Capitolo 17
«Questo cazzo di cartellone si è staccato per la centesima volta».
Tiro in automatico uno scappellotto in testa a Rio per via della parolaccia. C'è Caiden insieme a noi e ci sta aiutando ad allestire la casa per il benvenuto di Adhara e il ritorno di Ava. Non si dicono parolacce in presenza di Caiden o di qualsiasi altro bambino.
Non faccio io le regole.
Rio si massaggia il punto in cui l'ho colpito e mi lancia un'occhiataccia. «Che dolore, porca p... vacca», si corregge, prima che gli tiri un altro scappellotto più forte del precedente.
Se non l'avessi colpito io, l'avrebbe fatto Wolf alla sua destra, visto che siamo gli unici due abbastanza vicini a lui da riuscire a farlo con facilità.
Dovrebbe ringraziarmi per averlo salvato dalle mani enormi di Wolf, probabilmente con uno scappellotto dato con poca forza gli avrebbe comunque staccato la testa.
Dubito che Ava avrebbe gradito trovare una testa mozzata in casa sua al suo rientro.
«A furia di schiaffi in testa finirà per diventare ancora più scemo», dice suo fratello Brose. Approfittando del fatto che Caiden sia impegnato a disegnare, Rio fa a suo fratello un gesto con la mano, invitandolo non tanto gentilmente a fargli una sega. «Se vengo lì ti spezzo il polso».
«Togliti di torno, sei inutile come tuo fratello», dice Aiden a Rio, spingendolo di lato per allontanarlo dal cartellone prima che finisca per distruggerlo in mille pezzi. Se ciò accadesse, non sorprenderebbe nessuno. Prima di questo ne ha già strappati due, e lui, Aiden e Kenny stavano per arrivare alle mani.
Ava arriverà qui a momenti insieme a Cairo e la loro bambina, non abbiamo il tempo materiale per fare un altro cartellone. Dobbiamo prenderci cura di questo.
«A te prima o poi taglierò direttamente la lingua», lo minaccia Brose e c'è da dire che di solito è munito di una pazienza immensa. Non oggi, a quanto pare.
Lali sbuffa, cullando la piccola Dyan assonnata che è seduta sulle sue gambe. «Dovreste smetterla di dire queste cose davanti al bambino, a differenza delle gemelle, è grande e capisce tutto ciò che dite».
Deva, l'altra gemella, cammina per casa con passi un po' incerti. A differenza di sua sorella, lei ha iniziato a camminare da poco ed è troppo buffa.
Ogni tanto si avvicina a Caiden per cercare di togliergli i colori a pastello dalle mani. Lui è molto paziente con lei e anche con Dyan, il che porta tutti a pensare che sarà un ottimo fratello maggiore per Adhara.
«Mio nipote è troppo intelligente per dare retta alle parole di quell'idiota di Doraemon», dice Aiden, allungandosi per appendere meglio il cartellone.
Nel farlo, la maglietta bianca che indossa si solleva un po', mettendo in mostra la V degli addominali e una piccola parte degli innumerevoli tatuaggi che ricoprono quasi per intero la sua pelle bianca.
Le sue braccia forti e muscolose sollevate sulla testa per appendere il maledetto cartellone che non vuole saperne di stare su da solo.
Distogli lo sguardo, Mallory. Dannazione.
Non hai mai visto l'addome di un uomo prima d'ora?
È solo un pezzo di pelle, nient'altro.
Smettila di guardare!
Continuo a ripetermelo, ma nel frattempo continuo a squadrare ogni centimetro del corpo e di pelle esposta dell'uomo più fastidioso della terra. Mi è difficile distogliere lo sguardo, purtroppo.
Ormai è dappertutto, ovunque io vada. Ce l'ho sempre davanti agli occhi e diventa sempre più difficile per me ignorare la sua presenza. È così... invadente. Mi manda fuori controllo ed è una cosa che non sopporto, che fatico ad accettare, che non voglio accettare.
«Malefica, vuoi che vada a prenderti una bacinella per raccogliere la bava che ti sta uscendo dalla bocca?»
Mi irrigidisco immediatamente e distolgo subito lo sguardo dal suo corpo marmoreo per portarlo sulla sua faccia da schiaffi. Lo trovo con gli occhi azzurri puntati su di me e a quanto pare ha appeso il cartellone senza che me ne accorgessi. Il sorrisetto compiaciuto che ha sulle labbra mi fa venire voglia di prendere a pugni prima lui e subito dopo me.
Non distoglie lo sguardo, anzi, sorride di più. Lui lo sa. Sa che sono inspiegabilmente attratta da lui. Anche se preferirei morire dieci volte e tutte e dieci le volte in maniera atrocemente dolorosa piuttosto che ammetterlo ad alta voce. Lui lo sa, l'ha capito, e la cosa lo diverte un sacco, cazzo.
«L'unica cosa che raccoglierai a breve sarà il mio vomito, Hoffman», gli dico, stampandomi in faccia la più falsa espressione disgustata della storia. Sono brava a mentire, quindi chiunque al posto suo se la sarebbe bevuta senza problemi. Ma stiamo parlando di Aiden Hoffman, è troppo sicuro di sé. Infatti continua a sorridere compiaciuto. «Oppure il tuo sangue, perché se non smetti di sorridere in quel modo inquietante, ti prendo a pugni in faccia».
«Prima dovresti riuscire ad arrivare alla mia faccia», mi risponde, il sorriso non diminuisce, anzi. Ora mi sfida apertamente. «Al massimo potresti arrivarmi al cazzo», aggiunge poi.
Deve ringraziare che non è salito su nessuna scala per appendere il cartellone, altrimenti gli avrei tirato un calcio bello potente e l'avrei fatto cadere di culo per terra. Fanculo alla sua altezza e fanculo anche a lui.
«Definire cazzo quella cosa microscopica che hai nei boxer mi sembra un tantino esagerato», gli dico, ricambiando il sorrisetto di sfida. «Ma se ti fa sentire meglio con te stesso...»
Fare una battuta sulle dimensioni del suo cazzo non aiuta, perché questo gli darà un incentivo in più per rispondermi a tono e non lasciarmi in pace.
Quanto a me, invece, l'immagine del suo corpo che si preme contro il mio sul pavimento consumato della palestra che usiamo per le lezioni, si fanno spazio nella mia mente e non mi aiutano a concentrarmi.
Non lo sopportiamo, cerco di comunicare ai miei ormoni.
Non pensate al suo corpo, alle sue labbra e al maledetto bacio che ci tormenta da giorni. Noi non lo sopportiamo, insisto, nella speranza che mi diano ascolto. Non posso essere attratta da Aiden Hoffman. Non esiste.
Lui fa un passo in avanti, fino a sovrastarmi con la sua altezza. Non posso allontanarmi in maniera brusca, perché non siamo da soli e perché daremmo nell'occhio. Fortunatamente fino ad ora ha tenuto un tono di voce basso, quindi nessuno si è accorto di noi e di ciò che stiamo dicendo, ma non so per quanto continuerà così. Aiden non è un tipo silenzioso.
Poi prima che possa allontanarmi, si china su di me, stordendomi con il suo profumo, e mi sussurra all'orecchio. «Non dire stronzate, Mallory. Hai potuto constatare tu stessa strusciandoti contro il mio cazzo fino a bagnarti mutandine e leggings, che non posseggo nulla di microscopico. Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire i tuoi gemiti nelle orecchie».
Trattengo il fiato per via del suo profumo che mi inebria i sensi e per via delle sue parole. Cerco in tutti i modi di non distogliere lo sguardo da lui per non dargliela vinta, ma l'impresa sta diventando alquanto difficile. Improvvisamente muoio di caldo.
«L'unica parte del mio corpo che entrerà in contatto con il tuo cosino se non la smetti di dire stronzate, è il mio ginocchio», lo minaccio, enfatizzando sulla parola cosino. «E vedi di allontanarti, deficiente».
«O potresti allontanarti tu», risponde, tenendo gli occhi fissi nei miei. Sono così azzurri che non mi costa tanta fatica specchiarmici dentro. «Ma sei troppo impegnata a fantasticare sul mio cazzo per farlo».
Spalanco gli occhi quando mi rendo conto che Caiden si è avvicinato a noi. Tiene nella mano destra un colore a pastello verde, mentre nella sinistra tiene un foglio tutto colorato. Ci guarda dal basso con le sopracciglia corrugate, come se stesse cercando di capire il nostro discorso. Poi sorride.
Dio, fa che non abbia ascoltato proprio tutto. Ti prego.
«Il bambino, Aiden», dico a denti stretti. Lui continua a guardarmi e si acciglia, come se non capisse. «C'è tuo nipote, che cavolo», aggiungo. Quindi abbassa anche lui lo sguardo e vede Caiden che ci guarda ancora con estremo interesse. Fin troppo interesse, direi.
«Figurati se ha sentito quello che ho detto», risponde con noncuranza. Come sempre è troppo sicuro di se stesso e delle stupidaggini che gli escono dalla bocca. «E anche se avesse sentito, sono troppe parole da ripetere», aggiunge tutto tranquillo.
Ma poi... «Cazzo!»
Nella stanza cala il silenzio, nessuno osa dire una parola. Mi gelo sul posto, mentre Aiden spalanca gli occhi. Entrambi abbassiamo contemporaneamente lo sguardo su Caiden, pietrificati. Lui ci sorride ampiamente e con aria innocente. Alzo di nuovo lo sguardo, Kenny sembra sul punto di scoppiare a ridere, Brose ride apertamente, Wolf scuote la testa in segno di disapprovazione, Lali ha gli occhi spalancati, Rio ci guarda come a dire "adesso lo scappellotto chi lo merita?". Bobo tiene in braccio una delle gemelle e Tara ci guarda seria in volto.
«Cazzo, non voglio più colorare», dice Caiden, poi mi passa il colore e il foglio. Mi guarda in attesa che lo prenda ed è ciò che faccio, anche se devo sforzare i miei muscoli per farli collaborare.
«Cai», dice Aiden con gli occhi sgranati. «Questa parola non si dice», aggiunge, cercando di rimediare al casino che ha appena combinato.
Questa è la volta buona che Cairo lo ammazza.
Sempre se non lo ammazza prima Ava.
«Cazzo», ripete però Caiden e il sorrisetto che ha stampato in faccia lascia intendere che sa benissimo che è una parola che non dovrebbe ripetere e che farà finire nei guai suo zio.
«No», gli dice Aiden, entrando velocemente nel panico. «Non dirlo. Smettila subito».
«Cazzo, zio Speedy!» esclama con entusiasmo.
Aiden si piega alla sua altezza e... «Smettila di dirlo!»
Ma il bambino non vuole saperne, anzi, stavolta ride. Poi guarda suo zio e continua a ripetere: «Cazzo, cazzo, cazzo!»
Cerco di risolvere la situazione, non per tirare fuori dai guai Aiden, ma per non rovinare il rientro a casa di Ava. Mi piego sulle ginocchia e guardo Caiden.
«Cai, piccolo, questa è una brutta parola», gli dico. Ma i suoi occhioni divertiti si posano su di me e non sembra tanto propenso a dimenticarsi di questa nuova parola. «Non devi assolutamente dirla».
«Cazzo cazzo, Mally!»
Come non detto...
Io ci ho provato.
«Com'era?» chiedo a Aiden, divertita. D'altronde il danno l'ha fatto lui. La parolaccia è uscita fuori dalla sua bocca, non dalla mia. È lui che deve risolvere la situazione prima che tornino Cairo e Ava. Dubito che saranno felici di sentire il loro bambino dire ripetutamente cazzo. Lui mi guarda di traverso. «"Figurati se ha sentito quello che ho detto"», lo scimmiotto. «"E anche se avesse sentito, sono troppe parole da ripetere"».
«Non rompermi il...» fa per dire Aiden, ma si blocca per non peggiorare ulteriormente la situazione e mi lancia un'ultima occhiataccia. Poi riporta lo sguardo su suo nipote, che sorride ancora.
«Cazzo!»
«Caiden, smettila di ripetere questa brutta parola», lo prega Aiden, ma il bambino lo ignora apertamente e inizia ad allontanarsi. Nel farlo, canticchia la parolaccia come se fosse una canzoncina divertente e forse lo è, per lui, ma non per Aiden. «Ti buco le ruote della moto se non la smetti».
La minaccia fa bloccare per un attimo Caiden, che si gira a guardare suo zio. Tiene molto alla sua moto formato mini e giocattolo. Sembra pensarci sopra per qualche secondo, poi torna a sorridere, un sorriso da furbetto.
«Non puoi farlo, cazzo. Papà si arrabbia se lo fai, cazzo», gli risponde. Ora non è più solo Brose quello che ride. Ridono un po' tutti della sfacciataggine di Caiden e del terrore dipinto sulla faccia di Aiden.
Messo ad un angolo da un bambino.
Viene da ridere anche a me.
«Vieni qui, piccolo terremoto», Aiden inizia a seguirlo lungo tutta la stanza. «Parliamone».
Caiden inizia a correre continuando ad urlare cazzo e Aiden lo insegue, offrendogli in cambio del suo silenzio: un gelato, un dinosauro nuovo, una moto nuova, due gelati, due pacchi di colori nuovi di zecca, tre album da disegno e poi dei soldi. Soldi a un bambino che non può nemmeno comprarsi le cose da solo, geniale. Caiden comunque non cede e continua a correre veloce come un fulmine continuando a ripetere la parolaccia e ridendo forte. Nel frattempo nessuno di noi muove un solo muscolo per aiutare Aiden, anzi, ci godiamo la scena divertiti.
«Ok, basta. Mi arrendo», dice Aiden. Portandosi una mano sul petto con fare drammatico. Dubito che si sia stancato a rincorrere un bambino. «Cosa vuoi? Dì qualunque cosa e sarà tua».
Caiden si blocca di scatto e si porta le mani sui fianchi, assottiglia lo sguardo e guarda suo zio con aria diffidente. Poi sorride e: «Cazzo, cazzo, cazzo!»
Succede tutto in un attimo, la porta di casa si spalanca e il primo ad entrare è Cairo con due borse, una per mano. Dietro di lui in un vestito bianco a maniche lunghe con un piccolo batuffolo rosa in braccio, c'è Ava.
Gli occhietti di Caiden si illuminano quando vede sua madre con la sua sorellina in braccio. Così come quelli di Ava, che dopo aver guardato tutti noi e gli allestimenti, guarda Caiden con occhi lucidi. Era chiaro che stesse cercando lui con lo sguardo.
È una scena così emozionante...
«Cazzo, mamma!» urla poi Caiden, correndo incontro ad Ava. Abbraccia le gambe di lei, aggrappandosi forte. Cairo si irrigidisce e abbassa lo sguardo su di lui. Dopodiché anche Ava, che però abbassa il braccio per accarezzargli i capelli con la mano.
«Bentornata a casa», diciamo tutti, quasi contemporaneamente. Aiden sorride, cercando di sorridere innocente, ma sia Ava che Cairo lo guardano. Hanno capito che è opera sua.
«Sorpresa!» esclama Aiden, continuando a sorridere come se niente fosse.
🌈🌈🌈
Aiden si è beccato una bella strigliata.
E gli è andata pure bene, se vogliamo dirla tutta.
Caiden, grazie a non so quale potere magico usato da Ava, ha finalmente smesso di dire la parola cazzo.
Cairo, sotto sotto, non era poi così scontento. Probabilmente se fosse per lui infilerebbe la parola cazzo in qualsiasi frase, quindi pareva quasi orgoglioso di suo figlio e della sua prima parolaccia.
Magari era scontento perché Aiden gli ha rubato il privilegio di insegnargliela, ma purtroppo per lui non si può ottenere tutto dalla vita.
Ava è seduta sul divano, tiene Adhara in braccio e Caiden è seduto al suo fianco. Lui guarda la sua sorellina con ammirazione, la accarezza di tanto in tanto, non riesce a toglierle gli occhi di dosso.
«Hara è piccolina», dice, osservandola con attenzione. È piena di capelli biondi, ha le guance paffute e gli occhi chiusi perché sta dormendo. «È troppo carina. Possiamo giocare?»
«Amore, la tua sorellina è ancora piccola per giocare», gli dice Ava, guardandolo con amore. So che temeva che Caiden si sarebbe ingelosito e che avrebbe potuto prendere male l'arrivo di Adhara a casa, ma a quanto pare non è così. «È come con Deva e Dyan, dovrai aspettare che cresca un po' per giocarci insieme», aggiunge. «Ma nel frattempo puoi sempre coccolarla per tutto il tempo che vuoi».
Caiden annuisce. «Mi piacciono le coccole», dice. «E a lei?»
Ava sorride. «Piacciono tanto anche a lei, soprattutto le tue».
Scene come questa mi fanno desiderare di non essere figlia unica, ma poi ricordo che c'è a chi è capitato Aiden Hoffman come fratello e il desiderio mi passa subito. Così come viene, se ne va.
Di tanto in tanto anche le gemelle si avvicinano a guardare la nuova arrivata. Caiden ogni volta sta attento che non le facciano male involontariamente. Lo trovo assolutamente adorabile.
«Gesù, Ava», dice Kenny, quando le gemelle si addormentano e Caiden va in camera sua a colorare. «Hai fatto un capolavoro, insomma, guardala».
Ava sorride divertita. Cairo, seduto accanto a lei, brontola qualcosa di incomprensibile, sicuramente qualche insulto o parolaccia. Kenny lo ignora.
«Già», s'intromette Tara. «Mia nipote è proprio bella».
«Non dimentichiamoci che ha contribuito anche questo maschione qui», dice Rio, dando una pacca sulla spalla a Cairo che lo guarda come se volesse tagliargli la mano.
«I suoi cinque minuti non contano», s'intromette Aiden con un sorriso divertito. Cairo gli fa il dito medio e lo snobba subito.
«Attribuisce agli altri la sua durata per sentirsi più uomo», dico, per cancellargli quel sorrisetto dalla faccia. Mi sembra di intravedere un accenno di sorriso sulle labbra di Cairo, ma non ci giurerei, potrebbe essere una smorfia contrariata o disgustata.
«Quella che crollerebbe sfinita dopo cinque minuti passati con me saresti tu, Malefica», risponde subito il biondo, non lasciandosi demoralizzare dalle mie parole. «Provare per credere».
Cerco di non pensare a me e Aiden Hoffman nudi a fare cose. Mi impunto per non immaginare niente del genere e mi basta guardare il suo sorriso da stronzo per riuscirci.
Lo guardo con un'espressione disgustata. «Rifiuto l'offerta e vado avanti».
«Ragazza saggia», dice Brose, divertito. Poi solleva la mano per farsi dare il cinque, cosa che faccio.
«Siamo qui per festeggiare la nascita di Adhara e il ritorno a casa di Ava, smettetela di litigare voi due», dice Lali, indicando prima me e poi Aiden. Io mi zittisco subito, mentre il biondo insulta malamente Brose che ricambia.
«Questo tu me lo chiami litigare?» chiede Bobo a Lali.
«Come altro dovrei chiamarlo?» risponde lei. «Non fanno altro che litigare, a volte ho quasi paura a lasciarli da soli nella stessa stanza perché penso che al mio ritorno potrei trovare un cadavere».
«Io scommetto su Mallory», sogghigna Brose.
«Loro non stanno litigando, cara», dice Bobo a Lali. Ha un sorrisetto malizioso stampato in faccia e la cosa non mi piace per niente. «Stanno facendo i preliminari».
«Ma tu da che parte stai?» brontolo, attirando l'attenzione di Bobo su di me. Lui sorride.
«Dalla tua, micetta, come sempre», dice. Ma arrivati a questo punto a me non sembra proprio. «Però diamo a Cesare quel che è di Cesare», aggiunge, facendo spallucce. «C'è una tale tensione sessuale tra voi due che si potrebbe tagliare con la punta di un coltello».
«Pronto?» s'intromette Taranee, picchiettando il suo tacco per terra per attirare l'attenzione. Sembra contrariata. «Avalyne e Adhara», dice. «Siamo qui per loro. Smettetela con queste cazzate».
«Continuate pure», dice Ava. «Mi è mancato tutto questo. Le giornate all'ospedale erano tutte uguali. Mi siete mancati».
«Ma ti sono mancato di più io, ovviamente», le dice Aiden.
«Cristo, già non lo sopporto più», borbotta Cairo. Sono sicura che non veda l'ora che ci togliamo tutti quanti di torno per poter rimanere da solo con i suoi figli e Ava.
«Dai, fratellone. Non essere geloso», lo rimbecca Aiden. Gli piace proprio rompere le palle alla gente. È più forte di lui. «Ci hai fatto due figli insieme, ma è me che amerà e preferirà sempre. Attieniti alla gerarchia e rispettala».
Allora stanca di sentirlo parlare, per chiudergli definitivamente la bocca, faccio la prima cosa che mi passa per la testa. Prendo un marshmallow rosa e glielo ficco in bocca. Sfortunatamente lui si riprende subito dall'attimo di smarrimento e prima mi mordicchia un dito, poi inizia a masticare il marshmallow, quindi con mio grande dispiacere, non soffoca come speravo facesse.
Anzi, emette un gemito di apprezzamento che mi fa accaldare le guance. Gemere in questo modo, soprattutto davanti a tutti, dovrebbe essere considerato un atto illegale, dannazione.
«Mi piace quando mi imbocchi, Malefica», dice, dopo aver ingoiato. Mi guarda con gli occhi carichi di malizia e mi preparo a ciò che sta per uscire dalla sua boccaccia irriverente e perversa. «La prossima volta che vuoi imboccarmi con qualcosa, però, fallo con le tue te...»
Prima che possa concludere la frase, però, Avalyne lo zittisce subito, «Aiden, è abbastanza!»
Lui ride forte. «Mi sei mancata proprio tanto, Avie», le dice. Sono sicura che sia così. Questi due hanno un legame forte e quasi incomprensibile. «Tu e il tuo essere così pudica nonostante il concepimento di due bambini con Satana in persona», aggiunge e non può mancare la frecciatina al fratello, che ormai sembra averne le palle piene.
«Se non chiudi la bocca, io non ti zittisco con un marshmallow del cazzo», lo minaccia infatti.
«Non vorrai mica zittirmi con il tuo cazzo, spero», gli risponde Aiden con una smorfia disgustata. È ovvio che Cairo non intendesse quello e lui lo sa benissimo.
«Mi dispiace, piccolina», dice Kenny, accarezzando la manina di Adhara, che continua a dormire ignara del casino che ha attorno. «Ti è capitata una famiglia di pazzi svasati».
«Imparerà ad amarvi», dice Aiden con un sorrisetto. «Tutti tranne Doraemon, ovviamente».
Brose lo manda in maniera poco fine a fanculo.
«Perché hai detto amarvi?» gli domanda Tara, accigliata. «Non ti sei incluso».
«Perché io non sono compreso nel discorso», risponde con nonchalance. «La mia stellina non deve imparare ad amarmi, lei mi ama già», aggiunge serio. «È chiaro come l'acqua».
Poi il discorso cade e finalmente tutte le attenzioni si concentrano su Adhara e Ava, come avrebbe dovuto essere fin dall'inizio. Quando credo che finalmente Aiden si sia zittito e abbia smesso di darmi fastidio, lui prende posto accanto a me, approfittando della distrazione degli altri. Mi si avvicina troppo.
Lo squadro con aria diffidente. «Hai perso qualcosa?»
«Preparati, Malefica», dice, ignorando completamente la mia domanda. Mi acciglio, confusa.
Dovrei ignorarlo e basta, però sono curiosa di sapere che diamine vuole dire. «A cosa dovrei prepararmi?»
Lui sogghigna. «Il tuo gesto irriverente di prima ti costerà caro», dice. Credo si riferisca al marshmallow che gli ho infilato in bocca prima e che per mia sfortuna non gli è stato fatale.
«Innanzitutto allontanati», dico, ma sapendo che farà di testa sua e che molto probabilmente per darmi fastidio si avvicinerà ancora di più, prendo io le distanze. «E poi, non so di cosa tu stia parlando e nemmeno voglio saperlo».
«Domani mi divertirò così tanto a farti sudare, che rimpiangerai di avermi conosciuto», risponde.
Avevo completamente rimosso che domani sarebbe stato il turno di Aiden in palestra. Ma va bene lo stesso, potrei sempre mollarlo lì e non presentarmi.
«Dimentichi un dettaglio, Hoffman», gli dico. Stavolta però decido di avvicinarmi io, cogliendolo di sorpresa.
Lui mi osserva con attenzione e non si sposta nemmeno di un centimetro. «E quale sarebbe, rossa?»
«Io rimpiango già di averti conosciuto».
✍🏻Spazio autrice✍🏻
Eccomi, ci sono, in ritardo di qualche mese (🫣) ma ci sono...
Mi scuso per avervi fatto attendere così tanto, ma chi mi segue su Instagram sa il motivo (ovvero che ero impegnata con delle cose importanti🫵🏻).
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia (lo spero tanto✨) e prometto di non farvi aspettare tanto per il prossimo. Cercherò di tornare ad aggiornare con più frequenza💆🏼♀️
Vi ringrazio come sempre per la pazienza e l'affetto❤️
Vi aspetto su Instagram per il box domande (così possiamo parlare insieme del capitolo) e leggo i vostri commenti👀
A prestissimo,
Noemi🎀
La nostra Avie con Caiden e Adhara
❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro