Capitolo XII
Sentendo che la caramella mi sta ignorando mi alzo dal divano avviandomi alla camera.
La testa gira parecchio però non può entrare così tranquillamente.
Soprattutto non deve vedere l'ametista sul comodino.
Nemmeno so perché l'ho messa li.
Potevo esporla insieme alla conchiglia fossile eppure ho preferito li.
Arrivato alla porta della mia camera, Josephine quasi sbatte sul mio petto.
- Pierre, che accidenti.. ti avevo detto di star fermo! -
- E io di non entrare qui! -
- Tranquillo! Ho preso giusto la medicina e il cellulare! Non ho spostato nulla nel tuo ordine maniacale! E non ho visto nemmeno i giornalini zozzi che nascondi sotto al letto! -
Afferrando il cellulare - Io non ho roba di quel genere! -
- Fingerò di crederci solo per non discutere con un malato! Su torniamo in sala, cammini ancora a fatica! -
- Se mi avessi ascoltato non avrei dovuto alzarmi! -
- Va bene! Ora vuoi tu ascoltare me? Andiamo a sederci! -
La voglia di ribattere sparisce.
Sono davvero privo di forze.
Sembro quasi un burattino, qui ad ascoltare ciò che mi dice.
Tornando a mangiare la guardo mentre si accomoda a sua volta.
Proprio non comprendo.
Perché sta qui?
Chi glielo fa fare?
Mettendo in bocca l'ennesimo boccone mi rendo conto di un dettaglio.
- Un attimo.. -
- Cosa Pierre? - alza lo sguardo confusa.
- Io non avevo riso in casa! -
- Lo so! -
- L'hai comprato tu? -
- Di certo non l'ho fatto apparire per magia! -
- Il tuo solito sarcasmo non otterrà le solite risposte! - sospiro.
- Sì, l'ho comprato! -
- Quanto ti devo? -
- Come? -
- Quanto è stato il conto? -
Capendo cosa intendo la vedo incaponirsi.
- Nulla! -
- Josephine! - sbuffo.
- Conosci il mio nome, bravo! -
- Per favore, dimmi il prezzo! Voglio almeno restituirti i soldi visto che il tempo ormai è andato! -
- Non se ne parla! E perdi inutilmente forze a cercare di estorcermi la cosa! Sai quanto posso essere testarda! Ah! Se non riesci a vedere questo senza un tornaconto prendilo come ringraziamento per aver fatto allontanare il tizio che ieri ci provava! E per i cerotti! -
- Non è lo stesso! - borbotto.
- Per me si! -
Sentendomi assolutamente pieno fisso il piatto ancora mezzo pieno.
Non mi piace l'idea di avanzare tutta questa roba.
Tanto più dopo aver saputo che ha speso per me e non vuole indietro i soldi.
E non parliamo di tutto il tempo che ha perso ad accudirmi.
Forse fa tutto questo per far bella figura a scuola?
Domani andrà in giro a raccontare a tutti di avermi aiutato?
Non può davvero essere solo perché mi vuole aiutare e basta.
- Pierre? - interrompe i miei pensieri.
- Eh? Si? -
- Dammi il piatto! - apre una mano di fronte a me.
- Non ho finito di mangiare! -
- Te lo leggo in faccia che sei al limite! Non devi forzarti! -
- Ma io.. -
- Andiamo! Lo so che vuoi finirlo solo per educazione, però non fa bene! Rischi di vomitare se insisti! -
Anche se riluttante le passo il piatto che, insieme al suo, porta al lavandino.
- Aspetta! Che fai?! - scatto quando la vedo aprire l'acqua.
- Lavo i piatti! Mi pare ovvio! -
- No.. faccio io, lascia li! - cerco di alzarmi.
- Nemmeno per idea! Ci metto due minuti! Tu prendi la medicina, scrivi a tua sorella e mettiti a riposare! -
Le gambe mi cedono e finisco per sedermi nuovamente di peso.
Accidenti..
Mi sento così inutile.
Come fossi una foglia che non può far altro che farsi trasportare dal vento.
Un vento pazzo e incalcolabile com'è Josephine.
Preso il medicinale mi distendo sul divano e inizio a sentirmi stanco.
A fatica riesco a mandare un breve messaggio a mia sorella, tanto so che le interesserà solo sapere la cosa.
In se non farà nulla.
Perché dovrebbe?
Venire qui a curarmi non le porterebbe nessun vantaggio.
Cavoli sono sfinito..
Davvero stanco e pesante.
È faticoso pure tenere gli occhi aperti.
Respirando a fondo sento la castana canticchiare mentre lava i piatti.
Ha una bella voce quando non urla e non ribatte ogni cosa che dico.
Mi piace anche la sua risata.
È così cristallina.
La sua voce è rilassante, ma ha un carattere davvero contorto.
- Oh.. si è addormentato! - la sento sussurrare accanto a me.
Poco dopo qualcosa di freddo e umido si poggia sulla mia fronte.
Quando prima mi sono svegliato, alzandomi mi è caduta sul grembo l'asciugamano stupendomi.
Un gesto così semplice eppure gradito.
Sentendomi leggermente meglio apro gli occhi - Scusa, ti ho svegliato? - sussurra con un sorriso dispiaciuto.
È leggermente china sopra di me e i capelli le penzolano in avanti.
Un colore così frizzante, come lei.
Le si addicono perché è proprio come il caramello.
- Sai Josephine.. sei come il caramello! - mi scattano le mani sui suoi capelli.
Mi sento strano.
Come sospeso in una bolla.
- Parli dei miei capelli? -
- Ti si addicono! Dei capelli color caramello per una caramella! -
- Ma che roba c'è in quelle medicine? - borbotta tra se.
Inizio a giocare con la ciocca che ho tra le mani.
Più la giro più noto sfumature nuove.
È come se nei suoi capelli fosse stato racchiuso l'intero prisma dei colori.
- Lo sai che il caramello in base a come lo cucini può essere dolce, perfetto o amaro? Come te! In base a chi hai davanti ti comporti di conseguenza! Con me sei stata spesso amara! Ma è normale, dopotutto non ti sto molto simpatico e non sei il tipo da far bel viso a cattivo gioco! Però sai.. io preferisco il caramello amaro! È particolare e ti stupisce! Anche se è amaro resta comunque un po' dolce e quindi puoi davvero definirlo amaro? È questa cosa che mi incuriosisce di te! Non riesco a capirti! -
- Pierre.. va tutto bene? - chiede incerta.
- Sì, sono proprio perfetti per te questi capelli! Mi piacciono! -
- Cielo.. la febbre ti sta facendo vaneggiare! Dovresti riposare! -
- Lo penso anche io! -
Chiudendo gli occhi sento appena la ragazza rinfrescare nuovamente l'asciugamano poi.. nero.
Sentendo bussare insistentemente apro riluttante gli occhi.
Dove sono?
Oh.. ho dormito sul divano.
Che è successo ieri?
Josephine non è stata realmente qui vero?
No, non avrebbe senso.
Però quest'asciugamano come ci è arrivato sulla mia fronte?
Bussano ancora e mi decido di alzarmi.
Il sole è alto, che ore sono?
Mm.. mezzogiorno e mezzo.
Aprendo la porta mi trovo di fronte Tomas con un contenitore fumante in mano.
Ho ancora un leggero mal di testa intorno.
Davvero fastidioso.
- Buongiorno Tomas, ti chiedo scusa se mi presento alla porta così! -
- Oh, ti senti meglio oggi! - mi sorride allegro.
- Come? -
- Sì, parli in maniera solita! Invece ieri eri al pari di un bimbo capriccioso! Mi hai davvero stupito! Hai misurato la febbre? -
- Aspetta! Di cosa parli? -
- Non è che ti sei dimenticato di ieri vero? No perché.. la dolce Josephine si è occupata di te fino alle nove e mezza di sera! -
Se prima ero ancora mezzo addormentato ora sono pienamente sveglio.
- Cosa?! -
- Sì, non ricordi nulla? -
- Aspetta.. Josephine è stata qui? -
- Sì, per parecchio! Davvero non ricordi? Eppure quando l'ho accompagnata al suo dormitorio mi ha detto di aver cenato con te e che poi ti eri addormentato! -
Oh.. cazzo..
Quindi non era un sogno?
Niente era un mero scherzo onirico?
Aspetta!
Almeno quello sconnesso e ridicolo discorso sul caramello, lei e i capelli non c'è stato, giusto?!
Merda..
Mi sa invece che nemmeno quello era un sogno.
Ma quanto sono stato patetico ieri?
- Senti.. ora avrei da fare! Sono qui per controllare che tu stia meglio e da ciò che vedo è così! Qui c'è il tuo pranzo che DEVI mangiare visto che i medicinali non vanno assunti a stomaco vuoto! Dal fatto che ti reggi in piedi bene e rispondi altrettanto normalmente direi che il peggio è passato! Beh.. se hai bisogno sai dove trovarmi! Stammi bene! - si volta dopo avermi piazzato in mano il contenitore.
- Aspetta! Posso farti una domanda? - lo fermo.
- Certo, dimmi! -
- È vero che ho chiesto io a Josephine di restare? -
- Ti sei aggrappato alla sua maglia lamentandoti quando ho cercato di farla tornare a casa! -
Sbianco quando in mente mi passa una fugace immagine della scena.
Sono forse impazzito?!
- Tranquillo! Ha pensato che tu fossi tenero! Altrimenti non sarebbe rimasta così tanto! -
- Tomas.. ho detto altro di così imbarazzante? - mi esce appena la voce.
- Non ne ho idea! Dopo averti portato in camera me ne sono andato! -
- Ma dico! Sei il custode e lasci soli un ragazzo e una ragazza? Tanto più che manco dovrebbero entrare qui le ragazze! - sbotto.
Guardandolo lo trovo fissarmi confuso.
Fanculo!
Mi sono lasciato andare.
- No, scusa! Ecco.. - come rimedio.
- Accidenti! Finalmente rispondi a tono! Di solito sei sempre così pacato, quindi puoi anche fare espressioni del genere? Comunque tranquillo, non credo che tu le abbia fatto nulla di strano! Anche se probabilmente avresti voluto! -
- Come? -
Tomas inizia a ridacchiare - Andiamo! Vuoi darmi a bere che quella ragazza non ti piaccia? -
- Cosa te l'ha fatto pensare? - lo fisso sconcertato.
- Beh, per la scena da capriccio, ma anche perché quando ti ho poggiato sul letto hai sussurrato il suo nome nel sonno! -
Io avrei cosa?!
Che assurdità!
- Forse sbagli.. avrai sentito male! -
- Non credo proprio! Tanto più che il nome Josephine è abbastanza difficile da confondere con altro! -
Annuisco appena.
- Sei pallido! Forse è meglio se rientri! Riposa e mangia! Altrimenti Josephine mi dirà su! -
- Perché dovrebbe? -
- Beh, è stata lei a chiedermi di controllarti! Era preoccupata che non pranzassi ed effettivamente dal brontolio del tuo stomaco deduco che davvero non hai ancora toccato cibo! -
- Capisco.. -
- Ora davvero devo andare! Sai dove trovarmi! -
- Ok.. grazie.. - sussurro appena prima di tornare in casa.
Sentendomi tutto appiccicoso decido di farmi una rapida doccia.
Passando in camera noto qualcosa fuori posto.
Sul mio comodino, accanto all'ametista, ci sta un bigliettino.
La calligrafia è frettolosa, ma chiaramente femminile.
"Sono uscita un secondo, se ti svegli e non mi trovi puoi chiamarmi a questo numero!"
Rimango un attimo di troppo a fissare il numero di telefono della caramella.
Nemmeno per l'uscita mi aveva voluto dare il numero.
Subito però mi rendo conto di un'altra cosa.
Il biglietto era sul comodino..
Inutile dirmi che non ha notato l'enorme ametista.
Dopo aver salvato il numero sul cellulare prendo un cambio e vado a lavarmi.
Pulito e profumato mi siedo pacifico sul divano e mi accorgo di quanto sia reale ciò che è successo ieri.
Sul tavolino ci sta una bacinella di acqua con accanto l'asciugamano che ci ho messo io, poi le medicine, il termometro e un altro biglietto.
Afferrando il contenitore, che mi ha portato Tomas, comincio a mangiare la minestra di pollo con una sola mano.
Con quella libera prendo il biglietto.
Anche questo è da parte di Josephine.
"Se leggi questo biglietto di sera, vai a letto! Non ti fa bene dormire sul divano! Se invece hai passato tutta la notte in salotto vedi di nutrirti come si deve, non fare sforzi inutili e prendi le medicine! Se hai bisogno hai il mio numero! Ho visto che hai un bel televisore in sala, usalo al posto di leggere quei mattoni che riempiono i tuoi scaffali! Ho scoperto che esiste un canale tutto dedicato ai dinosauri e alla storia, prova li! Buona giornata.. Caramella!"
Il nomignolo con cui si è firmata mi fa ridacchiare tra me.
Pensavo odiasse quel soprannome.
Quanto ha scritto in un biglietto così piccolo.
E tutte cose abbastanza superflue.
"Vuoi darmi a bere che quella ragazza non ti piaccia?" mi torna a tradimento la domanda di Tomas.
Ma che cavolo?
Come se fosse possibile.
Beh, certo non mi dispiace.
È imprevedibile e sbarazzina, non sai mai a cosa pensa o come reagirà, però questo la rende assolutamente non noiosa.
Ha pure una bella voce, che non risulta fastidiosa nemmeno quando urla.
Non sa da classica oca, come quella di mia sorella.
In più bisogna ammettere che è carina sia di fisico che di viso, altrimenti non sarebbe stata una delle scelte del percorso ad ostacoli.
Scelte..
Sembra quasi fosse un oggetto.
Ma cosa sto pensando?
Parlo come se avessi una cotta per quella caramella!
Ma è ridicolo.
Una relazione con lei sarebbe irrazionale.
Non è vicina alla linea di successione e benché sia la nipote di ben due regni importanti non mi porterà alcun effettivo vantaggio.
Insomma.. una storia con lei non sarebbe proficua.
E allora perché è da domenica che non riesco a levarmela dalla testa?
Ancora fissando il biglietto sto in silenzio come se quel pezzo di carta potesse rispondere alla confusione che c'è in me.
Dopo pranzo travaso in un mio contenitore il rimanente della minestra.
Voglio lavare questo così da restituirlo.
Quando poi vado a mettere in frigo ciò che mi è rimasto rimango un attimo interdetto nel vederci dentro patate, carote, zucchine e piselli.
Josephine..
Sospirando torno a fare ciò che dovevo.
Come posso fare con quella ragazza?
Voglio fare qualcosa per sdebitarmi.
Non mi piace avere conti in sospeso.
Tornato a sedermi sul divano sento squillare il cellulare.
Cecily?
Confuso rispondo - Pronto? -
- Pierre! Ciao, ti ho svegliato? -
- Sono quasi le due di pomeriggio, direi proprio di no! Ma.. perché mi chiami? -
- Beh, volevo sapere come stavi! -
- Come? Oggi non ci sono gli allenamenti! -
- Josy mi ha detto che ieri sei svenuto! Per questo so! Come va oggi? -
- Oh, bene.. -
Quindi ne ha parlato con la mora.
Forse davvero è andata a vantarsi di aver fatto la buona samaritana.
- Aspetta! Ti passo Josy! È stata tutta la mattina distratta perché non riusciva a star tranquilla pensandoti a casa solo! -
Nel sottofondo sento la caramella urlarle - Che cazzo stai dicendo?! Io non ero distratta a causa sua!! -
- Si e devo crederci? Tieni parla con lui! - ribatte passandole il telefono.
- Io.. non.. ciao Pierre! - sospira dopo che la sua amica vince la disputa.
- Ciao.. - rispondo incerto.
Che dovrei dire?
- Come stai? È scesa la febbre? -
- Veramente non l'ho ancora misurata! -
Errore.
Subito scatta come una molla.
- Cosa?! Misurala! Subito! Hai mangiato almeno? E preso le medicine? -
- Sto bene, sono sicuro di non averla più! E si ho mangiato e preso le medicine! - mi sento come un bambino che viene sgridato.
- Non importa di cosa tu sei sicuro! Misurala subito, aspetto il risultato! -
Dal tono capisco quanto si sia incaponita.
Ho come la sensazione che se ribattessi verrebbe qui a piazzare il termometro di persona.
- Cecily, sta zitta! - ringhia l'istante dopo e sento una risata attutita.
- Sei così testarda! - borbotto prendendo il termometro.
- Riesci a camminare bene oggi? Senti ancora la testa pesante? -
- Si alla prima e no alla seconda! - ribatto atono.
Non so che pensare o come comportarmi.
Mi sento in debito e lo odio.
Al bip del termometro lo prendo - Trentasette! Ti avevo detto che non avevo più la febbre! -
- Devo fidarmi? Non lo dici solo per farmi stare zitta? -
- Quando mai sono riuscito a farti stare zitta, uhm? Ma comunque ecco a te! - staccando il cellulare dell'orecchio faccio una foto al termometro inviandola al suo numero.
Mentirei dicendo che non l'ho fatto di proposito per darle il mio numero.
- Dal tuo sarcasmo di rimando deduco che tu stia davvero meglio! -
- La foto non bastava? -
- Chissà! Poteva essere contraffatta! -
- Ma sei pazza? -
- Può darsi! Comunque sta a casa almeno per un altro paio di giorni! Riposa e ricorda che devi prendere i medicinali per una settimana! -
- Sì, mamma! - sbuffo.
Però non è propriamente corretto.
Mia madre non si è mai occupata così di me.
Lasciava fare alle balie dicendo che era troppo occupata e passare il tempo con me malato le avrebbe portato il rischio di ammalarsi a sua volta.
E una regina non può concedersi il lusso di star malata.
- Ti sei rilassato come ti ho detto nel biglietto? -
- Mm.. si! Comunque sapevo già dell'esistenza di quel canale, ma grazie lo stesso! -
- Immaginavo lo conoscessi! Ah, ora devo andare! Cecy mi sta fissando con uno sguardo che non mi piace! - sbuffa.
- Sì, Josephine? -
- Sì? -
- Ti ripagherò del favore! -
Un lamento scazzato mi giunge alle orecchie.
- Che palle che sei! Accetta e basta la mia gentilezza gratuita! Non voglio nulla in cambio! Riposa, ciao! -
Senza lasciarmi aggiungere altro mi attacca in faccia.
Nemmeno il tempo di lamentarmi da solo tra me che sento bussare.
Chi è ora?
- Pierre? Sono io, Gracy! - sento la voce squillante di mia sorella.
Andando ad aprirle non posso non chiedermi perché sia qui.
- Ciao Grace! Qual buon vento? -
Accomodandosi da sola si va a sedere sul divano.
- Quindi sei stato male sul serio? Pensavo volessi evitare l'intervista sull'appuntamento con Josephine! -
L'intervista!
Vero..
- Perché avrei dovuto evitarla quando proprio io la volevo? -
- Beh, non penso sia andata bene domenica, o sbaglio? Quanto ti sei annoiato? - sorride aspettando il gossip.
Qualche parola cattiva sulla ragazza sperando di poter usarla a suo vantaggio.
Io però non mi sono annoiato.
Strano, ma vero.
Non mi sono annoiato nemmeno quando siamo andati nei posti che interessavano a lei.
Forse giusto quando ha avuto il momento offeso e non rispondeva quasi a nulla.
Però ero più irritato che annoiato.
Notando il biglietto lasciato sul tavolino spero che Grace non lo veda, purtroppo invece lo individua all'istante e non riesco ad essere più veloce di lei nel prenderlo.
Dopo averlo letto mi fissa aggrottando la fronte.
- Chi è caramella? -
- Una caramella! -
Cazzo.. fortuna che non ha firmato col suo nome.
- Sì, ma chi è? -
- Una ragazza, che ti frega? -
- Da quando porti le ragazze in casa? Nemmeno sono ammesse qui! Io ci sto solo perché sono tua sorella! E poi.. Caramella? Tu non dai praticamente mai soprannomi! Chi è questa ragazza? -
- Senti Gracy, come mai sei qui? Volevi controllare il mio stato di salute? -
- Ma per favore! Non sono qui per cose così inutili! Ti ho portato questi! - tira fuori dei fogli dalla cartella.
- Cosa sono? -
- La roba di oggi! Gli appunti dalla tua classe! Te li ho portati io così da sembrare la brava sorellina gentile e dolce! -
- Già.. sembrare.. - le sorrido amaramente accettando i fogli.
- Perché mi guardi così? -
- Così come? - ribatto confuso.
- Con quello sguardo di rammarico! Lo stesso con cui mi hanno guardata Adam, Cecily e pure la regina Rose! - ringhia irritata.
L'affermazione mi spiazza.
L'ho davvero guardata così?
- È fastidioso! Sembra uno sguardo giudicatore come se sapessero tutto loro! In più è come se ci fosse pure pietà il che è ancora più odioso! -
La sua voce gracchiante mi urta i nervi.
- Senti Grace, io non sto ancora bene! A meno che tu non voglia beccarti l'influenza ti conviene andartene! -
Subito scatta in piedi avviandosi frettolosamente alla porta - Accidenti! Non ci avevo pensato! Non ho la minima intenzione di ammalarmi, vado! Ciò che dovevo fare l'ho fatto! Ciao fratellone! - se ne va subito.
Nemmeno un "Rimettiti" oppure "Riposa".
E per la prima volta dopo anni mi ritrovo quasi a dispiacermi di non averli sentiti.
Buttandomi sul divano sospiro pesantemente.
È vero che non do praticamente mai soprannomi.
Allora perché con Josephine è diverso?
E davvero ho guardato Grace in quel modo?
Cosa è cambiato?
Cosa sta cambiando?
Che diavolo mi sta succedendo?
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