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L'amore e altre magagne

La settimana sanremese era stata provvidenziale per il ritorno, se non ancora di fiamma, almeno dell'intesa tra Marta e Virgilio: tra le star della musica e i fiori, camminando in riva al mare e ricordando i vecchi tempi, i due insegnanti del liceo classico Leonardo Da Vinci sembravano aver trovato l'antico magnetismo che li caratterizzava.
Le colleghe si erano accorte di questo cambiamento nella Storione, tanto che, la mattina del 13 febbraio, si chiesero se De Sanctis avesse intenzione di prendere definitivamente l'iniziativa con lei per la sera di San Valentino.
In sala docenti si parlava dei programmi per la festa degli innamorati con un trasporto quasi al pari di quello degli alunni.
<< Vito e io andiamo qualche giorno in un resort in Costiera Amalfitana! >> esclamò Emma, raggiante per aver scoperto definitivamente di essere rimasta incinta di Lojacono.
<< Non dovreste andarci piano con il sesso, adesso che sei in dolce attesa? >> domandò Laura.
<< Mica staremo sempre ad accoppiarci come se non ci fosse un domani, anche perché abbiamo già dato in tutti questi mesi... >> confidò la Di Nardo.
<< Magari ci stessi io al posto tuo... Voi lo sapete, senza un uomo per le mani non ci so stare, andrei anche con Marioni se non fosse così antipatico... >> sospirò Claudia, riferendosi allo sfaticato bidello del secondo piano.
<< Madonna, che tristezza! >> la prese in giro Marta.
<< Vabbè, anche tu sei fortunata... Certo, il tuo uomo si fa certi sonni... >> ribatté la Ferrante.
<< È un uomo d'altri tempi >> lo difese l'una.
<< Giusto d'altri tempi può essere un uomo che ti porta per cinque giorni a Sanremo e non ci prova minimamente... >> replicò l'altra.
<< E dai, ragazze... L'amore prima o poi arriva per tutti... >> le calmò Emma.
<< Oppure cerca di entrare ma vuoi tenerlo fuori dalla porta... >> fece Laura, pensando a Giovanni. Ci provava in continuazione, a scacciare il pensiero del collega, ma quello ritornava prepotentemente quando lei meno se l'aspettava.
<< In che senso? >> chiese Claudia, perplessa da quell'affermazione.
<< Dicevo così per dire... Comunque domani sera Gabriele e io andiamo al ristorante napoletano come ogni anno >> decretò la Castelli, cambiando velocemente discorso.
<< Sarebbe il ristorante in cui hanno mangiato quando si sono sposati... Che romantico... >> disse la Di Nardo in tono sognante.
<< Beh, allora buona serata ad entrambe. E a noi buona fortuna, Marta. Tra me e te ne avremo bisogno... >> commentò la Ferrante rivolgendosi prima alle due donne sentimentalmente appagate, poi alla Storione. Dopodiché ognuna andò nella classe dove aveva lezione.

                                    ***

<< La Ferrante da sola alla vigilia di San Valentino, roba da non crederci! >> esclamò Aldo Marioni dalla sua postazione, rivolgendosi a Claudia, la quale si voltò e andò in direzione del bidello.
<< Tu, brutto pettegolo sfaticato che ha trovato il contratto ATA nell'Ovetto Kinder! Ma fatti una vita... >> inveì, mentre questi tornava a sghignazzare dietro il giornale.
<< Lascialo perdere... >> fece la voce di Giovanni Mastropietro alle sue spalle.
<< Giovanni! >> rispose la donna.
<< È un uomo solo, triste e dalla vita vuota. È per questo che sfotte tutti indiscriminatamente... >> replicò il collega.
<< Sei entrato quest'anno anche tu, ma sembri conoscerlo da sempre... >> osservò la docente di Storia dell'arte.
<< Semplicemente sono un buon osservatore >> spiegò quello di Matematica e Fisica.
<< È una bella cosa... >> dichiarò lei.
<< In questo momento sto osservando anche te. E vedo che l'affermazione di Marioni, anche se stupida, ti ha offesa molto... >> disse lui comprensivo.
<< Ma no, come hai detto tu è solo un'affermazione stupida... >> si schermì l'una.
<< Che però ti pesa >> puntualizzò l'altro, guardandola a lungo. La ragazza abbassò gli occhi.
<< E va bene, mi pesa. Nessuno vorrebbe restare da solo a San Valentino! Nemmeno Marioni probabilmente... >> commentò la prima.
<< Pesa anche a me. Ma penso che non ci possiamo stare a lamentare per sempre. Siamo single, ma proprio per questo abbiamo più occasioni. Il mondo è nostro! >> la motivò il secondo.
<< Già, è nostro... A proposito, cosa fai domani sera? >> domandò Claudia.
<< Nulla, e tu? >> ribatté Giovanni.
<< Nulla, sono libera >> sorrise maliziosamente la Ferrante. Era il preludio di una serata che sicuramente avrebbero passato insieme.

                                     ***

A ricreazione Paolo si avvicinò trionfante a Nina, Ivan e Samira.
<< Come mai così felice? >> esordì la Mazzanti.
<< Che domande... Indovinate che giorno è domani? >> sorrise trionfante Amato.
<< San Valentino, uno dei primi martiri cristiani durante l'Impero Romano, chissà per quale motivo insignito del titolo di "Patrono degli innamorati" >> recitò la Taheri.
I tre compagni di classe la guardarono sbigottiti.
<< Che c'è? Guardate che anche questa è cultura generale, possono chiederlo nei test d'ingresso all'università... >> specificò la ragazza.
<< Ho capito, ma così perde tutta la poesia... >> commentò Nina.
<< Sono d'accordo con Nina... Anche se alle parole, come dichiarazione d'amore preferirei un'Aria sulla quarta corda >> dichiarò Bertovicz.
<< Vabbè, perché te sei musicista... Invece io a Alice j'ho fatto 'na sorpresa... >> cominciò Paolo.
<< Ah sì? >> fece la Mazzanti, con un entusiasmo e una partecipazione che dovette raccattare per forza. Da quando il suo compagno di banco si era fidanzato con la Rigoni, a sentir sempre parlare di lei dal ragazzo era un po' stufa, quasi infastidita. Una parte di lei le suggeriva che potesse trattarsi di gelosia: era quella parte della psiche che Nietzsche chiamava Es, la parte istintiva dell'anima che suggeriva di dire e fare ciò che si voleva senza paura di essere giudicati; il superio, la parte ragionevole, le ricordava invece che era impossibile che potesse essere gelosa perché non era mai stata innamorata di Paolo.
Il San Valentino alle porte rendeva questo bivio ancora più acuito.
<< Je piace 'a fotografia, perciò 'a vojo portà a 'na mostra aa Galleria Nazionale Alberto Sordi >> decretò questi.
<< Che bello! Sei davvero molto romantico, sono convinta che lei accetterà. Tutte le donne vogliono essere comprese, specialmente per quanto riguarda le nostre passioni... >> sospirò Samira, con una nota di amarezza nella voce: Abdul aveva sempre da ridire davanti alla sua grande cultura, come se fosse una colpa.
Seguì un silenzio che Ivan cercò di spezzare, guardando Nina come per dirle qualcosa. Ma suonò la campanella di fine ricreazione, cosicché dovette rimandare.

                                   ***

All'ora successiva in I C c'era la Castelli, che in quell'occasione avrebbe letto qualche sonetto di Petrarca sia perché era nel programma delle prime liceo, sia perché il giorno dopo era San Valentino e sarebbe stata quindi una buona idea unire l'utile al dilettevole.
<< Bene, ragazzi. Sapete cosa leggeremo oggi? >> esordì la professoressa.
<< A' Divina Commedia, proffe? >> tirò ad indovinare Paolo.
<< Vedo che stai proprio attento, Amato... Lo vedi che ho il libro di Letteratura? >> sospirò Laura.
<< Lo scusi... Eravamo arrivati al Canzoniere, se non sbaglio... >> ipotizzò Samira.
<< Finalmente qualcuno che studia... Comunque siccome domani è San Valentino, oggi leggeremo uno dei sonetti del Canzoniere, che Petrarca dedicò tutti alla mia omonima Laura, di cui era innamorato... >> introdusse la professoressa, sfogliando le pagine del libro.
Il suo sguardo ricadde sul sonetto "Pace non trovo", quello che più rispecchiava il suo stato d'animo dall'inizio dell'anno a quella parte.
<< Pace non trovo, e non ho da far guerra
E temo e spero, e ardo e sono un ghiaccio
E volo sopra il cielo, e giaccio in terra
E nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio

Tal m'ha pregion, che non m'apre né serra
Che non per suo mi riten, né scioglie il laccio
E non m'ancide Amore, e non mi sferra
Non mi vuol vivo, né mi trae d'impaccio

Veggio senz'occhi, e non ho lingua e grido
E bramo di perir, e cheggio aita
E ho in odio me stesso, e amo altrui

Pascomi di dolor, piangendo rido
Egualmente mi spiace e morte e vita
In questo stato son, donna, per vui >> lesse poi, scandendo per bene il ritmo degli endecasillabi in cui erano strutturate le quartine e le terzine. Quando finì di recitare quei versi, si sentì pizzicare le guance, come se la Laura in questione fosse lei, e il mittente non fosse più Petrarca ma Giovanni, in un confondersi di personaggi ed epoche che, a ridosso del San Valentino, non era proprio una buona idea.
Chiuse il libro di scatto, nervosa.
<< Ma è già finito? >> fece Nina.
<< Sì, Mazzanti. Alla fine sono solo due quartine e due terzine >> rispose la Castelli.
<< Peccato, era bellissimo... >> protestò la ragazza.
<< Era dimostrativo. Magari ne leggeremo altri nei prossimi giorni, ma adesso facciamo la parafrasi... >> ribatté la docente, cominciando a spiegare i versi appena letti.
<< Psss... Nina! >> bisbigliò Ivan, richiamando l'attenzione di quest'ultima.
<< Che c'è? >> domandò Nina, anche lei a bassa voce.
<< Domani pomeriggio sul tardi alla Sapienza, nella Gipsoteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, c'è un concerto d'archi... Ti andrebbe di venirci con me? >> propose lui.
Lei ci pensò su un attimo. Pensò alla romantica mostra di Paolo e Nina, dopodiché non ebbe dubbi sulla risposta.
<< Con molto piacere! >> confermò sorridendo e girandosi verso il giovane musicista.

                                      ***

Anche Irene si aspettava qualcosa per San Valentino da parte di Bilal, perché era tanto tempo che abitava in Italia e il ristorante di famiglia era sempre stata una location ideale per passare una serata degli innamorati un po' esotica; per di più nella vita del maggiore dei Taheri era entrata lei, e come se non bastasse erano giorni che il suo atteggiamento le pareva strano: lo vedeva fare su e giù, perennemente impegnato.
<< Secondo te cosa starà facendo? >> domandò ad Alice, un giorno in cui stavano studiando a casa della Rigoni. Dalla finestra della camera della ragazza si vedeva il palazzo di fronte, al cui pianoterra c'era il ristorante dei Taheri.
<< Vai da lui e chiediglielo >> rispose tranquillamente Alice.
<< Ma se c'entrassi io in tutti questi suoi movimenti? Se rovinassi un'eventuale sorpresa che lui mi sta preparando? >> insistette la Bussolati.
<< Se ne sei sicura perché hai tutti questi dubbi? >> la fece ragionare la Rigoni.
<< E me lo chiedi anche, Ali? Insomma, io nemmeno avrei mai immaginato che potessimo metterci insieme, visto che ha una promessa sposa in Pakistan... È una cosa talmente bella che non mi sento neanche di meritarmela, e tu lo sai come mi sento quando mi accorgo di non meritare le cose... >> motivò l'una.
<< Come faccio a scordarmelo? Era l'anno scorso, ti eri lasciata con Tiziano Bini del III B e minacciavi di buttarti dalla terrazza del Da Vinci! >> rimarcò l'altra, avendo bene in mente le tendenze suicide della sua migliore amica.
<< Non me lo ricordare... Però con Bilal è diverso. So bene che non durerà per sempre, che lui un giorno se ne andrà. Ma un giorno, chissà tra quanti anni. Non domani. Non tra qualche mese. San Valentino e la maturità le passerà con me... >> si convinse la prima.
<< E allora spero che tu sia felice. Ne hai proprio bisogno... >> le augurò la seconda, forse parlando più a sé stessa. Paolo l'aveva invitata a casa sua, e probabilmente le avrebbe chiesto di fare l'amore; lei non vedeva l'ora che arrivasse la sua prima volta, ma l'aveva sempre immaginata con un'altra persona, e quella persona era Marco.

                                      ***

Il giorno successivo Marta venne a scuola con l'umore sotto terra: non si era sentita bene, ma era come se il malessere che la attanagliava non fosse fisico, bensì morale in quanto Virgilio non si fosse ancora fatto avanti per San Valentino, non le avesse proposto niente, nemmeno una cena, un aperitivo o anche solo una passeggiata.
Stava andando a prendere il registro di classe, quando una voce la sorprese.
<< Marta! >> era Enrico.
<< Buongiorno, Enrico... >> rispose la donna, in tono stanco e affaticato.
<< Ma va tutto bene? Hai una faccia... >> osservò l'uomo.
<< Mi sono truccata, cercando di nascondere ogni traccia... >> si giustificò lei.
<< Ti si legge tutto in faccia, come diciotto anni fa... >> decretò lui.
<< Questa operazione nostalgia non è che mi migliori la giornata >> sospirò l'una.
<< In che senso? Virgilio ti ha fatto penare? >> la incalzò l'altro.
<< Lo preferirei >> commentò la prima.
<< Non ti seguo >> controbatte il secondo.
<< Non mi ha invitata a nessuna iniziativa per San Valentino. Sai, dopo Sanremo mi ero creata delle aspettative... >> spiegò la docente di Scienze della terra.
<< Quello dorme, e per di più non ha fantasia. Portarti al festival come quando eravate giovani, che mancanza di originalità... >> sentenziò quello di Matematica e Fisica.
<< Ma a me era piaciuto! >> replicò Marta.
<< Lo so. Perché tu sei romantica, lo sei sempre stata. E allora noi sai che facciamo? Ce ne andiamo ad Anzio, a mangiare i tonnarelli allo scoglio! >> esclamò Enrico.
<< I tonnarelli allo scoglio a San Valentino? Non è mica Ferragosto... >> obiettò sorridendo la Storione.
<< Appunto... Con tutti i Baci Perugina, il cinese, il sushi... Noi facciamo la differenza! >> scherzò Piani.
La professoressa sorrise: forse aveva atteso troppo i comodi di Virgilio; forse aveva sbagliato tutto, scegliendo lui. Avrebbe fatto un sonnellino per rigenerarsi, e insieme ad Enrico avrebbe passato una meravigliosa serata, in cui per De Sanctis non ci sarebbe stato spazio.

                                     ***

Anche Serena e Marco si accingevano a passare la serata insieme: proprio quella sera non sarebbe stata di turno al Mulino Scarlatto apposta per passare il San Valentino insieme al ragazzo che amava.
<< Che ne dici di andare a passeggiare sul lungotevere? >> propose lui. Ancora non avevano deciso la destinazione.
<< Sul lungotevere? Ma che tristezza, dai... Fa molto "idea dell'ultimo minuto"... >> protestò lei.
<< Cosa suggerisci allora? >> domandò Bilello leggermente scocciato.
<< C'è una festa a tema molto carina al Bosco delle Fate a Marino, perché non andiamo lì? >> decise la Vismara.
<< Non lo conosco >> ammise il ragazzo.
<< È un luogo ad ambientazione fantasy bellissimo. C'è molta atmosfera, penso che sarà perfetto per noi due! >> decretò la giovane, battendo le mani soddisfatta.
Marco pensò che sicuramente Alice, al posto di Serena, sarebbe stata ben contenta di andare a passare il San Valentino sul lungotevere; il flash della sua Reflex avrebbe crepitato in continuazione, riempiendo il cuore del giovane Bilello.

                                      ***

Le prime note della canzone "La sera dei miracoli" di Lucio Dalla venne trasmessa dall'emittente radio RDS come a fare da colonna sonora alle serate degli alunni e dei professori del liceo Da Vinci:

È la sera dei miracoli, fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Con la bocca fa a pezzi una canzone

Paolo veniva a suonare sotto casa di Alice, portandola a cena nel ristorante dei Taheri: era un appuntamento molto semplice, ma siccome era il primo, per loro era speciale. La ragazza temeva che Amato avrebbe preteso qualcosa di più da lei, la quale invece non era pronta: ma siccome questi era veramente innamorato della Rigoni, aveva deciso di aspettarla e rispettarla.

È la sera dei cani che parlano tra di loro
Della luna che sta per cadere
E la gente corre nelle piazze per andare a vedere

Poche ore prima dell'appuntamento con Enrico per andare ad Anzio, Marta aveva ricevuto un messaggio su WhatsApp da Virgilio per andare insieme ai Musei Capitolini; solo che verso le tre aveva capito la fonte del malessere che la perseguitava da quella mattina, e perciò avrebbe rinunciato sia ai tonnarelli allo scoglio che alle mostre di quadri per passare la sera di San Valentino sotto le coperte con trentanove di febbre.
Entrambi i suoi spasimanti - che rimanevano tali anche diciotto anni dopo - sarebbero rimasti a bocca asciutta.

Questa sera così dolce che si potrebbe bere
Da passare in centomila in uno stadio

Laura e Gabriele erano andati, come ogni anno, nel ristorante napoletano dove avevano organizzato il loro pranzo nuziale; la Castelli confidava in quella rinnovata "operazione nostalgia" per ritrovare un po' di quella passione nei confronti del marito che sembrava avere perso. Ma due tavoli più in là riconobbe il volto di Giovanni Mastropietro, stavolta non da solo: era in compagnia di Claudia Ferrante, che individuandolo senza una donna, non aveva perso tempo e si era fiondata immediatamente su di lui. Quella visione le tolse parzialmente l'appetito.

Una sera così strana e profonda che lo dice anche la radio
Anzi la manda inonda
Tanto nera da sporcare le lenzuola

I desideri di Irene si erano avverati, e mentre l'intera famiglia Taheri era al ristorante, Bilal le aveva dato appuntamento nella casa vuota, creando un'atmosfera bellissima per rendere la prima volta della Bussolati speciale e indimenticabile.
Quest'ultima non ebbe paura di donarsi a lui completamente; il giovane non era più vergine da qualche anno ma non glielo fece pesare. E quando scivolò dentro di lei, Irene non fece troppo caso al dolore: era felice, finalmente. Pensò che quello fosse il momento più bello della sua vita fino ad allora.

È l'ora dei miracoli che mi confonde
Mi sembra di sentire il rumore di una nave sulle onde

Il Bosco delle Fate a Marino era bellissimo, tutto addobbato per San Valentino; Serena era al settimo cielo per aver avuto un'idea così geniale a poche ore dalla ricorrenza; Marco invece, in mezzo ad elfi e fate ci si sentiva proprio come un pesce fuor d'acqua: da qualche parte, nella sua testa, sentiva lo sciabordio delle onde che la corrente di metà febbraio creava sul Tevere, e il suono della Reflex di Alice, immaginandosi insieme a lei nell'unico posto dove avrebbe voluto trovarsi in quel momento.

E in mezzo a questo mare
Cercherò di capire quale stella sei
Perché mi perderei
Se dovessi capire che stanotte non ci sei

Fuori al balcone del loro appartamento, Emma e Vito guardavano le stelle: poiché lei era incinta, avevano deciso di non fare sforzi eccessivi, sebbene la gravidanza fosse all'inizio.
Così erano rimasti a casa, avevano mangiato leggero e poi si erano messi lì ad additare comete e costellazioni, pensando che ognuna di esse potesse essere un potenziale nome per il bambino o la bambina in arrivo.

È la notte dei miracoli, fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Ha scritto una canzone

Il concerto d'archi alla Gipsoteca della Facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza era stata l'idea più romantica che Ivan potesse avere; Nina non si era sentita così tranquilla e senza pressioni da quando era cominciato l'esperimento sociale del preside Urbani, perché sapeva che Bertovicz lottava per un sogno esattamente come lei: non c'era niente di più bello di avere accanto una persona con cui avere dei lati del carattere in comune.

Lontano una luce diventa sempre più grande
Nella notte che sta per finire
E la nave che fa ritorno
Per portarci a dormire

La notte degli innamorati era passata per tutti: c'era chi ne era uscito soddisfatto, chi deluso e chi si trovava nel limbo, a desiderare solo di prendere una decisione, prima di scivolare nel sonno.

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