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Capitolo 40

Ermal non se la passò tanto meglio. Avrebbe dovuto sentirsi a posto con la coscienza, una volta rivelato tutto a Martina soprattutto. Allora perché si sentiva peggio di prima? Nella sua testa una vocina lo tartassava dicendogli che avrebbe fatto meglio a tenere tutto per sé. Voleva essere sincero con lei, non voleva un relazione basata su bugie, segreti, ma a quale prezzo? Non gli balenò mai davvero l'idea di tenere tutto dentro di sé, si sarebbe risparmiato non pochi problemi ma, prima o poi, tutti i nodi sarebbero venuti al pettine.

-Posso aver sbagliato nel non essere stato chiaro con Silvia, posso aver sbagliato nel aver detto una bugia a Martina per placare le sue paranoie, ma non ho alcuna intenzione di addossarmi colpe che non ho.- parlò Ermal in un piovoso pomeriggio di settembre trascorso a casa di Marco. Era tornato da Roma ormai da giorni e non riusciva ad accettare la fine della loro storia. Aveva avuto l'impressione di non aver fatto abbastanza per evitare quella dolorosa rottura.

-Non credo che lei ti addossi tutte le colpe. Secondo me è stata presa talmente alla sprovvista da non essere riuscita a trovare una soluzione a tutto ciò.- gli rispose Marco davanti ad una tazzina di caffè.

-Di mio dormo già poco. Ci mancava solo il caffè.- incalzò Ermal a seguire, e sbuffando sonoramente.

-È inutile prendersela con il caffè. Sai che su alcune cose Martina deve ancora maturare. Non che sia una ragazzina immatura e capricciosa, anzi. Purtroppo è troppo insicura e cerca sempre continue certezze.-
Marco cercò di sedare il suo amico. Lo trovò particolarmente agitato e incapace di affrontare un argomento di quella portata con totale lucidità.

-Certezze che io posso dargli!- affermò il cantante con grande convinzione!

-Ermal le hai appena mentito, cerca di capirla. Come puoi pretendere che ti dia fiducia? Lasciatevi i vostri spazi. Quando i tempi saranno maturi lo capirete da soli.-
Anche Andrea gli aveva consigliato di avere pazienza perché, conoscendo anche lui sua cugina, sapeva che non era impossibile un suo ripensamento. Fu Ermal stesso a mettere Andrea al corrente dei fatti accaduti, convinto del fatto che a fine racconto avrebbe preso le difese di sua cugina. Martina era orgogliosa ma sapeva riflettere con la sua testa e tornare sui suoi passi, se necessario.

-Se conosci Martina puoi ben immaginare come possa essere stato difficile per lei dichiararti i propri sentimenti. Ha trascorso tutte le vacanze natalizie a rimuginare e a decidere le parole giuste da rivolgerti. Un giorno era sicura, quello dopo non lo era più, e così via fino all'inizio del Festival di Sanremo.-

Andrea non aveva tutti i torti, ed Ermal lo sapeva benissimo. Era lui che cercava disperatamente un'ancora di salvataggio a cui aggrapparsi. Ricordava la discussione avuta, la sera prima del Forum, a causa di una delle sue tante paranoie. Non vedeva l'ora di farle conoscere la figlia di sua sorella. Era convinto del fatto che alla ragazza sarebbe piaciuto passare del tempo con lei. Cosa che effettivamente accadde, dato che le osservò giocare per tutto il pomeriggio.

"Ho paura di svegliarmi e ammettere a me stessa che tutto questo possa essere solo un sogno o una mia fantasia."
"Se non ti amassi a questo punto non saremmo qui ma devi imparare a godere la vita giorno per giorno."
"Io non so come sarà la nostra vita tra dieci, venti o magari quarant'anni. Non ho il dono della preveggenza. Il nostro futuro non è scritto, nulla è deciso. Siamo noi a scrivere come vogliamo la nostra storia. Siamo padroni del nostro destino. Non lasciare che altre mani scrivano al posto tuo."

Lui glielo aveva fatto capire. Non doveva permettere alla paura di scrivere il futuro al suo posto. Lei era l'artefice della sua vita.

"So solo che prima o poi ti stancherai di me e del mio carattere troppo paranoico da sopportare."
Ricordava come gli aveva avanzato le proprie scuse e come, successivamente al chiarimento, avevano fatto la pace a modo loro in quella camera da letto. Era convinto che lei avesse finalmente capito, che avesse messo da parte i suoi timori, ma aveva capito che lei non era riuscita ad annientare completamente le sue paure, le ombre del passato. Lui ce la stava mettendo tutta per far andare le cose nel modo giusto.
Credeva in un futuro per loro due. Era andato contro tutto e tutti perché sapeva che le cose tra loro due avrebbero funzionato. Lui ci credeva, lei pure, il resto non gli interessava.

"E se dovessero esserci problemi durante i tuoi tour e arriverete a vedervi una volta al mese come farete? Vedi Martina abbastanza forte da non cedere al primo ostacolo?...Al primo litigio si butterà giù e non riuscirà ad andare avanti finché non riuscirete a vedervi di nuovo. Pensaci, se le vuoi davvero bene..."

-Basta!- esclamò urlando improvvisamente. L'eco risuonò in tutta la casa.
Le parole di Lorenzo lo martellavano continuamente, risuonavano in testa in maniera assillante. Odiava le parole che gli aveva rivolto. Le aveva sputate cariche di veleno solo per via della gelosia che covava nei suoi confronti.
Era geloso perché Martina non era mai riuscita a perdonargli completamente la sofferenza che le aveva gratuitamente arrecato. Ermal lo riteneva il principale responsabile dei suoi tormenti e delle sue incertezze. Sapeva che era geloso perché lei aveva scelto di stare con lui, e si era sentito sconfitto di conseguenza.

Lady tu
Come stai?
Già lo so
Non me lo dirai

I primi tempi, successivi al suo ritorno a Milano, anche se cercò spesso di contattarla, ottenne risultati a dir poco pessimi. Provò a farle varie telefonate senza ricevere però risposta. Voleva sapere come stava, se anche lei moriva dentro tanto quanto lui, ma sapeva che lei non gli avrebbe mai risposto. Decise così di seguire il consiglio di Andrea e Marco e di darle tempo. Chissà se un giorno avrebbe sentito di nuovo la sua voce, anche se per pochi istanti.

Volano
Gli angeli
Ma da qui
Non si vedono
E mi sembra di rubare
Quando guardo dentro gli occhi della gente

C'erano giorni in cui gli sembrava di vederla in ogni angolo della casa, nella sua camera mentre è seduta sul letto, in sala mentre guarda la tv sul divano, in cucina a fare colazione. La vedeva perfino seduta al pianoforte a suonare.
Ma quando lui si avvicinava, lei spariva immediatamente, come in un incubo da cui voleva svegliarsi. Voleva svegliarsi nel suo letto, volgere lo sguardo verso il cuscino vicino e trovarla lì a riposare accanto a lui. Lui l'avrebbe stretta a sé e le avrebbe sussurrato nell'orecchio che ogni cosa si sarebbe risolta per il meglio.

-Andrà tutto bene!- ripeteva a se stesso ogni mattina quando si svegliava, e vedeva che Martina accanto a lui non c'era.

Cosa cerchiamo noi?
Ali che
Non volano mai

Si era ripromesso di non soffrire e di non commettere gli stessi sbagli fatti l'ultima volta. Ricordò quando lei venne a Milano la prima volta e, carica di adrenalina e determinazione, lo aiutò a reagire, a superare quel periodo difficile. Pensò di aver finalmente trovato tutto nella vita, tutto ciò di cui aveva bisogno. Aveva una famiglia e degli amici pieni di affetto nei suoi confronti e che volevano il meglio per lui. E anche se la storia con Silvia non aveva funzionato nel modo sperato aveva capito che era giusto andare avanti.
È da egoisti chiedere di essere felici? È da egoisti credere in qualcosa che possa durare tutta la vita?

E mi sembra di sbagliare
Ma è lasciando andare che diventi forte
E qualcosa manca sempre
Anche l'infinito ha tutto tranne che
Fine
Proprio come te

Forse avrebbe potuto fare di più, essere più convincente. Conosceva il carattere testardo di Martina e avrebbe dovuto insistere fino allo stremo delle forze. Si sentiva un idiota, sentiva di aver fallito e di non aver fatto abbastanza. Forse aveva davvero sbagliato, o forse non c'era davvero più niente da fare. Si guardava dentro, attorno a sé, e niente gli sembrava avere senso, non senza di lei. Sbagliare è umano ma per quanto Andrea gli ripetesse di avere pazienza, che lei avrebbe messo fine a quella agonia combattendo contro la sua paranoia, il suo tallone d'Achille, fu inevitabile per lui non pensare di averla persa per sempre, che questa volta la paura avrebbe avuto la meglio. Una volta finito il tour estivo decise di passare qualche settimana a Bari insieme alla sua famiglia. Non vedeva l'ora di portare lì Martina fra i luoghi della sua infanzia, ma adesso lei non c'era.
-Ha iniziato a frequentare i corsi al Conservatorio. I primi tempi non potrà assentarsi.-
Notò l'espressione triste sul volto della sua nipotina. Le promise che avrebbero festeggiato il Carnevale insieme pur di vedere un sorriso raggiante ad illuminare il suo delicato viso.
Sua madre non fece domande ma capì che qualcosa non andava per il verso giusto. Lasciò al figlio i suoi spazi sapendo che avrebbe affrontato lui stesso il discorso al momento più opportuno. Anche Fabrizio mostrò tutto il suo supporto. Era suo amico e tra amici ci si sostiene nei momenti di bisogno.

-Fratello io sono fiducioso, lei ti ama e non manderebbe tutto all'aria, non in questo modo almeno. Ha 24 anni e credo lei sappia che sono ben altri i problemi nella vita di una coppia.-

-Non avrei dovuto mentirle Fabbrì! Avrei dovuto dirle da subito che non avrei cercato Silvia perché non era la mia più grande priorità.-

-Non pensare al passato! Pensa a cosa potresti fare adesso per poter rimediare.- gli suggerì Fabrizio cercando di infondere coraggio al suo amico.

-Tu l'hai vista?- gli chiese Ermal sperando di avere notizie da parte sua.

-Sì e sta soffrendo tanto quanto te. È venuta a casa e, insieme ad Anita, abbiamo guardato in diretta il tuo show a Lugano. Cercava di nascondere le lacrime ma io vedevo che stava piangendo. Credo si sia sentita ferita, ma non ti odia.-

-E come fai ad esserne certo? Le ho mentito.-

-È vero, le hai mentito. Ma vedevo il modo in cui ti guardava ed era lo sguardo di chi avrebbe pagato oro pur di essere lì in quel preciso momento. Non so cosa la stia frenando ma tu puoi farle capire quanto amore puoi donarle, puoi farle capire che sei lo stesso Ermal di cui è innamorata e che non ha nulla da temere.-

Parole di rabbia
Un attimo fa
Per non sentire la noia
Che ci divora
E accettare che il senso
C'è solo quello che è

Era arrabbiato con sé stesso e con Martina che non riusciva a debellare quel molliccio infernale. La paura di soffrire, di fidarsi, di rischiare la stava portando a scegliere di vivere una vita insipida e lui non sarebbe stato in grado di afferrarla in tempo.

E quanto all'amore
Mi salvi chi può
Perché da soli fa male pure l'aria
Anche una goccia di buio
Ti avvelena un sole intero di felicità

Si sentiva morire dentro mentre il suo petto bruciava e il respiro veniva meno.
Si sentiva circondato da affetto, e solo come un cane al tempo stesso. Non avrebbe sofferto senza prima agire. Si sentiva perso senza di lei e questa volta avrebbe fatto la differenza.
Lei valeva la pena!

Da soli fa male
Perché da soli fa male
Mi salvi chi può

Il mese di Novembre era arrivato anche per lui. Dopo quel tempo trascorso a Bari, decise di fare rientro a Milano. Chiamava spesso Fabrizio, o anche Andrea, per avere notizie della ragazza. Fabrizio gli aveva detto che finalmente stavano per iniziare il Conservatorio e che avrebbe seguito i corsi insieme al figlio di Andrea Ra. Era contento per lei e ancor di più perché non la sapeva sola.

-È un bravo ragazzo e, con Alessia, cerca di farle passare più tempo possibile fuori casa.- gli disse Fabrizio spendendo, nei confronti del giovane, solo commenti positivi.
-Sta organizzando una festa a casa sua e ha pensato di invitare anche Martina. È stata un po' incerta, soprattutto all'inizio, ma poi si è convinta.-

-Stalle vicino Fabbrì!-

-È in buone mani, non preoccuparti! Anita non la lascia da sola, neanche per un istante. Ma c'è una cosa che ha detto e che mi ha molto colpito. Ha detto:" Papà sono contenta che Martina sia tornata ma io so che lei era più contenta quando stava con lo zio Ermal. Tu non puoi chiedergli di venire qui? Magari starà meglio non appena lo vedrà.- aggiunse Fabrizio cercando di simulare la voce della figlia.
Ad Ermal venne da sorridere pensando alla purezza di quell'essere umano minuscolo, ma straordinario. Magari fosse tutto così semplice.
O magari quella bambina ci aveva visto lungo ancora una volta.

-Potrebbe aver ragione lei. Devo pensare bene a cosa fare.- parlò Ermal prima di salutare Fabrizio e chiudere la chiamata.
Doveva trovare una soluzione il prima possibile.

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