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Feremort

Passò una settimana da quando Al fece quel sogno. Durante le notti continuava a sognare lui vestito di nero che continuava a borbottare strani incantesimi sull'uomo sdraiato che somigliava alla figura nera che aveva impersonato. Non seppe nemmeno dove si trovava, tanto era tutto bianco. Non ne parlò né con Rose, né con Scorpius e né con Elly. Decise di tenersi tutto per sé. Ma al mondo c'erano preoccupazioni peggiori a cui pensare nelle notti insonni. Per esempio: se il ladro voleva a tutti i costi la Pietra della Resurrezione, perché non aveva attaccato più Al dopo l'assalto a Casa Potter? Il ladro sapeva che la Pietra si trovava nella sua bacchetta? E soprattutto... CHI ERA IL LADRO?

"Il Profeta non ha detto niente! Sono due settimane! Non un articolo sull'attacco a casa tua, Al! Continuano a buttare stupide righe sulle teorie e sulla sicurezza" Esclamò Rose sfogliando velocemente le pagine del giornale giù in Sala Grande, a colazione. Il suo gufo era arrivato la mattina presto.

Scorpius fece un espressione decisamente preoccupata.

"Non vorranno mica tenere all'oscuro la comunità, no? Se fosse così, andrei a fare due chiacchere con Arnold Sword... Lui fa parte dell'Ordine!"

"Calmati, Rose. Il Fedele aveva detto che si stanno impadronendo del Ministero, no? E se Sword fosse sotto la Maledizione Imperius?" Chiese Malfoy mentre sorseggiava del porridge.

"Kingsley non ha scoperto nulla! Nessun sospetto, e se Sword fosse sotto l'attacco della Maledizione Imperius i piani dell'Ordine andrebbero a rotoli. Se il ladro comandasse Sword verrebbe a conoscenza di tutti i nostri piani. Kingsley sarebbe il primo a sapere se ci sono degli infiltrati al Ministero" Tuonò Rose convinta. "Secondo me mettono a tacere tutto per non creare il panico, ma si sbagliano. Quando il ladro attaccherà di nuovo le famiglie saranno colte alla sprovvista. Dovrò scrivere all'Ordine e a Sword..."

"Sembra strano, però. Mio padre aveva detto forte e chiaro a Kingsley di riferirlo al Profeta" Disse Albus spalmandosi la marmellata sul pane tostato.

"Non capisco a che gioco stanno giocando..."

Tra fruscii e sbatter d'ali, centinaia di gufi planarono dalle finestre in alto, portando lettere e pacchetti ai destinatari e spruzzando ai ragazzi seduti a far colazione con una pioggia di goccioline d'acqua; evidentemente fuori pioveva. Snow scese in picchiata a fece cascare una pergamena giallastra unticcia nel piatto di Albus. Tirò fuori dalla tasca un Biscotto Gufico e lo lanciò diritto nel becco di Snow. Poi prese la pergamena a la aprì.

Stiamo indagando negli Uffici della Gazzetta del Profeta, potrebbero esserci degli infiltrati. I Fedeli non scherzano. Stai attento e guardati alle spalle.

Tuo, papà.

"Cavolo... Che tempismo, stavamo parlando proprio di questo! Rose, guarda" E gli mise il biglietto sotto il naso, così che lo potesse leggere.

"Infiltrati, eh? Allora mi sbagliavo... forse ci sono davvero. Kingsley deve stare attento..."

"Tutti dobbiamo stare attenti, Rose" Intervenne Malfoy infilandosi un'aringa affumicata in bocca.

"Ricordati che facciamo parte dell'Ordine, e dobbiamo collaborare, se succede qualcosa qui a Hogwarts" Trillò in un sussurro Albus.

"Sai bene che il primo compito dell'Ordine è proteggerti e non far si che il ladro si impossessi della Pietra... sempre se sa che si trova dentro la tua bacchetta" Disse Rose pensosa.

"Pensi veramente che lo sappia? Io non credo. Secondo me sa solo che ce l'ho io, ma non dove" Insisté Albus: dopo l'attacco continuava a dire questa frase ogni volta che si parlava del ladro.

"Cosa succederebbe" Chiese Rose in tono gelido mentre andavano a lezione di Trasfigurazione "se quest'anno mi rifiutassi di prestarvi i miei appunti?"

Scorpius la guardò per un attimo, la bocca aperta a suggerire incredulità. Poi parlò. "Scherzi, vero? Verremmo bocciati ai M.A.G.O. ... Se vuoi questo peso sulla coscienza, Rose"

"Sono sei anni che copiate sempre da me, e solo perché sono la figlia di Hermione Granger non garantisce il fatto che io faccia copiare a tutti"

"A tutti? Siamo solamente io ed Al, e poi non te li chiediamo mica sempre. Sai che non potremmo mai andare avanti senza di te, tu sei la più brava, sei intelligente come tua madre"

"Oh... Non rifilarmi queste sciocchezze" Disse Rose, ma parve un po' addolcita mentre marciava davanti a loro.

La professoressa McGonagall li accolse con un sorriso che avrebbe potuto ingannare anche un Troll: aveva un'aria decisamente stanca. Gli alunni si misero seduti e tirarono fuori le bacchette, che poggiarono sul tavolo.

"Buongiorno ragazzi. Oggi, come avevo detto l'altro ieri, cominciamo a trattare la Trasfigurazione Umana" Disse calma. Dopo alcuni secondi cominciò un monologo lungo e preciso. Rose ascoltava meravigliata, Scorpius provava a capire, mentre Al si guardava intorno, gli occhi deformati dall'incomprensibilità. Dopo una ventina di minuti, la professoressa cominciò a chiamare vari studenti, tra cui tre Tassorosso, Louis Macmillan, Weck Crussux e Joanne Rowlas, e tre Grifondoro, Margarit, Scorpius e Patrick.

La Preside fece una breve dimostrazione della trasformazione parziale di un arto superiore, che trasformò in vari arti animali: il braccio di Scorpius si mutò in una zampa di elefante, mentre quella di Weck Crussux in una coda di un combra sputatore.

"Trasfigurazione Umana... è magia avanzata... credo di studiare la teoria perfettamente, ma pratica... non so" Disse Rose sospirando mentre si metteva la borsa alle spalle. Scorpius aveva un leggero formicolio al braccio che pochi minuti prima era una zampa grigiastra di molti chili, mentre Al si massaggiava le tempie cercando di alleviare un dolore alla testa che lo tormentava dalla mattina appena sveglio. Una volta usciti dall'aula di Trafigurazione, uscirono dal castello diretti alle serre d'Erbologia, precisamente alla numero due, dove li aspettava una Luna sorridente e a braccia spalancate.

"Venite ragazzi, venite. Oh, Finnigan, hai dei Gorgosprizzi lì, proprio sulle orecchie. Devi toglierli, sì sì"

Grifondoro e Corvonero si posizionarono intorno al lungo tavolo di legno, che era sommerso dai ceppi contorti di Pugnacio, su cui avrebbero lavorato per tutto il trimestre.

"E comunque... anche se ci fossero degli infiltrati al Ministero, segna una vera e propria caduta di Kingsley e degli Uffici Auror" Trillò Rose in sussurro.

"Kingsley è forte, ha troppo stile... è un uomo con il coraggio di un Gigante, non può cadere davanti a quattro Fedeli" Rispose asciutto Al.

"Be', abbiamo un vantaggio, noi dell'Ordine: abbiamo il Ministro della Magia come membro, e potrà informarci di tutto" Disse Scorpius.

"Non oso immaginare cosa accadrebbe se il Ministero venisse assalito"

"Basta con le chiacchere, ragazzi" Ingiunse Luna mentre camminava tra gli studenti girando su se stessa.

"Cominciate a prendere i primi baccelli, ragazzi" Aggiunse con aria sognante.

I tre si guardarono intorno; alcuni ragazzi stringevano già un oggetto verde grande come un pompelmo che pulsava in modo sgradevole.

Albus inspirò profondamente e poi si gettò sul ceppo contorto.

Quello prese vita all'istante; i pungenti tralci simili a rovi schizzarono dalla cima e cominciarono a dimenarsi. Uno si impigliò su un altro ceppo, quello di Molly Weasley Junior. Albus riuscì ad agguantare altre due tralci e ad annodarle insieme; un buco si aprì al centro di tutti i rami tentacolari; Scorpius tuffò coraggioso il braccio nel buco, che si chiuse all'improvviso: Albus cominciò a tirare con forza il braccio dell'amico, e il buco si riaprì. Albus infilò una mano e, prima che il buco si potesse richiudere, prese un baccello come quello di Molly. Subito i tralci pungenti si ritrassero all'interno del ceppo contorto, che rimase come un innocente ciocco di legno inanimato.

"Professoressa, diceva che dobbiamo lavorarci tutto il trimestre, con questi cosi, eh?" Ansimò Malfoy asciugandosi il sudore dal viso.

Albus prese una ciotola e vi lasciò cadere il baccello dentro. Poi lo prese di nuovo e lo spremette: un liquido verdastro ne fuoriuscì come una grande bolla di muco fresco, e colò a fiotti sul fondo del bacile.

"Bleah... Scorpius, gradisci?" Rise.

"Ma quella non era la pappa che ti dava mammina, eh, Bibby?"

"Comunque" riprese Rose riaffiorando da un ceppo contorto, "attendiamo notizie dall'Ordine... poi vedremo che fare"

"Cosa intendi con 'poi vedremo che fare'?" Chiese Scorpius mentre stava cercando di spremere un baccello con tutta la sua forza.

"Se succede qualcosa rimarremo qui, vero, idiota? Be', è ovvio che andremo a dare una mano! Non rimarremo rinchiusi dentro questo castello"

"Concordo con Rose" Intervenne Albus sussurrando.

Finita l'ora di Erbologia, uscirono dalle serre e lasciarono Rose da sola, che andò a lezioni di Babbanologia. Albus e Scorpius, invece, avevano un'ora buca, e si intrufolarono giù nelle cucine per stuzzicare qualcosa.

Fecero un paio di scalinate e scesero giù, fino a ritrovarsi in un ampio corridoio di pietra, ben illuminato da torce, e decorato da allegri quadri che raffiguravano soprattutto cibo. Avanzarono verso un grande quadro che ritraeva una gigantesca ciotola d'argento piena di frutta. Al fece il solletico ad una grossa pera verde, che prese a contorcersi, ridacchiando, e all'improvviso si trasformò in una grossa maniglia verde. Al la afferrò e spalancò la porta. Entrarono nelle immense cucine di Hogwarts, che si trovavano sotto la Sala Grande. Era pieno zeppo di elfi domestici, ed Albus riconobbe subito il suo. Kreacher camminava lento verso un grande forno, accompagnato da un elfo che Albus non aveva mai visto. Kreacher notò immediatamente la presenza del suo padrone e gli corse incontro, facendo un grande inchino. Il suo naso toccò il pavimento e sussurrò "Quale piacere, padrone Albus?"

"Ciao Kreacher" Lo salutò allegro mentre gli altri elfi guardavano lui e Scorpius sorridendo e alzando la mano. "Avevamo un po' di fame... mica avete un po' di torta?"

In un attimo, cinque elfi domestici gli si avvicinarono trotterellando con un grosso vassoio d'argento carico di teiere, tazze per Albus e Scorpius, un bricco del latte e una gigantesca torta fatta di cioccolato e panna freschissima.

Scorpius era rimasto a bocca aperta. Albus lo guardò sorridendo.

"Visto che roba, eh?" Gli disse mentre prendeva il vassoio d'argento e lo posava su un tavolo lì vicino. "James e Louis sono cresciuti qua giù"

Scorpius, ancora sorpreso per la rapidità degli elfi nel servizio, prese a mangiare la torta e a bere il latte zuccheroso.

"Kreacher, come procede qui?" Domandò, la bocca piena di panna.

"Tutto va liscio, padrone. Proprio ieri sera il padrone Harry ha chiamato Kreacher dicendo a Kreacher che doveva svolgere un compito" Disse con voce rauca ma stranamente felice, quasi soddisfatta.

"Oh, ecchettiaetto?" Chiese ancora con la bocca piena.

"Niente di spieciale... Kreacher obbedisce al padrone Harry" Fece un sorrisetto e se ne andò, facendo un altro e profondo inchino.

Quando finirono di mangiare la buonissima torta al cioccolato, i due sgattaiolarono fuori dalle cucine e salirono in Sala Comune. Il giorno dopo avrebbero affrontato gli esami di Materializzazione, e, per la prima volta in vita sua, Albus avrebbe potuto viaggiare da solo. Ventiquattro ore filarono via come grandi fiotti di pus puro di Bubotubero, e gli alunni del sesto e settimo anno corsero eccitati verso Hogsmeade, scortati da una dozzina di Auror: nessuno voleva rivivere l'esperienza di sei anni prima. L'esame di Albus era risultato il migliore di tutti, perfino migliore di quello di Rose, che mise il broncio per una manciata di minuti poiché suo cugino l'aveva superata in qualcosa. Scorpius venne promosso, anche se l'Istruttore Ministeriale di Materializzazione Wilkie Twycross, stranamente incolore, ciglia trasparenti e magrolino, non notò che gli si era Spaccato un quarto di unghia del pollice. Elly superò l'esame con una facilità pazzesca, mentre Margarit si Spaccò la mano. Dopo Albus, l'esame migliore fu quello di Spartamus, che già aveva esperienze con la Materializzazione.

Albus era felicissimo, e adorava la Materializzazione, anche se i maghi la trovavano un mezzo un po' troppo scomodo per viaggiare.

Percorsero High Street e salirono verso il castello, colorato da una scia rossastra che proveniva dal cielo. Il prato del parco era ghiacciato, e quasi tutti gli studenti che ritornarono dall'esame di Materializzazione si chiesero come mai, visto che non c'era traccia di un vento freddo da settimane. Albus salì nel suo dormitorio e, con un misto tra sorpresa e preoccupazione, vide una lettera sul suo letto e Snow che svolazzava per tutta la stanza. Al le diede dei Biscotti Gufici e, ansante, srotolò la piccola pergamena giallastra.

Arnold Sword è morto. Lo hanno trovato ucciso nel suo ufficio: nessuno vuole andare più al lavoro al Ministero. Sono tutti terrorizzati. Non sappiamo cosa sta succedendo, ma il ladro sta agendo, e più in fretta di quanto ci aspettassimo. Kingsley sta provvedendo.

Papà.

Albus lesse la lettera con gli occhi che gli bruciavano. Il Direttore della Gazzetta del Profeta era morto... Il ladro stava cominciando ad agire... Stavano provvedendo.

Passò la lettera a Scorpius e, senza dire una parola, scesero giù in Sala Comune, dove Rose ed Elly stavano comode su delle soffici poltrone. Anche loro due lessero la breve lettera di Harry.

"Secondo me lo tenevano d'occhio da un po'. Lo tenevano sotto controllo assicurandosi che non pubblicasse articoli sull'attacco a casa mia, e poi lo hanno fatto fuori" Disse convinto Al, immaginandosi il viso scheletrico dell'amico di famiglia.

"Ma se lo tenevano sotto controllo allora il ladro deve aver saputo dell'Ordine!" Esclamò Scorpius.

"E se anche fosse? Non farebbe la differenza... Ma credo che non l'abbia saputo"

"Ma perché lo ha ucciso?!" Chiese spazientita Rose in un sussurro mentre seguiva con lo sguardo due del primo anno con in mano quelli che sembravano Torroni Sanguinolenti.

"Non lo so. Mio padre l'avrebbe scritto, no?" Pensò Albus. La testa gli pulsava fortissimo.

"Semplicemente per non far divulgare la notizia del ritorno del ladro! Agli Uffici del Profeta solo Sword sapeva dell'attacco, e siccome voleva pubblicare qualcosa sul ritorno del ladro, lui ha provveduto a farlo uccidere. Non c'è altra spiegazione. Il ladro vuole agire di sorpresa contro la comunità, e solo Kingsley all'interno del ministero sa che è stato il ladro"

Prima che lui o Scorpius potessero rispondere, Albus provò un dolore straziante alle tempie, come se una mano invisibile le stesse premendo con tutta la loro forza. La Sala Comune sparì e vide sfocato per un attimo. Si sentiva preoccupato, ma allo stesso tempo felice, e non seppe il perché. Poi mise a fuoco l'ambiente intorno a lui: deserto... bianco... ma non riusciva a capire dove fosse. Lui aveva preso le sembianze del ladro, alto e nero, la bacchetta più potente della storia della Magia stretta in pugno. Si chinò su quello che sembrava uno specchio che lo stava riflettendo. No... non era uno specchio... Era semplicemente una figura uguale a lui... Alta, magra, il mantello nero, il capuccio nero: era un altro lui. Puntò la bacchetta sul petto dell'altro lui, le braccia unite sul petto. Borbottò qualche strano incantesimo... sembrava cantare.

"Albus!" L'urlo di Rose lo fece sussultare e Al, con uno sforzo enorme, fece dissolvere le immagini del ladro dalla sua mente. Gli bruciavano gli angoli degli occhi e sentiva le palpebre pesanti: sembrava non avesse dormito da giorni. Si ritrovò carponi accanto le poltrone.

"Hai parlato! Ti sei afflosciato e... e... hai detto qualcosa..."

"Non mi sento bene... Voglio dormire" Mormorò lui. Solo ora capì quanto si sforzò nel cercare di parlare.

"Ma fra dieci minuti abbiamo Ars Amatorie, Albus! Albus!" Ma se n'era già andato. Salì le scale a chiocciola ed entrò nel dormitorio. Chiuse la porta alle sue spalle e si buttò di peso sul baldacchino: avrebbe potuto giurare di sentire qualcosa lì sotto rompersi con un piccolo crac.

Scosse leggermente la testa: gli faceva ancora molto male. Cercò di ricordare cosa aveva visto. Sembrava così reale... lui era il ladro... ai suoi piedi c'era una figura uguale a lui... in un posto a lui sconosciuto... Si concentrò intensamente, accigliato, sforzandosi di ricordare. Ma tutto stava diventando confuso. Si coprì il viso per non vedere la stanza illuminata dai fiotti di luce del sole, cercando di restare aggrappato all'immagine di quel luogo che ricordava a malapena... Non ebbe la minima idea di che luogo fosse. Era bianco... tutto bianco... ma non ricordava. Ma era come trattenere l'acqua con le mani, perché più cercava di ricordarsi, più i dettagli scivolavano via.

Albus sollevò il viso dalle mano, aprì gli occhi e si guardò intorno come se si aspettasse di vedere qualcosa di insolito, o qualcuno... Ma dentro il suo dormitorio non c'era nessuno. Era lui... Era solo lui quello che poteva vedere quelle cose... Solo lui poteva udire voci che nessun'altro udiva. Cosa stava succedendo?

Si alzò e prese a misurare a grandi passi la stanza, cercando di ricordare... Lui era il ladro e borbottava incantesimi su se stesso... perché quella figura sdraiata era uguale a lui... ERA LUI!

"Al! Cosa ti è successo?" La porta del dormitorio si spalancò ed entrò sospirando Scorpius.

Albus lo guardò per un attimo. Non voleva mentire al suo migliore amico, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che era meglio tenersi tutto per sé, e non dire niente a nessuno.

"Niente" Mentì. "Sono stanco e... ora mi sento meglio" Ma non era vero: la testa gli pulsava come il cuore.

"Avete fatto lì su? Al, cos'hai?" Chiese Rose da sotto. Alcuni alunni del terzo la guardarono accigliati.

Albus scese e, cercando di non mostrare il minimo segno di debolezza, raccontò a Rose che era solamente stanco e aveva fatto un sogno che riguardava una Veela. Ma lo sguardo sospettoso di Rose non tranquillizzò per niente Al: temeva che la cugina non si sarebbe arresa, e che da lì a qualche giorno gli avrebbe fatto sputare il rospo.

Era sempre strano fare lezione con Ted Lupin: veniva a cena quasi tutte le sere a Casa Potter e si fermava a dormire molto spesso. Lo faceva ormai da quando era piccolo, e per Al fare lezione con lui era come farla con un amico. E poi, Harry era il padrino di Ted, quindi faceva parte della famiglia a pieno diritto.

Parlarono di storie avvincenti di cavalieri e principesse innamorati, e delle storie d'amore più bizzarre della storia della Magia. In quella lezione c'erano anche i Serpeverde, e Connor non faceva altro che fissarsi intensamente la mani: erano coperte da graffi e cicatrici circondate da sangue fresco.

Ted quel giorno aveva i capelli color turchese ed era più alto di un metro e novanta. Assomigliava così tanto a Tonks... Remus sarebbe stato fiero del lavoro di suo figlio: insegnare la cosa più bella del mondo a dei ragazzi. Remus... insignito dopo la sua morte postumo dell'Ordine di Merlino, Prima Classe, primo Lupo Mannaro nella storia a ricevere quell'onore... Remus, il cui volto padroneggiava ancora sulle menti di tutti i maghi... un uomo coraggioso e gentile che aveva fatto sempre del suo meglio in circostanze veramente difficili e che ha aiutato molte più persone di quante se ne fosse reso conto... Remus, semplicemente l'Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure migliore che Harry Potter avesse mai avuto.

La visione del ladro sparì totalmente dai pensieri di Albus, che si immerse totalmente nei scorrevoli discorsi di Ted. Era felice, ma, e non seppe il perché, si sentiva anche preoccupato. Credeva che quell'emozione non appartenesse a lui... perché lui si sentiva felice, lo sentiva dal cuore. Ma era anche preoccupato... Perché? Era un emozione che non gli riguardava in quel momento, come se qualcuno l'avesse messa con la forza dentro il suo corpo. Non voleva essere preoccupato... solo felice.

Il suono della campana lo fece sussultare per un istante, poi si alzò e seguì Scorpius, Rose ed Elly all'aula di Pozioni: quel giorno avrebbero affrontato il Distillato della Morte.

Il pomeriggio venne inghiottito dall'oscurità. Un enorme luna piena fece capolino su nel cielo, e le stelle, più brillanti che mai, la accompagnavano, come se fossero un'infinità di piccole damigelle. Tirava un po' di vento e, non potendo andare da Hagrid, che era in viaggio in cerca di Giganti, Rose convinse Albus e Scorpius ad andare in biblioteca. Lei doveva fare una traduzione di Antiche Rune, Albus e Scorpius, invece, una ricerca su Mungo Bonham, nonché il fondatore dell'Ospedale San Mungo per ferite e malattie magiche.

"Lumacorno vuole che sappiamo tutto su questo qui... Ma cosa c'entra con Pozioni?" Brontolò Malfoy intingendo la penna d'oca nell'Inchiostro Magicolor. Si trovavano dentro una piccola stanza.

"Non chiederlo a me... Nato nel1560 e morto nel 1659... Caspita! Novantanove anni, non poteva arrotondare morendo un anno dopo?" Rise Albus. Guardò sua cugina furtivamente: teneva la testa appoggiata sulla mano e provava a tradurre delle frasi da Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune.

"Cosa c'è che non va, cuginetta? Hai paura di prendere un miserabile e scarso Eccellente con l'aggiunta di un M.A.G.O. solo perché alzi la mano?"

"Oh... Non ci sto capendo niente. Porterò il Pony di Cadogan!" Disse esausta.

"Il Pony di Cacco... Cosa?" Malfoy aggrottò la fronte.

"Porterò il Pony di Cardogan! Mai sentito questa frase? è come dire 'cercherò di trarre il meglio da una situazione complicata'. Conosci lo scontro tra Sir Cadogan – che era un cavaliere – contro Viverna de Wye..."

"Ma non è il quadro che sta al settimo piano? E... sì! Ha anche un pony quel cavaliere..."

"Perspicace Hyperion, molto, oh sì, lo sei. Dicevo..." Parve contenta di doversi preoccupare ad altro invece che alla traduzione "Viverna de Wye era una famosa creatura simile a un drago. La prima volta che si incontrarono, la bestia sbranò Sir Cadogan, spezzò la sua bacchetta a metà e gli fuse spada e visiera. Siccome non riusciva a vedere per il fumo che saliva dall'elmo che si stava fondendo, Sir Cadogan si salvò a fatica la vita. Ma invece di fuggire, salì in groppa ad un pony che stava brucando l'erba e si diresse di nuovo verso la Viverna con la sola bacchetta rotta in mano, pronto ad una morte valorosa. La Viverna abbassò la testa per inghiottire il cavaliere e il pony, ma la bacchetta scheggiata e spezzata a metà le bucò la lingua. I fumi gassosi che salivano dal suo stomaco presero fuoco e fecero esplodere la Viverna"

Malfoy la guardò a bocca aperta, con un'espressione del tipo ma-mi-stai-prendendi-in-giro?

"Ora capisci? 'Porterò il Pony di Cadogan!" Disse abbozzando un sorriso la Weasley. Ma Malfoy rimase lì, a guardarla, la bocca aperta e, Al lo notò chiaramente, gli occhi sognanti.

"Scorp! Mi hai sentito? Scorp!"

"Oh, sì, certo, il Pony! Ovvio, no?" Esclamò lui tornando sulla terra.

"Cosa è ovvio, Scorp? Oh, Connor!" Esclamò lei contenta. Si alzò dalla sedia e si tuffò su Spartamus. Albus rimase sbalordito: Connor indossava un cravattino verdastro. Di solito se ne stava col petto di fuori a gironzolare per il castello, mostrando le sue imponenti cicatrici. Lo fulminò un istante con lo sguardo, poi tornò a scrivere, o meglio, a copiare la ricerca su Mungo Bonham, mentre sentiva una strana sensazione invaderlo: voleva spaccare la testa a quel presuntuoso Serpeverde che se la faceva con sua cugina. Sentì un liquido bollente salirgli dallo stomaco e le viscere contorcersi. Scorpius, invece, distolse immediatamente gli occhi da Rose e fece finta di scrivere, fissando un unico punto sulla pergamena giallastra.

"Se dovete pomiciare qui davanti a noi due, andatevene" Sibilò gelido Al.

Connor smise di mordere il labbro a Rose e lo fissò.

"Scusa scusa? Noi ce ne dovremmo andare? E perché mai dovremmo prendere ordini da te?" La voce di Connor era intrisa di piacere malvagio.

Albus si alzò rumorosamente e fece rovesciare il calamaio sulla pergamena. Sfilò la bacchetta e la puntò contro Connor, che rimase immobile, fissando la punta della bacchetta come se fosse un risultato di una partita di Quidditch.

"Non usare quel tono con me, Spartamus"

"Io uso il tono di voce che voglio quando mi pare e con chi voglio, Potter. Levati dai..."

La bacchetta di Al ormai toccava il petto di Connor, che stava cominciando a sudare. Albus si chiese il perché, visto che prima stava mantenendo un'espressione neutra e indifferente.

"Dai, Connor, andiamo" Lo esortò Rose tirandolo per una mano.

Connor rimase lì, pietrificato, mentre sudava ininterrottamente. Albus poté udire il battito del cuore del Serpeverde aumentare a dismisura, e anche il respiro. E poi capì...

Si girò di scatto e si incamminò verso la finestra della stanzetta. Guardò in su... Era lì, grossa e biancastra, che sparava fiotti di luce grigiastra sul corpo di Connor.

Rose parve capire la situazione. Spalancò gli occhi e si portò la mano sulla bocca. Scorpius stava facendo ancora finta di scrivere. Lo dovevano portare fuori, non avevano scelta.

"Connor, hai preso la pozione oggi? Connor! La pozione... Ti sei dimenticato, oh, amore!" Rose lo guardò spaventata, mentre i muscoli del suo fidanzato si gonfiavano come palloncini. Le sue unghie si allungarono e si colorarono di grigio sporco.

"Merlino maledetto... Rose! Dobbiamo portarlo fuori, di corsa!"

"Non possiamo! Oramai è troppo tardi! La trasformazione è già iniziata... Oh, amore. No, dai, non ti trasformare qui" Era in preda al panico.

Scorpius smise di fissare la pergamena e si girò, gli occhi spalancati e una maschera di terrore dipinta sul suo volto. Si alzò lentamente, fissando Connor.

I suoi vestiti si squarciarono e caddero a terra con tonfi sordi, e il battito del cuore che ormai sembrava un Centauro imbestialito si poté udire chiaramente per tutta la stanza.

Al, Rose e Scorpius rimasero lì. L'unica via fuga era una piccola porta, oppure la finestra.

Non potevano permettere che Connor si trasformasse lì, dentro quella piccola stanza della libreria. Ma era troppo tardi...

Peli grigiastri apparvero su ogni parte del suo corpo, che cresceva a dismisura. Il suo muso si allungò di qualche centimetro e il naso si rimpicciolì e si colorò di nero. I denti crebbero notevolmente e divennero dei pugnali biancastri affilatissimi. La testa della creatura toccava il soffitto...

"Esci, Rose! Penso io a lui!" Urlò Albus, sperando che la gente là fuori non lo avesse sentito.

"Ma è il mio ragazzo... Oh, no, guardalo! Verrà espulso per questo! Tiriamolo fuori!" Piagnucolò la Weasley, rossa in volto.

"Non ti preoccupare. Ti fidi di me? Esci. Scorpius, vai con lei" Scorpius si alzò di scatto e trascinò fuori Rose, gli occhi rossi.

E quando spostò di nuovo gli occhi su Connor, questi aveva completato la trasformazione. Ora era un bestione di metri, o forse di più... Il suo polpaccio avrebbe potuto misurare quanto il busto di Al. Cominciò a ringhiare, forte, i denti affilati che da lì a qualche minuto si sarebbero colorati di rosso. Albus sfilò rapido la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il salvatore della vita del suo migliore amico.

"Sei cosciente di essere un lupo mannaro? O hai perso la brocca e sei deciso a puntare sugli umani?" Le parole uscirono da sole dalla bocca di Al. Ma poi si rese conto che aveva fatto la cosa giusta. Doveva chiederglielo visto che Connor, essendo un mezzo lupo mannaro, a volte ragionava con la testa di un umano e a volte con la testa di una bestia assassina.

Il lupo rimase lì, respirando affannosamente, il capo chino. Si reggeva a due zampe, e sembrava addormentato: non ringhiava più.

Chissà se Madame Pince si fosse accorta che dentro quella stanzetta c'era qualcosa che non andava... per fortuna, fino a quel momento, nessuno era entrato.

Albus tese la bacchetta davanti a sé, più in alto che poté. Connor continuava a respirare, ma sembrava addormentato, e ancora non aveva mosso un muscolo.

Albus fece un passo in avanti, e il suo cuore cominciò a pulsare violentemente... La testa prese a fargli male in un modo assurdo, e per un attimo pensò di aver visto una figura incappucciata chino su un'altra figura incappucciata... ma pensò di averlo solamente immaginato.

Avanzò lentamente verso il lupo mannaro. C'era un silenzio impenetrabile. Chissà dove erano andati Scorpius e Rose...

Allungò il braccio con cui teneva la bacchetta con tutto il suo sforzo, fino a toccare con la punta il bacino della bestia. E poi...

Non si mosse. Rimase lì, pietrificato, e respirava sonoramente. Albus fece un piccolo passo in più verso la massa grigiastra davanti a lui, spingendo la bacchetta ancora più a fondo tra i peli grigi del lupo... Poi alzò lo sguardo, e gli guardò il viso: aveva gli occhi chiusi. Forse era davvero addormentato... Ma possibile che lo fosse in piedi?

I battiti dei cuori dei due echeggiarono nella stanza come martelli... Albus si avvicinò ancora di più alla creatura, e ancora di più, e...

Boom

Il lupo lo colpì in testa, e andò a sbattere violentemente contro la parete di libri, che cascarono un dopo l'altro. Albus aveva lasciato la presa sulla bacchetta...

Il lupo si tuffò nella sua direzione. Al non poté fare niente: Connor lo prese per la testa e lo catapultò sull'altra parete. I libri lo colpirono in testa, e, ne era certo, vide una figura incappucciata nella sua mente mentre borbottava strani incantesimi... Il lupo lo afferrò di nuovo e lo sbatté a terrà: il naso gli si ruppe. Provava un dolore al corpo atroce... Non riusciva a scappare. Le ossa gli dolevano così tanto che sembravano prender fuoco. E poi...

Un ululato, un ringhiare tremendo, e il lupo gli si scagliò contro, cercando di morderlo. Albus provava a respingerlo con le sole mani, ma era troppo debole. Senti l'alito caldo del lupo sul suo viso... Doveva assolutamente trovare la bacchetta, ma le macerie di libri lì a terra non aiutavano affatto la situazione. Sferrò un calcio al lupo, che barcollò per un istante indietro. Ma aveva fatto un grosso, grossissimo errore: il lupo spalancò la bocca e tese le mani davanti a sé, con i lunghi artigli che avrebbero fatto a pezzi Albus in qualche secondo. Non riuscì ad alzarsi... Il lupo era a qualche centimetro da lui, la bocca aperta: gli avrebbe divorato la testa, e poi sbranato ogni centimetro di carne...

Chiuse gli occhi, sperando ad un miracolo. Poi...

Il suo corpo cominciò a sciogliersi, trasformandosi in un vapore azzurrino che fluttuò nell'aria come fumo: volò a qualche metro di distanza dal lupo. L'unica cosa fatta di carne sul suo corpo era solamente la testa, che galleggiava sopra il fumo azzurrino che emanava un bagliore spettacolare. Il suo corpo era vapore azzurro... Non poteva crederci... Era successo anche nel salotto col ladro. Cercando di non meravigliarsi troppo, si concentrò nel tornare umano: doveva prendere la bacchetta.

'Voglio tornare umano, voglio il mio corpo, voglio la bacchetta' Sussurrò mentre Connor lo guardava stupito, gli occhi blu mare contornati da una scia rossastra.

Il fumo sparì, e il suo corpo si posò sotto la sua testa: sentì una sensazione piacevole, come se qualcuno lo avesse buttato in un acqua gelida e poi in un acqua bollente. Prese un paio di libri abbastanza pesanti e, cercando di rallentare il lupo, glieli lanciò contro. Prese a guardare a terra: eccola lì, sotto il libro A passeggio con i Troll. Si tuffò per prenderla, visto che Spartamus gli si stava scagliando di nuovo contro. La prese e, con uno sforzo che gli costò un urlo spaventoso, creò una barriera invisibile che bloccò il lupo. Rimase lì, seduto, la bacchetta tesa e concentrandosi a non far rompere lo scudo... Ma il lupo cominciò a sferrare pugni sulla barriera, e, come se fosse vetro, si ruppe.

"Stupeficium!" La bestia si sbarazzò dello Schiantesimo con un pugno che colpì in piena faccia Albus. La scia rossastra si andò a infrangere contro altri libri, e il volto di Al si chiazzò tutto di sangue: il naso, che già era rotto, gli si spezzò di nuovo con un terribile e sonoro crac.

"Possumy!" Uno schizzò di luce gialla fuoriuscì dalla sua bacchetta, mentre il lupo cercava di sbranarlo. La fattura lo colpì in pieno viso. Il lupo si alzò di scatto e cominciò a sbattere contro le pareti, e quelli che avrebbero potuto essere un centinaio di libri cascò dalla parete-libreria.

Per la prima volta in quello scontro, Connor parlò.

"Ora io ti uccido. Te lo giuro, ti uccido. Non posso vedere la tua faccia... Figlio di un Potter, famiglia che crea solo feccia!"

Albus, con una gamba sanguinante e una cascata di sangue che gli colava sul viso, si alzò. Levò la bacchetta contro il lupo e, con una rabbia incredibile non del tutto sua, urlò, per la prima volta in tutta la sua vita,"FEREMORT!"

Il lupo cascò a terra con un pesante tonfo e prese a contorcesi e a ululare dal dolore. Il collo cominciò a riempirsi di squarci e ferite profonde, che eruttavano sangue. Il petto si colorò improvvisamente di rosso e un'ampia pozzanghera di sangue si formò sul pavimento. Albus, con una sola maledizione che non aveva mai sentito e mai usata, riuscì a sfogarsi del tutto: ora poteva anche andarsene e lasciare lì quella bestia... ma non poteva. Gli aveva insultato la famiglia, lo stava per uccidere sei anni prima, stava per uccidere il padre nella foresta, era fidanzando con sua cugina...

Ma poi si rese conto che non era stato lui a lanciare la maledizione... era stato qualcun altro dentro di sé... se lo sentiva, perché mai avrebbe usato una maledizione che non conosceva. Che razza di maledizione aveva usato? Non aveva la minima idea di quale fosse... era così strana. Aveva reagito spontaneamente... la bocca e la mano avevano fatto tutto da sole... lui non voleva lanciare quella maledizione... Perché lo aveva fatto?!

Urlò anche lui e abbassò la bacchetta, mentre Connor continuava a contorcersi e a ululare sempre di meno. Si inginocchiò, il cuore che gli martellava contro il petto. Ormai la pozza di sangue del lupo sul pavimento aveva raggiunto Al. Respirava tanto quanto lo faceva Connor. E in quel momento la stanza della libreria sparì... vide tutto sfocato, poi si materializzò davanti ai suoi occhi un posto immenso, del tutto bianco e a lui sconosciuto. Lui era il ladro e stava camminando verso una figura nerastra a terra... Ma non poteva permettersi di vedere quelle cose... doveva tornare in biblioteca... c'era un lupo mannaro appena torturato a pochi metri da lui, doveva tornare!

E la stanza riapparve, piena di montagne di libri. Guardò Connor, che giaceva ad cinque metri da lui, disteso.

La porta si spalancò ed entrò la professoressa McGonagall seguita da Madame Pince. Dietro di loro, appostati dietro la porta, c'erano quelli che avrebbero potuto essere venti studenti, che cercavano di vedere dentro, ma per fortuna non videro Connor, che stava ad un lato della stanzetta completamente ricoperto di sangue. Madame Pince lo guardò e urlò di terrore. La Preside le puntò la bacchetta contro. Al si chiese cosa stesse facendo...

"Oblivion!"

Irma si guardò intorno confusa ed uscì, un sorriso che gli aleggiava sulle labbra.

Albus poté udire chiaramente le sue parole.

"Niente di grave, ragazzi. Solamente un Molliccio che si è ferito, niente di che!" E richiuse la porta alle sue spalle.

La McGonagall guardò per un istante Al, poi Connor, e poi di nuovo Al. Poi guardò i libri a terra, strappati e bruciacchiati.

"Potter, tieni, è un biscotto" Disse la preside porgendogli un biscotto marroncino.

Albus, esterrefatto, la guardò a bocca aperta. Prese il biscotto e lo tenne in mano.

"Mangialo" Ordinò calma.

Albus lo mangiò e, cercando di non sorridere, vide la Preside rimettere in ordine la stanza con un semplice movimento di bacchetta. Libri e pergamene tornarono al proprio posto e l'enorme pozzanghera rossa sul pavimento sparì.

"Professoressa... posso spiegare... lui..."

"Lui si è trasformato qui dentro e ti ha attaccato, logico. Non sei nei guai, Albus. Non è stata colpa tua, ti sei solamente difeso"

Albus la guardò negli occhi.

"Ma... Connor... è..."

"Che incantesimo hai usato per ridurlo così?" Chiese mentre si avvicinava al lupo.

Albus sentì il cuore gelargli. Doveva assolutamente mentire. Non voleva dirle di aver usato una maledizione che non conosceva nemmeno lui: sarebbe parso alquanto strano.

"Io, ehm... Degli schiantesimi e un Possumy... credo" Mentì cercando di non guardarla negli occhi. La testa gli pulsava ferocemente...

"Strane ferite per degli Schiantesimi, eh, Albus? Ma chiudo un occhio"

Albus non poteva crederci. Si sciolse a quelle parole.

"Suppongo non abbia preso la pozione" Aggiunse di nuovo debolmente.

Cercò di non guardarla negli occhi e fissò con aria distratta le sue scarpe nere. Poi, con voce debole, chiese "Professoressa... mi chiedevo... mi chiedevo come facciamo a tirarlo fuori di qui" E indicò col mento la bestia a terra.

La Preside puntò la bacchetta contro Al e mormorò "Tergeo"

Il sangue che colava a fiotti dal naso rotto e dalle ferite sul volto sparì. Albus si sentì meravigliosamente pulito.

"Me lo stavo chiedendo anche io, Albus. Potremmo trascinarlo giù nella foresta" Ragionò mentre infilava la bacchetta in tasca.

"Ma, professoressa... ci vedranno per i corridoi, no?" Sentiva l'osso del naso dondolare. La McGonagall gli puntò di nuovo la bacchetta contro e glielo aggiustò.

"Temo che dovremo usare la finestra. Lo faremo levitare da questa finestra, sì" Sorrise.

Albus, che credeva come minimo di venire espulso, fece un sospiro di sollievo e si alzò, le ossa che bruciavano dal dolore e il pensiero di quella stranissima maledizione che dominava su tutto. Connor era svenuto totalmente, e trasportarlo con un Levicorpus fu un gioco da ragazzi. Una volta assicurati che fosse dentro la foresta, ancora privo di sensi, uscirono dalla piccola stanza. Una piccola folla era ancora appollaiata accanto alla porta principale.

"Cosa ci fate qui? La biblioteca dovrebbe essere chiusa, no? Filate nei vostri dormitori, dopo le dieci di sera non si gira per i corridoi!" Tuonò severa la McGonagall al gruppetto di Tassorosso e Corvonero, che filò via immediatamente. Una volta usciti, la Preside chiuse la porta della biblioteca e si incamminò con Al fino ad una scalinata.

"Albus... Ti prego di prestare attenzione al signor Spartamus. Sai che è un mezzo lupo mannaro, e quindi non riesce a gestire costantemente le sue azioni. Domani parlerò io in persona con lui, sperando che si riprenda"

"D'accordo professoressa. Mi chiedevo se lei... se lei..."

"Se faccio parte dell'Ordine?" Chiese abbozzando un sorriso. Albus la fissò stupito. Come aveva fatto a sapere che Al le stava per chiedere proprio se faceva parte dell'Ordine?

"Sì, ne faccio parte. Cosa sarebbe l'Ordine senza la Preside di Hogwarts, eh?" Rise.

Albus la fissò un po' perplesso, poi cominciò a mangiarsi le parole.

"Be', io, sì, no, be', ha ragione, sì, assolutamente, ovvio, sì. Mi chiedevo anche se aveva notizie, be', no? Notizie dell'ultima ora" Disse mimando le virgolette con le mani.

"Proprio di questo volevo parlare, Albus" E assunse un'espressione seria e severa. "Ci sono più infiltrati al Ministero di quanto si possa pensare. Kingsley rischia molto... ha una responsabilità enorme. Solamente lui e quelli dell'Ordine sanno che il ladro è tornato di nuovo, e, scovare gli infiltrati in una decina dell'Ordine all'interno del Ministero, quando tutti sanno che il ladro non è tornato, be', è veramente difficile. Solo in pochi sanno la verità, ma ben presto tutti la sapranno: il ladro non se ne starà con le mani in mano" Si guardò intorno furtivamente.

"Be', vatti a fare una doccia, Al. Sembri un Infero" E girò i tacchi. In effetti Al era coperto di sangue quasi su tutto il corpo. Ora voleva dormire... ma prima voleva fare un bel bagno caldo con Sali Fumanti e Saponi Magiballs, pensando alla Maledizione Feremort che non conosceva affatto e che, ne era assolutamente certo, aveva lanciato senza rendersene conto.

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