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[Capitolo 11]: Non È Un Gioco.

Il Kahuna entrò aprendo la porta di getto. Aveva corso, sicuramente era successo qualcosa di urgente.

Silver cercò di alzarsi per presentarsi, ma Augusto lo fermò con un gesto della mano, poi si avvicinò alla scrivania dove ero appoggiata io e afferrò due cartelle e ne diede una a me e una a Carmen.

"Buongiorno, eh." feci in modo acido.

"Eh. Rachel: Uno non provare mai più a svegliarmi a mezzanotte, lo hai fatto un paio di volte quando avevi dieci anni, lo hai fatto ieri, ma ora non ti azzardare mai più; due: ti ho detto un milione di volte durante gli allenamenti che non devi far sapere a nessun civile quello che sta succedendo nella PI e tu che fai? Porti qualcuno con te." disse velocemente.

"I Capipalestra, fino a prova contraria, sono funzionari dello stato." risposi io cercando di giustificare almeno una cosa.

"Ad Alola è un semplice civile. Qui non ci sono capipalestra."

"Ho parlato con l'associazione che gestisce la lega e..." intervenne il diretto interessato mentre io cercavo di gesticolare un "Sta zitto."

"La lega di Kanto e Johto non ha alcun diritto di interessarsi a quello che succede ad Alola." interruppe il Kahuna mantenendo il suo solito tono.

"Sì, ma ho i permessi anche della polizia internazionale." aggiunse dopo un po' il fulvo. Alzai gli occhi dai documenti che mi aveva dato Augusto cercando di trattenere lo stupore iniziale che si prova a trovare qualcuno che non c'entra niente immischiato in qualcosa.

"Potevi dirmelo anche tra un mese, eh! Tra un anno, magari!" gridai spalancanodo gli occhi. Forse era anche la prima volta che mi dimostravo così arrabbiata, preferivo avere la mia maschera di finta felicità o determinazione. "Ma lo sai cosa c'è in ballo? La vita! Sono 16 anni che spero di arrivare al giorno dopo e tu che fai? Ci giochi come se fosse un pupazzo!"

"Forse dovresti calmarti un momento." si intromise Carmen.

"Forse, ma non lo farò. Arceus santissimo!"

"Rachel, smettila di gridare... Senti, mi dispiace tantissimo. Avrei voluto dirtelo ieri sera, ma... Te ne sei andate e..."

"Chiamerò la centrale!"

"Non revocano i permessi. Arrenditi." fece Augusto sorseggiando un po' di caffè che beveva tranquillamente mentre si godeva lo spettacolo.

"Quindi collaborerai con noi? Bene, ma fa attenzione, quando lavora le da fastidio tutto." disse la mia collega cercando di sdrammatizzare il tutto.

Sbuffai ed andai a prendere un po' d'aria fuori. Dopo un po' rientrai dentro e dissi di getto "Augusto, hai una sigaretta?" quello ne prese una dal pacchetto che aveva in tasca e me la passò senza troppi problemi.

"Avevi detto che avresti smesso." cercò di dirmi Silver alzandosi per venire fuori insieme a me.

"E tu mi hai detto di non fare cose che non mi competono, perché non provi ad essere coerente?"

"Mi terrai il broncio per tanto?" si limitò a dire.

"Oh, sì, chiedi a Carmen. A lei l'ho tenuto per tre mesi solo perché non mi rispondeva ai messaggi*." spiegai per poi ritrovarmi i polmoni pieni di nicotina che si propagò subito in tutto il corpo rilassandomi.

"Senti... Io l'ho fatto per stare con te." maledetto, sapeva dove colpire per farmi sentire un mostro.
Ora quella che non sapeva cosa dire ero io e mi dava fastidio, troppo fastidio.

Mi tolse la sigaretta dalle mani e la spense con un piede poi mi abbracciò. D'altronde una relazione sana è così: alcune volte vince uno e viceversa e stavolta ero io quella vinta.

"Non fare mai più qualcosa senza dirmelo." dissi staccandomi.

"Mai più."

"Bene, ora torniamo dentro, non vedo l'ora di sapere cosa fare."

[...]

"Acromio, ha detto?" cercando di ricordare il luogo dove l'avevo già sentito.

"Sì, un po' di tempo fa era coinvolto nei piani del Team Plasma, ma era lì per soldi." confermò Augusto. "però ora andate. Naturalmente non farà nulla gratis quindi sparate una cifra, la Polizia Internazionale saprà pagare." aggiunse il Kahuna subito dopo.

Afferrai la pokéball di Shamò e lo stesso fecero gli altri con Kuha, una Staraptor che veniva chiamata maggiormente con il suo nome scientifico, e con Honchkrow.

[...]

Mi avvicinai al bancone al entrata afferrando il distintivo dalla cintura "Buongiorno, Polizia Internazionale, cerchiamo il professor Acromio." la donna digitò qualcosa molto velocemente su un telefono fisso.

"Direttrice, ci sono qui delle persone che vorrebbero incontrare il signor Acromio... Allora li faccio scendere nei livelli inferiori... Certo... Va bene..." disse mentre parlava al telefono poi fece avvicinare un dipendente che sembrava addetto proprio a quella zona e ci fece accompagnare da lui a quelli che sembravano laboratori.

Il dipendente non disse una parola per tutto il tragitto e non aveva aperto bocca neanche quando ci aveva aperto la porta del laboratorio del professore.

Nella stanza c'erano quattro persone: Acromio, quella che sembrava la direttrice e due ragazzi con la pelle quasi trasparente, una sembrava una bambina di dieci anni mentre l'altro sembrava averne il doppio.

"Beh... Alla fine vi siete decisi." disse lo scienziato prima che qualcuno potesse spiegare la situazione.

"Oh, no, si sta sbagliando. Non siamo qui per arrestarlo, ma perché ci serve il suo aiuto." spiegò Carmen.

"Il mio aiuto? E per cosa?" chiese dopo aver finito di avvitare un paio di viti ad un aggeggio simile ad un telecomando.

"Sono informazioni private della polizia internazionale..." cercò di dire Silver.

"Oh, ma non si preoccupi. Anche la Fondazione Æther sarà felice di collaborare alle indagini." disse la direttrice avvicinandosi. "Io sono Samina, avrete già capito il mio ruolo in questo posto."

"La ringrazio molto, direttrice, questa non credo sia una battaglia da poter combattere in tre senza l'aiuto di nessuno. Per rispondere alla sua domanda, Acromio: delle persone che secondo i dati della centrale sono morte si trovano misteriosamente riunite ad Alola. Per il momento non sembrano pericolosi, ma è solo la calma prima della tempesta." spiegai io.

Acromio alzò la testa dal dispositivo che aveva tra le mani "Anche chi è in prigione?" chiese per interessi personali.

"Sì, se si sta riferendo a Ghecis." quello accenno ad una risata e tornò al suo lavoro.

"Cosa ci guadagno?"

"Quello che vuole."

"Bene: soldi e poter lavorare in seguito sull'energia alla base della megaevoluzione, quella è una Pietra Chiave, no?" disse per poi indicare il pendente che ho al collo.

"Sì, ma..."

"Il tuo collega ha detto che posso scegliere qualunque cosa e io ho scelto. Non preoccuparti, rimarrà attaccato al tuo collo per tutto il tempo."

"Volevo dire... Come ha fatto a capire che qui dentro c'è una Pietra Chiave?"

"Guarda la forma, non sembra affatto un porta foto e poi sono un genio io a differenza dell'attuale presidente di Unima." evitai di ridere ed accettai a nome di tutti trovando una cifra da chiedere alla centrale.

Lo scienziato aveva proposto qualcosa come 10.000.000.000 pokédollari che, per il lavoro che avrebbe dovuto fare, non sembravano neanche tantissimi.

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*Tratto da una storia verissima.

Questo è quello che mi piace chiamare capitolo filler. Niente da dire riguardo alla storia solo che datele tre o quattro capitoli e la vedrete giungere a termine... Forse 😉

La frecciatina di Acromio è sottile. Io ci sto ancora ridendo.

Opinioni sul capitolo? Spero di sì.

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