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Capitolo 38


Corallineeee, vi sono mancata? Voi rispondete sempre di sì o il cobra vi strangolerà 😏 e voi non volete essere prese e braccate 🤣🤣
Scherzi a parte, buon anno nuovo a tutte e ora si riparte 💖💖🐍

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《Coraline...》 Il suo nome fuoriesce come un sibillo dalle mie labbra tese, come ogni muscolo.

Osservo le sue iridi che oggi non hanno più quel dorato che mi ha ammaliato, stregato, fatto capitolare. Oggi quelle iridi sono sicure, fiere, scure e glaciali.

Ma ciò che non comprendo é le sue mani che impugnano la pistola, lisciandola quasi, come se fossi io il suo bersaglio da centrare.
Soppesa la Maxim 9, una delle pistole che avevo dentro il borsone datomi da Miguel e una delle più silenziose.
La pallottola arriva e tu non senti il rumore acuto dello sparo che rimbomba, e come é silenziosa lei é silenziosa anche la morte.

《Un borsone pieno.》 Ride della solita amarezza che ormai mi riserva, dove il mio dolce corallo di un giorno prima é stato carbonizzato.

Il respiro che esce fuori dai miei polmoni, serve solo per svuotarmi ma in realtà la trachea sembra essersi ristretta.
《Sono una precauz...》 Non riesce più a farmi finire di parlare, poiché i suoi occhi tornano incisivi su i miei.

《Insegnami. Voglio che mi insegni o varcherò quella soglia e i tuoi sforzi di tenermi al sicuro saranno stati vani.》 Sembra quasi che voglia offrirsi verso il patibolo.
Ma so che é solo un modo per sfidarmi, sa quanto tengo alle promesse. Quanto odi perdere. Ma sopratutto perdere lei.
E ci sta riuscendo dannatamente bene che più dannato sono io che annuisco con uno sforzo soprannaturale.

Noto un barlume di stupore e scetticismo che le dilata le pupille dove vedo il mio riflesso. Mi sta decifrando per capire se le sto lasciando il manico del coltello o la lama.
Sono ancor più conscio che non possa capire i miei pensieri molto sporchi e perversi, attraverso le lenti scure che devo mettermi sempre per uscire.
Alzo le dita per togliermele entrambi e rivelare il blu delle mie iridi, solo allora riesce a capire che sono serio e a passi cadenzati mi avvicino verso il suo corpo sinuoso che resta impostato e immobile.

Sono quasi certo che il calcio della pistola sia divenuto bollente tra le sue dita esili che si serrano ancor di più, tanto da vederle le nocche sbiancare.

Sempre più vicino. I suoi seni si gonfiano di respiri che restano piantati, sotto lo strato della canottiera. Quei capezzoli piccoli che amo mordere e divorare per lenirli con la mia lingua da cobra, svettano gloriosi e intimiditi dal mio sguardo torbido.

Mio dolce corallo, dovresti sapere che un cobra non lascia mai vie di scampo.
Tu mi sfidi e io accetto di giocare.
Tu tiri la pallina di resina al centro della roulette, io la faccio fermare sul numero che voglio.

《Cos'altro hai visto?》 Sono a due passi da lei, quando le pongo la domanda come un quiz. La mia voce è calda e densa, di tutto ciò che mi passa per la testa.
E lo voglio realizzare, seppur so che sto cedendo alla sua voglia di imparare, capirà anche che il mio insegnamento deriverà dal mio godimento.

Osservo il suo collo deglutire più volte ma gli occhi rimangono piantati nei miei.
Crede che non me ne accorga di quanto la mia vicinanza la metta in soggezione.

《Dunque...》 Innalzo un sopracciglio e l'angolo destro delle mie labbra si incurva appena all'insù.

Si passa delicatamente la punta della lingua rossa come la lussuria che mi investe, tra quelle labbra che amo violare.
《Non ho visto altro.》 Replica di getto e mi stupisco del tono che non trema, non serve comunque se già lo sta facendo il suo corpo che mi anela.
Siamo forze oscure che si attragono, lo so io e lo sa lei.
Due sfidanti in un gioco senza esclusioni di colpi.
Dolci, brutali, lenti, letali.

Azzero la distanza parandomi difronte a lei, la pistola in mezzo ai nostri corpi é quasi una barriera.
Le iridi si mischiano, si sondano.
Le labbra si bramano, schiudono.
Le sue guance si colorano adorabilmente e mi faccio ancora più vicino.
Sento il suo sospiro carico di aspettative, ancora di più, così vicine che basterebbe muoverle per toccarsi e invece bastardo dirotto le labbra verso il suo lobo, dove la coda del suo occhio osserva il mio.

《Grave mio dolce corallo, bisogna sempre controllare per non trovare sorprese.》 Le sussurro intenso verso il suo lobo che tiro tra i denti mentre il suo sospiro esce di botto e le ciglia lunghe subiscono un fremito.
Lo stesso che a me fa tirare il cazzo.

《Quali?》 Quasi ruggisce grezza, e tutto ciò mi esalta, mi diverte, tanto quanto metterla in difficoltà.

Ora permetto alle mie labbra di stendersi in un sorriso mefistofelico.
《Lascia che te la mostri, dopotutto serve per il tuo allenamento.》 Sono così sfacciato che la sento rilassarsi e annuire.
Sono certo che la sua testolina stia pensando a qualche ulteriore attrezzo per la pistola, peccato per lei, molto meno per la mia libido.

Mi distacco lentamente da lei e un dolce sorriso si forma sulle sue labbra.
《Pronta?》 Mantengo il timbro caldo solo per vederla provata, ma purtroppo capisco che la sua fermezza é più salda.

Innalza il mento per mostrarmi tutta la sicurezza che serba.
《Prontissima.》 Ribatte con una tenacia che la sempre contraddistinta.
Ed é questo che adoro di Coraline, il suo continuo modo di contraddirmi, disubbidirmi, ed é per questo che oggi giocheremo ad armi pari.
É per questo che sorrido ancor di più, quando mi avvicino al borsone ed estraggo dalla tasca laterale la sorpresa.
Quella che stringo nel pugno della mano, quella che a breve le mostrerò per vedere il suo sorriso affievolirsi, il mio ingigantirsi.

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