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Capitolo 37

Una volta finito di fare la doccia si vestì e tornò di nuovo in camera da letto dove trovò Martina, ormai sveglia da qualche minuto, con la schiena appoggiata sulla testiera in legno del letto. Indossava una semplice canottiera tinta unita e la vedeva sorridere mentre, con un cenno della mano, lo invitava ad avvicinarsi di più. Così la raggiunse e si sedette dietro le sue spalle per dare modo alla ragazza di usarlo come punto di appoggio al posto di quella scomoda testiera. Martina non se lo fece ripetere due volte e lui le abbracciò la vita per stringerla maggiormente a sé.

-Ho dormito molto?- chiese lei timidamente sistemando dietro le orecchie delle ciocche di capelli che trovava fuori posto.

-Non molto in realtà. Due ore al massimo.- rispose lui mentre le accarezzava la testa.
-Devo dire che ti trovo più rilassata.-

-Forse le ore di sonno hanno avuto gli effetti sperati.-

-O magari sono io che faccio miracoli.- rispose con aria soddisfatta il cantante mente la ragazza batté la mano contro il suo volto.

-Sono senza parole...la tua sfacciataggine non ha eguali. Dò un taglio ai tuoi deliri di onnipotenza dicendoti che mi avresti trovata rilassata anche se avessi solamente dormito senza...-

-...dare sfogo alle nostre attività occasionali? Mi prendo il beneficio del dubbio. Fino a qualche tempo fa, davanti a frasi del genere da parte mia, saresti subito andata nel panico. Se non altro ora hai tirato fuori la faccia tosta di rispondermi.- disse lui continuando quanto detto dalla giovane.

-Ti senti realizzato vero?-

-Abbastanza!-

-Che ore sono piuttosto?- chiese la ragazza cercando palesemente di cambiare discorso.

-Le 14. È pomeriggio ormai.-
Martina divenne improvvisamente irrequieta mentre cercava di trovare il suo telefono.

-Mi dici cosa stai cercando? Sto per avere un tremendo mal di testa.-

-Oh che peccato! Vedrai che passerà presto. Sto cercando di recuperare il mio telefonino. Ho perso la cognizione del tempo e avevo detto ad Andrea che ci saremmo organizzati per passare questa giornata insieme.-

-Ci ho pensato già io. Stavi dormendo e non volevo svegliarti.- disse lui attirando di nuovo a sé la ragazza.
-Ad ogni modo, io e Andrea, abbiamo deciso di vederci nel pomeriggio e poi mangiare tutti insieme da lui. Sta già prenotando le pizze per questa sera.-

-Ah benissimo! Mi sembra una bella idea.- esclamò lei entusiasta con un sorriso raggiante. Sembrava risplendere di luce propria.

-Tu non hai fame?- chiese Ermal alla ragazza cercando di incontrare il suo sguardo.
-Ora ti potrà sembrare divertente ma nella mia testa ho appena immaginato Carletto che invita a mangiare i suoi sofficini.- continuò a parlare facendo piegare la ragazza in avanti per le risate.

-Credo di aver trovato il costume di Carnevale adatto a te.-

-Non ci pensare nemmeno. Non ho alcuna intenzione di andare in giro vestito da lucertolone.-
Martina continuava a ridere e non accennava a voler smettere, come se qualcuno le stesse facendo solletico.

-Credo di non aver mai riso così tanto in vita mia.- disse lei smettendo lentamente di ridere per cercare di ristabilire il suo battito cardiaco. Ermal invece voleva solo avere il potere di far durare quei momenti di spensieratezza in eterno. Lei non avrebbe ripreso il treno, sarebbe rimasta lì per sempre e non avrebbe aspettato giorni, o forse mesi, prima di riuscire a vederla di nuovo. Per un attimo soltanto aveva smesso di pensare ai problemi che inquietavano le sue giornate.

-Sono serio...sono le due del pomeriggio. Dovremmo pur mangiare qualcosa.-

-Potrei preparare qualcosa di veloce. Vedo cosa riesco a trovare in cucina.-
Dopo essersi data una veloce sistemata, e aver raccolto i capelli in una coda alta, scese al piano di sotto e raggiunse in fretta la cucina. Diede una veloce sbirciata in frigo, e nei vari scaffali, finché non optò per cucinare la pasta alla carbonara e le cotolette alla milanese.

-A che ora sei partita da Firenze?- chiese lui mentre consumavano il pranzo a tavola.

-Avevo il treno alle 8 ma è arrivato con qualche minuto di ritardo. Verso le 11 sono arrivata a Milano Centrale ed ho trovato Andrea lì ad aspettarmi.-

-Ed io all'oscuro di tutto...-

-Conosci il significato della parola "sorpresa"?-

-L'unica sorpresa che conosco è quella che trovo dentro le uova di Pasqua.-

-Davvero molto spiritoso.- rispose lei finendo di mangiare la sua cotoletta.
-Ieri Andrea mi ha detto che sono state cancellate le tue interviste.- disse lei prima di preparare i suoi vestiti e andare a fare una doccia.

-Sì...da Radio 105 andrò tra due giorni mentre l'intervista per R101 andrà riprogrammata nei prossimi giorni.-

-Ci sono problemi?-

-Più o meno...ma ti spiegherò meglio dopo, con più calma possibilmente, o faremo tardi.-
Martina non sembrava tanto convinta della risposta ricevuta ma decise comunque di continuare ad aspettare, e che quelle poche ore in più non avrebbero fatto la differenza.

-Certamente! Faccio una doccia veloce e torno.- disse lei separandosi dal suo fidanzato, con un bacio sulle labbra, per poi raggiungere in fretta il piano superiore.
Mentre si lasciava trasportare dal getto d'acqua cercava di rilassarsi e di non pensare ad altro. La verità è che era curiosa di sapere i motivi di questo cambio di programma. Decise così di accelerare, scendere in fretta al piano di sotto per parlare e di riuscire a terminare il loro discorso prima dell'arrivo di Andrea, Azzurra e Marco. Quando finì di asciugarsi i capelli e scese le scale di corsa vide di non aver comunque fatto in tempo e che tutti la stavano aspettando per uscire.
-Fortuna che ho finito di fare tutto in tempo record. All'aria tutti i miei programmi!-

Martina stava trascorrendo una delle giornate più belle della sua vita. Avevano passeggiato lungo le strade di Piazza Duomo, gustato l'ultimo gelato di stagione e assistito ad uno spettacolo musicale di una piccola band composta da un pianista ed una violinista di musica classica. Le sarebbe piaciuto avere l'opportunità di salutare anche Dino, Roberto ed Emiliano, dato che mancavano solo loro, ma abitando in posti differenti sarebbe stato un problema organizzarsi all'ultimo momento. Non aveva dubbi sul fatto che avrebbe avuto altre occasioni per recuperare. Ne approfittarono della bella giornata di sole per scattare qualche foto.

-Marco è nuova quella macchina fotografica?- chiese Martina mentre lo osservava scattare foto qua e là.

-È il regalo di Natale da parte di Anna. Ho avuto poche occasioni per poterla usare quindi ogni volta che mi si presenta il momento adatto ne approfitto.-

-E fai benissimo! Faresti sbirciare anche una curiosona come me?-
Marco le fece cenno di avvicinarsi e aprì la galleria fotografica. Trovò scatti di gruppo, panorami di Milano, piazza Duomo, per non parlare di alcune foto rubate, e non, che ritraevano Azzurra e Andrea ed altre ancora mostravano Martina stessa con Ermal. Erano una più bella dell'altra anche se quelle con lei ed Ermal restavano le sue preferite in assoluto.
-Ma non abbiamo ancora una foto io e te soli. Non va bene!-

-Giusto non va affatto bene!- rispose Marco prima di chiedere ad Ermal di scattare la foto che poi avrebbe inviato insieme a tutte le altre a fine serata, in un gruppo WhatsApp precedentemente creato da lui stesso.
Verso le 19, in seguito all'arrivo del vento, fecero tutti ritorno a casa di Andrea e Azzurra. Martina inizialmente non lo trovava un vento molto forte ma soffiava quel poco per farle avvertire brividi di freddo. Andrea si fermò a ritirare la pizza ordinata e riuscì ad arrivare, nonostante la fila dentro il locale, a distanza di pochi minuti dagli altri.
Martina aveva aiutato Azzurra ad apparecchiare la tavola mentre Marco tentava di collegare la tv al suo computer usando il suo cavo HDMI.

Inizialmente i ragazzi proposero di guardare un film horror ma poi, davanti alle obiezioni insistenti di Martina, orientarono la loro scelta verso un genere diverso.

-Tra tutti i giorni possibili ed immaginabili voi volete vedere It il pagliaccio proprio oggi? Nulla contro quel film in particolare ma ho il terrore dei film horror.-

-Prima o poi dovrai affrontare questa paura cugina.- le rispose suo cugino mentre continuava la sua selezione dei vari film.

-Non l'ho mai trovato di vitale importanza!- esclamò lei a seguire per cercare di far valere le sue ragioni.
-Ci sono decine e decine di altri generi da poter scegliere in alternativa.-
Andrea aveva proposto di guardare un film d'azione su Netflix ed Ermal aveva appoggiato la sua scelta. Martina non lo aveva mai visto ma si fidava dei giudizi positivi del suo fidanzato, che aveva precedentemente avuto modo di vederlo.

-O magari accetti solo perché è stato lui ad appoggiare la proposta.- disse Marco punzecchiandola.

-Ma la smetti?- continuò lei dandogli uno spintone. Anche se cercava di non darlo a vedere voleva evitare di diventare rossa in viso.

Era successo fra un aneddoto e qualche risata che Martina aveva realizzato che ne sarebbe passato di tempo prima di riuscire a poterli rivedere tutti di nuovo. Si era fermata ad osservarli interagire tra loro e sapeva che presto avrebbe provato tanta nostalgia e che avrebbe desiderato altri momenti del genere.
Così, dopo aver aiutato Azzurra a sparecchiare la tavola e sistemare la cucina, raggiunse gli altri e prese posto accanto ad Ermal il quale la strinse a sé passandole il braccio dietro la schiena.

-Guardate che non stiamo per guardare un film romantico eh. È un continuo di corse e sparatorie.- disse Marco cercando di fare il guastafeste.

-Che stronzo che sei Montanari.- aggiunse Andrea ridendo davanti a quella scena.

-Atmosfera rovinata- disse Ermal a voce bassa rivolgendosi alla ragazza accanto a lui.

-Nah tanto non mi stacco.-
Ermal rise e Martina non potè non trovarlo molto bello mentre rideva.
-Più tardi parliamo vero?- chiese lei poco dopo e in quel momento sentì maggiormente la stretta da parte di lui.

-Certo- le rispose lui serio in volto.

Martina non era mai stata una grande appassionata di film d'azione ma si ripromise di guardare altri film simili soprattutto perché anche lei, insieme agli altri, si era divertita a commentare le scene del film più importanti. La preoccupò invece vedere Ermal taciturno e immerso nei suoi pensieri. Lui la giustificò come una semplice stanchezza ma lei non ci credette del tutto. La verità era che Ermal moriva dentro sempre di più ogni secondo che passava. Erano sempre meno i minuti che li separavano dal confronto finale e lui aveva paura della sua reazione. Si era spesso voltato, durante la visione del film, verso di lei per potelar guardare e aveva paura di perderla. Anche Marco notò questo atteggiamento da parte del suo amico e aveva capito che ormai stava per rivelarle tutto. Comprendeva la sua sofferenza ma era giusto essere onesti al 100% soprattutto perché la ragazza meritava di sapere e non vivere all'oscuro di quanto accaduto.
Una volta finito il film, diede la buonanotte a tutti, augurò a Martina un buon ritorno a Roma, e andò a dormire. Ermal invece uscì fuori e la ragazza, notando la sua assenza in casa, lo raggiunse. Lo vide seduto sopra un rialzo, vicino gli scalini che conducevano all'uscita, e si sedette accanto a lui.

-Quelle nuvole non mi piacciono.- iniziò la ragazza rompendo il silenzio. Aveva alzato gli occhi al cielo e aveva notato le nuvole nere a nascondere la lucentezza delle stelle.
-Il meteo aveva previsto pioggia ma spero arrivi il più tardi possibile. Mi basta partire ed arrivare a Roma senza gocce di pioggia.-

-Ci sarà qualcuno ad aspettarti in stazione spero.- rispose lui sperando di non sentirle dire che prenderà i mezzi.

-Sì verrà zio Walter. Domani avrà la giornata libera da lavoro.- disse lei rassicurandolo a riguardo.
-Nel frattempo con Azzurra abbiamo anche finito di lavare i piatti quindi ora sono a tua completa disposizione.- continuò a parlare facendolo sorridere in risposta. Era innamorata dei suoi sorrisi e delle sue risate, sapevano come riscaldarle il cuore anche in quelle giornate in cui tutto le sembrava andare a rotoli.

Ermal si avvicinò al suo volto e la baciò riversando in esso i suoi timori e il suo desiderio di poter rendere quell'attimo eterno. Non era uno di quei baci passionali che erano soliti scambiarsi. Dopo essersi staccato dalle sue labbra rimasero fronte contro fronte, per pochi attimi soltanto, prima di decidere staccarsi completamente l'uno dall'altro. Accese una sigaretta, la portò alle labbra, fece un grande respiro profondo ed iniziò a parlare.

-Quando ti comporti in questa maniera, solitamente c'è qualcosa che ti rende molto nervoso.-

-So che devi dormire, e non ho intenzione di toglierti molto tempo, ma credo sia giusto che ti spieghi alcuni fatti accaduti ultimamente. Ti prego di non interrompermi o potrei non trovare più il coraggio.-

-Sì ma stai tranquillo.-

-Spero tu non la prenda male ma la probabilità che tu decida di non volermi più vedere credo sia molto alta.-
Martina si fece immediatamente seria e la sua aria tranquilla svanì improvvisamente lasciando spazio ad un'espressione cupa e preoccupata.

-Non molto tempo fa ti parlai di Silvia. Ti dissi di averla trovata tranquilla.-

-Sì certo, ricordo benissimo! Mi avevi detto che stava ricominciando ad andare avanti, anche se a piccoli passi ovviamente. Le avevi anche proposto di incontrarvi per parlare ma aveva declinato l'invito perché il tempo avrebbe curato le ferite. Hai fatto benissimo a rispettare la sua scelta.- disse lei regalandogli una carezza sul viso. Lo guardava silenzioso mentre prendeva la mano nella sua.

-Ti ho mentito!- rispose lui secco e tutto d'un fiato.
Martina rimase paralizzata davanti a quelle parole. Le si gelò il sangue e si sentì mancare la terra sotto ai piedi. Voleva una spiegazione, doveva pur esserci.

-Cosa stai dicendo Ermal? Io non capisco.-

-Non ho mai cercato Silvia per il semplice motivo che mi sentivo a disagio nei suoi confronti, ma anche nei miei. Mi sentivo in colpa per la situazione che era venuta a crearsi ma non avevo alcuna intenzione di pentirmi dei miei sentimenti. No, non mi pentirò mai di aver scelto te, di aver rischiato tutto. Potevo cercare di far funzionare la mia relazione con Silvia a tutti i costi, eppure non lo volevo perché io pensavo a te, ti cercavo in ogni luogo. Non cambierei un singolo attimo dei momenti passati insieme.
Un giorno mi contattò lei per invitarmi a casa sua, voleva passare la serata insieme, ed io accettai. La scelta migliore da prendere era evitare ogni possibile incontro ma, proprio in quel momento, mi era sembrato sgarbato declinare il suo invito
Passammo la serata semplicemente conversando, del più e del meno, e affrontando discorsi riguardanti la musica, il lavoro, la famiglia. Abbiamo parlato di te, o meglio e stata lei a chiedermi di te. Voleva sapere come stavi, se stavi studiando al Conservatorio, come le avevi detto a Sanremo il giorno che vi siete conosciute.
La situazione peggiorò ulteriormente il giorno prima del mio appuntamento presso le radio. Marco era venuto a casa e avevamo trascorso la serata mangiando la pizza e giocando alla play station.
Sentimmo suonare al citofono ed andai ad aprire la porta trovando Silvia ad aspettarmi davanti il cancello. Ovviamente non mi aspettavo di ricevere una visita del genere da parte sua.-

-Avevo bisogno di vederti. Dovevo parlarti.-
-Non dovresti essere qui, sai che le nostre vite son cambiate ormai.-
-Tu sei andato avanti, non io.-

Anche in quel caso non poteva addossarsi tutte le colpe. Gli si era presentata l'occasione di cambiare la sua vita e l'aveva afferrata al volo. Perché doveva farsene una colpa? Era forse un peccato voler essere felici?

-Continua.- lo esortò Martina a riprendere il discorso da dove si era interrotto.

-Silvia aveva interpretato quella serata passata insieme come un segnale positivo e che, secondo lei, eravamo tornati ad essere quelli di un tempo. Mi maledii mentalmente di aver abbassato la guardia, avrei dovuto mettere subito le cose in chiaro, anche a costo di essere brusco nei suoi confronti. Decisi di farlo in quel preciso istante, una volta per tutte, dicendole di non essere più quello di un tempo e augurandole di riuscire a dimenticarmi nel miglior modo possibile.-

Martina rimase in silenzio per qualche minuto, prima di voltare le spalle al cantante. Non riusciva a guardarlo negli occhi, era troppo ferita. Voleva svegliarsi e sperare di aver avuto un incubo.
Non riusciva ad accettarlo.
Aveva assistito al crollo di tutte le sue certezze, distrutte, spazzate via.

-Ermal sii onesto, ti prego. Ha tentato di baciarti di nuovo?- chiese lei, con gli occhi chiusi, sperando in una risposta confortante da parte sua.

-No, le ho chiesto di andare via.-

-Non avrei mai voluto far soffrire Martina, sai quanto lei sia importante per me.-
-Lei si fidava di te e tu hai tradito la sua fiducia.-

-Mi dispiace, perdonami se puoi.- parlò terminando il suo discorso. Così, dopo averle lasciato un ultimo bacio sulla fronte, si alzò dai gradini e uscì dal cancello per tornare a piedi a casa sua. La lasciò lì in silenzio, tremante, mentre calde lacrime solcavano il suo candido viso. Faceva respiri profondi ma si erano rivelati del tutto inutili. Iniziò a piovere e le gocce di pioggia iniziarono a bagnarla insieme alle sue lacrime. Si accasciò a terra finché, da dentro, Azzurra non la vide ed Andrea corse fuori per afferrarla e riportarla dentro. Era fredda, tremava, ma il battito c'era, anche se lo sentiva a tratti. Perché stava così male? Sua cugina aveva paura dei tuoni e dei lampi, verissimo, ma non potevano tre insignificanti tuoni averla ridotta in quello stato.

-Glielo dovrai dire, non mi importa come e quali parole userai.-
-Lo farò, hai la mia parola.-

Quattro, cinque, sei tuoni, poi il vuoto più totale.
Sentì qualcosa frantumarsi, in mille pezzi.
Era il suo cuore.

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