TUTEKSI
Come ho promesso ad Alice, l'ho presa con me su Marte, quando ci sono andato per una conferenza.
Il viaggio è stato senza intoppi. Veramente, io non sopporto molto bene l'assenza di gravità e per questo ho deciso di non alzarmi dal sedile, ma mia figlia fluttuava per la navicella e una volta ho dovuto abbassarla dal soffitto della cabina di pilotaggio, perché voleva schiacciare il pulsante rosso, ovvero - sul pulsante di frenata immediata. Ma i piloti non si sono arrabbiati molto.
Su Marte abbiamo esplorato una città, andati coi turisti nel deserto e stati nelle Grandi caverne. Ma dopo ciò non potevo più stare con Alice, e l'ho mandata per una settimana in un collegio. Su Marte lavorano molti nostri specialisti e i marziani ci hanno aiutato a costruire una vera e propria cittadina per bambini.Lì si sta bene: vi crescono dei veri alberi terrestri. A volte i bimbi vanno a fare delle gite. Allora si mettono delle piccole tute spaziali e escono uno dopo l'altro fuori.
Tatiana Petrovna - così si chiama la maestra - mi ha detto che non devo preoccuparmi. Anche Alice mi ha detto di non preoccuparsi. E ci siamo lasciati per una settimana.
Il terzo giorno Alice è scomparsa.
Era qualcosa di completamente eccezionale. Iniziando dal fatto che in tutta la storia del collegio nessuno scompariva o si perdeva per più di dieci minuti. Su Marte nella città era impossibile perdersi. Per di più a un bambino terrestre, che indossa una tuta spaziale. Appena un marziano l'avrebbe incontrata sarebbe stata riportata qui. E i robot? E il Servizio di sicurezza? Su Marte perdersi è impossibile.
Ma Alice si è persa.
Mancava da più di due ore, quando mi hanno chiamato, mentre stavo facendo una conferenza e con un fuoristrada-saltante marziano mi hanno portato nel collegio. Credo che in quel momento ero sconcertato, perché, appena sono apparso sotto la cupola, tutti i presenti si sono zittiti, con un volto disperato e compassionevole.
C'era un sacco di gente: Tutti i maestri e i robot del collegio, dieci marziani in tute spaziali (devono mettere le tute spaziali, quando si trovano sotto la cupola, nell'aria terrestre), cosmonauti, il comandate della Guardia Civile Nazaran, archeologi...
Scopro che la stazione televisiva della città è da un'ora che ogni tre minuti comunicava che è scomparsa una bambina dal pianeta Terra. Tutti i videofoni di Marte lampeggiavano con segnali di allarme. Nelle scuole marziane si sono interrotte le lezioni e gli alunni, divisi in gruppi, cercavano nella città e nelle vicinanze.
Si sono accorti della scomparsa di Alice dopo che la sua classe è tornata da una passeggiata. Da allora sono passate due ore. L'ossigeno nella tuta bastava per tre ore.
Io, conoscendo mia figlia, ho chiesto,se hanno cercato in posti appartati nel collegio o nelle vicinanze. Forse, ha trovato un bogomol marziano e lo sta osservando...
Mi hanno risposto che nella città non ci sono seminterrati e che tutti i posti appartati sono stati controllati dagli scolari e dagli studenti dell'università marziana, che conoscono questi posti come le proprie tasche.
Mi sono arrabbiato con Alice. Certamente, ora con una faccia innocua spunterà dall'angolo. Ma il suo comportamento ha causato in città più danni che una tempesta di sabbia. Tutti i marziani e tutti i terrestri, che vivono nella città, sono stati interrotti, tutta la Guardia civile è in allerta. Poi io sono terribilmente preoccupato. Questa sua avventura poteva finire male.
Per tutto il tempo venivano delle comunicazioni dai gruppi di ricerca: <<Gli studenti della seconda scuola sportiva marziana hanno controllato lo stadio. Alice non c'è.>>, <<La fabbrica dei dolci marziani comunica che non è stato trovato nessun bambino sul suo territorio.>>
"Forse, è riuscita veramente ad andare nel deserto?" pensavo. "Nella città l'avrebbero già trovata. Ma nel deserto... I deserti marziani non sono ancora stati esplorati e ci si potrebbe perdere così, che neanche fra dieci anni ti troveranno. Ma i territori più vicini del deserto sono stati setacciati sui fuoristrada-saltanti...>>
- Trovata! - urla all'improvviso un marziano in un chitone blu, guardando in una televisione da tasca.
- Dove? Come? Dove? - si sono preoccupati tutti i presenti sotto la cupola.
- Nel deserto. Duecento chilometri da qui.
- Duecento?!
"Certo" pensavo "Non conoscono Alice. Da lei questo ce se lo poteva aspettare."
- La bimba sta bene e fra poco sarà qui.
- Come ci sarà andata a finire?
- Col trasporto postale.
- Certamente! - disse Tatiana Petrovna e si mise a piangere. Si preoccupava più di tutti. Tutti sono andati a consolarla.
- Siamo passati vicino all'ufficio postale dove si riempivano automaticamente i razzi di trasporto postale. Ma non ci ho fatto caso. Poiché li vedi cento volte al giorno!
Quando dopo dieci minuti un astronauta marziano ha fatto entrare Alice, tutto è diventato chiaro.
- Ci sono entrata, per prendere una lettera, - disse Alice.
- Quale lettera?
- Ma tu, papà, hai detto, che mamma ci avrebbe scritto una lettera. È per questo che ho controllato nel razzo, per prendere la lettera.
- Sei entrata dentro?
- Certamente. La porticina era aperta e vi erano molte lettere.
- E poi?
- Appena ci sono entrata, la porta si è chiusa e il razzo è decollato. Ho iniziato a cercare un tasto, per fermarla. Ci sono molti tasti. Quando ho premuto l'ultimo, il razzo è atterrato e poi la porta si è aperta. Sono uscita e fuori c'era sabbia e non c'è né la signora Tatiana né i miei compagni.
- Ha premuto il tasto dell'atterraggio immediato! - con sorpresa nella voce disse il marziano col chitone blu.
- Ho pianto per un po', poi ho deciso di tornare a casa.
- E come hai saputo dove dovevi andare?
- Mi sono arrampicata su una collinetta, per vedere da là. E nella collinetta c'era una porticina. Dalla collinetta non si vedeva niente. Allora sono entrata nella stanzetta e mi sono seduta.
- Quale porticina? - si è sorpreso il marziano. - In quei posti c'è solo il deserto.
- No, c'era una porticina e una stanza. E nella stanza sta una grande pietra. Come una piramide egizia. Però più piccola. Ricordi, papà, mi leggevi il libro sulla piramide egizia?
- I Tuteksi! - urlarono.
- Dove hanno trovato la bambina? Coordinate!
E metà dei presenti sono stati portati via dal vento.
E Tatiana Petrovna, che si mise a dare da mangiare ad Alice, mi raccontò che milioni di migliaia anni fa su Marte è vissuta la misteriosa civiltà dei Tuteksi. Ha lasciato solo piramidi di pietra. Fino ad oggi né i marziani, né archeologi dalla Terra non riuscirono a trovare nessun monumento dei Tuteksi - solo piccole piramidi, sparpagliate per il deserto e ricoperte di sabbia. Ed ecco che Alice, casualmente, trova un monumento dei Tuteksi.
- Vedi, sei stata di nuovo fortunata. - ho detto io. - Ma comunque ti porto subito a casa. La puoi perderti quanto ti pare. Senza tuta spaziale.
- Anche a me piace di più perdermi a casa- disse Alice.
... Dopo due mesi ho letto sul giornale " Intorno al mondo" un articolo che si chiamava "Ecco come erano i Tuteksi". Si parlava, che nel deserto marziano ce l'hanno finalmente fatta a trovare delle importantissime sculture della cultura dei Tuteksi. Ora gli scienziati stanno decifrando le iscrizioni trovate nella stanza. Ma la cosa più interessante - sulla piccola piramide è stato trovato un ritratto di uno dei Tuteksi. E qui vi era una foto della piramide col disegno di uno dei Tuteksi.
Il ritratto mi è sembrato familiare. E ho avuto un gran sospetto.
- Alice,- ho detto rigorosamente, - dimmi la verità, non hai disegnato niente sulla piccola piramide, quando ti sei persa nel deserto?
Prima di rispondere, Alice si è avvicinata a me e ha guardato attentamente l'immagine sul giornale.
- Giusto. L'hai disegnato tu, papino. Solo che io non ho disegnato, ma ho inciso con un sassolino. Mi stavo annoiando troppo...
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