcolatori, il cui agire era controllato da algoritmi intelligenti, e a questi affidarono la custodia delle loro conoscenze, oltre che l'ingrato compito di gestire e accudire i superstiti.

    Con androidi e coscienze artificiali in grado di occuparsi di ogni aspetto del quotidiano, i concetti di lavoro e salario finirono presto per perdere di significato. Al loro posto nacque un nuovo ideale: gli uomini non erano nati per faticare o per gestire le risorse, ma per realizzarsi in ciò che più stimolava il loro intelletto.

    Sempre secondo gli archivi della Cupola, furono i Fondatori a creare il Sistema, un insieme di assiomi e regole dai quali non si poteva prescindere.

    Ogni individuo aveva diritto a quello che poteva essere paragonato a un reddito minimo di cittadinanza, ma senza denaro. In pratica erano garantiti per la persona i servizi in grado di far fronte ai bisogni fondamentali, come la mensa, la sanità, il supporto tecnico, eccetera.

    Per mantenere tale diritto, si doveva sottostare alle regole e impiegare il proprio tempo in almeno tre attività utili alla comunità, qualsiasi esse fossero, purché non mettessero a rischio la sopravvivenza della specie o dell'individuo.

    A nessuno era concesso di entrare in contatto con ambienti non sterilizzati, a meno di uno speciale permesso del Calcolatore Centrale, che gestiva e governava l'intero funzionamento della Cupola. Se qualcuno trovava un agente estraneo, come un animale o un fungo, doveva immediatamente segnalarlo al servizio d'igiene e trascorrere un certo periodo di tempo in quarantena.

    Gli abitanti erano tenuti a sottoporsi alle infezioni controllate almeno una volta ogni tre sottogruppi. Durante la degenza, non era possibile incontrare parenti o amici, per questioni di sicurezza. La malattia era monitorata da un androide medico in tutte le sue fasi: nel caso un paziente non fosse riuscito a sconfiggere il virus, il Calcolatore Centrale avrebbe avuto la libertà di praticare l'eutanasia senza consenso.

    A tutti era assegnato un CID, Codice Identificativo Distrettuale, che riportava il Distretto di appartenenza, la frazione dove si viveva e il codice alfanumerico individuale, dal quale derivavano il nome proprio e il numero.

    Non c'era uomo che non avesse un numero associato: la popolazione era tenuta costantemente sotto controllo. Non era chiaro perché i Fondatori, ormai morti, lo avessero deciso, ma ogni Distretto conteneva esattamente cinquecento milioni di abitanti, non uno di più, non uno di meno.

    Quando qualcuno doveva spostarsi da un Distretto all'altro per lunghi periodi di tempo, doveva scambiarsi con una persona della zona di destinazione, prendendone anche il CID. In questo modo la popolazione interna non si scostava mai dalle fatidiche nove cifre.

    Per mantenere questa caratteristica, era anche stato emanato il Veto sulla Natalità: un uomo e una donna accoppiati non potevano avere figli, se non nel caso fosse necessario sostituire dei defunti venuti a mancare di recente. Viceversa, qualora qualcuno fosse morto, sarebbero stati cercati due individui disposti alla procreazione.

    Tutto sommato, il loro poteva essere considerato un mondo facile. Non assomigliava minimamente a quello descritto nei resoconti più vecchi che era riuscita a trovare negli archivi del suo Distretto.

    Lì si parlava di cose strane, che per molti abitanti della Cupola non avevano alcun significato, come l'economia o la politica. Persino il grande dizionario digitale non era stato capace di fornirle delle definizioni esaustive riguardo a quegli argomenti.

    Le sue ricerche sulla storia precedente al Flagello erano ostacolate non solo dalla carenza di informazioni, ma anche dai divieti imposti dai Fondatori. Quando avevano consegnato tutta la loro conoscenza alle macchine, infatti, si erano assicurati che alcune parti non venissero rese di pubblico dominio.

    Ancora una volta, nessuno sapeva perché lo avessero fatto. Nonostante molti avessero tentato di violare i programmi di sicurezza del Calcolatore Centrale, anche solo per semplice curiosità, nessuno era mai riuscito a ottenere un singolo bit.

    Il sapere degli abitanti della Cupola era di gran lunga inferiore a quello dei Fondatori: sarebbe occorso molto tempo, prima che nascesse qualcuno in grado di violare le restrizioni da loro imposte.

    RALAA sospirò. Le sue ricerche erano a un punto morto. Non c'era persona che non volesse sapere cosa avesse causato il Flagello, per questo il suo impegno era considerato di grande importanza per la comunità, eppure, ogni volta che le sembrava di avvicinarsi alla verità, quella le sfuggiva.

    In coda alla fila per il Varco numero due del suo Distretto, si domandava cos'altro avrebbe potuto inventarsi, per ottenere più informazioni. Ormai erano trascorsi due gruppi secondari e sette primari, si avvicinava alla trentina: in tutto quel tempo, le sembrava di aver semplicemente ciondolato da un indizio all'altro, senza una meta.

    Si chiese da cosa fosse nato il suo interesse per la storia antica. Non riusciva neanche più a ricordare quando aveva iniziato le sue ricerche. Da bambina era sempre stata attratta dalle cronache della sua gente. Sua madre le raccontava quelle che considerava delle favole, delle leggende metropolitane.

    Le diceva che poco o nulla era vero, che probabilmente il Flagello era venuto da sé, come quando le acque delle alluvioni s'abbattevano contro la Cupola. RALAA però sapeva che i fiumi non straripavano senza un motivo: anche da bambina, capiva perfettamente che la causa delle esondazioni era la pioggia impietosa.

    La fila si accorciò: lei avanzò. Ogni volta che qualcuno completava l'accettazione, le altre persone in coda compivano alcuni passi in avanti. Era un movimento quasi meccanico: abituati com'erano a seguire l'ordine imposto dal Calcolatore Centrale, ormai avevano assunto delle movenze simili a quelle degli androidi.

    Più il tempo trascorreva, più lei rifletteva, più la fila si accorciava. Presto fu la penultima: di fronte a lei si stagliava un imponente arco a tutto sesto, alto almeno un centinaio di staffe e largo la metà. Sul concio di chiave si riusciva a leggere un'insegna luminescente di colore blu: C01-01 > A03-01.

   Indicava il luogo di partenza e quello di destinazione: dalla prima frazione del Distretto C, avrebbe preso il primo e unico Varco, che si connetteva con il Varco della terza frazione del Distretto A. Quest'ultimo ospitava il complesso del Calcolatore Centrale: non era un caso che si trovasse esattamente al centro della Cupola.

    Tutti gli altri Distretti gli gravitavano attorno, come gli apici di un esagono. A unirli c'erano le gallerie: sequenze sconfinate di volte d'acciaio che, oltre ad avere la funzione di collegamento, avevano anche quella di sorreggere e garantire stabilità alla Cupola.

    Arrivò il suo turno. Si avvicinò al piccolo banchetto d'accettazione: il suo interlocutore era un androide. Aveva fattezze maschili, tali che, se non fosse stato evidente il numero di serie sulla fronte, avrebbe giurato potesse trattarsi di una persona in carne e ossa.

    «Favorisca la mano destra, prego» le chiese, porgendo a sua volta la sinistra.

    La sua voce non era metallica o registrata, bensì soave e delicata, frutto di sofisticati algoritmi in grado di riprodurre alla perfezione tale funzione. RALAA non lo avrebbe neanche notato, se non avesse trovato, negli archivi storici, antiche riproduzioni di come i loro antenati avevano immaginato il futuro.

    C'erano molte differenze tra ciò che era stata la fantasia e quel che era la realtà.

    Posò il pugno destro tra le dita dell'androide. La macchina attese alcuni secondi, come a tranquillizzarla, poi sfiorò con il pollice il dorso della sua mano. Anche il rivestimento esterno sembrava vera epidermide. Avvertì una lievissima scossa, più un formicolio in verità, ma si trattenne dal ritrarsi.

    Vide i suoi occhi, fedele riproduzione dei bulbi oculari organici, compiere lievi scatti da un lato all'altro, durante l'elaborazione delle informazioni contenute nel microchip che aveva sottopelle.

    Che lei sapesse, le era stato impiantato immediatamente dopo la nascita: ogni persona ne aveva uno, era come un marchio, o, meglio, un documento che la descriveva. L'automa enunciò ad alta voce la lettura delle informazioni:

    «Estrapolazione dati essenziali in corso.

    Estrapolazione completata:

    CID: C05-R01L25A00.

    Sesso: Femmina.

    Età: 27 gruppi primari.

    Identità: confermata.

    Estrapolazione dati accessori in corso.

    Estrapolazione completata:

    Richiesta di trasferimento di tipo: C01>A03.

    Sostituto designato: A05-S03R21H00

    Autorizzazione: concessa.

    Benvenuta al Varco C01-01. La invitiamo ad attendere l'arrivo del suo Sostituto nella zona ricreativa. Al momento della partenza, le sarà richiesto di acconsentire allo scambio del CID. Buon viaggio.»

    Rispose con un laconico ringraziamento, voltandosi verso il grande arco. Dall'altra parte si distingueva perfettamente un ambiente luminoso. Era una specie di grande bolla, dove le persone aspettavano di essere trasferite. All'interno, venivano proposte diverse attività ricreative, per evitare la noia dell'attesa.

    Si mise in spalla la borsa da viaggio e s'incamminò. La fila che era dietro di lei si mosse, le persone compirono dei passi in avanti. Era così, la vita. Piccoli passi in avanti, lenti, ostacolati dagli imprevisti e dalle attese, ma inesorabili. Quel pensiero la risollevò: il Distretto A avrebbe saputo sicuramente fornirle le risposte che cercava.

   Passando sotto l'arco, non poté resistere all'impulso di alzare lo sguardo. Il materiale di cui era composto aveva un particolare colore bianco, con sfumature azzurre e viola, e proiettava un'ombra confortevole su chi transitava. Notò i sensori posti lungo l'intradosso: l'accesso era vietato a coloro che non possedevano l'autorizzazione al trasferimento, anche se non aveva mai sentito di eventuali trasgressori.

    Arrivò alla zona ricreativa e iniziò a guardarsi attorno. L'area brulicava di gente in attesa, chi impegnata a mangiare, chi a chiacchierare, chi a provare le attività proposte per ammazzare il tempo.

    Dalla borsa recuperò il suo palmare e, trafficando un po' con le applicazioni, visualizzò una fotografia. Si trattava di una donna, apparentemente della sua stessa età. Aveva lunghi capelli ramati, raccolti in una coda, pelle pallida e lentigginosa e un paio di occhioni verdi che, a guardarli, veniva voglia di affetto. Nell'immagine, indossava la stessa camicia che avrebbe dovuto portare al loro incontro.

    Non le servì molto per scovarla, tra la folla. Si erano date appuntamento nei pressi del dispensatore di alimenti: la trovò seduta a uno dei tavoli, a consumare un panetto di vermi pressati.

    Dopo l'avvento del Flagello, i Fondatori erano riusciti a conservare pochi semi, per la coltivazione in serra, e a salvare solo alcune specie di piccola taglia, come i conigli e i polli. Il tempo li aveva abituati ad adattarsi a ciò che la natura rendeva disponibile.

    Diversi insetti, scampati agli sconvolgimenti del pianeta, erano diventati i nuovi "animali da macello". Le macchine si occupavano anche di questo: seminavano le piante da orto scampate al disastro e si prendevano cura del "bestiame". Lo spazio dedicato alla coltivazione e l'allevamento prendeva più della metà del territorio della Cupola: solo così il Sistema riusciva a tener fede al suo primo assioma, ossia garantire cibo a sufficienza per tre miliardi e mezzo di persone.

    Probabilmente, all'esterno, esistevano tante altre specie che avrebbero potuto sostentare i sopravvissuti, ma i Fondatori ne avevano vietato l'introduzione all'interno dell'area sterile, sempre per paura delle letali malattie del mondo là fuori.

    Si avvicinò al tavolo e si sedette, sfoggiando un sorriso enorme. La sua Sostituta la salutò con un gesto energico della mano, trattenendosi dal parlare a bocca piena. Finì di masticare il boccone, lo ingoiò, posò le due posate multiuso sul piatto e le sorrise di rimando.

    «Finalmente c'incontriamo!» esclamò, alzandosi dalla sedia, per abbracciarla.

    RALAA fece lo stesso: «Ne sono felice anche io, SIRAH. Scusa il ritardo.»

    «Non ti preoccupare: mi sono organizzata prevedendo delle pause in più» si sedettero di nuovo alle rispettive sedie, l'una di fronte all'altra. «Allora... questa è la prima volta che ti scambi con qualcuno?» le venne chiesto.

    Annuì: «Sì... fino ad ora non mi erano mai interessati gli altri Distretti, ma adesso è diverso. Per continuare i miei studi storici non posso non visitare il complesso del Calcolatore Centrale, nel Distretto A. Inoltre sono molto curiosa di vedere le rovine della Biosfera.»

    La Sostituta sospirò: «La Biosfera non è così magnifica come dicono: è una porzione dell'esterno racchiusa nel Distretto. Ogni volta che la vedo, mi sembra una bolla, come quelle che si sviluppano con le malattie.»

    RALAA la scrutò, sorpresa: «Però è completamente isolata: l'accesso è limitato e controllato da forti protocolli di sicurezza.»

    «Lo so, ma anche così mi fa paura. Sarò felice di sostituirti nel Distretto C. Ne approfitterò per incontrare delle vecchie conoscenze... anche se sarà difficile abituarsi a essere chiamata RALAA.»

    Aveva ragione. Lo Scambio consisteva in una specie di sostituzione, dove una persona prendeva il posto di un'altra all'interno di un Distretto e viceversa. Nella Cupola, il controllo della popolazione era tale che, quando un abitante doveva trasferirsi, era necessario eseguire uno Scambio, per mantenere invariato il numero di abitanti dei singoli Distretti.

    Una volta confermato il trasferimento, il sistema informatico che gestiva la Cupola avrebbe cambiato il loro CID. Era da quello, che derivavano i nomi propri: lei sarebbe diventata SIRAH. Sarebbe stata un'esperienza surreale.


continua nella parte successiva...


||Il Nascondiglio dell'Autrice||

Weeee quanto tempo! ^^ Eh sì, l'università mi ha proprio sepolta viva!

Ecco la prima parte del secondo capitolo,

anche se io lo considero un po' come un capitolo 1 bis xD

Su consiglio di molti di voi, ho deciso di spezzare i capitoli a metà,

anche se così mi sembra quasi di spezzare la suspense T_T

Che ne pensate del mondo di RA... ehm, SIRAH? :D Un po' strano, vero?

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