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33.

Sento lacrime calde che mi scorrono sul viso, incapace di realizzare questa triste realtà. Forse perché finalmente ho capito il dolore che hanno provato tutti loro. Anche Mark ha gli occhi lucidi ma trattiene le lacrime per non mostrarsi più vulnerabile e debole di quanto abbia già fatto. È tutto così chiaro adesso, però è tutto così strano.

"Io... ho bisogno di realizzare un attimo la cosa."

"Già, abbiamo avuto la tua stessa reazione." Dice Matt ed io, senza pensarci due volte mi butto su di lui abbracciandolo.

"Ti riaccompagno a casa." Mi offre Mark ed io annuisco.

Potrei dirvi che sul sedile ho guardato fuori dal finestrino dell'auto a riflettere tutto ciò, ma non sarebbe vero. Non riesco nemmeno a pensare, mi sento solo così stupida ad aver insistito tanto, non so sarei stata forte come questi due e avrei condiviso con qualcuno questo grande segreto. Fino a quando mi vengono in mente due delle domande più importanti.

"Perché la scuola sa che è stata investita da un'auto?" È Matt a rispondermi.

"Per non rovinare la buona reputazione dei Bennett, ci costrinsero a dire che era stato un incidente."

"Coglioni..." Commenta Mark.

"Amanda lo sa?" Chiedo poi.

"Amanda chi?"

"Amanda Smith."

"Come fai a sapere di lei?" Mi chiede dubbioso Mark guardandomi dallo specchietto retrovisore.

"Ci ho parlato un paio di volte." Dico.

"E vi prendete cioccolate insieme da due mesi." Aggiunge Matt.

"Come..."

"Lo so e basta. Comunque sì, ovvio che sa la verità. Diciamo che Megan non era stata un'ottima amica, ma Amy doveva sapere la verità." Annuisco e mi ripoggio al sedile.

Ormai il pomeriggio inoltrato e come sempre il traffico qui a Whitney si è intensificato. Nessuno spiccica una parola, ogni tanto uno dei due mi guarda dallo specchietto retrovisore, come a cercare di capire cosa mi passa per la testa. Dopo una buona oretta sono di nuovo a casa mia.

"Danny, mio Dio finalmente! Ti ho chiamata tutto questo tempo? Dove cavolo eri finita?" Mi assale mia madre appena sono arrivata.

"Scusa mamma, non avevo sentito."

"Scusa un corno, sei in punizione!"

"Mamma!"

"Non ribattere Danny. La devi finire di comportarti così. Sei sempre fuori, esci, entri, fai quello che vuoi." Dice per poi tornare nel suo studio sbattendo violentemente la porta alle sue spalle. Sbuffo, consapevole che questa volta non sarà semplice farmi perdonare e per prima cosa rimetto la suoneria al cellulare chiudendomi poi in camera per studiare.

2 messaggi da: Jess

Jess: Danny, come stai?

Jess: Matt mi ha detto tutto

Tu: Bene Jess, non preoccuparti.

Jess: Okay. Cosa stai facendo? Andiamo a fare shopping?

Tu: Lascia perdere, sono in punizione... e comunque devo finire per bene il trimestre, e domani ho l'interrogazione di chimica.

Jess: Ahia, Mr. Torwey è un osso duro, ti lascio studiare allora, bye bye!

Tu: Bye Bye.

Dopo 2 ore intense di studio mi sento finalmente pronta e mio papà mi avvisa che lui e mamma sono fuori questa sera e che mi coprirà se decido di uscire, a patto che la mia suoneria sia al massimo. Ho già detto di adorare Ted Cristelmann?

In realtà non mi va molto di uscire, la mia mente è ancora legata a cosa è successo questo pomeriggio. Controllo il mio smartphone, ci sono alcune notifiche di Whatsapp dal nostro gruppo e leggo il nome Ryan. RYAN! Devo assolutamente parlare con lui.

Avvio la chiamata sentendo squillare, ma dopo un po' parte comunque la segreteria e butto il telefono dall'altra parte del divano. Ma dopo un po' sento nuovamente la suoneria del mio telefono e controllando lo schermo mi rendo conto che è lui.

"Danny. Mi hai chiamato?"

"Sì."

"Beh, e allora cosa c'è?"

"Sei occupato?"

"No, sono a casa."

"Potremmo vederci?"

"Beh, se vuoi sì, dammi 20 minuti. Ti passo a prendere? Ma ti avviso sono a piedi"

"Fa nulla, passa da casa. Grazie Ryan."

"Di nulla Danielle."

Chiude la chiamata e vado a prepararmi. Non mi va di aggiustarmi troppo così prendo semplicemente un jeans, un maglione e gli stivaletti bassi. Metto un po' di correttore e di mascara e inizio a preparare la borsa. Sento il campanello suonare e ripenso ai primi giorni di scuola in cui suonava il clacson perché non distingueva la mia casa dalle altre. Sorrido al pensiero e gli apro la porta.

Sorride raggiante e cerco di ricambiare.

"Hai un'aria distrutta, sicura di voler uscire?" Annuisco.

"Raggiungiamo gli altri?" Mi chiede.

"Non dobbiamo raggiungere nessuno." Dico secca.

"Clark mi ammazzerà se verrà a sapere che siamo da soli"

"No, non lo farà. Sali in macchina." Gli dico inserendo le chiavi nel mio pick-up. Ho preso la patente da poco, stufa di essere accompagnata dal mio ragazzo.

"Vuoi uccidermi?"

"Muoviti Ryan, Sali." Lui fa ciò che gli dico.

Inizio a guidare mantenendo un'andatura lenta poiché la mia guida è ancora un po' insicura. Fino a quando arriviamo al parco pubblico. Non c'è nessuno in quanto è per i bambini, che non giocano qui alle dieci di sera. Avviso mio padre di essere uscita e finalmente guardo Ryan negli occhi dopo essere usciti dal pick-up.

"So tutto Ryan, di Megan." Lui sbuffa e si siede alla panchina.

"Non ho nemmeno paura che tu abbia i tuoi attacchi da schizofrenico del cazzo, okay?" Gli metto in chiaro.

"Cosa vuoi da me."

"Ryan, non fraintendermi... io amo moltissimo Clark e non voglio nulla da te. Ma non riesco proprio a darmi pace. Era una drogata, bambina viziata del cazzo. Cosa aveva più di me?" Gli chiedo sinceramente.

"Mi teneva testa, prima di tenermi la mano... era lei. Era sempre lei, non aveva bisogno di fingersi qualcosa che non era. Era perfetta così com'era. E poi lei... quando non era fatta era una ragazza fantastica. Era Megan. Anche se non mi amava, perché lo so benissimo, credo di non poter mai amare mai qualcuno come ho amato lei."

"Sì ma è stata così egoista, le non ha pensato a te quando si drogava, non ha pensato a come vi avrebbe lasciati, l'importante era che stesse 'bene' lei." M rendo conto che le mie lacrime stanno già trasportando il mascara.

"No, tu non capisci. Non puoi mettere becco. Ti senti superiore a lei Danny, ma Megan era qualcosa di spettacolare. Tu sei una copia di quelle ragazzine sulle riviste. Lei era unica."

"Cristo Ryan io non sono quello che tu vedi! Tu sai chi sono veramente!"

"A questo punto invece non lo so più!" Ribatte.

"Come puoi dirmi questo Ryan!"

"Io so solo che sei una stupida ragazzina che ha tirato troppo la corda. Danny la corda si è spezzata e adesso ti ritrovi con il culo per terra. Non sarò io a rialzarti."

Mi siedo anche io su un tronco finendo di piangere. Dopo una mezz'oretta prendo le chiavi del mio pick-up avviandomi verso di esso con Ryan dietro di me. Nel silenzio più totale lo riaccompagno nella sua enorme villa e ritorno a casa, avvisando nuovamente papà.

Spazio autrice

BOOM. So che non ve lo aspettavate, ma dopo tutte le volte che mi avete chiesto di continuare e dopo un periodo molto intenso, ho finalmente trovato la concentrazione per scrivere un capitolo. Anche perchè l'estate si sa che porta sempre novità. Siamo tornati al momento del prologo quindi capirete bene che manca poco alla fine della storia. Giusto il tempo di chiarire qualche cosetta che è ancora rimasta in sospeso. Soprattutto grazie mille Cheers per le 5k visualizzazioni. Per il prossimo vi chiedo 40 visualizzazioni e 8 stelline, solo per capire che ci siete ancora.

- Come va la vostra estate?

Bye Bye <3

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