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•Undici•

Ci sono solo due errori che si possono fare nel cammino verso il vero: non andare fino in fondo e non iniziare.
-Buddha.

Lara's pov

Oggi arrivo a lavoro con qualche minuto di ritardo, la sveglia non ha suonato in tempo.

Spero tanto che il capo non si arrabbi.

Lavoro senza sosta fino ad ora di pranzo, poi vado in sala per mangiare qualcosa.

Mi accomodo al tavolo dove di solito si trova Aiden, anche se di lui non c'è traccia.

Inizio a mangiare la mia insalata in silenzio, fino a quando non lo vedo entrare in sala.

I capelli scompigliati come suo solito, la maglia del supermercato a ricoprirgli il torace e dei pantaloni neri che gli scendono lisci sulle gambe.

Vedo i suoi occhi spostarsi a destra e sinistra, quegli occhi in cui mi sono persa dentro centinaia di volte.

Mio Dio cosa sono!

Si guarda intorno poi ferma il suo sguardo su di me, fa un sorriso che prova a nascondere con la mano.

Ma io l'ho visto. Ho visto che nonostante provi a nasconderlo a lui piace stare in mia compagnia.

-Questo è il mio tavolo- dice sbuffando.

-Possono sedersi quattro persone a questo tavolo- dico guardandolo.

Senza neanche rispondere si concentra sul suo panino, iniziando a mangiarlo.

Ed io come mio solito mi incanto a fissarlo.

Caratterialmente non è il top, ma fisicamente sta messo davvero bene.

Ha due spalle enormi, ho la sua immagine impressa nella testa a dorso nudo da quando l'ho visto quel giorno a casa sua.

I pettorali che sembravano scoppiargli dal petto, le spalle larghe e marcate, rimasi per più di cinque minuti senza fiato in gola.

E poi quelle labbra così carnose e rosee e gli occhi che sono di quel verde così scuro che a volte sembrano marroni.

-Lara piantala di fissarmi o finirai per farmi strozzare- dice in modo duro.

Che figura di merda se n'è accorto.
-Scusami- dico riprendendo a mangiare.

Sento le guance prendere fuoco per l'imbarazzo, metto due o tre bocconi di insalata in bocca l'uno dietro all'altro per l'agitazione che sento invadermi, mentre con la coda dell'occhio riesco a vedere che lui se la ride sotto i baffi.

-Ti va di andare da qualche parte questa sera?- gli chiedo sperando in un si.
-No!- dice in modo secco.

Questo no così deciso e freddo mi paralizza ma non lo lascio a vedere continuo a parlare come se non mi abbia scalfita affatto.

-Dai, mi annoia stare a casa ho voglia di uscire-
-E non hai nessun altro a cui rompere il cazzo?-

-No mi diverte romperlo a te- dico facendogli la linguaccia.

Lo vedo sorridere e mi incanto un istante a guardare il suo sorriso, quelle piccole rughe che gli si creano ai lati delle labbra mi fanno impazzire.

Credo se ne sia accorto perché si alza e butta la carta nel cestino in modo agitato, come se i miei occhi lo stessero disturbando, come se sentire lo sguardo di qualcuno su di lui lo disturbi.

-Dopo il lavoro andiamo a mangiare in qualche pub- dice alzando un sopracciglio.

-Okay, va bene- rispondo sorridendo.
Si avvia di la' e io intanto vorrei fare dei salti di gioia.

Non può neanche immaginare quanto mi abbiano resa felice queste poche parole che ha detto.

Finito il turno mi avvio di fuori appoggiandomi all'auto di Aiden.

Dopo cinque minuti lo vedo uscire e senza neanche calcolarmi entra in auto.

Faccio lo stesso e apro subito il finestrino.

Sento caldo, tanto caldo.

Poi allungo una mano alla radio e l'accendo, mentre sento Aiden sbuffare.

-Potresti smetterla di sbuffare in continuazione, sei petulante- dico sbuffando di rimando.

Lui ride e parte avviandosi ad un pub.
Dopo dieci minuti arriviamo, Aiden parcheggia ed entriamo all'interno.

È un posto davvero molto carino, i colori principali sono rosa e bianco.

Ci accomodiamo ad uno dei tavoli con i divanetti attendendo l'arrivo della cameriera.

Ordiniamo entrambi un panino e due birre.

Per tutto il tempo lui resta in silenzio, odio quando fa così.

Vorrei tanto che si aprisse con me, che mi parlasse di lui del suo passato.

Ma qualcosa dentro di me mi dice che non lo farà... almeno per ora.

Mentre io sto perdendo completamente la testa per questo ragazzo.

Lo so che posso sembrare una stupida, ma non riesco a non pensarlo.

Ma nonostante ciò mi piace anche stare così in silenzio, a me basta anche solo stare in sua compagnia, saperlo seduto al mio stesso tavolo o semplicemente saperlo al piano di sotto nel supermercato dove lavoro.

Lo vedo guardarmi così sorrido timidamente.

-Hai davvero un bel sorriso sai- mi dice fissandomi le labbra.

Imbarazzata smetto di sorridere, non l'ho mai visto così con gli occhi persi su di me.

-I-io ecco...- prova a dire ma poi si schiarisce la voce e beve la sua birra.

-Tranquillo Aiden hai fatto solo un semplice complimento- dico prendendolo in giro mentre lui mi guarda con sguardo duro.

Già, non amo passare per quel tipo di ragazza che si imbarazza con un semplice complimento, anche se lo sono.
Faccio di tutto per sembrare indifferente a certe cose e nel farlo metto in imbarazzo colui che ho davanti a me.

Finiamo di mangiare ogni cosa e poi ritorniamo in auto.

Prima di partire si accende una sigaretta.
-Me ne' dai una?- chiedo.
-Perché fumi?- dice sbalordito.
-No ma vorrei provare-
-Oh allora no- mette in moto allontanando il suo sguardo da me.
Sbuffo sonoramente e mi volto verso il finestrino guardando la strada.

Vedere Brighton passare sotto al proprio sguardo e così rilassante, amo la mia città, amo il freddo che la invade, le persone che la abitano, amo ogni cosa di questo posto e molto spesso mi è capitato di fermarmi a guardarla.

Dopo quindici minuti di macchina mi rendo conto che non stiamo andando a casa mia.

-Dove stiamo andando?-chiedo voltandomi verso lui.
-In un posto- dice con un sorriso.

In un posto... non gli chiedo altro, decido di non disturbarlo ulteriormente, così resto in silenzio per tutto il tragitto.

D'un tratto lo vedo fermarsi e parcheggiare davanti a una campagna.

O mio Dio...
E se?

-Tranquilla non voglio farti del male- dice leggendomi nel pensiero.

Questa cosa che senza neanche guardarmi abbia capito ciò che ho pensato mi sorprende e incuriosisce nello stesso momento.

Scendiamo dall'auto e lo vedo infilarsi tra gli alberi, poi vedendo che io non lo sto seguendo si volta e mi prende per mano.

Le sue dita si intrecciano alle mie, sono così fredde ma riescono lo stesso ad emanare un calore immenso.

Sentirlo così vicino a me mi fa accelerare il cuore. Camminiamo per qualche metro poi ci fermiamo e davanti a noi c'è un lago.

È bellissimo il riflesso della luna nelle acque è una cosa spettacolare.

Incantata da tutto ciò non mi accorgo che Aiden si sta spogliando.

Si toglie la maglia buttandola per terra, poi con essa le scarpe e infine i pantaloni.

O mamma sento le guance andare in escandescenza, lo squadro dalla testa ai piedi.

Cazzo è in box davanti a me, sento che posso impazzire da una momento all'altro.

Lui vedendo la mia espressione fa un sorriso sornione e si butta in acqua, urlando il secondo dopo.

-Cazzo è gelida.-
Scoppio a ridere e mi siedo per terra a guardarlo.

Si butta sott'acqua e riemerge qualche secondo dopo, i capelli bagnati gli ricadono sulla fronte, si butta all'indietro alzando il suo sguardo verso il cielo mentre io continuo a tenere i miei occhi fissi su di lui.

-Ma che fai?- dice d'un tratto guardandomi.
Ovviamente per l'ennesima volta sono stata beccata a fissarlo quindi tanto vale ammetterlo.
-Ti guardo.-
-Lo vedo, ma ora spogliati e vieni qui... con me- dice con voce roca.

-No Aiden non ci penso nemmeno, ora hai finito di dire che l'acqua è gelida.-

-E quindi? Dai sbrigati- dice sbuffando.

Ed eccolo che ricomincia a sbuffare.
-Noo- dico ridendo.
Lo sento sbraitare e poi uscire dall'acqua guardandomi con un sorriso.

-Aiden cosa vuoi fare?- dico alzandomi e indietreggiando.
-Tu entrerai in queste acque! o con le buone o con le cattive- dice continuando a sorridere.

Non faccio in tempo a ribattere che me lo trovo a un centimetro da me, i suoi occhi nei miei, la sua fronte sulla mia e le sue labbra a un centimetro dalle mie, fa un mezzo sorriso e poi si abbassa prendendomi per le gambe e mettendomi come un sacco di patate sulle sue spalle.

-No Aiden, ti prego mettimi giù- urlo colpendolo sulla schiena.

-Tappati il naso- dice solamente prima di scaraventarmi in acqua.

È freddissima! Adesso lo ammazzo.
Mi passo le mani sul viso e lo guardo in malo modo mentre lui se la ride.

Così con tutta la forza che ho lo schizzo e lui smette di ridere e mi guarda serio.

Iniziamo a schizzarci a vicenda, mi prende in braccio e mi butta giù.

Ridiamo, urliamo e d'un tratto mi ritrovo con il suo viso ad un soffio dal mio.

Non chiedetemi come sia successo perché non lo so.

Ci guardiamo negli occhi e i miei cadono sulle sue labbra.

Quelle labbra così carnose, lo vedo passarsi la lingua sopra e poi mordersele senza alcun contegno, quanto cavolo vorrei assaporale.

Ed è quello che faccio! senza riuscire a controllarmi appoggio le mie labbra alle sue.

Ci scambiamo un piccolo bacio a fior di labbra, poi lo vedo allontanarsi da me come se si fosse scottato.

Come se il contatto con me lo abbia infastidito, schifato.

Esce dall'acqua ed inizia a vestirsi, così esco anche io e mi avvicino a lui, ho i panni appiccicati alla pelle e fa un freddo esagerato.

Ci avviamo verso la sua auto e senza dire nulla, lo vedo prendere un asciugamano dal bagagliaio e passarmela senza neanche guardami in faccia.

Saliamo e lui parte avviandosi verso casa mia.

Mi sento così stupida in questo momento, perché l'ho fatto?

Come vorrei poter nascondere la mia testa nella terra come gli struzzi.

Devo imparare a stare al posto mio, ora non mi parlarà più, avrei dovuto accontentarmi già di tutto quello che stavamo facendo.

Per come è Aiden ridere e scherzare era già tanto.

Portarmi lì, in quel posto con lui era tanto.

Ma no, io non potevo accontentarmi io dovevo assaporare le sue labbra.

Desideravo farlo dal primo giorno che lo visto.

Ed è per questo che non sono riuscita a trattenermi.

Per tutto il tragitto restiamo in silenzio, entrambi persi nei proprio pensieri.

Una volta arrivati a casa mia, senza neanche guardarlo apro la portiera e scendo.

-Buonanotte- lo saluto chiudendola e avviandomi di corsa in casa.

Non gli ho dato neanche il tempo di ricambiare il saluto, ero troppo imbarazzata.

Faccio una via diritta in bagno a fare una doccia, poi metto il pigiama e mi metto a letto sotto le lenzuola e i miei pensieri ritornano ad Aiden.

Al modo in cui si è allontanato da me quando le nostre labbra si sono sfiorate, allo sguardo pensieroso che ha tenuto per tutto il tragitto e al silenzio che ha avuto quando l'ho salutato.

Questo ragazzo è il mio tormento, la mia ossessione!

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