Capitolo V
- Ehi, Gracy! Ma quello non era il ragazzo che ho visto sabato? -
M'irrigidisco alla voce di Pierre.
Cazzo.. ci ha solo visti, vero?
Non ha sentito ciò di cui parlavamo.. giusto?
Voltandomi noto che non è solo, ma ci sono tutti.
Che cazzo!
Ero venuta qui apposta per star lontana da loro e invece..
Però dal sorriso di Pierre capisco che non ha sentito, almeno quello.
- Sì, a quanto pare lavora anche qui! - cerco di fare l'indifferente.
- Ma.. non era Micci? - lo fissa a distanza la mora.
- Micci? - chiedo confusa.
- Michiro! Un mio amico del negozio "Otaku Land"! - sorride gioviale.
- Ah.. si! Lavora in un negozio di peluche che ho visitato martedì con un'amica! -
- Sì, vero! Lavora anche da "Dolci Creazioni"! - ragiona Josephine.
- E tu come lo sai? - borbotta Pierre.
Oddio.. no..
Patetico!
È geloso?!
Mi viene il voltastomaco!
- Micci è anche mio amico! Non prendertela! - ridacchia.
- Un amico cotto di te! - mi lascio sfuggire.
Al che mio fratello sbarra gli occhi.
- Come scusa?! -
- Diglielo Josephine! - la sprono.
Vediamo se già così metto zizzania.
- Già.. Michiro aveva una cotta per me, però gli ho detto come stanno le cose! Sa che sono fidanzata e non per questo smetterò di essergli amica! - risponde tranquilla.
Punto lo sguardo su Pierre in attesa della reazione.
Il mio fratellone dopo un po' di silenzio la guarda.
- Uhm.. mi sembra un tipo a posto per quel poco che ci ho parlato! Però se allunga le mani devi dirmelo! Lo stendo! - punta il dito contro Josephine.
Eh?
Tutto qui?!
- Lo stendi è il minimo! Lo facciamo fuori! - scatta il fratello della castana.
- Gabri sta buono! Michiro non è il tipo! - sbuffa Cecily.
- Scusate, dovete proprio stare qui? Io ero piuttosto tranquilla prima che arrivaste! - sputo acida.
- No, ma.. un attimo! Pierre, quand'è che avresti parlato con Michiro?! - aggrotta la fronte Josephine.
- Sei a scoppio ritardato, eh? Comunque sabato! È venuto a.. - non lascio finire mio fratello perché lancio un urlo.
- Un insetto!! Uno schifosissimo insetto!! - urlo cercando di distrarlo.
Funziona perché si avvicina cercando - Gracy, non c'è nulla! È già andato via! È tutto ok ora! -
Annuendo gli salto al collo.
- Grazie fratellone! -
- Oh.. prego! - ribatte confuso.
La sceneggiata ha dato i frutti sperati perché tutti dimenticano il discorso precedente.
Pierre stava per rivelare del peluche.
Non voglio assolutamente che proprio loro lo scoprano.
- Dai, andiamo a fare un bagno?! - inizia a saltellare la mora.
Tutti euforici acconsentono, ma Pierre - Andate avanti, arrivo subito! - sorride loro.
L'istante dopo rimaniamo soli.
- Senti.. ho capito che era una farsa per non farmi raccontare troppo! Sono stato io ad insegnarti a distrarre l'attenzione quando c'è un discorso che non vuoi proseguire! Rispetterò il tuo volere non dicendo cosa Michiro ha portato! Ma nel caso mi chiedessero nuovamente quando ci ho parlato non mentirò! E fatti dire che sarebbe bene se pure tu iniziassi ad essere più sincera! Sia con gli altri che con te stessa! Beh.. ciao! -
Lasciandomi li sola con quel discorso va verso i suoi "amici".
Che nervi!
Si comporta come uomo vissuto.
Come se sapesse tutto di tutti.
Invece si sta solo facendo ingannare e manco lo capisce.
Ma io ho il mio asso nella manica ed è proprio Michiro.
Devo solo capire come posso fare.
- Grace, ecco dov'eri! - trillano in coro Francine e Beth.
Guardando le due - Prendiamo il sole, ragazze! - dico solo prima di rimettere gli occhiali e stendermi sullo sdraio.
Nel mentre ragiono sul da farsi.
Quale sarà la prossima mossa?
Quel pomeriggio non ho voglia di prendere il sole.
Forse un po' di shopping?
Però non voglio le ragazze dietro.
Penso farò un giro solitario.
Certo che quest'anno il centro si è proprio allargato.
Ci sono un sacco di boutique in più.
Splendido!
Oh! Hanno aperto una nuova pasticceria.
Ho proprio voglia di una fetta di torta.
A qualche metro dalla porta però le mie gambe vengono investite da qualcosa.
Abbassando lo sguardo scopro essere stato un bambino.
Il piccolo, dai capelli color cioccolato, non avrà più di quattro anni.
Che cavolo.
Possibile che i genitori non tengano al guinzaglio i loro bambini?
Guardandomi intorno cerco qualcuno che possa essere il genitore però nessuno sta osservando la folla in cerca di un disperso.
Tornando al moccioso lo vedo indietreggiare per sfregarsi il naso dolorante probabilmente quanto le mie gambe.
Nemmeno mi ha chiesto scusa, che robe.
L'attimo dopo lo vedo iniziare a sussultare a ritmo sincopato.
Oh, no..
Non dirmi che..
- E-Ehi! Tutto bene? - chiedo.
- N-Non sto piangendo! N-Non sto p-piangendo! - singhiozza annullando totalmente la ripetizione.
Cazzo.. sta piangendo.
Non sono brava coi bambini.
Che faccio?
Dove cazzo sono i genitori?!
- Piccolo! Su.. non piangere! -
- Non sto piangendo! - scatta serrando i piccoli pugni.
- Io sono Ryota! Io sono forte! E i bambini forti non piangono! -
Oh.. Ryota..
Il suo nome significa letteralmente "forte".
A quanto pare devono avergli insegnato ad essere forte come il suo nome.
Beh.. bel principio, peccato che non funzioni.
Sta singhiozzando forse più di prima.
Perché non sono ancora qui i genitori?
Non c'è nessuno che può prenderlo al mio posto?
Guardandomi attorno vedo solo gente sospetta.
Mm.. non posso.
Anche se non sopporto i bambini non posso lasciarlo ad altri.
Che ne so della persona a cui lo affiderei?
Chinandomi, per essere al suo livello, gli porgo un fazzoletto.
Subito lo afferra soffiandosi il naso.
- S-Scusa.. ti sono andato addosso! - singhiozza ancora.
Oh.. quindi è educato.
Mi spiace per ciò che ho pensato prima.
- Di niente.. senti Ryota, io sono Grace.. dimmi.. sei arrivato qui da solo? - parlo placida.
Il piccolo annuisce.
- Ti sei perso? -
Altro assenso.
- La tua famiglia dov'è? Saranno molto preoccupati! -
- Lavoro.. - mugugna sull'orlo di crollare di nuovo.
Uhm.. ecco perché non si sono visti, ma.. hanno lasciato il figlio solo?!
Una baby sitter no?!
- E come sei arrivato qui? -
- Sono scappato dalla signorina Johnson! Non mi piace.. mi vuole far mangiare gli spinaci! Io odio gli spinaci! - tira su col naso.
Se non stesse piangendo sarebbe anche un bimbo carino.
Ma così..
- E dov'era la signorina Johnson? -
- Al lavoro.. -
Sì, grazie..
- Dov'è il lavoro? -
- L'Hotel grande vicino alla spiaggia! -
Ah.. dove alloggiamo noi!
Perfetto!
Almeno non dovrò girare a vuoto in cerca di strani posti.
Alzandomi gli porgo la mano - Ok! Ryota che dici di tornare a casa? -
Il piccolo guarda la mano confuso poi alza i suoi occhioni arrossati su di me.
- Non devo seguire gli estranei.. -
Cacchio..
E ora?
Ha ragione e fa bene, però..
Se non mi segue come ci torna a casa?
- Ecco.. è vero! Però non sai come tornare all'Hotel, giusto? -
Annuisce.
- Io invece lo so! -
- Davvero? - gli si illumina lo sguardo.
- Sì.. è per di la! - lo indico con la mano.
Mamma mia..
A quanto pare oggi non avrò pace.
- M-Mi accompagni?! - chiede ancora leggermente diffidente.
È davvero un'ottima cosa che un bimbo così piccolo sia così attento agli estranei.
Non si sa mai.
È una fortuna che abbia trovato me.
- Certo! Andiamo? - gli porgo nuovamente la mano e stavolta l'accetta.
La sua piccola manina si perde nella mia e ne rimango incantata.
È davvero un cucciolo.
Ora che ha smesso di piangere ha solo il contorno rosso degli occhietti che glieli fanno sembrare più grandi.
Com'è carino e tenero.
Con sguardo fiducioso mi fissa in attesa.
Questo piccolo si sta affidando a me.
È strano.. quasi mi piace.
Mentre lo fisso sconcertata da questa miriade di sentimenti sento uno strano rumore come un ruggito sommesso.
- Uhm.. ho fame.. - mugugna Ryota.
- Oh.. -
Ci mancava questa.
Ryota voltandosi nota qualcosa e lo vedo illuminarsi.
Seguendo il suo sguardo scopro che ha puntato la pasticceria dove stavo per entrare.
Beh.. già che siamo qua.
- Ci fermiamo un attimo li? - gliela indico.
Nemmeno a dirlo acconsente e l'attimo dopo siamo dentro.
Essendo che voglio portarlo a casa il prima possibile opto per dei vassoi da portare via.
Gli faccio scegliere ciò che vuole prima di prenderne uno per me.
In più anche una pasta extra da mangiare lungo il tragitto.
Il piccolo tutto allegro mangia la sua tortina alla frutta stringendo forte la mia mano.
- Sorellona, grazie! - sorride raggiante.
Un sussulto del mio cuore mi lascia interdetta - P-Prego.. -
Perché sono così.. felice?
Oddio.. sono felice..
Confusa mi rendo conto appena che siamo a destinazione finché - Siamo arrivati!! - urla il piccolo euforico.
- Sì, già.. andiamo alla reception! - gli indico l'entrata.
Alla receptionist - Scusi, questo bimbo si è perso! -
- Oh, cielo! Grazie! Lasci fare a noi! - fa il giro del bancone per raggiungerci.
Io intanto prendo il vassoio di paste del bimbo per porgeglielo.
- Grazie, grazie mille! - sorride ampiamente.
Quel sorriso è così contagioso che ricambio - Di niente! Fammi un piacere, la prossima volta anche se la signorina Johnson cerca di darti gli spinaci.. non scappare! -
- Vaaaa beneeee!!! - stringe il vassoio allegro.
- Signorina, scusi il disturbo.. chiameremo subito.. - la receptionist non finisce la frase che in lontananza sentiamo urlare il nome del bimbo.
Una donna ci corre incontro.
Dev'essere la signorina Johnson.
Beh.. ho fatto ciò che dovevo.
Salutando Ryota giro i tacchi andandomene e sento alle spalle la donna rimproverarlo preoccupata.
So bene però che quella preoccupazione non è per lui, ma per la possibile sgridata che la donna potrebbe ricevere dai genitori.
Lo stesso capitava a me.
Quando scappavo o facevo qualcosa che non andava, le varie balie, mi dicevano sempre su.
Sempre però aggiungevano "Pensa che mi direbbero i tuoi genitori!"
L'essere umano è egoista.
Si preoccupa più per se che per gli altri.
Forse è per questo che ho aiutato Ryota.
In lui vedevo la me piccola.
Genitori assenti perché sempre al lavoro e balie che si preoccupano più per loro stesse.
Povero piccolo..
Lo capisco.
Tanto più che per quante volte scapperà non otterrà mai il risultato sperato.
I suoi genitori non verranno a cercarlo preoccupati perché troppo impegnati col lavoro.
È sempre stato così per me..
Sospirando mi avvio alla camera.
Non ho più voglia di fare shopping.
Questa storia mi ha spompata.
Però in camera ci potrebbero essere le altre.
Stanca fin nelle ossa faccio solo un salto in stanza per prendere un paio di cose e poi mi avvio all'ala Spa dell'hotel.
Ho bisogno di un massaggio.
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