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Casa Potter

Lo shok per la perdita di Roxanne aleggiò sulla casa Potter nei giorni seguenti. Le risate erano schiave di visi spenti e un grande punto interrogativo era padrone di tutta la comunità magica inglese.

Albus si svegliò sul suo letto, una striscia di cielo era visibile tra le tende pesanti, aveva il colore azzurro fresco limpido d'inchiostro annacquato, era tra la notte e l'alba e tutto taceva, tranne il respiro profondo e tranquillo di suo fratello James Sirius. Guardò il soffitto denso di ombre, il candelabro lucidato a dovere dalla madre un paio di giorni prima.

Pensava troppo, voleva rispondere a domande che tutti si ponevano. Il senso di colpa dell'accaduto ad Hogsmeade era annidato nel suo cervello, come un male che infettava i suoi ricordi di quella bellissima giornata trascorsa con i suoi amici.

Il ladro era apparso con una scopa sopra il villaggio, dandogli fuoco. Aveva combattuto contro Albus ed alcuni professori, aveva utilizzato la Maledizione Cruciatus su suo zio e poi si era Smaterializzato sulle montagne che facevano da sfondo ad Hogwarts... Hogwarts... era stata chiusa, chissà per quanto tempo. Sulla Gazzetta del Profeta la notizia era sempre in prima pagina. Quando sarebbe stata riaperta? Il pensiero di dover rimanere a casa per un tempo non decifrato scosse Albus. Almeno stava con la sua famiglia al sicuro e poteva vedere i suoi amici quando voleva.

Pensò al suo primo anno ad Hogwarts, e di come fatti tragici e non lo avevano trasformato in un anno "parzialmente strano", aggettivo datogli da Scorpius, ma una piccola parte di Al era felice, aveva finito il suo primo anno alla scuola di magia e conosciuto degli amici magnifici.

Ricordò l'inseguimento nella Foresta Proibita con il Lupo Mannaro Connor Spartamus, ricordò il sogno dell'uccisione di Draco Malfoy, ricordò la Umbridge Confondere il Cappello Parlante, ricordò Neville morire, ricordò anche che lui e il ladro avevano un legame mentale, e che quest'ultimo poteva interagire con Albus facendogli vedere fatti tramite sogni o visioni.

Non riusciva a stare lí sdraiato in compagnia di quei pensieri amari. Alla disperata ricerca di qualcosa da fare per distrarsi si alzò e si andò a lavare.

Fece scorrere l'acqua sul viso come se potesse scacciar via tutta la sua tristezza.

Casa Potter si trovava a Notting Hill Gate, molto vicino a quella dei Weasley. La casa era bellissima, le enormi pareti bianche erano decorate con quadri del '600, i mobili di ciliegio riempivano a dovere lo spazio del grande immobile. Di babbano in quella casa c'erano solamente il televisore da sessanta pollici e gli smartphone di ciascun Potter. Delle scale color miele univano i tre piani e lunghi tappeti decoravano quella che sembrava una villa immensa. La camera di Albus e James era grande quanto il dormitorio maschile del primo anno di Hogwarts e lampadari d'argento scintillanti risaltavano l'ambiente caloroso e di famiglia.

Tutti dormivano, ed Al assaporò il pensiero di fare una colazione come si deve.

'Lo prenderanno, non può andare avanti per sempre' Cosí aveva detto Rose sull'Hogwarts Express, e in effetti aveva quasi ragione, pensò Albus, come Voldemort era stato sconfitto dopo parecchio tempo, anche il ladro della Bacchetta di Sambuo sarebbe stato sconfitto prima o poi.

"Ciao Al" Harry apparve all'improvviso davanti alla penisola della cucina in granito, anche lui era abbastanza teso, la Bacchetta di Sambuco era sua e prima o poi doveva affrontare di nuovo il ladro, dopo la battaglia al Ministero.

"Ciao papà" Lo salutò Albus mentre spalmava il burro sul pane tostato.

"Come ti senti?" Chiese il padre mentre accendeva la televisione.

Al voleva rispondere che si sentiva un vero schifo, che era tutta colpa sua della morte di Godys e Roxanne.

"Abbastanza turbato... cosa ha deciso il Ministro oltre la chiusura della scuola?" Cercò di cambiare discorso, non voleva mentire al padre.

"Abbiamo imposto di far usare a chiunque le Maledizioni Senza Perdono, almeno se il ladro le utilizzerà lo rintracceremo subito. Voi minorenni non potete usare la mag..."

"Come no? Credevo che almeno questa ce la lasciassero libera! E se il ladro non verrà catturato? Noi dovremo aspettare il nostro diciassettesimo compleanno per praticare magia?"

"Albus, sai che è cosí e io non posso cambiare le leggi, forse posso parlare con Kinglsey, ma credo che rifiuterà. E poi ragiona, preferisci rimanere ad Hogwarts con un pazzo alle calcagna?"

"Potrei prenderlo in considerazione"

Harry guardò il figlio per qualche secondo, poi gli rubò un pezzetto di bacon dal suo piatto e si diresse nella camera matrimoniale dove Ginny stava dormendo.

"Ah, Al, la felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce" Con questo salí le scale e sparí.

Albus guardò la televisione per un po', e cambiò improvvisamente quando per sbaglio era finito su MTV, dove stavano trasmettendo un certo Geordie Shore.

La giornata fu piacevole e silenziosa, quasi nessuno aveva voglia di parlare.

Le settimane passarono molto lentamente e spesso Rose e Hugo andavano a casa Potter.

Quando partecipava alle cene di famiglia, George era il piú silenzioso. I suoi occhi erano diventati piú rossi, forse per le lacrime versate in memoria di sua figlia.

Ronald Weasley portava alcune cicatrici e la moglie, la bellissima Hermione Granger, raccontava spesso episodi della Seconda Guerra, cercando di far dimenticare i recenti tragici avvenimenti.

"Mi manca scuola" Disse Rose, cercando di aprire una conversazione con Albus.

"Anche a me, soprattutto la magia"

"Vedere mia madre praticarla mi fa stare male" Confessò la rossa "peró almeno qui stiamo al sicuro" Esitò "Albus, oggi ho preso la Gazzetta del Profeta sul divano del salotto" Rose la tirò fuori e la mostrò ad Albus.

La prima pagina era coperta da una foto di Kingsley Shacklebolt, il Ministro della Magia, che camminava frettolosamente nel suo ufficio.
SHAKLEBOLT CONFERMA, HOGWARTS RIAPRIRÀ A SETTEMBRE.

"Oh, Rose, fantastico! Ma tanto lo sapevo che non ritornavamo subito" Albus sforzò di trovare la felicità per il pensiero di dover tornare a scuola tre mesi dopo.

"Ci sono state molte polemiche, avevano giurato di proteggere Hogwarts con un esercito di Auror e Dissennatori, ma è meglio studiare e apprendere magie tranquilli che col pensiero di avere un pazzo aldilà delle mura, no? E poi l'udienza di Maggio al Ministero che doveva decidere se chiudere o meno la scuola già da quel mese era stata rimandata, ma ora credo che non ce ne sarà piú bisogno" Disse Rose, sfogliando il giornale.

"Hai ragione, sì..."

"Ti vedo troppo pensieroso in questo periodo, cosa succede?" Si trovavano nella camera di Albus.

"Tutti sono pensierosi Rose, dopo quello che è successo... il fatto è che rimanere dentro casa per non so quanto tempo mi turba! Poi è sbagliato pensare?"

"Beh, è solo che, a volte, le persone usano il pensiero per non partecipare alla vita"

Albus la fissò per alcuni secondi, poi l'abbracciò.

"Con questo casino, è impossibile non pensare" Le mormorò all'orecchio.

In effetti il cervello di Albus ronzava sempre. Rimpiangeva il fatto di non aver detto a nessuno del sogno, se l'avesse fatto, la McGonagall di certo annullava l'uscita ad Hogsmeade, e non ci sarebbe stato nessuna catastrofe. Si ripeteva continuamente che era stato uno stupido e un ragazzino timido.

Uscire per Albus era bellissimo, poteva dimenticare tutto per quelle poche ore che passava a girovagare con la famiglia per centri commerciali o lungo le rive del Tamigi.

Quando stava a casa giocava con il suo Mac, e a volte riceveva delle e-mail da Scorpius: lui se la passava alla grande, sarebbe partito per Ibiza per circa due settimane con i suoi. Elly, invece, abitava a Lewisham, una zona di Londra abbastanza lontana dal centro, e scriveva ad Al che si annoiava moltissimo, il padre stava in Francia e la madre lavorava tutti i giorni tranne la Domenica.

"Ma stai sempre su quel computer? Dai, vieni a mangiare, oggi siamo una trentina"

Entrò Molly Weasley Junior nella sua stanza.

"Oh, una trentina..." Albus scese dal letto e la seguì giù nel salotto, dove c'erano praticamente tutti i Weasley e tutti i Potter.

Sua nonna, Molly, aveva preparato del pollo al curry: Al lo adorava.

L'argomento principale in quella cena fu, indipendentemente dalla presenza di Lily e Hugo, il ladro.

"Non so dove possa essere adesso, ma lo rintracceremo immediatamente se userà una Maledizione Senza Perdono" Disse Harry mentre beveva del vino rosso.

"Strano che il Ministero ha preso questa decisione e ora il ladro non le usa piú" Aggiunse Hermione.

"Vuoi insinuare che sappia di questo impedimento?" Chiese Arthur Weasley.

"Credo di sì... insomma... lui non usa piú le Maledizioni proprio ora che il Ministero, segretamente, gliel'ha imposto? Deve esserne al corrente, qualcuno gliel'avrà detto..."

"Ma... chi? Sarà solamente una coincidenza amore" Disse Ron mentre sbranava la sua coscia di pollo. Hermione lo guardò perplessa.

"Ha fatto cose insensate... ha fatto irruzione nell'Atrium del Ministero, ha bruciato Hogsmeade... non capisco" Angelina Johnson, la moglie di George, parlò per la prima volta.

"Ha la Bacchetta di Sambuco, vuole impadronirsi ovviamente di tutto" Le rispose Harry.

"Vorrei solamente sottolineare che un ragazzino di soli undici anni ci ha combattuto contro e ha rischiato di morire" Disse Ginny, mentre guardava Albus. Tutti la imitarono ed Al poteva dire che era osservato anche dal pollo che aveva sul suo piatto. Si limitò ad allungare l'angolo della bocca in un sorriso debole e finì di mangiare.

In effetti era vero, avere undici anni e aver passato certe cose era proprio da Potter.

Si poteva considerare un 'piccolo eroe coraggioso'? Lui non voleva soprannominarsi cosí, ma semplicemente con questo nome: Albus Severus Potter, futuro vincente sul ladro della Bacchetta di Sambuco.

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(PROSSIMO CAPITOLO: TRE ANNI DOPO)

Scusate per eventuali errori ortografici ❤

Ps. La storia non è finita, manca ancora molto:)

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