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BRONTY

Da noi, allo zoo di Mosca, hanno portato un uovo di brontosauro. Lo hanno trovato dei turisti cileni in una frana sul fiume Yenisej. L'uovo era quasi rotondo e si è mantenuto perfettamente nel permafrost. Quando i specialisti hanno iniziato a studiarlo, hanno scoperto che l'uovo è completamente "fresco". E per questo si è deciso di metterlo nell'incubatore dello zoo.
Certo, pochi credevano che avrebbe funzionato, ma già dopo una settimana le foto ai raggi X hanno fatto vedere che l'embrione di brontosauro si sta sviluppando.
Appena è stato annunciato al telegiornale internazionale, a Mosca hanno iniziato ad arrivare scienziati e corrispondenti. Abbiamo dovuto prenotare tutti i diciotto piani dell'albergo "Venere" sulla via Tverskaja. E non ha contenuto tutti. Otto paleontologi turchi dormivano nella mia sala da pranzo, io mi sono messo in cucina con un giornalista dall' Equador e due corrispondenti del giornale "Donne dell'Antartide" si sono sistemate nella cameretta di Alice.
Quando nostra mamma, di sera, ha videofonato da Nucus, dove sta costruendo uno stadio, ha deciso di aver sbagliato numero.
Tutti i tele-satelliti del mondo facevano vedere l'uovo. L'uovo di fianco, di fronte; scheletri di brontosauro e l'uovo...
Il congresso di tutti i cosmofilologi è venuto a visitare  lo zoo. Ma noi avevamo già vietato l'accesso all'incubatore e i flologi hanno dovuto accontentarsi degli orsi bianchi e dei bogomoli marziani.
Il quarantaseiesimo giorno di questa vita da pazzi, l'uovo, per un attimo, ha tremato. Io e il mio amico professor Jakatoj, in quel momento, sedevamo vicino alla cappa sotto la quale vi era l'uovo e prendevamo il tè. Abbiamo già smesso di credere che nascerà qualcuno dall'uovo. Perché non l'abbiamo più fotografato ai raggi X, per non danneggiare il nostro "neonato". E non potevamo predire niente per tanti motivi, fra i quali che non abbiamo mai allevato brontosauri.
Allora, l'uovo ha tremato, un'altra volta... si è spaccato e dalla spessa scorza ha iniziato a uscirne una testa nera, somigliante a quella di un serpente. Hanno iniziato a squillare le telecamere automatiche. Io sapevo che sulla porta dell'incubatore si è accesa una luce rossa. Sul territorio dello zoo è iniziato qualcosa che ricordava il panico.
Dopo 5 minuti attorno a noi si sono radunati coloro che dovevano trovarsi qui e tanti che non dovevano per forza trovarsi qui, ma lo volevano. Subito è diventato molto caldo.
Finalmente dall'uovo è uscito un cucciolo di brontosauro.
-Papà, come si chiama?- ho sentito, all'improvviso, una voce familiare.
-Alice!- mi sono sorpreso io.-Come sei arrivata fin qui?
-Sono con i corrispondenti.
-Ma qui ai bambini l'accesso è vietato.
-Io posso entrare. Ho detto a tutti che sono tua figlia. E mi hanno fatto passare.
-Lo sai che approfittarsi delle conoscenze per ragioni personali non va bene?
-Ma papà, il piccolo Bronty si potrebbe annoiare senza bambini, per questo sono qui.
Mi sono cascate le braccia. Non avevo neanche un minuto libero per portare fuori dall'incubatore Alice. E attorno non c'era nessuno che poteva farlo per me.
-Non ti muovere di qui,- le ho detto io e subito sono corso verso la cappa.
Tutta la serata io e Alice non abbiamo aperto bocca. Abbiamo litigato. Le ho vietato di farsi vedere nell'incubatore, ma mi ha detto che non mi può ascoltare perché le dispiace per Bronty.
Il giorno dopo è di nuovo andata all'incubatore. L'hanno accompagnata gli astronauti della nave "Giove-8". Erano degli eroi e nessuno poteva rifiutare.
-Buongiorno, Bronty- ha detto lei, avvicinandosi alla cappa. Il cucciolo di brontosauro l'ha guardata di traverso.
-Di chi è questa bambina?-  ha chiesto rigorosamente il professor Jakata.
Ma Alice non aveva bisogno di cercare parole.
-Non vi piaccio?- ha chiesto lei.
-No, che dite, al contrario... Ho solo pensato che voi, probabilmente, vi siete persa... - Il professore non sapeva per nientne parlare con bambine piccole.
-Va bene- ha detto Alice. - Da te, Bronty, vengo domani. Non ti annoiare.
E Alice è sul serio venuta domani. E veniva quasi ogni giorno. Tutti le si sono abituati e la facevano passare senza starci troppo sopra. Io me ne sono lavato le mani. Tanto la nostra casa è accanto allo zoo, non si deve attraversare la strada e si trovano anche dei compagni di viaggio.
Il brontosauro cresceva velocemente. Dopo un mese è arrivato a due metri e mezzi di lunghezza e lo hanno trasferito in un recinto costruito appositamente. Il brontosauro andava quà e là nella sua recinzione masticando ramoscelli di bambù e banane. Il bambù ce lo consegnavano dall'India con dei missili trasportatori, invece le banane ce le consegnavano i contadini da Malahovka. Nella piscina di cemento, al centro del recinto, stava dell'acqua tiepida leggermente salata. Così piace al brontosauro.
Ma, all'improvviso, ha perso la fame. Per tre giorni né bambù né banane sono stati toccati. Il quarto giorno il brontosauro si è allungato sul fondo della piscina e ha appoggiato la sua testa sul bordo di plastica. Tutto era chiaro: si stava preparando per morire. Questo non lo potevamo permettere. Perché noi abbiamo solo un brontosauro. I migliori dottori del mondo ci aiutavano. Ma tutto invano. Bronty rifiutava erba, vitamine, arancie, latte... tutto.
Alice non sapeva di questa tragedia. L'ho mandata dalla nonna a Vnukovo. Ma il quarto giorno ha acceso la televisione nel preciso istante, nel quale si comunicava che la salute del brontosauro peggiorava. Io non so, come abbia fatto a convincere la nonna, ma nella stessa mattinata Alice è entrata nell'arcata.
Papà- ha urlato.- Come hai potuto nascondermelo? Come hai potuto?..
Dopo, Alice, dopo,- ho risposto io. - Abbiamo una riunione. Avevamo veramente una riunione. Non terminava per tre giorni.
Alice non ha detto nulla e si è spostata. Ma fra un minuto ho sentito, come qualcuno vicino a meha esclamato. Mi sono girato e ho visto che Alice aveva scavalcato la recinsione, è scivolata nel recinto e si è diretta verso il muso del brontosauro. In mano aveva del pane bianco.
-Mangia,Bronty,- ha detto lei- sennò qui ti faranno morire di fame. Anche a me, al tuo posto, avrebbero annoiato le banane.
Non ho fatto in tempo ad avvicinarmi alla recinsione, che è successo l'incredibile. Ciò, che ha fatto parlare di Alice e ha gravemente danneggiato la nostra reputazione a noi, biologi.
Il Brontosauro ha alzato la testa, ha guardato Alice e ha preso attentamente il pane.
-Silenzio, papà,- mi ha minacciato col dito Alice, vedendo, che volevo scavalcare la ringhiera. -Bronty ha paura di te.
-Non le farà nulla,- ha detto il professor Jakata.
Lo vedevo da solo, che non le farà nulla. Ma se, se questa scena la vedrà la nonna?
Poi gli scienziati hanno discusso a lungo. Discutono tutt'ora. Alcuni affermano, che aveva bisogno di cambiare dieta, altri che si fidava più di Alice che di noi. Ma così o cosà la crisi è passata.
Ora Bronty è completamente addomesticato. Anche se in lui vi sono trenta metri di lunghezza, non ha altro divertimento, che farsi cavalcare da Alice. Uno dei miei assistenti ha costruito un'apposita scala e quando Alice entrava nell'arcata, Bronty mette nell'angolo il suo lunghissimo collo, prende coi denti triangolari la scala e la mette agilmente di fianco a se.
Poi si fa cavalcare da Alice o nuota con lei nella piscina.

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