V - Anna
Questa è la parte più difficile.
Perdonatemi per quello che ho fatto.
Chiesi in giro, e domandai, e domandai ancora, e ancora, e alla fine ricostruii i fatti. Qual era la connessione tra queste tre persone? Come vi ho detto i nipoti di Alfio Cristaldi avevano venduto tutti i mobili della casa. Ebbene, uno di questi era finito a casa di Mariagrazia Bassi.
Ed era uno specchio.
Quello stesso specchio, per vicende ancora più complicate, era finito poi a casa Falcone.
E quindi entrai anche lì. E lo trovai. Uno specchio piccolo, normale, del tutto anonimo. Lo infilai in uno zaino senza specchiarmici, e lo portai via. Dovevo sapere se aveva a che fare con Martina. Se era la causa di tutto.
Oh Dio, ciò che ho fatto.
Chiamai Anna Love, una prostituta. Che conoscevo bene. Sì, perché ci andavo a letto. A pagamento. Bassina, biondina, con i capelli con taglio moderno e la riga a sinistra. Aveva una pelle così delicata che sembrava quella di una bambina, ma credetemi, quando si spogliava non aveva proprio nulla di innocente.
La incontrai in un hotel fuori città. Mi chiese come mai, e io le dissi che era per provare una cosa nuova, avventurosa. E le avrei pagato le spese. Accettò con entusiasmo, un diversivo dalla sua umiliante routine. Mi ero portato dietro lo specchio trovato a casa Falcone, che era stato di Alfio Cristaldi, e poi di Mariagrazia Bassi, e lo sistemai come se fosse stato parte del mobilio della camera dell'albergo, ma ebbi cura di coprirlo con una asciugamano. Una gran bella scopata quando Anna arrivò. Poi le dissi che andavo in bagno a lavarmi, e sfilai via l'asciugamano dallo specchio. Aprii l'acqua della doccia, e mi misi a spiare dalla serratura. Non vedevo benissimo, ma questo è quanto accadde: Anna si aggiustò il trucco davanti allo specchio, e poi si mise sul letto a fumare. Dopo un po' si addormentò. A quello che successe dopo non potevo crederci. Che cosa... orribile.
Lo specchio si mosse. O meglio, la superficie del vetro si increspò. Divenne come gelatina... e, lentamente, dallo specchio uscì una mano femminile. La "gelatina" gorgogliava con un rumore così disgustoso che mi fece venire i brividi. Continuò ad uscire una figura umana, come se stesse strisciando attraverso una stretta apertura. Cadde a terra, e si rialzò lentamente. Rimase per un po' in piedi, e la vidi chiaramente. Era Anna. Uguale. O meglio, una versione al contrario: aveva la riga dei capelli dal lato opposto, e anche la scritta sulla mutandina... era speculare. Non sapevo cosa fare, e rimasi a vedere. La Anna dello specchio rimase immobile per molti, troppi secondi a guardare la Anna sul letto. Poi la afferrò, con cura, e la sollevò senza fatica, come se avesse una forza sovrumana. E infine la infilò nello specchio, neanche fosse stato un grosso sacco di immondizia spinto con forza nell'apertura del cassonetto. La gelatina gorgogliava e faceva grosse bolle, e quando la Anna originale fu scomparsa dietro la superficie, questo tornò ad essere un normalissimo specchio e a riflettere tutto come prima.
A questo punto non sapevo cosa aspettarmi dalla "nuova Anna". Se fossi uscito mi avrebbe aggredito? Probabilmente. La vidi specchiarsi, e con i polpastrelli si rovinò il mascara sul viso. Poi, mezza nuda, afferrò un grosso asciugamani, se lo arrotolò sul tronco, e uscì dalla camera. Io non mi mossi, non per mia scelta ma perché ero pietrificato, al contempo curioso e terrorizzato. Lei tornò dopo... dieci minuti? O forse due? Non lo so. Comunque vidi che aveva in mano un grosso cacciavite arrugginito, che aveva trovato chissà dove. Lo sistemò con cura sotto il cuscino, e poi si mise a dormire proprio dov'era prima la "Anna originale". Alla fine mi feci coraggio ed uscii.
Cosa... avevo... visto!
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