36. La risposta
Tutta la mia intera fibra nervosa riesce ad accendersi contemporaneamente, così tante sono le emozioni che mi stanno attraversando in questo microscopico arco di tempo, fatto di istanti, di attimi rubati, di sospiri trattenuti.
Alex si è deciso, abbiamo finalmente compiuto quel passo che tanto abbiamo atteso e desiderato, e ora che lo sento dentro di me, che osservo i suoi occhi socchiudersi dal piacere, la testa che si abbandona sempre più all'indietro... io mi perdo a guardarlo, a osservare e ammirare la sua bellezza, in ogni suo aspetto. Poso le mani delicatamente sul suo collo, percorrendo i serpeggianti rilievi delle vene pulsanti e scendendo giù, sulla linea precisa delle clavicole, seguendo curva repentina che compiono le sue spalle ampie e solide, sui muscoli tonici delle braccia, soffermandomi con decisione sui suoi bicipiti per trovare un approdo per il mio corpo che sta andando lentamente alla deriva.
Le mani di Alex mi spingono appena in su dai fianchi per poi farmi scendere di nuovo su di lui, incitandomi a un movimento più lento all'inizio, poi sempre più intenso. Alza la testa per tornare a guardarmi negli occhi e, mentre detta lui il ritmo dei miei movimenti guidandomi con le spinte decise della sua mano arpionata al mio fianco, con l'altra fa scivolare giù da una spalla l'accappatoio per lasciarmi scoperta a metà. Mi guarda tutta, mi guarda come se non mi avesse mai vista prima d'ora, e io non posso fare altro che perdermi nel suo sguardo e nell'intensità che pare penetrare fin dentro il cuore.
Ma c'è una cosa che io ho aspettato sopra ogni altra, quell'unico, singolo ricordo intrappolato nella mia memoria annebbiata dal tempo: la sua voce. Non la sua voce solita, e nemmeno le sue parole, che ho sentito tante e tante volte in questi anni. Quello che aspettavo con più trepidazione era quel piccolo ma potente suono, quell'emissione veloce di fiato profonda, graffiante, il sospiro spezzato che emana quando mi sente muovermi con più velocità, quando lo lascio entrare più a fondo ancora, ma come se non fosse ancora abbastanza. Perché questo momento è intriso di ricordi, di tutto quello che abbiamo passato, di tutte le volte in cui io gli ho donato me stessa e lui ha ricambiato con il vero Alex. Quel dolce e sensuale verso istintivo che non riesce a trattenere potrebbe valere tutta la mia ragione di vita, e osservarlo così perso, fuori controllo, una mano sul mio seno e i suoi occhi inchiodati intensamente ai miei, è la gioia più estrema e totalizzante che io possa provare.
Non mi sta più dicendo ti amo, ma in questo istante è come se lo stesse urlando con quanto fiato ha in corpo.
Le sue braccia finiscono per avvicinarmi e stringermi mentre io continuo a muovermi sopra di lui, spingendo con le punte sul freddo pavimento, e le sue mani scivolano sotto l'accappatoio per poi privarmene definitivamente con gesto rapido e impaziente. La sua bocca ricerca la mia con foga e si alza di scatto prendendomi per la vita e lasciandomi avvinghiare intorno ai suoi fianchi. Non è con delicatezza che mi porta sul tavolo, ma ora la delicatezza è l'ultima cosa che potrei volere da lui dopo tanto aver aspettato.
Nei suoi occhi mi lascio perdere, nella sensazione delle sue spinte sempre più intense e veloci cerco di ritrovare un senso al mio presente, e io torno alla sua mercé come eravamo un tempo, quando potevo essere solamente sua, quando il mio cuore gli apparteneva completamente. E so bene che ci sono un mondo di significati nascosti, so che sono stata io a portarlo fino a questo punto quando forse non avrei dovuto... ma sono profondamente egoista e non mi importa di null'altro in questo momento che sentirlo spingere ancora più a fondo, ancora con più forza.
E nell'ultimo spasmo di sforzo, quando si lascia andare dentro di me dopo che entrambi abbiamo raggiunto il culmine, si appoggia con i palmi sul tavolo per riprendere il respiro perduto; tiene gli occhi chiusi dal piacere intenso che va scemando mentre io tento di riprendere la lucidità e il senso di quello che è appena successo... e solo dopo qualche secondo mi accorgo delle sue lacrime che, con un ticchettio quasi udibile, cadono calde e lente sul mio seno.
« Sara », geme tirandomi su e abbracciandomi stretta. « Ti amo così tanto. »
Lo stringo più forte che posso, così felice come raramente sono stata nella mia vita, quella felicità guadagnata da qualcosa che hai combattuto così tanto per ottenerla. « Potrai mai perdonarmi? »
Lascio un rapido bacio sulla spalla prima che le mie parole si facciano strada sulla sua pelle. « Sei... ogni cosa, Alex. Sei tutto per me... non hai più niente da farti perdonare », riesco solo a mormorare.
Torna a guardarmi negli occhi, senza tentare di fermare le lacrime, ma assecondandole. « Io non... non so se riuscirò a essere un uomo migliore, Sara. Non sono mai cambiato dal ragazzo che ero. »
« Sei già una persona migliore, Alex... ne sono convinta. »
I suoi occhi vagano rapidi sul mio viso e, in un attimo, le sue labbra sono di nuovo sulle mie, con più forza e intensità di prima, riesco a sentire il graffiare dei suoi denti sulla mia pelle, lasciandomi gustare il retrogusto ferroso del sangue che assaporo dalle mie stesse labbra. Ansimando nella sua bocca, gli afferro i capelli e fortifico la presa attorno ai suoi fianchi affinché mi avvicini a lui, per spronarlo a ricominciare ancora da capo; e lui non lascia sfilare via l'occasione per assecondare il mio desiderio e farsi strada di nuovo dentro di me, con prepotenza nei movimenti agitati, sincopati. Ma questa volta, ogni azione è in mano sua e, persa l'agitazione della prima sorpresa, la perdita di controllo temporanea, Alex si riappropria della guida di tutto; mi solleva tenendomi per le cosce e mi lascia sentire sulla schiena il ruvido della parete contro la quale mi ha posata con una profonda assenza di delicatezza, ricominciando a muoversi dentro di me, schiacciandomi contro il suo corpo.
Impieghiamo parecchio tempo per arrivare alla sua camera da letto: sprechiamo minuti preziosi guadagnando secondi, misuriamo il tragitto quasi centimetro per centimetro, lasciando scie di sospiri e parole spezzate. E quando arriviamo finalmente alle morbide lenzuola che la scorsa notte mi avevano rifiutata, quel materasso che ci sta salutando e abbracciando nel ricordo di tutte le volte in cui ha visto il nostro desiderio prendere forma e vita, è ora che la mia voce arriva chiara e forte alle sue orecchie, al mio stesso cuore, mentre chiamo il suo nome prima di bruciare definitivamente insieme a lui.
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« Cosa guardi? »
La sua voce è vicina, lo vedo nel riflesso dello specchio del bagno camminare verso di me fino a posare il mento sulla mia spalla, assorto a contemplarmi.
Sfioro il labbro inferiore e lo succhio per sentire la piccola ferita rimarginata. « Mi hai morsicato, sai? »
Mi bacia la base del collo con uno schiocco che non perde tempo a riecheggiare nel bagno vuoto. « Scusa, non me ne sono accorto. »
L'acqua nella vasca è quasi pronta e io e lui restiamo ancora gli ultimi minuti a bearci della nostra immagine riflessa allo specchio, entrambi nudi, entrambi profondamente e immancabilmente appagati e felici. Mi accarezza i fianchi, poi il ventre, e arriva a coprirmi il seno con le sue mani, lasciandole sopra a protezione, senza muoverle per secondi fini. « Alex... »
« Mmm », mormora con le labbra sul mio collo.
Ho paura a dirglielo... non ho osato fermarlo prima per paura della sua reazione. Mi ha dato tanto stasera, non vorrei esagerare con lui. « Per prima... tu lo... tu lo sai che io non prendo più la pillola, vero? »
Sento la mia schiena irrigidirsi e osservo con attenzione tutte le sue espressioni per paura di trovare la rabbia, o pentimento... invece, i suoi occhi restano nei miei con calma e serenità. « Lo so. »
Aggrotto le sopracciglia e lo guardo. « Cosa vuol dire che lo sai? »
« So che hai smesso di prendere la pillola sette mesi fa perché dicevi che ti dava degli effetti collaterali, so che hai il ciclo non ancora regolare, so che la mattina prendi le vitamine nella speranza di non prenderti l'influenza, come ti capita puntualmente ogni anno da quando ho memoria... so tutto di te, Sara. Non mi sfugge mai nulla anche se tu non lo sai. »
« Ok... beh, allora sai che domani dovrò correre dalla ginecologa, perché ci sarà una nuova pillola da prendere dopo quello che abbiamo fatto stasera », commento con aria sarcastica.
Devo essere sincera: in parte, questa presa di posizione unilaterale mi ha parecchio infastidita. Alex non si è preoccupato minimamente di usare il preservativo così come invece ha sempre fatto Andrea, e io credevo che lui fosse convinto che io prendessi la pillola... ma se le cose stanno così, significa che Alex non si è preoccupato di usare nessuna precauzione, lasciando tutte le responsabilità sulle mie spalle.
Le sue mani intorno alla mia vita mi stringono appena e, dopo un ultimo bacio sul collo, il suo viso ritorna visibile. « Tu domani non corri da nessuna parte », sussurra tenendo gli occhi nei miei.
Resto a bocca aperta. « Ma... ma lo sai cosa significa? »
La mia espressione scioccata pare divertirlo parecchio. « Sara, non ho otto anni da un bel pezzo. Lo so bene che cosa significa. »
Mi fa voltare verso di lui, ma la sorpresa sul mio volto ancora non è svanita. « Ma... ma... »
I suoi occhi verdi paiono divertiti e sereni, vestiti di un leggero e appena visibile reticolo di minuscole rughe d'espressione date dal sorriso che non accenna ad abbandonarlo. « Cosa ti dicevo un tempo? Mai restare davanti a un uomo con la bocca spalancata... gli fai venire in mente strane idee su cosa metterci dentro », scherza tenendo la mano intorno al mio mento.
Richiudo di scatto la bocca e provo a parlare, ma lui mi interrompe. « Taci una buona volta... so che cosa ho fatto e so quello che potrebbe succedere. Se ci sarà qualcosa a cui provvedere, ci penseremo insieme. Ora non mi importa, ok? Non voglio parlarne ora, non voglio parlare affatto adesso. Voglio che stai con me », sussurra prima di baciarmi la punta del naso, poi la guancia sinistra, le labbra e finendo per abbracciarmi, « e a questo e a tutte le conseguenze ci penseremo domani, ok? »
Prendendomi delicatamente per mano, Alex mi sorride e mi porta con lui nella vasca da bagno. Sono ancora scioccata dalle sue parole e da ciò che potrebbero significare... non riesco a credere che dopo il primo passo, Alex abbia fatto questo enorme cambiamento.
Ma forse ha ragione, non dobbiamo alterare questo momento con le preoccupazioni... voglio godermi l'attimo, e poi vedremo cosa succederà.
Mi appoggio con la schiena al suo petto e lo osservo passarmi delicatamente le mani sulle braccia e su tutto il corpo per lavarmi. Di tanto in tanto lasciamo scorrere l'acqua calda per riscaldarci, e poi torniamo ad assopirci placidamente l'uno accanto all'altro. Non so davvero mettere in paragone la felicità prolungata che sto provando in questi momenti con lui, rispetto a quella provata in passato; con lui accanto a me, con la mia vita che ha improvvisamente preso una piega diversa e inaspettata, mi sembra di essere una persona diversa, e mi rendo conto che è forse la mia illusione che mi sta facendo credere che tutto questo potrebbe diventare la nostra realtà.
« Sara? »
Tengo ancora gli occhi chiusi e la testa posata sulla sua spalla. « Sono sveglia. »
Mi accarezza i capelli raccolti, soffermandosi a giocare con i ciuffi più umidi arricciati sulla nuca. « Verresti a vivere con me? »
Sorrido a quelle parole. « Anche subito. »
« Sono serio, Sara », dice spostando la testa per guardarmi, così apro gli occhi per degnarlo della giusta attenzione.
« Dai, Alex... lo sai che non possiamo. »
« E perché? »
« Perché un conto è se fossimo ancora all'università a condividere un appartamento per studenti... ma ora siamo adulti, lavoriamo... sarebbe troppo strano: la Coppia lo capirebbe. »
Il suo respiro profondo precede le sue parole, mentre le sue mani restano a stringermi contro di lui sotto l'acqua calda. « Potrei parlare con loro... »
Mi volto a fissarlo con gli occhi sgranati. « Che cosa?! »
« Dico che ormai siamo adulti e non siamo fratelli di sangue... ormai possiamo dirglielo. Forse si arrabbieranno... forse non saranno d'accordo... ma che cosa potrebbero farci? »
Sono sempre più sconvolta. « Dove hai messo mio fratello e che fine gli hai fatto fare?! »
« Sii seria », mi ammonisce.
« Alex... non lo so, questa sera mi stai chiedendo tante cose tutte insieme... ho bisogno di pensarci. È troppo per una sola notte. »
Con la mano posata sul mio viso, riporta la mia testa sulla sua spalla. « Ok... »
Ci prova a restare in silenzio, ma questa sera sembra in fibrillazione. « Dimmi solo se vorresti vivere con me. »
« Ti ho già detto di sì », mi piace questo suo lato tenero e spaesato e, anche se cerco di fingermi seria, non riesco a nascondere un mezzo sorriso impossibile da trattenere.
Per qualche verso, aver rifatto l'amore dopo così tanto tempo sembra averlo sbloccato improvvisamente di tutti i paletti che si era autoimposto... il vero problema sarà capire se tutte le sue belle parole avranno anche il sostegno delle sue azioni, o se resteranno solamente un tentativo per convincere se stesso di un qualcosa in cui, forse, non crede davvero nemmeno lui. « Allora, domani, andiamo in agenzia per trovare un appartamento in centro. »
« Perché tutta questa fretta? »
Scosta un ciuffo dei miei capelli e posa delicatamente la sua guancia sulla mia, mettendosi a giocare con gli isolotti di schiuma che ci roteano attorno sul filo dell'acqua. « Beh, innanzitutto perché voglio dormire con te tutte le notti. »
Sta cambiando discorso... e alla fine lo lascio fare. Rimandiamo i pensieri al domani...
« Ma questo lo facciamo già », gli faccio notare.
« Sì, ma io non dovrei preoccuparmi di zittire i tuoi assurdi gemiti ogni volta. »
« I miei gemiti non sono assurdi! » la mia ribattuta infastidita arriva quasi automaticamente.
È la sua risata sincera e spensierata a riempirmi il cuore. « Oh, certo che sono assurdi... in ogni caso, potresti svegliarti accanto a me tutte le mattine. »
« Anche questo lo facciamo già. »
« Sì, ma quante volte la mamma è entrata al mattino per svegliarci mentre le mie mani non erano esattamente al loro posto? Dai, non ti piacerebbe andare a vivere via da questa casa? Me ne hai sempre parlato... e ora è arrivato il momento. »
« Certo che mi piacerebbe però... tutti lo sanno che non siamo davvero fratelli e la gente potrebbe parlare male. »
« Cosa vuoi che me ne importi di quello che pensa la gente », mormora iniziando a baciarmi il collo umido di vapore. « Non arrivati a questo punto, ormai. »
« Non dire così, lo so che ti importa invece... soprattutto del giudizio di tua madre. »
Entrambe le sue mani prendono a muoversi lentamente, scivolando verso la mia gola per tenermi ferma mentre l'altra finisce per nascondersi sotto il livello dell'acqua, a cercare un varco tra le mie gambe. « Non più, ormai. L'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è che, se vivessimo insieme, ti vorrei vedere giorno e notte con quella cosa che hai indossato questa mattina a lavoro; e soprattutto, penso al fatto che ti potrei scopare su ogni superficie della nostra casa, su ogni mobile che abbiamo comprato insieme... senza aver paura di un ritorno inatteso di mamma e papà. Ti piace l'idea? »
Riesco a percepire le sue parole, ma la mia concentrazione è tutta veicolata sulla sua mano destra, che si muove proprio in quel punto che mi fa perdere ogni capacità di ragionare.
« Rispondi », sussurra eccitato al mio orecchio.
« Sì », riesco solo a dire come risposta automatica.
Continua a muoversi instancabile e le sue labbra decidono di fermarsi su di un punto preciso del mio collo, mettendosi a succhiare sempre più intensamente. « Vieni a vivere con me, Sara? Ti prego. »
Sento le familiari vibrazioni salire dal basso ventre e a ogni mio minimo movimento volto a placare i tremori, la presa della mano di Alex intorno al mio collo si fa più intensa, impedendomi di agitarmi nella sua morsa. Non vedendo alcuna risposta da parte mia, troppo agitata e in confusione per riuscire a trovare un collegamento tra bocca e cervello, appena prima del piacere più intenso Alex mi lascia andare improvvisamente e mi fa voltare di scatto verso di lui, adagiandomi sulle sue gambe. « Dimmi di sì. »
Sono così felice, trepidante, eccitata e confusa che non riesco ad accorgermi della mia risposta, che sfugge dalle mie labbra senza darmi nemmeno il tempo di accorgermene. È solo il suo sorriso improvviso che mi fa rendere conto di ciò che gli ho detto, di quello che stiamo facendo, del passo avanti che le nostre vite hanno appena compiuto... e da domani, tutto sarà diverso.
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Spazio Ape:
come al solito vi chiedo scusa per l'attesa... non mancano molti capitoli alla fine e mi sto impegnando in questi giorni per scrivere le ultime cose e pubblicarle più in fretta. In settimana avrete un nuovo capitolo ;-)
Come finirà questa storia secondo voi? Sono suuuuper curiosa di sentire le vostre opinioni.
A prestissimo!
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