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Connor Spartamus

Connor si trasformò completamente nel Lupo Mannaro che aveva combattuto contro Harry ed Albus: alto, robusto, occhi blu mare, pelo grigio e artigli affilati.

Al non poteva crederci. Connor Spartamus un Lupo Mannaro? Ecco cosa cercava ogni volta lì: una pozione Antilupo. Tutti quei mesi...

Albus rimase fermo, il volto di un biancore terreo, sperando che il lupo non si avvicinasse a lui. Aveva gli occhi spalancati, il cuore che batteva più forte che mai. Ma Connor non poteva rimanere lì, avrebbe distrutto tutto, o era cosciente di essere una creatura orrenda e pelosa?

Albus, tremante di paura, si avvicinò alla porta nel tentativo di aprirla. I suoi passi erano geometricamente misurati, il suo respiro ancor di più, ma non notò che il Mantello dell'invisiblità era rimasto incastrato tra due ante di un piccolo armadio alle sue spalle. Non era più invisibile e Connor si girò: aveva sentito il lieve rumore del Mantello cadere a terra. Albus lo guardò negli occhi, profondi e blu: sembrava che nell'iridi gli fosse esploso il Pacifico.

"Potter" Albus era certo che da lì a qualche secondo il suo cuore si sarebbe rifiutato di battere così forte. La voce di Connor era una voce cavernosa, rauca e sinistra.

Incapace di scagliare qualche incantesimo, varcò la soglia della porta dell'aula di Pozioni e scappò. Corse come non aveva mai fatto in vita sua, ancor di più di quanto aveva corso col padre nella Foresta. E se qualche professore lo avrebbe visto scappare con un lupo mannaro alle calcagna?

Svoltò vari corridoi e si fermò, prendendo fiato. Voleva solamente salvarsi, non voleva pensare a cosa gli avrebbe fatto quella creatura se l'avesse preso. 

Si guardò intorno e tese le orecchie cercando di catturare ogni minimo rumore. Era abbastanza sudato, la bacchetta in mano e il corpo scosso da un tremito incontrollabile. Era rimasto ancora shockato dall'identità del lupo...

Quando ormai il silenzio più fitto regnava in quel corridoio, davanti a lui apparve. Sembrava ancora più grande. Afferrò per il collo Albus e lo buttò contro una parete. Sentì le ossa della schiena scricchiolare debolmente.

"Stupeficium! " Urlò puntandogli la bacchetta. Il lupo si liberò dello Schiantesimo sferzando l'aria col braccio: la scia rossastra colpì una colonna, che andò in frantumi.

"Petrificus Totalus!" Urlò ancora sperando che l'incantesimo lo colpisse: ma il lupo si buttò a terra con un tonfo pesante. Non poteva cercare di salvarsi da una creatura del genere... era troppo grande... era solamente un ragazzino.

Provò a scagliare incantesimi e fatture, ma Connor era troppo forte, agile e preparato, come se sapesse ogni futura mossa di Al. 

Si alzò trascinando i piedi che gli dolevano da ormai qualche minuto e si diresse in una qualsiasi uscita del castello cercando di far allontanar Connor dal castello: avrebbe distrutto tutto.

"Vieni qui, Potter!" La voce di Spartamus echeggiò per i corridoi, rimbombando nei timpani di Al. Percorse una scalinata e un quadro in cima ad essa urlò "Ragazzo! Corri, è dietro di te!". Finì di percorrere la scalinata e per un attimo parve indeciso di svoltare a destra, ma poi si tuffò a sinistra, dove, in lontananza, vide l'enorme Sala d'Ingresso. Poi, buttando un occhio sul pavimento, fu interamente sommerso dalla fortuna: una Firebolt 360 giaceva a pochi metri da una porticina di legno. La prese, ci si mise sopra e, con misto di felicità e terrore,  volò, rabbrividendo nell'udire i tonfi dei piedi della bestia dietro di lui che toccavano terra. Ora era carico e deciso per affrontare Connor, e lasciò a terra un po' paura.

Sfrecciò per il corridoio, fino ad arrivare alla Sala d'Ingresso: si guardò per un attimo intorno, poi, velocissimo, avanzò verso il gran portone di quercia. Lo aprì con un rapido movimento della bacchetta e sfrecciò fuori, lungo un gran ponte di cemento.

"Prendimi!" Urlò al lupo alle sue spalle. Questi si bloccò per un attimo, ma poi riprese a correre mostrando bene i suoi denti sotto la potente luce della luna piena.

Al sfrecciò lungo il ponte, con l'aria serale che gli stava scompigliando i capelli nerastri. Stava infrangendo una miriade di regole, ma che gli importava? Si trovava in una situazione in cui avrebbe potuto rimetterci la pelle.

Connor correva a quattro zampe dietro Al, velocissimo, gli occhi puntati sulla Firebolt 360, una scopa creata dallo stilista Mark Ambwell, tre anni addietro.

Albus si voltò un attimo per cercare di individuare Connor: era davvero veloce, e tra lui ed Al avrebbero potuto esserci quindici metri. 'E menomale che ho una Firebolt, non oso immaginare se avessi avuto una Comet' Pensò allungando un angolo della bocca.

Sbam! 

Albus sbatté contro un margine del ponte. La scopa volò giù dal ponte e lui sentì il sangue caldo colargli dal collo. Rotolò per vari metri e la testa cominciò a scoppiargli.

Spartamus si avvicinò e rallentò il passo, guardando curioso il ragazzo a terra, debole e indifeso.

Ormai non ce l'avrebbe più fatta; tutte le ossa del corpo gli facevano male. Il lupo si avvicinò sempre di più, e ad Al non toccò che arrendersi. La sua bacchetta era a due metri da lui, e gli invani tentativi nel prenderla gli toccarono sforzi enormi.

Poi, improvvisamente, dei passi dietro al lupo mannaro fecero rimandare la morte ad Al a chissà quanti anni.

"Incarceramus! " Delle lunghe corde nere fuoriuscirono dalla bacchetta di Elly Alamon e avvolsero Connor, sollevandolo da terra e facendolo fluttuare nell'aria, come se galleggiasse nell'acqua.

" 'Sera, Albus" Mormorò lei scoccandogli un'occhiata dolce.

"E-Elly, c-cosa... c-ci fai q-qui?" Fiatò Albus meravigliato e sconvolto. 

"Io? Ti salvo, è ovvio. E tu cosa ci fai qui?" Sembrava che s'erano incontrati in Sala Grande per parlare dei loro programmi settimanali. Il cuore di Albus parve sciogliersi ma un liquido freddo e pungente gli stava raggelando le budella: Connor era ancora lì, imprigionato dalle corde.

"Io... Connor... è un lupo... trasformato... nell'aula di Pozioni" Ma si bloccò. Altri passi echeggiarono per il posto, ed Al venne percorso da brividi. Allungò un po' il collo per riconoscere la figura che avanzava verso di loro: era la Preside, vestita di una camicia di notte e un grande, lungo cappello blu elettrico ficcato nei folti capelli grigiastri. Albus fece un sospiro di sollievo.

"Albus! Signorina Alamon... Ma... cosa? Chi..." La preside spostò gli occhi dal ragazzo al lupo, come se stesse assistendo ad una partita di tennis. Poi guardò la Alamon con la bacchetta puntata contro il lupo e le chiazze di sangue che coloravano il cemento grigiastro del ponte


"Professoressa McGonagall, posso spiegarle" Sospirò Albus nell'ufficio della McGonagall. Era seduto su una morbida poltrona e accanto a lui c'era Elly, un po' rossa in volta e ansante, e Connor, tornato umano. I suoi occhi non facevano altro che lanciare maledizioni su quelli di Al, ma sembrava aver un po' di paura.

"Non c'è bisogno di spiegazioni Albus"

"Cosa? Lei già sa..."

"Sì, so che il signor Spartamus è un Lupo Mannaro. Ovvio, no? Il padre è un lupo mannaro. Ma quello che non capisco è cosa ci facevate voi due nell'aula di Pozioni nel cuor della notte!"

"Professoressa, io... ehm... stavo cercando la Pozione Antilupo" Spiegò Spartamus sulla difensiva.

"Hai finito le scorte? Credevo che il professor Lumacorno te ne avesse date abbastanza!" Tuonò assumendo un'aria severa.

"Ehm... m-mi si sono r-rotti i c-contenitor-ri" Balbettò. 

'Perché si comporta così?' Pensò Al scrutando Connor. Non lo avrebbe mai perdonato per quelli che gli aveva fatto.

"Va bene, provvederemo la prossima settimana, puoi andare" E gli fece cenno di uscire, facendo un profondo sospiro.

Spartamus sgattaiolò fuori dalla porta e la chiuse con forza. 

"Professoressa... lei sapeva...?"

"Sì, io sapevo. La notte dell'arrivo di tuo padre io e il professor Lumacorno abbiamo visto il signor Spartamus prendere delle scorte di Pozioni Antilupo. Mi arrabbiai molto, il minimo che potessero fare i genitori era di scrivermelo per lettera quando lui ha ricevuto quella di ammissione! Lo aiutai e gli parlai, rassicurandolo sul fatto che non si sarebbe più trasformato se avesse fatto la cura che gli consigliai. Ma come mi ha detto lui prima, ha rotte tutte le scorte e provvederò a rifornirgliele altre. Riguardo a voi due, ora. Tu, Albus, cosa ci facevi nell'aula di Pozioni a mezzanotte?"

Il cervello temporaneamente inebetito di Al parve risvegliarsi.

"Lei sa..." Esitò, fissando una recipiente d'oro abbastanza grande accanto al Cappello Parlante in cima ad un mobile.

"Io cosa?"

"Della Mappa del... Malandrino?" Il suo borbottio avrebbe potuto essere lo scoppiettio del fuoco nel camino là accanto.

"Ovviamente Albus, quella che hai tu, no?"

Davvero lo sapeva? Albus era certo che non gliela aveva mai mostrata. Forse gliela aveva detto Harry.

"Be', io... vedevo sempre Connor lì, nell'aula e... mi sembrava che stesse facendo qualcosa c-contro le regole. Quando s-sono entrato si è trasformato e sono scappato. Ma sono riuscito a cavarmla"

Elly tossicchiò. La Preside lo guardò accigliata e poi prese a bere del tè. Era davvero strano che non si fosse preoccupata del fatto che Albus aveva la Mappa del Malandrino. 

"Oh, Albus, ora che hai scoperto chi è veramente non ti dovrai più preoccupare" Disse improvvisamente. "Puoi stare tranquillo su questo: non ti attaccherà più"

Albus non parlò dell'attacco del Lupo nella Foresta Proibita: forse la preside non lo sapeva, e preferì non dirglielo. 

"E lei, signorina Alamon?" Disse spostando lo sguardo sulla ragazza timida.

"Io avevo semplicemente visto un lupo mannaro rincorrere Albus dal dormitorio"

"Dal dormitorio delle ragazze si vede il ponte?" Chiese Albus di scatto: quella domanda non c'entrava proprio niente.

"Sì..." Gli rispose frettolosamente "e quindi sono scesa di corsa per aiutarlo, professoressa"

"Come mai ha usato l'Incarceramus? È magia avanzata. Hai undici anni, no?"

"Sì. Oh, per dirla tutta professoressa McGonagall, è stata la prima volta che l'ho usato" Elly allungò l'angolo della bocca in un sorriso.

"Sempre più fiera dei miei studenti, altro che Durmstrang e Beauxbatons" Rise la McGonagall. Albus si meravigliò di nuovo del fatto che la Preside non avesse tolto punti a Serpeverde e a Grifondoro e che non avesse dato punizioni a lui, Connor ed Elly. 

"Professoressa, una domanda" Mormorò Albus.

"Dimmi"

"Connor stanotte non si trasformerà di nuovo, vero?"

"No, caro Al, gli ho dato la Pozione Antilupo che avevo nel mio armadietto delle Pozioni. Stai tranquillo, ha un effetto duraturo"

"Un'altra cosa professoressa... lui era c-cosciente? O era un lupo a tutti gli effetti e quindi aveva il potere di u-uccidere le persone?"

La Preside trasse un profondo sospiro, poi prese a parlare, come se fosse stata interrogata da un altro insegnante. "Lui quando si trasforma è un lupo a tutti gli effetti, ma ha delle specialità, come parlare e respingere le maledizioni. Tutti i Lupi Mannari nella loro fase di trasformazione pensano ad uccidere le persone, senza un filo di coscienza umana" Spiegò tranquilla la preside.

Nessuno parlò per vari secondi finché una voce dal tono basso e abbastanza sinistro interruppe il silenzio.

"Be', Minerva, come aveva detto quella notte, dopo la trasformazione il signor Spartamus è ben consapevole di essere un Lupo Mannaro nel suo così per dire 'conscio umano', quindi le sue azione sono ben gestite dalla sua volontà umana" Spiegò il ritratto di Severus Snape, posto accanto a quello di Dumbledore, che dormiva in silenzio. Albus, anche se aveva visto il quadro di Dumbledore, non aveva mai visto il quadro di Snape, la cornice d'oro punzecchiata da vari simboli.

Dopo aver ascoltato l'osservazione dell'ex Preside e Mangiamorte, la McGonagall approvò, annuendo.

"Severus, suppongo che abbia ragione. È un fatto rarissimo, anzi... un Lupo Mannaro su mille riesce a controllare le proprie azioni da umano mentre è una bestia. Ma, Severus, dobbiamo correggerci: questo non accade sempre. A volte è pienamente consapevole, mentre altre volte no"

Snape si limitò ad arricciare le labbra in un sorriso freddo. L'ex Preside, almeno secondo Albus, intendeva che Connor aveva attaccato Albus con la sua 'volontà umana', anche se quasi tutti i Lupi Mannari non sono consapevoli di essere umani.

"Potete andare" La preside esortò Albus ed Elly ad uscire, dando un'ultima sorsata al tè. 

"Ah... acqua in bocca, ragazzi. Voi non siete mai stati qui e non conoscete nessun lupo mannaro, intesi?"

"Sì, professoressa" Risposero all'unisono. Si voltarono ed uscirono, facendo un lungo sospiro.

"Quindi... Connor a volte ragiona con il suo 'cervello umano' mentre è un lupo?" Chiese confusa Elly.

"Precisamente" Annuì Albus mentre svoltavano in un corridoio pieno di quadri. C'erano, stranamente, ancora delle torce accese.

"Comunque... gazie,  Elly. Sei stata magnifica" E le mise un braccio intorno al collo.

"Oh, prego" Le sue lisce guance si chiazzarono di rosso.

"Mi hai salvato la vita" Continuò Albus sorridendole. Si arrampicarono per una rampa di scale e proseguirono diritto, fino ad una scalinata che portava giù.

Elly si limitò a fare un dolce sorriso.

"Davvero mi avevi visto dal dormitorio?" Chiese Albus curioso.

"Sì, non riuscivo a dormire e ho guardato fuori dalla finestra per un bel po'. Poi ti ho visto e quasi tutto Grifondoro è venuto nella mia stanza"

Albus si meravigliò un po' del fatto che Scorpius e Rose non fossero scesi insieme alla Alamon

"Va bene... il Mantello!" Albus si ricordò di aver lasciato il Mantello dell'Invisibilità nell'aula di Pozioni.  Dopo averlo recuperato, salirono nella Sala Comune Grifondoro.

"Nargilli" Disse Al.

"È cambiata!" Tuonò addolcita Elly.

"Oh, dilla tu"

Elly gli sorrise "Coppetta e tiramisù"

Il quadro della Signora Grassa si aprì e i due passarono per il piccolo tunnel.

Albus dovette fermarsi, non credeva ai suoi occhi: centinaia di studenti erano in piedi davanti a loro con la bacchetta alzata.

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