Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 10

La mattina seguente, la sveglia suonò alle 8:30 con un Marco furioso per essere stato svegliato troppo presto. Non aveva tanta voglia di alzarsi dal letto, ma questa volta era costretta.

-Tu non inizierai ora a studiare. È oltraggioso e io ho altre due ore di sonno da recuperare.- disse afferrandola, in soggiorno, per riportarla in camera.

-No Marco tu sei pazzo! Devo studiare oppure non concluderò nulla nemmeno oggi.-

-Anche se dovessi iniziare alle 10 a studiare, continueresti in maniera no stop fino alle 17 del pomeriggio. Quindi tolta l'ora di pranzo, dovresti studiare 6 ore e va più che bene. Quindi tu ora torni sopra a dormire un'altra ora.-

-Ma in un'ora non riuscirei a riprendere sonno. Vai tu e aspetto te per fare colazione, quando scendi.-

-Sei di coccio! Va bene torno a letto. Però, di grazia, aspetta le 9:30 prima di iniziare ad aprire libro. Lo dico per la tua sanità mentale.- disse puntando l'indice sulla fronte della ragazza.

-Sei irritante la mattina alle 8:30.-

-Non sono io ad essere irritante. È la sveglia che fa chiasso.-

-La mia sveglia ha il solo scopo di farmi alzare dal letto, per studiare.-

-Secondo me l'avranno sentita anche Fabrizio e Vigentini al piano di sotto.- rispose cominciando a salire le scale che portavano alle camere da letto.

-Ne dubito fortemente. Si chiama sveglia, non megafono. A dopo Marco!-

Si diede una sciacquata veloce al viso, scese in cucina, aprì il frigo e prese del latte freddo. Avrebbe recuperato con Montanari dopo. Erano quasi le 9 e doveva organizzarsi lo studio per quella giornata. Si sarebbe imposta degli obiettivi e li avrebbe rispettati a tutti i costi. E così fece! Quando verso le 11 Marco scese, andarono al bar a fare colazione e successivamente, la riportò a casa a studiare mentre lui uscì per raggiungere Andrea e Fabrizio chissà dove. Erano usciti molto presto e secondo il biglietto, lasciato da Andrea, sarebbero tornati per ora di pranzo.

-Impazzirò studiando per l'esame di Geometria. Questo argomento l'ho ripassato, stendiamo un velo pietoso sugli esercizi. Poteva andare peggio. Ho già detto che gli esercizi sui vettori sono inutili? Bene, ora inizio anche a parlare da sola. Mi rinchiuderanno dentro un manicomio.-

Erano le 16, aveva chiuso i libri e li aveva sistemati dentro la tracolla. L'aveva lasciata sulla sedia, già pronta per il giorno dopo quando avrebbe ripreso a studiare.

-Avresti dovuto vedere le espressioni di Ermal alla mostra. Era molto contento. Le è piaciuta e ha fatto i complimenti agli organizzatori.- disse Fabrizio seduto sul divano di fronte al tavolo. Raccontava e, al tempo stesso, la guardava impazzire mentre metteva i libri a posto.

-Sempre molto caro! Te lo avevo detto che gli avrebbe fatto piacere.-

-Abbiamo parlato molto! Lui si è confidato con me raccontandomi della storia con Silvia. A quanto pare è stata decisione di entrambi troncare tutto subito. Ermal mi ha fatto capire che, dopo 9 anni di relazione, Silvia stava pensando ad avere una famiglia ma lui, con il lavoro che facciamo, non si sentiva pronto. Il suo passato continua a perseguitarlo, i ricordi legati a suo padre, alla sua infanzia. Non me lo ha detto esplicitamente, ma le cose stanno così, mi pare ovvio. Diventare padre, per Ermal, non sarà facile! Ha paura di diventare come lui.-

-Ma lui non è suo padre Fab. Glielo hai spiegato?-

-Allo sfinimento! Ma niente da fare. Lui e Silvia cominciavano ad avere bisogni diversi ed era inutile continuare. Mi dispiace per come sia finita tra loro. Ermal sperava di convincerla a stare insieme comunque, nonostante le loro divergenze, ma Silvia non ha accettato.-

-Ma perché? Non si può trovare un punto di incontro? Mi dispiace anche per lei. Dopo 9 anni non deve essere stato semplice arrivare ad una scelta così estrema.-

-Però, sfortunatamente, trovare un punto di incontro non è così facile come sembra.-

-Fab sei davvero sicuro di non voler restare qui fino al prossimo weekend?-

-Sì Martina! Tra due settimane inizieremo a lavorare al video di "Non mi avete fatto niente" e starò fuori casa per più di una settimana. Vorrei passare questi giorni senza impegni con i miei figli. Partendo qui per le 9, dovrei essere a Roma per 18 e qualcosa-

-Ti capisco anche io avrei fatto la stessa scelta. Salutami Giada e i bambini.- disse avvicinandosi a Fabrizio per abbracciarlo.

-Sarà fatto! Tu pensa a goderti questi giorni qui, a Milano, che ne avrai di tempo per recuperare lo studio.-

-Oggi ho studiato si e no 5 ore. È fattibile come tempo da dedicare allo studio dai.-

-L'importante è non restare chiusi dentro tutto il giorno. Pensa ad uscire e a trovarti un ragazzo-

-No lì non ci tengo affatto ad impazzire per mano mia. Posso anche uscire senza un ragazzo.-

-Ma non dire idiozie, non è solo il fatto di uscire ma è il riuscire a trovare qualcuno capace di farti felice sempre. Prendi me, per esempio, sono un compagno modello. Oppure Ermal che lo è stato per ben nove anni.-

-Stai alzando i miei livelli di aspettativa. Mi stai praticamente confermando che resterò sola.-

-Dico davvero, e sai che non ti mentirei mai su questo argomento. Da quanto tempo è che non passi una serata serena, come quella di ieri?-

-Da tanto! Non so Fabrizio, è così difficile per me al momento ricominciare a fidarmi di qualcuno. -

-Devi credere in te! E vedrai che il tempo guarirà le ferite.-

-Ti prometto che ci proverò.-

Secondi di silenzio, suona un campanello. Martina si dirige, verso la porta, con passo accelerato e la apre immediatamente. Donna sulla trentina, capelli biondi, vestita alla moda. Le aveva fatto l'autopsia con gli occhi, praticamente. E quando mai...

-Ciao Anna, tranquilla, Macco ti ha tradita con nessuna donna. Io sono Martina, la cugina di Andrea.-

-Ah bene, piacere di conoscerti. Finalmente abbiamo avuto l'occasione di incontrarci. Sai dove sono Marco e Andrea?-

-Prima erano con Fabrizio! Ora lui è tornato, quindi non saprei. Penso che torneranno a momenti, spero.- disse aiutando la bionda a portare su le valigie, insieme a Fabrizio.

-Annè, che riporti le pietre da New York?-

-Non me lo ricordare, ho rischiato di non imbarcarmi. Non ho sforato il peso massimo per un pelo Fabrì. -

-E come li capisco! Stavi per sfondare la bilancia.-

-Oggi sei particolarmente simpatico Fabrizio lo sai?-

-Ma io sono sempre simpatico!- esclamò il cantante con modestia. Nel frattempo si avvicinava l'ora della cena, Marco ed Andrea erano tornati ed
Ermal aveva ordinato la cena da asporto. Sarebbero andati a mangiare tutti a casa sua.

-Ragazzi non vorrei mettervi fretta, ma dobbiamo andare.- disse Andrea prendendo la giacca di pelle all'appendiabiti.

-Ma quella è mia!- esclamò sua cugina cercando, invano, di recuperarla. Ma era del tutto inutile, Andrea era uscito fuori la porta con la sua giacca addosso.

-Sembri una ragazza Vige.- lo chiamò Marco ridendo. Ma stava solo aumentando i nervi di Martina ed era ora di finirla. Iniziava a sentire freddo.

Le mancava decisamente l'estate! Girovagava e non trovava anima viva, ma solo strade deserte. L'aria fredda di Novembre faceva venire la pelle d'oca.

-Ma dove è finito Andrea?- chiese la ragazza, non vedendolo insieme ai suoi amici. La tavola era apparecchiata, la cena, pronta per essere servita, mancava lui. Poi sentirono un campanello suonare ed Ermal andò ad aprire. Andrea aveva fatto il suo ingresso, ma non era da solo. Una ragazza lo seguiva ma Martina non l'aveva mai vista. E poi pensò a tutte le volte che vide Andrea impegnato a passare le sue giornate a parlare con quella famosa Azzurra. Ben vestita, capelli lisci, truccata, ma non troppo. Era leggermente più bassa di Andrea, ed era veramente bella. Non si passavano molti anni di differenza, a giudicare dall'aspetto, doveva avere al massimo ventotto anni.

-Oggi la conoscerai anche tu! Andrea l'ha invitata a cena appositamente per questo motivo.- disse Marco avvicinandosi da dietro.

-Davvero?- chiese curiosa la ragazza.

-Ti stupisce così tanto?

-Non è questo. So quanto sia importante per Andrea e apprezzo molto. Magari lei voleva aspettare e stabilizzare il loro rapporto o magari aveva anche un impegno e lo ha dovuto annullare per venire qui stasera. Oppure...-

-Ma perché ti fai tutti questi problemi?-

-Magari perché è parte del mio carattere e l'ho sempre fatto?-

-Si ma premi il freno.-

-Non ti assicuro che ci riuscirò completamente, ma tenterò.-
Marco avrebbe continuato, il loro discorso, ma non era quello il momento adatto, Andrea e la ragazza si avvicinavano verso la loro direzione.

-Mi dispiace interrompere il vostro discorso, magari era anche interessante. Avrei delle presentazioni, molto attese, da fare.-

-Figurati, sono i soliti discorsi, idioti, che facciamo io e Martina quando non abbiamo argomenti di conversazione.-

-Bene! Dunque, Azzurra ti presento Martina, mia cugina. Martina, lei è Azzurra, la mia ragazza.-
Un turbine di emozioni la attraversava. Era felice per suo cugino, dopo tanto, anche lui era finalmente riuscito a trovare una persona da amare. Ricordava quando le ragazze del liceo, facevano a gara a chi mostrasse più attenzioni, e lui, le ignorava tutte.

"Non mi interessa una ragazza, a me basta coccolare te. Sono due le donne più importanti della mia vita, mia madre e tu"

Ma ovviamente non era la stessa cosa. Vero, era la sua unica cugina, la più piccola, e per giunta, la più coccolata. Ma di coccole ne aveva avute fin troppe.

-Andrea mi ha parlato molto di te. È un piacere per me conoscerti.- disse la ragazza parlando per prima.

-Anche per me lo è.-
In realtà suo cugino non le aveva mai parlato di lei, ma avrebbero recuperato. Aveva intuito qualcosa soltanto perché aveva l'occhio lungo e curioso e, ogni tanto, le capitava di leggere il nome di lei sullo schermo del cellulare di Andrea.

-Come ti stai trovando qui a Milano?-

-Bene! Il centro è molto caotico ma sono abituata al caos di Roma. Per il resto, la città mi piace molto.-

-Dovresti tornare durante le feste natalizie, è ancora più bella.-

-Tu vivi qui per lavoro?-

-Sì da un anno, più o meno. Lavoro, come guida turistica nei musei della città e come interprete alla Scala durante conferenze, presentazioni di libri ed eventi simili.-

Erano seduti tutti a tavola, parlavano, scherzavano, raccontano episodi divertenti. Martina era seduta accanto ad Azzurra e Anna e avevano continuato la loro conversazione.

-Ma se decidessi di sedermi qui affianco a te. Che mi risponderesti?- chiese Ermal avvicinandosi alla piccola di casa Vigentini.

-Se preferisci stare seduto vicino a noi e parlare di vestiti, trucchi e smalti, accomodati pure.-

-Ma a te non piacciono gli smalti!-

-Ma io sono sempre stata un mondo a parte.-

-So che dici così solo perché non vuoi che io mi sieda qui vicino ma sappi che lo farò lo stesso. Fabbrì vieni, ci sono gli ultimi due posti liberi qui.- parlò il riccio indicando l'altro posto a sedere.

-E quindi come vi siete conosciuti tu ed Andrea?-
decise di chiedere Martina ad Azzurra. Aveva intenzione di ignorare la persona seduta, in quel momento, affianco a lei.

-Oh questo argomento mi interessa!- rispose il Vige, seduto di fronte a loro, intromettendosi nel discorso.

-Ma stasera tutti impiccioni siete?-
Troppe manie di protagonismo per stasera, pensò.

-Ci siamo conosciuti all'aeroporto di Roma Fiumicino. Erano i primi giorni di Settembre e stavo raggiungendo Milano. Nuovo lavoro, nuovo ambiente, vita nuova, nuove conoscenze, tanta nostalgia per la mia città, che stavo per salutare, e per mia famiglia. Una parte di me, non era ancora pronta a staccarsi da loro.-

-Invece io stavo tornando con Marco da New York. Anna ci avrebbe raggiunti poche settimane dopo ed Ermal era a Bari con Silvia.- continuò il racconto Vige portando verso di lui tutte le attenzioni delle tre ragazze, e non soltanto le loro...

-Ero talmente presa dal guardare le tabelle, con gli orari dei vari voli, da non essermi accorta di essere andata a scontrarmi contro di lui.-

Quasi certamente ti conosco
Hai un bottone rotto e le stringhe blu
Ci innamoreremo all'aeroporto
Mon amour.

-Ma dopo averla prontamente afferrata, era finita lì. Lei si era scusata ed era andata via di corsa. Due settimane dopo, la incontrai, di nuovo, in piazza Duomo.
In centro c'è un bar stupendo posto in un terrazzo, vista duomo, dove si vede tutto un bellissimo panorama dall'alto. È davvero bellissimo! E lei era lì, tutta sola, a prendere un caffè. Così mi sono avvicinato, l'ho chiamata, e dopo aver scambiato qualche parola le ho chiesto di uscire.-

Martina era così affascinata e rapita da quel racconto. Un po' ci crede nel destino però forse non tutto è deciso. Altro dipende da noi e dalle scelte che facciamo, ma quando un amore è destinato a durare supererà intemperie, muri, ostacoli di ogni tipo. Ci si ritroverà sempre, lì dove si è stati bene! Ma non si era accorta del posto vacante accanto al suo.

-Fabrizio sai dove si trova Ermal?-

Il romano sembrò rifletterci un po', si guardò intorno e poi parlò
-Sì, giusto è fuori a fumare! Lo ha chiamato sua sorella a telefono e ne ha approfittato, per rispondere e parlarle.-

-Va bene, credo che lo raggiungerò un attimo. Torno subito!-
È vero, aveva detto che lo avrebbe ignorato ma puntualmente lui aveva mandato tutto a monte. Aprì la porta, buttò un'occhiata a destra e a sinistra, e poi lo vide seduto su una panchina di marmo, in giardino, e lo raggiunse.

-Ermal!-

-Alla fine ti sei decisa a gettare la spugna e tornare a rivolgermi la parola.- rispose lui dandosi una sistemata veloce ai suoi ricci ribelli.

-È impossibile tenerti il muso per più di due ore! Stai così per Silvia vero?-

-Un po' sì! È strano per me non condividere più con lei la mia vita di tutti i giorni. Alzarmi la mattina e trovarla in cucina a preparare la colazione, le pause pranzo fugaci e la visione di un film, la sera, dopo la cena.-

-So quanto possa far male. Lorenzo era tutto per me, era parte della mia vita giornaliera. In ogni mio gesto, in ogni mio pensiero, lui era lì. Ma poi ha frantumato un cuore che batteva, il mio. E a volte ho paura, di non riuscire a chiudere le mie ferite e, soprattutto, di non riuscire a donare il mio cuore di nuovo, a chi lo merita davvero e sa come prendersene cura.- rispose lei dando conforto, coraggio e mostrando le proprie paure. E si strinse a lui sicura che, prima o poi, il peggio sarebbe passato.

-Questa notte ho fatto un sogno strano. Ero a Bari, nel lungomare, e ammiravo l'orizzonte avanti a me. Sulla riva del mare c'era lei. Era seduta sulla sabbia, coperta da un telo e indossava un cappello sulla testa. Si è voltata, mi ha guardato, mi ha sorriso, e poi è sparita. La cercavo, ma non la trovavo e poi ho visto te. Eri dietro di me, indossavi un vestito bianco con una cintura dorata in vita, e te ne stavo appoggiata con la schiena al tronco di un albero mentre mi parlavi.-

-Cosa ti dicevo?-

-Sereno e tempestoso, caotico e quieto. Il mare ci attira, ci induce ad esplorarlo ma, nonostante tutto, resta misterioso e pieno di segreti. Segreti che vogliono essere svelati. Scava a fondo, guarda in te stesso e vedrai che la felicità la troverai ad un passo da te.-

anche se ora non lo accetti,
anche se ora non lo vuoi vedere.
Basta volerlo...e tu lo vuoi?

-Cos'è che ti spaventa tanto Ermal? Sono cose che ti ho già detto, anche se con parole, modi e toni diversi, insomma ci siamo capiti. Sai a cosa mi riferisco.-

-È proprio questo il punto! Avrei potuto sognare tante altre persone: mia madre, i miei fratelli, Marco, Andrea, Fabrizio, non so...ci sarebbe l'imbarazzo della scelta. E invece no! Nel momento in cui Silvia è scomparsa, tu eri lì, ad un passo da me.
Vuol dire che rappresenti un tassello importante, in questa felicità che tanto cerco. Ma quale esattamente?-

Cosa sei tu per me?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro