Capitolo 12
«Denny stramaledettissimo Hoffman, vieni ad aprire questa porta o giuro che la butto giù con la forza!»
Vorrei capire con quale forza McKenna Liondale e la sua fastidiosa voce in grado di spaccarmi i timpani anche a distanza, vorrebbe rompere la mia porta.
È alta un metro e cinquanta probabilmente e volerebbe via con un po' di vento.
Decido, però, piuttosto saggiamente, di non chiedere. Se vuole credere che sia in grado di farlo, va bene. Non voglio infrangere i sogni di nessuno.
«Non ho il teletrasporto, psicopatica del cazzo, dammi il tempo di venire ad aprire», alzo la voce per permetterle di sentirmi anche da fuori, visto che sono ancora comodamente seduto sul divano.
Quando si tratta di Kenny me la prendo sempre abbastanza comoda, d'altronde aspettare un po' fuori non la ucciderà mica. Vedremo in inverno cosa succederà.
«Non è che ci voglia molto ad aprire una porta», brontola dall'altra parte della porta. «Sei così lento che anche una tartaruga minuscola riuscirebbe a superarti in velocità», aggiunge.
«Guarda che ti lascio fuori, McChicken», le dico a voce alta, alzandomi dal divano. Dopodiché mi avvicino alla porta, ma ancora non la apro. «E smettila di suonare il campanello, finirai per spaccarmi i timpani oltre che le palle».
«Se non apri, lo suonerò fino a farlo esplodere», strilla da dietro alla porta.
Sento qualcuno ridere e capisco che non è sola, questo però non cambia la situazione. Decido di continuare a giocare per farle perdere la pazienza. «Parola d'ordine, prego».
La sento bestemmiare in modo davvero poco signorile ed elegante. «Se non apri ti ammazzo?» chiede a denti stretti.
Trattengo una risata. «No, ritenta».
«Aiden», dice e prende un respiro profondo per cercare di calmarsi. «Smettila di fare il coglione, ho caldo e sono stata buttata giù dal letto alle nove del mattino per venire a vedere la tua faccia di cazzo, apri. Subito».
«La parola d'ordine, McChicken, altrimenti non apro».
«Innanzitutto smettila di chiamarmi come un panino del McDonald's e poi...»
«Aiden», qualcuno la interrompe. Ovvero Tara. «Apri questa porta», dice, ma sono abbastanza irremovibile su questo. «O almeno fai entrare solo me», tenta, per convincermi.
«Che bastarda», borbotta Kenny. Sono sicuro che le abbia mollato anche una gomitata o uno schiaffo dietro alla nuca, come fa di solito. Sì, è davvero manesca, la stronza.
«Parola d'ordine per entrambe», dico però, incorruttibile.
«Allora sei proprio stronzo», stavolta è Tara quella che strilla incazzata.
«Abbiamo una donna incinta e prossima al parto qui con noi, mettiti una mano sulla tua quasi del tutto inesistente coscienza e facci entrare, brutto idiota», dice invece Kenny. Non sapevo ci fosse Avie con loro, altrimenti avrei aperto molto prima.
Apro la porta e me le trovo davanti tutte e tre. Avie con il suo solito sorriso dolce stampato in faccia che la contraddistingue, mentre le altre due che mi guardano in cagnesco, insomma niente di nuovo.
«Secondo quale ragionamento malato insultarmi mi avrebbe convinto ad aprire?» chiedo a Kenny e Tara. È un metodo di persuasione discutibile, non hanno imparato niente da me. Povere stupide.
«Insultarti no, ma nominare Ava sì», risponde Kenny, dopodiché si fionda in casa mia senza troppi convenevoli per andarsi a buttare sul mio divano. Tara la segue a ruota.
McChicken ha ragione, la parola d'ordine oltre a "Aiden Hoffman sei la creatura più bella che sia mai stata creata" potrebbe essere "Avie". Maledizione.
«Sei il mio tallone d'Achille, Avie, spero che te ne renda conto», dico alla mia bionda preferita in assoluto. Sorride, consapevole di esserlo.
«Dovrei esserne onorata, suppongo».
«Ah, non lo so», dico, «Al momento ho una scassacazzi stesa sul divano di casa mia per colpa tua, dimmelo tu».
«Sono appena le dieci del mattino ed ho già perso il conto di tutte le parolacce che avete detto. Cercherò di non soffermarmi molto sulla cosa», dice, già piena. Poi si avvicina con il suo pancione enorme e mi abbraccia a fatica. «Buongiorno, Speedy».
La stringo a me. «Buongiorno, Avie», le dò un bacio sulla testa e dopodiché si allontana. Entriamo insieme e raggiungiamo le altre due. «Dov'è Cai?» chiedo, non vedendo insieme a loro mio nipote.
«Con Phoenix», risponde Avie, poi si siede sul divano accanto alle ragazze e si massaggia piano la pancia. È quasi agli sgoccioli quindi suppongo sia stanca morta.
Io al posto suo non avrei nemmeno camminato, mi sarei fatto portare in braccio da una parte all'altra. Avrei strisciato per terra come i serpenti piuttosto che camminare e sarei rimasto quasi sicuramente a letto per tutti e nove i lunghissimi mesi.
Perciò, chapeau ad Avie e a qualsiasi altra donna sopporti questo calvario che la gente si ostina a chiamare gravidanza.
«Hai dimenticato che giorno è oggi, Denny?» mi chiede McKenna con un sorrisetto che non promette nulla di buono.
«È già Natale?» Lei nega con la testa, scocciata. «L'anniversario della perdita della tua verginità?»
«Perché mai dovrebbe esserci un anniversario per... Ok. Non chiederò. No ad entrambe le domande».
«Il giorno in cui Brose ha finalmente deciso di sottoporsi ad un intervento chirurgico in grado di sistemare la sua brutta faccia?» chiedo. «Anche se dubito che esista», aggiungo poi.
Scanso la scarpa che McKenna mi lancia e nel frattempo me la rido. «No, bestia di Satana. Non è niente del genere. Sei pessimo».
«Ridimmelo quando non avrai le chiappe sul mio divano in casa mia».
«Sono stata costretta a presenziare, quindi non montarti troppo la testa, pulcino spennato che non si altro», dice e nel frattempo dopo essersi tolta le scarpe, si mette ancora più comoda sul divano.
«L'avete portata per minare alla mia autostima?» chiedo alle altre due. «Perché sono abituato a tutto il veleno che esce fuori dalla sua boccaccia».
«È la giornata di sole donne più Denny», finalmente Taranee svela l'arcano. «E ora siamo profondamente offese perché te ne sei dimenticato. Come hai potuto?»
«È martedì, Speedy», spiega Avie, notando la mia faccia confusa perché no, non capisco di cosa cazzo stiano parlando. «Caiden passa la sua giornata di soli uomini con Phoenix. Noi quattro, invece, la giornata sole donne più Denny».
«E quando abbiamo accordato che sarebbe stato il martedì?» chiedo, perché questa mi è nuova tanto quanto la storia di me che faccio da specie di maestro Jedi a Malefica.
«Ci siamo accordate noi», risponde Kenny con estrema calma e nonchalance.
«Grazie per avermi interpellato», dico, «Forse non lo sapete o meglio, non ci volete credere, ma ho un'agenda bella piena d'impegni».
Mi guardano serie e dopo appena qualche secondo, scoppiano a ridere tutte e tre allo stesso tempo. Stronze che non sono altro.
«Possiamo andarcene, se vuoi», dice Avie ed io la guardo male.
«Loro possono andare», dico, indicando Kenny e Tara. «Tu resta seduta dove sei».
«Sto per fare una petizione per abolire questa giornata di merda», brontola Kenny, mentre appoggia la testa al braccio di Avie.
«Saresti tu contro tre persone, non ti conviene», le faccio notare.
«Tara voterebbe contro di te, quindi saremmo due contro due».
Due contro due perché Avie non voterebbe mai contro di me e McChicken ormai se ne è fatta una ragione. E se non se l'è fatta, peggio per lei.
«In realtà tre contro uno», s'intromette Tara. Sorrido soddisfatto e sembra che Kenny sia prossima a sputare fuoco e abbrustolirci tutti come se fossimo
marshmallow.
«Quasi dimenticavo che di tanto in tanto ci fai sesso con questo essere», sbotta Kenny con una smorfia disgustata. Come se lei potesse permettersi di giudicare i gusti altrui dopo essersi fidanzata con Doraemon. «Morta di cazzo».
«Kenny!» la riprende Avie, diventando rossa in faccia. Quasi due figli concepiti sicuramente in tutte le posizioni inventate dall'uomo e ancora arrossisce per le cose più stupide. È incredibile.
«Come mi hai chiamata?» le chiede Tara, assottigliando lo sguardo con aria minacciosa.
«Non è mica un insulto, anche io sono una morta di cazzo», risponde Kenny, facendo spallucce. «E anche Avie, altrimenti non si ritroverebbe con due bambini a quest'ora».
«La mia Avie non è una morta di cazzo», la difendo subito. «Purtroppo è stata ammaliata dal fascino della fenice malvagia, non è colpa sua. Tutti abbiamo dei difetti e anche Avie ne doveva avere almeno uno».
«Il fatto che mi sia innamorata di Phoenix non è un difetto», risponde subito lei. Beh, dipende dai punti di vista.
«Che tu abbia fatto amicizia con Aiden, però, è un difetto bello grande», dice Kenny. «Ma c'è di peggio, alcune, non faccio nomi, ci hanno addirittura scopato». Le faccio il dito medio con tanto di sorriso, lei mi ignora. Tara si sporge per darle uno schiaffo sulla gamba ma lei la scansa prontamente. «Ora veniamo al dunque, ho fame e mi annoio, che si fa?»
«Tu potresti iniziare chiudendo quella boccaccia velenosa che ti ritrovi», le consiglia Tara ed io sono d'accordo con lei.
«Succederà quando tu terrai chiuse le cosce».
«Gran figlia di...»
«Non hai fatto nessuna torta?» mi chiede Avie, interrompendo la discussione di quelle due.
«No, niente torta». Se avessi saputo prima che il martedì è stato scelto come giornata sole donne più Denny, avrei fatto senz'altro una torta per lei, ma non lo sapevo, quindi niente torta.
«Vai a fare una torta, Denny», mi ordina Kenny, senza nemmeno un per favore. Che si fotta. Non avrà niente da me.
«Neanche se mi paghi oro, McChicken».
Ok, forse in quel caso gliene farei una, ma piccolissima.
«Secondo me, per rendere più interessante questa giornata, potremmo fare il rewatch di Stuart Little. Quel topolino è proprio carino», dice la stronza. Sa che odio i topi sia nella realtà che in televisione o anche in fotografia. È proprio cattiva dentro.
«Io sono d'accordo», dice Tara, beccandosi un'occhiataccia da parte mia. Mi ricorderò di questo affronto alla mia persona.
«Avie?» chiede Kenny, guardando la nostra migliore amica con un sorrisetto.
«A me Stuart piace», dice, la traditrice. Da lei questo colpo basso non me lo aspettavo proprio.
«Andate a fanculo tutte e tre».
☄️☄️☄️
Subito dopo pranzo, io e Avie restiamo da soli. McChicken aveva qualcosa da fare insieme a Brose, mentre Tara serviva alle dipendenti del suo negozio. Stano ma vero, non ha ancora fallito, il che è un grande passo avanti per Tara.
Phoenix ha chiamato Avalyne già dieci volte nonostante stia passando la sua giornata padre-figlio. È ancora più apprensivo ora che Ava sta arrivando al termine della gravidanza. Più pensate e rompipalle.
«Avanti, sputa il rospo», dico alla bionda seduta accanto a me sul divano. Lei mi guarda con i suoi grandi occhioni azzurri e sembra confusa. «Ti conosco, Avie. Capisco quando c'è qualcosa che non va. Che succede?»
«Non succede niente, Aiden». Sta mentendo, Avalyne è sempre stata una pessima bugiarda.
«Invece sì», dico. «Hai litigato con quel decerebrato di mio fratello, per caso? È questo il vero motivo per cui ti ha chiamato tutte quelle volte?»
«Non ho...»
«Se è perché hai litigato con lui, ti ho detto mille volte che purtroppo è nato con qualche neurone mancante. Non devi fare troppo caso alle cose che dice», le dico, cercando in qualche modo di giustificare mio fratello, cosa non molto facile. In passato è stato un vero coglione. «E se proprio devi farci caso, vieni da me, lo rimetto io al suo posto. Che per la cronaca è sotto di te o inginocchiato a le...»
«Ti prego, Speedy, non concludere la frase», piagnucola, già con le guance arrossate. È troppo carina quando si imbarazza.
«Solo perché me l'hai chiesto gentilmente», dico, «Dimmi cos'è successo, sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa».
Lei annuisce. «Certo che lo so. Anche tu puoi parlare di qualsiasi cosa con me».
«Allora parla, Avie, prima che decida di andare a prendere mio fratello a calci nelle palle davanti a Cai. Poi mi toccherebbe dirgli che è solo un gioco che ho inventato da poco ed io odio mentire a mio nipote».
«Phoenix non ha fatto niente».
La guardo scettico. «E questo sarebbe un bene o un male?» Perché con le donne non si può mai sapere. Magari voleva che facesse qualcosa e stupido con me non se n'è reso conto, quindi non l'ha fatta.
«È un bene, ovviamente», risponde e per poco non tiro io un sospiro di sollievo al posto di mio fratello. «Sono io il problema», aggiunge.
La situazione si fa seria e non mi piace vedere la mia Avie così triste, devo fare qualcosa. «Se ti sei innamorata di me come avevo previsto dal giorno zero, beh, sarà dura dirlo a mio fratello. Il Phoenix di prima non avrebbe rifiutato un po' di sesso a tre, ma con te è diverso. E poi sarebbe strano avere una relazione a tre con il proprio fratello».
Lei strabuzza gli occhi in modo troppo divertente e diventa rossa in faccia. «Ma che stai dicendo, sei impazzito per caso?»
«Se non parli e mi dici il problema, la mia mente continuerà ad immaginare mille scenari diversi», dico. «Oltre a quello in cui sei segretamente innamorata di me, ci sono il threesome, tu che non ami più mio fratello, tu che hai debiti con la mafia cinese. Poi tu che sei segretamente un lupo mannaro, un vampiro o peggio ancora, un agente segreto della CIA». Lei mi guarda e basta, non dice una parola. «Dimmi la verità, ti chiami davvero Avalyne o mi hai mentito per tutto questo tempo?»
Poi succede, finalmente l'espressione preoccupata che aveva prima che iniziassimo a parlare e quella confusa che ha assunto dopo tutte le fesserie che ho detto, lasciano spazio al divertimento. Scoppia a ridere quasi con le lacrime agli occhi.
Poi si china in avanti, si avvicina alla mia faccia e mi poggia una mano sulla fronte ancora con il sorriso sulle labbra. «E ora mi salti anche addosso, piano, Avie. Mi verranno i lividi, ho la pelle molto delicata a differenza di quel troll di tuo marito».
Non corregge la parola marito perché è ciò che lui è per lei, anche senza cerimonia o tutte quelle stronzate varie.
«Sto controllando che tu non abbia la febbre alta. Non hai mai detto così tante cavolate tutti insieme e di getto».
«Però ti ho fatto ridere, questo è l'importante», dico e la sua espressione si addolcisce ancora di più. «Ora dimmi cos'è che ti preoccupa».
«Ti voglio tanto bene, lo sai?»
«Ovvio che mi vuoi bene, è impossibile non volermene», rispondo con un sorrisetto. «Ora parla».
«È che si sta avvicinando il parto...»
La guardo, non capendo cosa voglia dire. «Hai già partorito, sai come espellere un essere umano fuori dalla tua vagina».
«Mi fai finire di parlare, per favore?»
«Va bene, sto zitto». O almeno ci provo. «Ora però ho in testa l'immagine di te che spingi fuori dalla tua piccola vagina un bambino enorme. È un trauma. Menomale che non sono il padre e che non dovrò mai assistere a niente del genere».
Solo il pensiero mi fa sudare freddo, non è un'esperienza che bramo di fare.
«In futuro potresti avere figli e allora sì che dovrai assistere al parto», dice, mettendomi ancora più ansia, anche se lo scenario è lontano anni luce.
«Preferisco concentrarmi sul presente più che sul futuro, grazie tante».
Cerco di rimuovere a forza dalla mia mente l'immagine di Avie che partorisce, purtroppo con scarsissimi risultati.
«Ho paura, Speedy», dice, riportandomi sul pianeta terra. L'immagine orribile del parto svanisce dalla mia testa e la preoccupazione si fa spazio con prepotenza.
«Del parto?»
Insomma, dovrebbe sapere come si fa, l'ha già vissuto. Non si dovrebbe avere paura delle cose che si conoscono già. Almeno credo, non posso saperlo, non ho mai partorito e fortunatamente non dovrò mai farlo.
«Anche, ma non solo».
«Di cos'altro hai paura?»
«Ho paura del cambiamento, ho paura che quando nascerà Adhara non sarò in grado di dare la giuste attenzioni anche a Caiden», dice e vorrei abbracciarla subito per tranquillizzarla, ma aspetto che finisca di parlare. «E so che quello che sto per dire fa di me una madre orribile, ma... Ho paura di non riuscire ad amare Adhara tanto quanto amo Caiden», dice con le lacrime agli occhi.
Mi avvicino a lei e faccio la stessa cosa che ha fatto prima con me. Le poggio una mano sulla fronte.
«Che stai facendo?» chiede confusa e sul punto di piangere. Non voglio che pianga.
«Controllo che non sia tu quella ad avere la febbre, di solito non dici mai cazzate e sicuramente non tante tutte insieme come adesso», dico serio. «Non voglio sminuire le tue paure, Avie. Ma ciò che stai dicendo è una grande stronzata».
«Ho il terrore di non riuscire ad essere giusta per entrambi. Non voglio che mi odino», dice, tirando su col naso.
«Non ti odieranno, Avie. Sei la mamma migliore che Caiden e Adhara potessero sperare di avere. Sei la mamma che ogni bambino meriterebbe di avere», dico, prendendole la mano. Non le dico però che è la mamma che avrei voluto che Libby fosse stata con me. «È normale avere paura, siete stati solo tu e Caiden per tanto tempo. Lui è stato tutto per te e tu sei stata tutto per lui. Quella con Adhara sarà un'esperienza completamente diversa, ma questo non vuol dire che l'amerai meno. La ami già così tanto e si vede».
«Se dovessi vedere qualcosa di strano, me lo diresti, vero?» chiede, stringendomi la mano. «Giura che non permetterai mai che mi trasformi nelle nostre madri, Aiden».
«Avie, non ho bisogno di prometterti niente perché tu non diventerai proprio come nessuno. È la gravidanza che ti fa venire tutte queste paranoie. Sei stata una brava mamma quando non avevi nessuno accanto che ti aiutasse, quando non hai avuto nessun punto di riferimento. Ora, invece, farai anche meglio».
«Ma se non dovesse essere così, me lo diresti, giusto?»
«Non ho peli sulla lingua con nessuno, come ben sai, nemmeno con te», dico. «Andrà bene, Adhara ti amerà tanto quanto ti ama Caiden e tu amerai lei allo stesso modo».
«Grazie, Speedy», dice e si getta a capofitto tra le mie braccia. Mi stringe forte ed io ricambio l'abbraccio accarezzandole la spalla. «Ti voglio bene».
«Ti voglio bene anche io, Avie. Tanto», le dico. «E poi, sei riuscita ad amare quella bestia di mio fratello. Amare tua figlia appena nata sarà un gioco da ragazzi».
Ride ma la risata viene attutita dalla mia maglietta, dato che ha la faccia spiaccicata sul mio petto.
«Non vedo l'ora che nasca», dice, allontanandosi. Poi si accarezza la pancia con gli occhi che le brillano.
Avalyne è in grado di dare così tanto amore da migliorare la vita di tutte le persone che la circondano e non se ne rende nemmeno conto.
Ama i suoi bambini ed io non ho nessun dubbio su questo, nessuno di noi ce l'ha.
«Sarà bellissima, d'altronde con uno zio così non potrebbe essere altrimenti».
«Anche il padre non scherza», risponde lei con un sorriso raggiante. La preoccupazione sembra essersi affievolita anche se sono sicuro che non sia scomparsa del tutto.
«Io ho un debole per la madre».
«Scemo».
«È vero, non ci posso fare niente. Ho sempre avuto ottimi gusti», le dico. «Non si può dire lo stesso di te».
☄️☄️☄️
Phoenix voleva passare a prendere Avalyne, ma essendo che abitiamo vicini e che Caiden si era addormentato in macchina, ho preferito percorrere io il tratto di strada che divide le nostre case e accompagnare Avie.
Quando entra in casa, chiedo a Phoenix di restare fuori perché gli voglio parlare e anche se non ne sembra tanto contento perché probabilmente dopo aver passato una giornata lontano da Avie, vuole passare del tempo insieme a lei. Ricordiamoci la sua Aviedipendenza. Si chiude la porta dietro e mi segue.
«Oggi ha pianto», gli dico subito. Perché voglio che anche lui le stia vicino e sia a conoscenza delle sue preoccupazioni.
«Ultimamente piange spesso», dice. È strano per tutti vederla piangere, Avalyne fino a prima della gravidanza sembrava avere i condotti lacrimali rotti. «Detesto vederla piangere e non poter far niente per aiutarla».
«Ha paura di non riuscire ad amare Adhara tanto quanto ama Caiden e allo stesso tempo ha paura di non riuscire a dare a Caiden le attenzioni che darà ad Adhara».
«La gravidanza rende stupidi, a quanto pare. Spero torni alla normalità dopo».
Deve ringraziare il cielo che Avie non l'abbia sentito, altrimenti sarebbe rimasto senza palle e addio possibilità di procreare di nuovo in futuro.
«Avie non è stupida», la difendo. L'unico stupido qui è lui.
«Ho detto che la gravidanza rende stupidi, quindi non rompermi il cazzo», sbotta, lanciandomi un'occhiataccia poco rassicurante.
«Stalle vicino, possibilmente tenendo quella boccaccia chiusa o usandola per donargli un po' di piacere, sempre che tu sia in grado», dico, «In quel caso potrei...»
«La bambina nascerà a breve, non voglio farmi arrestare, Aiden. Togliti dalle palle», ringhia, facendomi scoppiare a ridere. So quali corde toccare per fargli saltare i nervi. Non che ci voglia molto.
«Sul serio, fratello. Cerca di farle capire che sta facendo tutto benissimo e che sarà una buona mamma anche per Adhara, che non ha nulla di cui preoccuparsi», gli dico, accantonando per un attimo la mia missione che prevede di farlo incazzare a morte. «Non mi piace vederla triste».
«È normale avere paura», dice ed io lo guardo incuriosito.
«Ce l'hai anche tu?»
«Sono terrorizzato», risponde in maniera inaspettatamente sincera. «Ma non m'importa, mi interessa solo come si sente Avalyne».
«Per quel che vale, sei un ottimo padre e lo sarai anche con Adhara. Certo, dovrai imparare a cambiare pannolini e dovrai alzarti la notte, farai cose nuove, ma sappiamo entrambi che farai il possibile e l'impossibile per quella bambina, così come l'hai fatto con Caiden dal momento in cui è entrato nella tua vita».
Lui annuisce e basta, senza dire niente. Ma va bene così, so bene che Phoenix non è uno di molte parole.
«Vuoi sapere quanto mi devi per la consulenza?» lo prendo in giro per smorzare la tensione. Mi lancia un'occhiataccia degna di lui.
«Un paio di calci in culo vanno bene?»
«Ancora non mi capacito di come una donna tanto dolce e bella come la mia Avie si sia potuta innamorare di una bestia immonda come te».
«Dovresti superarla e andare avanti», dice con un mezzo sorriso. «Non vorrei doverti pagare lo psicologo».
«Dovrai pagare il chirurgo plastico perché ti romperò la faccia un giorno di questi».
«Aspetta e spera, coglione», dice, poi apre la porta di casa sua ed entra, senza nemmeno salutare. Maleducato del cazzo, menomale che i bambini hanno Avie che insegna loro l'educazione.
«Buonanotte anche a te, fratellone».
✍🏻Spazio autrice✍🏻
Eccomi con un'altro capitolo🫡
Scusate l'attesa e scusate eventuali errori ma non ho avuto il tempo di rileggere... Come ho già detto su Instagram (per chi non mi segue, sono @eternityhopeless_ ) questo è un capitolo di passaggio che spero vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me scriverlo🥹
Preparatevi perché i capitolo 13 - 14 e soprattutto il 15 saranno molto ✨movimentati✨
Vi aspetto su Instagram per commentare il capitolo insieme e ovviamente leggo tutti i vostri commenti qui su Wattpad👀
Come sempre vi ringrazio per la pazienza, l'affetto e il supporto, sono tanto grata❤️🩹
Vi abbraccio forte🫂
Noemi
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